Rem Koolhaas

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Rem Koolhaas alla 2ª biennale di architettura di Mosca, 2010
Premio Premio Pritzker 2000
Premio Premio Imperiale 2003
Premio Royal Gold Medal 2004
Premio Leone d'oro alla carriera 2010
Premio Rolf Schock Prize 2022

Remment Koolhaas conosciuto come Rem (Rotterdam, 17 novembre 1944) è un architetto, urbanista e saggista olandese, tra i più noti sulla scena internazionale.

È professore di Architettura e Urbanistica presso la Graduate School of Design dell'Università di Harvard. Nel 2000 ha vinto il Premio Pritzker. Nel 2008 è stato inserito nella classifica Time 100 delle 100 persone più influenti al mondo. Nel 2014 è il curatore della Biennale di architettura di Venezia e membro dell'American Philosophical Society.

È uno dei pensatori architettonici e urbanisti più significativi della sua generazione. Viene spesso citato come rappresentante del decostruttivismo ed è l'autore dei best seller Delirious New York: A Retroactive Manifesto for Manhattan e S, M, L, XL: Small, Medium, Large, Extra-Large.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Rem Koolhaas nasce a Rotterdam nel 1944. Comincia la sua carriera come giornalista collaborando con l'Haagse Post e come sceneggiatore in Olanda e a Hollywood. Frequenta l’Architectural Association School a Londra e studia con Oswald Mathias Ungers alla Cornell University. Nel 1978 scrive Delirious New York: manifesto retroattivo di Manhattan, divenuto un classico della teoria architettonica contemporanea.

Nel 1975 – insieme a Elia e Zoe Zenghelis e Madelon Vriesendorp – fonda l’OMA (Office for Metropolitan Architecture). Le opere più importanti di Koolhaas e OMA, dagli esordi fino alla metà degli anni ’90, includono il Netherlands Dance Theatre a L’Aia, il Nexus Housing a Fukuoka in Giappone, il Kunsthal a Rotterdam, il Grand Palais di Euralille e di Lille, La Villa dall’Ava, la Très Grand Bibliothèque, la Jussieu Library a Parigi, lo ZKM a Karlsruhe e la Seattle Public Library.

A seguito delle sperimentazioni dei primi due decenni di carriera, ormai entrate nelle storie dell’architettura, la produzione di Rem Koolhaas si diversifica notevolmente in termini di programmi, estetiche e geografie. Tra le opere più significative degli ultimi anni spiccano la sede della China Central Television a Pechino (2004-2008), il complesso residenziale De Rotterdam (1997-2013), lo Shenzhen Stock Exchange(2006-2013), la Qatar National Library a Doha (2017) e il Taipei Performing Arts Center (2015-2022). Il Fondaco dei Tedeschi a Venezia (2008-2016), Garage Museum of Contemporary Art a Mosca (2011-2015) e la Fondazione Prada a Milano (2008-2018) sono tre prove di grande qualità di riprogettazione dell’esistente. Rem Koolhaas testimonia anche in questo caso di saper stimolare e recepire le evoluzioni dei temi portanti del mondo del progetto, aggiornando di conseguenza sensibilità, strategie e linguaggi.

Codice a barre per l'Unione europea proposto nel 2002 da Rem.

Tutti questi edifici compaiono, insieme alle riflessioni di Koolhaas sulla società contemporanea, nel suo secondo libro S,M,L,XL (1995), un tomo di 1376 pagine scritto come fosse un “romanzo sull’architettura”. Pubblicato in collaborazione con il grafico canadese Bruce Mau, il volume raccoglie saggi, manifesti, fumetti, diari di viaggio. Spicca al suo interno il saggio The Generic City, che fornisce una chiave di lettura anti-ideologica dello sprawl generico, liberata dalle gerarchie qualitative del passato. Nel 2001, Junkspace conferma le qualità di Rem Koolhaas come lucido analista degli aspetti più problematici della contemporaneità, in questo caso gli spazi-spazzatura, che sono per lui la necessaria contropartita del progetto come concepito nel XX secolo.

