Ferrovia Alcantara-Randazzo

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Alcantara-Randazzo
Stati attraversatiBandiera dell'Italia Italia
InizioAlcantara
FineRandazzo
Attivazione1959
Soppressione2011
GestoreFS
Lunghezza37,040 km
Scartamento1435 mm
Elettrificazionenon presente
Ferrovie

La ferrovia Alcantara-Randazzo era una linea ferroviaria della Sicilia, a scartamento ordinario, che collegava Randazzo e l'alta Valle dell'Alcantara con la linea costiera jonica Messina-Siracusa[1]. Sospesa dal servizio nel 1994 e chiusa nel 2002, fu dismessa nel 2011 con Decreto Ministeriale n. 389.

Nell'agosto 2017 la legge 128/2017 la inserisce nel primo elenco di ferrovie da classificare come turistiche, ponendo così una tutela sul tracciato, impedendone l'alienazione a favore di terzi per un uso diverso da quello ferroviario, nell'attesa dell'individuazione delle somme necessarie al suo ripristino funzionale.

Storia

Stazione di Randazzo della linea dismessa Alcantara-Randazzo

Il progetto della ferrovia dell'Alcantara ha radici lontane nel tempo; già nel 1873 la provincia di Messina aveva commissionato un progetto di ferrovia tra Giardini e Leonforte passante appunto per la valle[2]. La ferrovia aveva lo scopo di attirare verso il porto di Messina sia i prodotti del sottosuolo (zolfo) che le molteplici produzioni agricole della Sicilia centrale[3]. Il progetto tuttavia incontrò la dura opposizione dei sostenitori catanesi, appoggiati dal potente politico e più volte ministro Antonino di Sangiuliano, di una linea circumetnea che convogliasse tutto verso il porto di Catania. La linea Circumetnea venne di lì a qualche anno realizzata e il progetto della linea dell'Alcantara dovette segnare il passo. I lavori di costruzione ebbero inizio soltanto nel 1928 ma già qualche anno dopo avevano subito un completo arresto. Le crisi del periodo e la seconda guerra mondiale poi non permisero alcuna ripresa degli stessi che furono portati avanti nel dopoguerra con poca convinzione al punto che dopo averli conclusi si pensava già di abbandonarli.

Viadotto ferroviario ad archi Ponte San Cataldo, presso l'omonima contrada di Motta Camastra.

L'inaugurazione della linea il 31 maggio 1959[4] avvenne solo dopo pressanti richieste delle popolazioni e grazie all'impegno di influenti politici locali. La linea fu comunque gestita in stretta economia, con esercizio a Dirigenza Unica e con le sole stazioni di Randazzo e Francavilla di Sicilia messe in grado di svolgere servizio merci. Questo veniva svolto mediante l'uso di locomotive a vapore del gruppo 940 del deposito locomotive di Catania mentre il servizio viaggiatori era svolto con automotrici.

Il 18 marzo 1981 un'improvvisa e violenta eruzione dell'Etna in poco tempo tagliò la ferrovia poco più ad est di Randazzo[5] interrompendo anche la ferrovia Circumetnea e la Strada Statale. La linea rimase interrotta con trasbordo da Randazzo a Moio Alcantara che divenne capolinea provvisorio del servizio ferroviario. Mentre la FCE riattivò la sua linea ferrata nel giro di poche settimane con una variante posta sopra la lava ancora fumante le FS solo nel 1983 riaprirono la linea con la costruzione di una variante di circa 3 km in trincea. Nonostante un certo traffico locale e pendolare e pur rappresentando l'unico collegamento pubblico veloce della valle il servizio ferroviario ha subito l'interruzione per tutto il periodo estivo di ogni anno e la riduzione sistematica delle corse offerte. Inoltre non è mai stata realizzata alcuna fermata in corrispondenza delle famose gole dell'Alcantara, in località Fondaco Motta, pur passando la ferrovia a pochi metri dalle stesse.

