Coordinate: 37°54′05.29″N 15°08′09.31″E

Francavilla di Sicilia

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Francavilla di Sicilia
comune
Francavilla di Sicilia – Stemma
Francavilla di Sicilia – Bandiera
Francavilla di Sicilia – Veduta
Francavilla di Sicilia – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Messina
Amministrazione
SindacoVincenzo Pulizzi (lista civica La svolta per Francavilla) dal 13-6-2017
Territorio
Coordinate37°54′05.29″N 15°08′09.31″E
Altitudine330 m s.l.m.
Superficie82,73[1] km²
Abitanti3 544[2] (30-6-2022)
Densità42,84 ab./km²
FrazioniVillaggi Schisina
Comuni confinantiAntillo, Castiglione di Sicilia (CT), Fondachelli-Fantina, Malvagna, Montalbano Elicona, Motta Camastra, Novara di Sicilia, Tripi
Altre informazioni
Cod. postale98034
Prefisso0942
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT083025
Cod. catastaleD765
TargaME
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona C, 1 191 GG[4]
Nome abitantifrancavillesi
Patronosanta Barbara e sant'Euplio di Catania
Giorno festivo4 dicembre e ultima domenica d'agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Francavilla di Sicilia
Francavilla di Sicilia
Francavilla di Sicilia – Mappa
Francavilla di Sicilia – Mappa
Posizione del comune di Francavilla di Sicilia all'interno della città metropolitana di Messina
Sito istituzionale

Francavilla di Sicilia (Francavigghia in siciliano[5]) è un comune italiano di 3 544 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia.

È situata al centro della Valle dell'Alcantara, a nord dell'Etna, sulla riva sinistra del fiume Alcantara. Il suo territorio è solcato dal fiume San Paolo e dal torrente Zavianni, ambedue affluenti dell'Alcantara, e dalle gurne dell'Alcantara. Nel proprio territorio si trova l'ultimo punto dei Monti Peloritani (Portella Mandrazzi) e le prime cime dei Monti Nebrodi.

Origini del nome

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Origine leggendaria

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Notturna della chiesa dell'Annunziata.

Secondo una leggenda di matrice castiglionese scritta da Anton Giulio Filoteo degli Omodei, o dal figlio di questi, dopo i moti messinesi del Vespro (1282) il Delfino di Francia scese in Sicilia e fu ospitato dal feudatario di Castiglione Ruggero di Lauria (il feudo di Castiglione dista 5 km da Francavilla). Il Delfino s'innamorò di Angelina, figlia del feudatario, amore ricambiato dalla fanciulla. Si racconta che il Delfino dovette subito ripartire in Francia ma promise ad Angelina di tornare per poi fuggire insieme. Il ritorno del Principe sarebbe stato annunciato con dei segnali luminosi, dei fuochi, visibili dai due castelli di Francavilla e Castiglione.

Franca, ancella di Angelina, doveva aiutare la sua padrona ad aspettare il ritorno del Delfino ma amava addormentarsi, sicché la castellana era costretta a sollecitarne la veglia: "Franca, vigghia! pi mia Franca, vigghia" (cioè "Franca, veglia, fallo per me Franca, veglia) e più tardi, volendo ricordare la leggenda di Angelina, fecero costruire un castello sul colle dal quale arrivarono i segnali luminosi del Delfino e battezzarono il nucleo delle residenze con il nome di Francaveglia, italianizzato in" Francavilla". Ma la storia è di ben altra natura. Con questa leggenda si è voluto, da parte di alcuni cittadini di Castiglione, riconfermare una presunta supremazia storico-economica su Francavilla.

Ipotesi etimologica

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Il nome deriva dalla dominazione francese, e precisamente dal termine franc-ville, cioè Città Franca, perché originariamente la cittadina era esente dal pagamento di tasse. Un'altra leggenda, ripresa da Cristoforo de' Sordi e altri storici del XVII secolo, propone che il centro sia stato "reso franco" da Carlo Magno in persona. In realtà il Gran Conte Ruggero, che viaggiando da Troina a Mileto (CZ) certamente poteva passare dalla vallata, probabilmente consentì una relativa autonomia al piccolo centro posto all'inizio della Valle dell'Alcantara.

Dopo i millecinquecento anni di mancanza di fonti storiche che separano il periodo ellenistico-romano dall'anno Mille, la Francavilla medievale si sviluppa attorno al castello e lungo le sue pendici, tra il 1000 ed 1100. I primi dati storici sono forse legati alla figura di san Cremete, un eremita che, durante la dominazione araba, viveva sulla piattaforma rocciosa nella zona chiamata Placa (o "A Badiazza") e che si trova nei pressi del bivio Novara - Mojo, come certa storiografia dei secoli scorsi ha perpetuato, ma già dal IX secolo si accenna all'abitato retto in campo religioso da un protopapa di rito greco. Sull'abbazia del San Salvatore della Placa troviamo notizie in una pergamena che fa del 1100, nella quale si accenna a Clemente abate e non ancora santo all'epoca.

La memoria popolare riporta che quando il conte Ruggero d'Altavilla passò in questa zona con il suo seguito, Cremete, o Clemente, secondo la denominazione latina, gli chiese un aiuto per costruire un monastero sulla rocca dove egli conduceva la sua vita solitaria. Il conte Ruggero acconsentì e tra il 1090 ed il 1100 fu restaurato il già all'epoca "antico" monastero di S. Salvatore di Placa dove si stabilirono i monaci dell'ordine basiliano.

