Revisione della spesa pubblica
Per revisione della spesa pubblica (in inglese spending review[1]), si intende un processo volto a migliorare l'efficienza e l'efficacia della spesa pubblica attraverso la sistematica analisi e valutazione della pubblica amministrazione nelle sue strutture organizzative statali (es. ministeri, tribunali, istruzione pubblica, sanità pubblica ecc.), e territoriali (Regioni, Province, Comuni, ecc.), delle procedure decisionali e attuative, dei singoli atti all'interno dei programmi e dei risultati finali.
Caratteristiche generali[modifica | modifica wikitesto]
Con questo procedimento si analizza "più il come che il quanto": ovvero i capitoli di spesa di uno o più Enti vengono passati al vaglio per vedere cosa può essere acquistato diversamente, oppure tagliato, per scoprire se ci sono sprechi o casi di inefficienza. Principio dell'operazione in linea teorica è quello di identificare spese che non contribuiscono a raggiungere gli obiettivi che sono stati affidati alle diverse amministrazioni o che li raggiungono solo in maniera inefficiente, a fronte di spese molto più alte del necessario[2].
L'insieme delle norme di finanza pubblica e quelle di gestione della spesa pubblica vengono inoltre analizzate per individuare eventuali modalità o strumenti di miglioramento della gestione e del controllo.
La revisione della spesa pubblica si basa dunque sull'analisi della qualità della spesa pubblica e sui meccanismi della sua definizione e gestione.
Nel mondo[modifica | modifica wikitesto]
Italia[modifica | modifica wikitesto]
In Italia la revisione della spesa è stata realizzata prima mediante Commissioni di studio, poi con provvedimenti di legge molto incisivi, elaborati ed accompagnati da Commissari alla revisione della spesa, nell'ambito della crisi del debito italiano all'interno della grande recessione.
La spending review dettata da esigenze impellenti di mantenere i saldi di finanza pubblica, laddove non è stato possibile procedere con revisioni analitiche, ha finito anche per comportare tagli lineari agli stanziamenti di Ministeri ed ai trasferimenti agli Enti territoriali. Queste riduzioni, anziché riflettersi sui tagli di sprechi, sono spesso state trasformate in riduzioni della quantità e/o qualità dei servizi ai cittadini. In taluni casi sono state previste misure di contenimento della dinamica dei salari dei dipendenti pubblici. Questo si è verificato ad esempio nel caso di leggi finanziarie varate nel giro di pochi giorni come quelle del governo Monti, ma non fu questo l'unico caso. In questi casi, invece di una maggiore efficienza, si è ottenuto talvolta il risultato di rendere difficile per certi comparti statali e territoriali un adeguato svolgimento del proprio compito, a causa della mancanza di fondi.[3] Un nuovo programma di revisione della spesa è stato approvato dal Governo Italiano il 19 novembre 2013[4].
I Commissari di Governo alla Revisione della spesa, incaricati dal 2011 in poi, hanno fatto grande affidamento, per l'analisi, la revisione e la progettazione di interventi per l'efficienza della spesa per beni e servizi, sulla Consip, la centrale acquisti nazionale[5].
Le Commissioni[modifica | modifica wikitesto]
Dal secondo dopoguerra, si sono succeduti molti studi ed analisi, condotti principalmente dalla disciolta Commissione tecnica per la Spesa pubblica, operante presso il Ministero del Tesoro dal 1986 al 2005, a cui succedette nel 2006 la Commissione tecnica per la Finanza pubblica[6] operante presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze istituita da Tommaso Padoa-Schioppa, Ministro dell'economia e delle finanze del secondo governo Prodi. L'analisi sistematica dei capitoli di spesa, avviata in via sperimentale dalla legge finanziaria per il 2007, fu trasformata successivamente in programma permanente ad opera della legge finanziaria per il 2008[7]. «Il passaggio a un bilancio classificato per missioni e programmi – disse Schioppa - pose le premesse sia per una consapevole discussione politica degli obiettivi e delle priorità da realizzare attraverso la spesa sia per una gestione responsabile delle risorse da parte delle amministrazioni». In quell'anno, rivendicò l'allora ministro, queste analisi permisero un risparmio di 700 milioni di euro.
Il tagliaspese[modifica | modifica wikitesto]
A settembre 2002, insediato da un mese Vittorio Grilli come nuovo Ragioniere generale dello Stato, viene varato il DL 194/2002 definito decreto tagliaspese[8] che modifica strutturalmente, nelle norme di contabilità pubblica, il metodo di previsione delle spese, ponendo dei tetti di salvaguardia. Prevede inoltre che il Governo applichi misure urgenti di blocco della spesa quando si superino i tetti deliberati dal Parlamento con la Legge di bilancio. Questo provvedimento ha messo fine alla proliferazione della spesa oltre i limiti deliberati dal Parlamento che si producevano con norme che sottostimavano le spese future, oppure in seguito all'applicazione di sentenze con effetti sulla retribuzione del pubblico impiego.