La vecchia stazione di Motta di Camastra, dismessa dal 2011

Nel 1994 la linea è stata sospesa per lavori di ammodernamento, tra la stazione di Alcantara e Randazzo; sono stati automatizzati tutti i passaggi a livello (che erano precedentemente custoditi), eliminati tutti i segnali semaforici e gli scambi, trasformando in fermate impresenziate tutte le stazioni della linea e creando anche la fermata "Gole Alcantara", istituendo infine il regime di circolazione a spola[6]. La linea tuttavia non è stata più riaperta. Tra il 1995 e il 1996 sono stati organizzati alcuni treni speciali a vapore con carrozze d'epoca, che hanno percorso la linea già chiusa, per sensibilizzare l'opinione pubblica verso una possibile riapertura e valorizzazione della tratta a scopo turistico. Nel 2002 è stato emanato un provvedimento definitivo di chiusura e presentata, il 1º agosto dello stesso anno, al ministero una dichiarazione di rinuncia alla concessione dell'esercizio della linea. L'11 novembre del 2011, facendo seguito all'istanza presentata dall'amministratore delegato di RFI e sentiti i pareri del Ministero della difesa, del Ministero dell'Economia e delle Finanze e avuta la riconferma del proposito di rinuncia da parte di RFI, con nota del 12 settembre 2011, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli ha emanato il DM 389 con cui veniva autorizzata la dismissione definitiva della linea e delle sue infrastrutture[7].

Nel mese di ottobre 2016 è nata l'associazione Ferrovia Valle Alcantara, che si pone come obiettivo statutario principale la sensibilizzazione degli Enti locali alla riapertura della ferrovia, ponendo maggiormente l'accento sulle grandi potenzialità che la linea porta in dote in previsione di una possibile futura riapertura al traffico turistico sotto la gestione della Fondazione FS.

Il 2 agosto 2017 il Senato della Repubblica approva in via definitiva una legge sull'istituzione di ferrovie turistiche individuando in prima battuta 18 linee in tutta Italia da classificare come turistiche tra cui anche la ferrovia Alcantara-Randazzo[8][9].

Caratteristiche

Stazioni e fermate
Continuation backward
linea per Messina
Station on track
0+000 Alcantara
Unknown route-map component "xABZgl" Unknown route-map component "CONTfq"
linea per Catania
Unknown route-map component "exHST"
5+660 Gaggi già Kaggi[4] 120 m s.l.m.
Unknown route-map component "exhSTRae"
Unknown route-map component "exTUNNEL1"
Unknown route-map component "exHST"
7+663 Graniti 150 m s.l.m.
Unknown route-map component "exTUNNEL1"
Unknown route-map component "exHST"
Gole Alcantara
Unknown route-map component "exHST"
12+773 Motta di Camastra 250 m s.l.m.
Unknown route-map component "exTUNNEL1"
Unknown route-map component "exhSTRae"
Unknown route-map component "exBHF"
17+544 Francavilla di Sicilia 330 m s.l.m.
Unknown route-map component "exhKRZWae"
fiume Alcantara
Unknown route-map component "exHST"
22+137 Castiglione di Sicilia 500 m s.l.m.
Unknown route-map component "exhKRZWae"
fiume Alcantara
Unknown route-map component "exHST"
26+656 Mojo-Alcantara-Malvagna già Moio[4] 535 m s.l.m.
Unknown route-map component "exhKRZWae"
fiume Alcantara
Unknown route-map component "exHST"
31+461 San Teodoro † fine anni '70 638 m s.l.m.
Unknown route-map component "exSTR" Unknown route-map component "CONT1+f"
linea FCE per Riposto
Unknown route-map component "exKBHFe" Station on track
37+040 Randazzo FS / FCE 765 m s.l.m.
Unknown route-map component "CONT2+g"
linea FCE per Catania Borgo

La linea venne costruita a semplice binario per tutto il suo percorso ed esercita con automotrici termiche e con trazione a vapore per i treni merci. Per il ricovero e l'accudienza delle locomotive venne costruita una Rimessa locomotive con un binario coperto, con annesso un piccolo dormitorio per il personale, a Randazzo. Le stazioni, rette da assuntore, erano tutte di fermata per tutti i treni. Furono tutte munite di segnalamento semaforico ad ala di 1 categoria ma sin dall'inizio vennero tutti disattivati eccetto quelli di Francavilla e di Randazzo.

In ragione del fatto che la linea attraversava essenzialmente zone agricole e boschive coltivate fu interessata da numerosi passaggi a livello parte custoditi e parte incustoditi. Nel tratto più a valle vennero costruite alcune gallerie ed alcuni viadotti in muratura a varie arcate. La stazione terminale, Randazzo, venne costruita già passante in funzione di un previsto prolungamento della ferrovia verso l'alta valle del Simeto, mai realizzato.