Koolhaas è professore all’Università di Harvard dove dirige The Project on the City, un programma di ricerca sul cambiamento delle condizioni urbane nel mondo. Le ricerche condotte sul Delta del fiume Pearl in Cina (intitolata Great Leap Forward) e sulla società dei consumi (The Harvard Design School Guide to Shopping) sono state pubblicate da Taschen Verlag.

Fra i riconoscimenti degli ultimi anni si ricordano il prestigioso Premio Pritzker di Architettura (2000), il Praemium Imperiale (2003), la Royal Gold Medal (2004) e il premio Mies Van Der Rohe (2005). Nel 2008 il Time lo ha citato tra le 100 personalità più influenti del mondo.

Oltre a dirigere OMA, Koolhaas è coinvolto nelle attività di AMO, il gruppo creativo di OMA costituito nel 2000, che tratta di progetti non architettonici che spaziano dall’informatica all’editoria. Sin dalla sua fondazione, AMO ha collaborato con Prada per accrescere la presenza mondiale di questa azienda attraverso una serie di attività creative. L’attività biennale di ricerca dell’AMO per la Commissione Europea sulla visual identity dell’UE si è conclusa con la mostra Image of Europe, ospitata dal governo olandese nell’autunno 2004. Nel 2003 e nel 2004 l’opera completa di OMA e AMO è stata presentata nella mostra Content presso la Neue National galerie a Berlino e presso la Kunsthal a Rotterdam. Il volume Content (2003) illustra i modi in cui Koolhaas, OMA e AMO interagiscono con il mondo e come il mondo a sua volta influenza il loro lavoro. Nel 2020 AMO apre le porte al Guggenheim Museum di New York l’ambiziosa esposizione Countryside. The Future. Ancora una volta, Rem Koolhaas propone un cambiamento di prospettiva, spostando lo sguardo dalle metropoli, il suo tradizionale territorio d’elezione, alle campagne.

OMA ha il suo metabolismo quando si tratta di assumere personale, vista come una accademia di formazione che lavora sodo per formare e perfezionare i talenti più eccelsi, un'azienda internazionale che ora è responsabile di allevare architetti e designer di alta classe con grandi aziende globali. Alcuni di questi Baby Rems sono Zaha Hadid, Bjarke Ingels, Winy Maas, Jacob van Rijs, Jeanne Gang, Ole Schereen e Joshua Prince-Ramus.

La grande mostra sulla Deconstructivist Architecture, curata da Philip Johnson e Mark Wigley al MoMA di New York nel 1988, ha identificato Rem Koolhaas come uno dei capifila del decostruttivismo (insieme a Peter Eisenman, Frank O. Gehry, Zaha Hadid, Coop Himmelb(l)au, Daniel Libeskind e Bernard Tschumi). D’altra parte, una rassegna dei suoi progetti, anche non realizzati, racconta di un sostanziale disinteresse per la questione dello stile. Nella sua opera si riconoscono piuttosto alcuni filoni tematici, che si susseguono e in parte si sovrappongono nel tempo.

Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

La Kunsthal di Rotterdam
La biblioteca centrale di Seattle
Lo store di Prada su Rodeo Drive, Beverly Hills, Los Angeles

Alcuni progetti[modifica | modifica wikitesto]

Spui Station, L'Aia
Sede CCTV, Pechino

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Rem Koolhaas, S, M, L, XL: Small, Medium, Large, Extra-Large, New York, Monacelli Press 2006
  • Rem Koolhaas, Delirious New York. Un manifesto retroattivo per Manhattan, a cura di M. Biraghi, Milano, Electa 2001
  • Rem Koolhaas, Junkspace. Per un ripensamento radicale dello spazio urbano, a cura di G. Mastrigli, Macerata, Quodlibet 2006
  • Rem Koolhaas, Singapore Songlines. Ritratto di una metropoli Potemkin... o trent'anni di tabula rasa, a cura di M. di Robilant, Macerata, Quodlibet 2010
  • Rem Koolhaas, Testi sulla (non più) città, a cura di M. Orazi, Macerata, Quodlibet 2022

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) David McManus, TVCC Building Beijing Television Cultural Center, su e-architect, 9 febbraio 2009. URL consultato il 4 maggio 2021.

Bibliografia critica[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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