Il commissario Enrico Bondi[modifica | modifica wikitesto]
Durante il Governo Monti fu nominato Enrico Bondi Commissario alla Spending Review, ma i risultati della sua azione furono molto mitigati non solo dalla storica resistenza delle Pubbliche Amministrazioni alla revisione dei programmi di spesa, ma anche dalla contemporanea presenza e simile responsabilità del ministro per i Rapporti con il Parlamento e l'Attuazione del programma di Governo Dino Piero Giarda[9]. Enrico Bondi si dimette dall'incarico a dicembre 2012, assumendo il ruolo di supervisore delle liste di Scelta Civica, il nuovo Partito fondato da Mario Monti.
Il commissario Mario Canzio[modifica | modifica wikitesto]
Dimessosi Enrico Bondi, il Governo nomina a gennaio 2013 Mario Canzio commissario alla Spending Review[10]. A maggio 2013 Canzio cessa dall'incarico di Commissario alla spending review contemporaneamente al suo avvicendamento al vertice della Ragioneria Generale dello Stato.
Il commissario Carlo Cottarelli[modifica | modifica wikitesto]

Il 4 ottobre 2013 il Consiglio dei ministri nomina commissario per la revisione della spesa Carlo Cottarelli attribuendogli poteri molto ampi ed un incarico di tre anni[11]. Cottarelli presenta un nuovo programma per la Revisione della spesa nel marzo 2014[12]. Presenta proposte al Governo Renzi ed istituisce Il blog del commissario dove pubblica numerose considerazioni e documenti[13]. Il più critico contro il Governo Renzi è il più recente, datato 30 luglio 2014, intitolato La revisione della spesa come strumento per il finanziamento di… nuove spese.
«È una situazione paradossale in cui la revisione della spesa (futura) viene utilizzata per facilitare l’introduzione di nuove spese. Naturalmente possono sussistere mille buoni motivi per alcune nuove spese (anche se, con riferimento all’ultima applicazione di questo nuovo approccio, la spesa per pensioni in Italia mi sembra già abbastanza elevata e la riforma delle pensioni era volta a contenerne la crescita). Se il Parlamento legittimamente decide di introdurre nuove spese dovrebbe contestualmente coprirle con tagli di spesa non lineare di pari entità, individuandoli per esempio tra le proposte di revisione della spesa già presentate dal Commissario in passato. Mi sembra che usare presunti tagli lineari – in apparenza molto diluiti sull’intera amministrazione – per la copertura di nuove spese riduce il costo politico inevitabilmente legato all’individuazione di coperture vere, concrete, selettive. Inoltre con questo atteggiamento si finge di dimenticare che mentre una revisione selettiva della spesa ha l’obiettivo di aumentare l’efficienza della pubblica amministrazione a parità di prestazioni, i tagli lineari possono produrre per alcuni servizi una inevitabile riduzione delle prestazioni. In fondo a tutte queste considerazioni di metodo, a mio avviso ne resta una cruciale, nel merito: se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa, il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione su lavoro. Condizione, a mio giudizio, essenziale per una ripresa dell’occupazione in Italia.» |
(La revisione della spesa come strumento di... nuove spese, Carlo Cottarelli, Il blog del commissario, 30 luglio 2014) |
L'incarico di Carlo Cottarelli termina il 31 ottobre 2014, con due anni di anticipo rispetto al previsto, poiché Cottarelli viene designato dal Governo Renzi per un incarico al Fondo Monetario Internazionale.
Dopo molti mesi dalle dimissioni di Cottarelli viene richiesta dalla stampa[14] la pubblicazione dei dossier dei gruppi di lavoro con le relative proposte elaborate. In aprile 2015 vengono pubblicati[15].
Il commissario Yoram Gutgeld[modifica | modifica wikitesto]

Il Governo Renzi a marzo 2015 nomina Yoram Gutgeld commissario alla revisione della spesa.[16] Parlamentare del Partito Democratico e consigliere economico di Matteo Renzi, Gutgeld avvia il suo incarico puntando a risanare la sanità, i trasporti ed a ridurre i corpi di polizia. Collabora con lui l'economista consigliere del presidente Roberto Perotti.[17]
Gutgeld avvia il programma del Governo Renzi di ridurre a 35 centrali acquisti il numero di stazioni appaltanti deputate a gestire le grandi gare.[18]
Il 7 novembre 2015 Perotti si dimette dall'incarico di consigliere del Presidente del Consiglio, dichiarando "Non mi sentivo utile"[19].