La stazione, pur quasi confinante con la stazione FCE di Randazzo, (le due linee si affiancano sul passaggio a livello posto all'uscita est delle due stazioni) non ebbe mai alcun collegamento per promuovere l'interscambio di viaggiatori; Le barriere architettoniche interposte obbligavano ad un lunghissimo giro a piedi di circa un km pur distando le due stazioni solo 150 m in linea d'aria. Tutte le stazioni e i loro impianti sono attualmente in stato di abbandono.

Per la circolazione dei treni venne adottato sin dall'inizio il regime di circolazione a Dirigenza Unica abilitando agli incroci soltanto la stazione di Francavilla di Sicilia, oltre alle due estreme di Randazzo e Alcantara.

Caratteristiche tecniche[10]

  • Lunghezza tratta propria: 37,040 km
  • Pendenza massima: 26 per mille
  • Raggio minimo di curvatura: 300 m
  • Velocità massima: 70/75 km/h
  • Armamento: binari da 36 kg/m
  • Deviatoi immobilizzati in tutte le stazioni eccetto quelle di Randazzo, Francavilla e Alcantara.
  • Segnalamento: di 1 categoria con segnale di avviso accoppiato solo ad Alcantara, Francavilla e Randazzo.

Percorso

La ferrovia ha il primo tratto, a semplice binario, Taormina-Alcantara comune alla ferrovia Messina-Siracusa. Dal primo binario della stazione di Alcantara, posta nei pressi della foce dell'omonimo fiume ha origine il percorso, quasi tutto in salita, che inizia con un'ampia curva disponendosi parallelo al fiume Alcantara di cui segue il percorso. La prima stazione raggiunta è Gaggi, quindi Graniti e, passando a pochi metri dalle Gole dell'Alcantara (in località Fondaco Motta, dove nella prima metà degli anni novanta è stata realizzata una banchina, mai utilizzata) la stazione di Motta Camastra posta ai piedi del contrafforte roccioso su cui sorge l'abitato. La linea poi, scavalcando per ben tre volte il fiume San Paolo (affluente dell'Alcantara), affronta una galleria ed un tornante che ne fa ruotare di 180° il percorso aumentando di quota per raggiungere la stazione di Francavilla di Sicilia; prosegue, scavalcando l'Alcantara, per la stazione di Castiglione di Sicilia (lontana dall'abitato) raggiungendo Moio Alcantara. All'uscita viene affrontato un altro viadotto sull'Alcantara dirigendosi verso la fermata impresenziata di San Teodoro (soppressa del tutto alla fine degli anni '70) ed infine arriva a Randazzo terminando la corsa in un ampio piazzale.

Note

  1. ^ FO 152, pp. 1-58.
  2. ^ Proposta d'una strada ferrata da Giardini a Leonforte per la Valle dell'Alcantara. Relazione alla camera di Commercio di Messina degli ingegneri De Leo, Soraci, Vairo, Papa. Messina, 1873
  3. ^ Giuseppe Barone,Le vie del Mezzogiorno, pp. 134-139, Donzelli Editore, 2002.
  4. ^ a b c Ordine di Servizio n. 77 del 31 maggio 1959
  5. ^ Notizie flash, in iTreni oggi n. 8, aprile 1981, p. 5
  6. ^ Fascicolo circolazione, pp. 124-127.
  7. ^ Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, su mit.gov.it.
  8. ^ Ferrovie.it - Approvata la legge sulle ferrovie turistiche, in Ferrovie.it. URL consultato il 3 agosto 2017.
  9. ^ Lorenzo Pallotta, Approvata in via definitiva dal Senato la legge sulle Ferrovie Turistiche, in Ferrovie.Info. URL consultato il 3 agosto 2017.
  10. ^ F.O.152, pp. 14, 58.

Bibliografia

  • Ferrovie dello Stato, Orario generale di servizio fascicolo 152, dal 31 maggio 1981 al 28 maggio 1983, Palermo, 1983.
  • Francesco Virgillito, In treno tra lava e natura incontaminata, in Mondo ferroviario, n. 4, Editoriale del Garda, 1991.
  • Ferrovie dello Stato, Fascicolo circolazione Unità periferica Sicilia, Linee del gruppo B:Taormina-Randazzo, Palermo, 1995.
  • Antonino Taverna, Appunti di viaggio, Salò, ETR, 2019.
  • Gennaro Reppucci, La ferrovia Alcantara-Randazzo, articolo su "i Treni" n. 427, Salò, ETR, 2019.

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