Falerii
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Falerii | |
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Civiltà | falisca |
Utilizzo | Città |
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Visitabile | Libera fruizione |
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Falerii è un'antica città falisca nell'Etruria meridionale; il suo primo nucleo è noto in letteratura come Falerii Veteres, corrispondente all'attuale Civita Castellana. In seguito alla sua distruzione a opera dei romani, viene ricostruita dagli stessi Romani, in un altro sito noto come Falerii Novi.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Falerii o Falerii Veteres era una città arcaica sutuata situata su un pianoro tufaceo tra il fiume Treja e la Valle del Tevere, di influenza culturale etrusco-ellenica, fu' alleata durante le campagne militari romane repubblicane condotte da Marco Furio Camillo con le città arcaiche di Capena, Veio e l'insediamento arcaico di Poggio Sommavilla-Foglia, situata a circa due km a occidente dell'antico tracciato della via Flaminia e della via Tiberina circa 50 km a nord di Roma.
Secondo una leggenda, era stata fondata da coloni provenienti da Argo[1] e l'asserzione di Strabone che i Falisci, fossero di origine diversa dagli Etruschi è dimostrata dalla lingua delle iscrizioni trovate qui.
Secondo lo storico Dionigi di Alicarnasso essa fu fondata dai Siculi, a cui successivamente fu strappata dai Pelasgi, che vi si insediarono.[2]
Ciò nonostante è probabile che Falerii, trovandosi per secoli accanto ad aree di influenza etrusca, sia entrata a far parte in epoca tarda della lega etrusca, quando le prime lucumonie dell'Etruria meridionale caddero contro Roma. Le guerre fra Romani e Falisci sembrano essere state frequenti. A una delle prime appartiene la leggenda del maestro di scuola che voleva consegnare i suoi ragazzi a Camillo; ma questi rifiutò la sua offerta e subito dopo gli abitanti della città si arresero. Alla fine della prima guerra punica, i Falisci si sollevarono, ma la città fu subito riconquistata (241 a.C.) e perse metà del proprio territorio.
Ci furono due guerre e Roma ebbe la meglio in entrambe. A seguito dell'ultima guerra, Falerii fu distrutta, ricostruita in pianura e ribattezzata Falerii Novi. In essa furono trasferiti i superstiti della cruenta conquista romana.
Dopo questi eventi Falerii appare raramente nella storia. Divenne una colonia (Junonia Faliscorum) forse sotto Augusto. Ci furono vescovi di Falerii fino al 1033, quando la desertificazione del posto a favore del sito precedente (e attuale) fece sì che l'insediamento si trasferisse poi completamente nella precedente e più sicura ubicazione; l'ultima menzione di Falerii Novi sulle fonti letterarie data al 1064 d.C.
Localizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Zonara (viii. 18), uno studioso bizantino del XII secolo afferma che la città antica, costruita su una collina ripida, fosse stata distrutta e un'altra costruita su un luogo più accessibile in pianura. La descrizione dei due luoghi concorda bene con la teoria diffusa che la città originale occupasse il sito dell'attuale ''Civita Castellana e che le rovine di Falerii Novi siano quelle della città romana che era stata così trasferita di ca. 5 km a nord-ovest.
Il sito originale di Falerii (conosciuto in letteratura come Faleri Veteres) è un plateau, di circa 1100 metri per 400, non più elevato del territorio circostante (ca. 154 metri) ma separato da esso da gole profonde più di 60 m e collegato solo dal lato occidentale, che era potentemente fortificato con un terrapieno, mura in blocchi ed un fossato; il resto della città era difeso da pareti costruite sul margine superiore delle forre con blocchi rettangolari di tufo, di cui ancora esistono dei resti. I resti di un tempio sono stati trovati allo Scasato, verso la zona bassa della città antica, nel 1888; altri resti di templi sono stati trovati in altri scavi.
L'attribuzione di uno di questi a Giunone è certa. Queste costruzioni sacro erano di legno, con fini decorazioni in lastre di terracotta colorata. La presenza dunque di un tempio dedicato a Giunone, di epoca molto antica, è comunque attestata anche da fonti documentali di epoca romana.[3]
Numerose tombe tagliate nella roccia sono visibili da tutti i lati della città e vi sono state fatte scoperte importanti; molti oggetti provenienti sia dai templi che dalle tombe sono nel Museo di Villa Giulia a Roma. Ritrovamenti simili inoltre sono stati fatti a Calcata, una decina di km a sud ed a Corchiano e Vignanello, compresi in una ventina di chilometri a nord-ovest.
La via Flaminia non attraversava Falerii Veteres ed aveva due stazioni di posta nelle vicinanze, una ad Aquaviva, a circa 5 km a sud est ed una a Aequum Faliscum, ca. 6 km a nord-nord-est; il secondo è molto probabilmente lo stesso sito Etrusco che G. Dennis (Cities and Cemeteries of Etruria) identificava con Fescennium.¿
Sito archeologico[modifica | modifica wikitesto]

Falerii Novi è dunque una città romana, situata sull'attuale territorio comunale di Fabrica di Roma a circa metà strada tra Fabrica di Roma e Civita Castellana.
Il sito archeologico della città etrusco-falisca dipende ora dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Viterbo - Etruria Meridionale. È su una strada, la via Amerina, che è una deviazione della via Cassia; questa strada si avvicina da sud venendo da Nepet (ora Nepi), mentre il suo proseguimento a nord conduceva ad Amelia.
Il perimetro della città era di ca. 2400 metri, la sua forma è approssimativamente triangolare e le mura sono un esemplare notevolmente fine e ben conservato di architettura militare romana. C'erano circa 80 torrette, di cui circa 50 sono ancora conservate. Inoltre due delle porte, che erano otto, sono notevoli.
Delle costruzioni all'interno delle mura appena qualche cosa è stato scavato negli anni 70, quando comunque il foro ed il teatro (come anche, fuori delle mura, l'anfiteatro con arena che misurava 55 per 33 metri) erano stati del tutto scavati nel XIX secolo.
L'unica struttura che oggi si leva in piedi è la chiesa abbaziale cistercense di Santa Maria di Falleri, costruita alla fine del XII secolo per iniziativa di monaci provenienti dalla Savoia. Al portale lavorarono anche alcuni marmorari della famiglia dei "Cosmati" che realizzarono anche diverse chiese in zona.
Indagini con georadar eseguite nel 2020 da una équipe britannica hanno rivelato con precisione i luoghi e i contorni di moltissimi edifici e monumenti, oltre che il reticolo di strade della città stessa.[4] [5] [6]
Trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Il sito archeologico è situato nelle immediate adiacenze della stazione di Faleri, sulla ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, III, 51; Catone il Censore, Origines, fr.47.
- ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I 21.1
- ^ A Falerii in epoca romana, esista un tempio dedicato a Giunone, costruito sul modello di quello presente ad Argo, Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I 21.1
- ^ https://www.repubblica.it/scienze/2020/06/10/news/i_georadar_scovano_falerii_novi_la_citta_romana_sepolta-258888053/
- ^ http://www.rainews.it/dl/rainews/media/il-georadar-vede-antica-citta-romana-senza-scavare-falerii-novi-6cd44bde-6752-499f-81e0-f0894c3d0bd9.html#foto-1
- ^ https://www.focus.it/cultura/storia/archeologia-col-radar-una-nuova-citta-romana
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Falerii
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Paola Moscati (2004), L'Italia preromana. I siti falisci: Falerii, in Il mondo dell'archeologia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002-2005.
- L'abbazia di Santa Maria in Falleri, su arte-argomenti.org.
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