Intorno ad esso si formarono poi degli agglomerati di case. In un primo momento si trattava solo di insediamenti di gruppi di contadini che lavoravano per i monaci in quanto, si racconta che Ruggero avesse stabilito che fossero proprietà del Convento tutte le terre che si vedevano dall'altura su cui esso era posto. Vedi Privilegio di Ruggero del quale esistono due versioni ufficiali e una locale corrotta (certamente artatamente) nella traduzione latina.

Il castello è coevo al restauro o alla ricostruzione dell'abbazia del San Salvatore della Placa e sorse qualche decennio più tardi perché esistente come possibile acropoli dell'ancora anonima importantissima città sicula che fu Francavilla e come kastron in epoca bizantina. Sorge ancora sotto forma di ruderi su una collina distante 3 km in linea d'aria dalla Placa ed è in posizione strategica. Costituisce il centro della Valle dell'Alcantara ed è protetto e difeso dai castelli di Castiglione di Sicilia, Motta (la Mocta di la Placa), il forte della Placa (cioè la stessa abbazia col suo presidio militare). Vero è che restauri ed interventi siano stati effettuati sotto Guglielmo I di Sicilia "il Malo" (1120-1166); per altri invece esso venne edificato sotto il regno di Guglielmo II detto il "Buono" (1153-1189), figlio del precedente. Il castello, maestoso come doveva essere nella sua integrità ed imprendibile (forse difeso da una tripla cinta muraria), pur essendo stato nei secoli teatro della storia non solo locale ma dell'intera Sicilia non è citato tra i castelli di Sicilia. Due chiese ne presidiavano i versanti est ed ovest, la chiesa di San Teodoro e la chiesa di San Giorgio.

Ruderi del Castello Normanno

Oggi l'antico Castello feudale è ridotto ad un cumulo di macerie. Le pietre sono saldate con calce malfitana molto usata dagli antichi e di cui esiste ancora una cava nel territorio di Francavilla di Sicilia. Dal lato est, i ruderi sono rappresentati da grosse ed alte mura, che svettano monumentali sul ciglione sovrastante la ripida parete del colle. Resta inoltre la saldatura muraria tra la linea del ciglione e l'alta muratura. Tra i ruderi della divisione interna; in un cortile, si trovano gli avanzi di una grande cisterna che doveva essere di primaria utilità per i presidiatori del luogo.

Lo stemma è stato riconosciuto con decreto ministeriale del 12 novembre 1906.[6]

«Di rosso al castello d’oro, quadro. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 13 dicembre 1983[6], è un drappo partito di giallo e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse

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MAFRA (Museo archeo di Francavilla Il M.A. FRA. Museo Archeologico di Francavilla di Sicilia occupa alcune sale dello storico Palazzo Cagnone, edificio del XVI secolo che sorge nel centro storico, all’interno del quartiere medievale, ai piedi dell’altura sovrastata dal Castello Normanno. L’esposizione, preceduta da un video di introduzione al territorio fruibile al piano terra, si snoda nelle tre sale del primo piano.)

  • Noi dell'Alcantara (periodico edito fino agli anni '90)
  • Radio Baracca Francavilla (emittente radiofonica attiva fino agli anni '90).
Fontana dei mulini

Infrastrutture e trasporti

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L'uscita autostradale più vicina è quella di Giardini Naxos sulla Autostrada A18. Francavilla è inoltre attraversata dalla Strada statale 185 di Sella Mandrazzi.

Francavilla di Sicilia si trova al centro della vecchia linea ferroviaria FS Alcantara (presso Giardini Naxos) - Randazzo, dismessa dai primi anni novanta, per la quale è in progetto la riapertura, da parte della Ferrovia Circumetnea, in un progetto integrato per la mobilità del comprensorio. La linea era stata aperta nel 1959.
Le stazioni più vicine attualmente sono quelle di Taormina - Giardini e Alcantara poste sulla linea delle FS Messina - Siracusa, e la stazione di Cerro (Castiglione di Sicilia) per quanto riguarda la Ferrovia Circumetnea.

Mobilità urbana

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È collegata con Messina e Catania e i paesi della costa dagli autobus dell'Interbus (ex SAIS) e della AST (Azienda Siciliana Trasporti). È disponibile inoltre il servizio di noleggio con conducente.

L'aeroporto più vicino dista circa 75 km ed è quello di Fontanarossa di Catania.

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
21 novembre 1993 2 dicembre 1997 Paolo Spatola lista civica Sindaco
3 dicembre 1997 28 maggio 2002 Salvatore Puglisi centro-sinistra Sindaco
29 maggio 2002 28 maggio 2007 Salvatore Nuciforo centro-destra Sindaco
29 maggio 2007 8 maggio 2012 Salvatore Nuciforo lista civica Sindaco
9 maggio 2012 12 giugno 2017 Pasquale Monea lista civica Sindaco
13 giugno 2017 in carica Vincenzo Pulizzi lista civica La svolta per Francavilla Sindaco

Altre informazioni amministrative

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Il comune di Francavilla di Sicilia fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.3 (Alto Fantina e Alto Mela)[7].

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[8]

Galleria d'immagini

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  1. ^ Dati Istat 2011, su istat.it. URL consultato il 22 maggio 2014.
  2. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 284, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ a b Francavilla di Sicilia, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 10 gennaio 2023.
  7. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 21 maggio 2014.
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  • G. Tropea, Un dialetto moribondo: il gallo-italico di Francavilla sicula, in « Bollettino », IX, 1965, pp. 133-52
  • M. A. Mastelloni, III - I rinvenimenti numismatici. Le monete, in U. Spigo, G. Giudice, M.A. Mastelloni, Francavilla di Sicilia nuovi studi e ricerche, in Quaderni di Archeologia, Università di Messina, 4 (2003), 2009, pp. 132-151, tavv. XV-XXIII

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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