I Commissari Laura Castelli e Massimo Garavaglia[modifica | modifica wikitesto]
In Aprile 2019 il Governo Conte I nomina Commissari alla revisione della spesa pubblica i due parlamentari e viceministri dell’economia Laura Castelli e Massimo Garavaglia[20].
Analisi della Corte dei Conti[modifica | modifica wikitesto]
La Corte dei Conti nel 2017 ha decretato, in un suo rapporto, il sostanziale fallimento della "spending review" nel tentativo di ridurre il deficit pubblico[21][22][23].
Altri paesi[modifica | modifica wikitesto]
Tale strumento di razionalizzazione della spesa pubblica è stato avviato già in altri paesi: Regno Unito, Canada, Paesi Bassi, Nuova Zelanda e Francia (quest'ultima fece la sua prima operazione di revisione della spesa pubblica nel 2008 con l'operazione la Revue Générale des Politiques Publiques).
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Tommaso Canetta, Scheda - Cos'è la Spending Review?, su linkiesta.it, www.linkiesta.it, 18-07-2012.
- ^ lavoce.info http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002918.html[collegamento interrotto]
- ^ Cos'è la "Spending Review"? - Italia - l'Unità Archiviato il 4 maggio 2012 in Internet Archive.
- ^ Spendere meno si può, Roberto Perotti
- ^ [Cfr. intervento del 3 giugno 2014 http://revisionedellaspesa.gov.it/blog.html].
- ^ Commissione tecnica per la Finanza pubblica
- ^ Servizio Studi
- ^ Servizio Studi
- ^ L'email di Giarda sulla "spending review" - Il Post
- ^ Adnkronos
- ^ Il Commissario Straordinario - http://revisionedellaspesa.gov.it
- ^ Cottarelli marzo 2014, Per ridurre il cuneo fiscale a livello medio dell’area dell’euro servono mld 32 (2 percento circa del PIL).
- ^ Il Blog del Commissario - http://revisionedellaspesa.gov.it
- ^ http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/27/spending-review-dossier-cottarelli-ne-palazzo-chigi-ne-mef-sanno-dove/1364997/ La stampa richiede la pubblicazione dei dossier del Commissario Cottarelli
- ^ http://www.mef.gov.it/revisionedellaspesa/documenti.html I dossier del Commissario Cottarelli
- ^ Gutgeld: "Alla spending review risanerò sanità e trasporti con i costi standard. Troppi 5 corpi di polizia" - Repubblica.it
- ^ Federico Fubini, Spending review, mancano 4 miliardi, su repubblica.it, la Repubblica, 27 aprile 2015. URL consultato il 15-10-2015.
- ^ http://www.corriere.it/economia/16_gennaio_20/italia-ue-parla-gutgeldl-europa-ci-tratti-come-altri-avanti-la-spending-riforme-marciano-226cb460-bf47-11e5-b186-10a49a435f1d.shtml?refresh_ce-cp
- ^ http://mobile.tgcom24.it/checkexistpage.shtml?/politica/roberto-perotti-si-e-dimesso-da-commissario-della-spending-review_2143055-201502a.shtml "Roberto Perotti si è dimesso da commissario della Spending review", TGCOM24, 9 novembre 2015
- ^ https://www.repubblica.it/politica/2019/04/18/news/governo_castelli_e_garavaglia_commissari_alla_spending_review-224402327/
- ^ http://www.repubblica.it/economia/2017/06/27/news/corte_dei_conti_ripresa_italiana_modesta_ritardo_dalla_ue_-169247756/
- ^ http://www.huffingtonpost.it/2017/06/27/corte-dei-conti-smonta-lentusiasmo-sulla-spending-review-no_a_23003711/
- ^ http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/27/spending-review-corte-dei-conti-nessun-contenimento-complessivo-della-spesa-pubblica-corruzione-devastante/3689859/
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- I tagli alla spesa nel cassetto, Cottarelli verso le dimissioni, in Corriere della Sera. URL consultato il 1º agosto 2014.
- TECNICI, NUOVO PIL, PENSIONI: I 3 PROBLEMI DEL NODO RENZI-COTTARELLI, in Leoniblog. URL consultato il 1º agosto 2014.
- Proposte per una revisione della spesa pubblica (2014-16) (PDF), su download.repubblica.it. URL consultato il 19 marzo 2014.
- Chiara Goretti e Luca Rizzuto, Spending review in Italia. Uso e abuso di un termine, in Politica in Italia. I fatti dell'anno e le interpretazioni, a cura di A. Di Virgilio e C. M. Radaelli, Bologna, Il Mulino, 2013.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Spending review: Italia e Regno Unito a confronto, su bravosolution.com.