Deir el-Medina

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Deir-el-Medina
Pa demi
Deir-el-Medina
CiviltàCiviltà egizia
UtilizzoVillaggio operaio
EpocaXVI secolo a.C.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Egitto Egitto
LocalitàLuxor
Altitudine109 m s.l.m.
Scavi
Data scoperta1905 (Ernesto Schiaparelli)
Date scavi1905-1909 (Ernesto Schiaparelli)
1922 - 1951 (Bernard Bruyère).
ArcheologoErnesto Schiaparelli
Bernard Bruyère
Amministrazione
EnteMinistero delle Antichità
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 25°43′44″N 32°36′05″E / 25.728889°N 32.601389°E25.728889; 32.601389
Planimetria schematica dell'area di Deir el-Medina con l'indicazione delle Tombe dei Nobili presenti[1]
Mappa di localizzazione: Egitto
Deir el-Medina
Deir el-Medina
Localizzazione di Deir el-Medina in Egitto
Voce principale: Necropoli di Tebe.

Il villaggio di Deir-el-Medina, in Egitto nei pressi dell'odierna Luxor, il cui nome in egizio era Pa demi ossia "la cittadina",[2] costituisce uno dei tre esempi noti di "villaggio operaio" (gli altri sono quello di Tell el-Amarna, l'antica Akhetaton, e di Kahun, nei pressi di el-Lashur) che ospitavano gli artigiani e, in genere, le maestranze preposte alla realizzazione e manutenzione delle tombe degli antichi Re della XVIII, XIX, e XX Dinastia. Si tratta, in questo caso, delle tombe della Valle dei Re.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Con l'unificazione delle Due Terre sotto i principi tebani, dopo la parentesi del Secondo Periodo Intermedio, i re della XVIII dinastia, originari dell'area tebana, decisero di individuare l'area in cui prevedere le proprie sepolture in uno wadi; quello che sarebbe poi divenuto la Valle dei Re. Tra il 1525 e il 1504 a.C. il re Amenhotep I[3] istituì perciò un gruppo di artigiani specializzati[4] che il successore, Thutmosi I decise di concentrare in un villaggio creato alla bisogna, Pa demi, in un'area desertica sita nei pressi della zona destinata ad accogliere le tombe reali, a metà strada tra quelle che sarebbero poi divenute la Valle dei Re e la Valle delle Regine[5].

La scoperta[modifica | modifica wikitesto]

La scoperta del villaggio di Deir el-Medina, ed i primi scavi, dal 1905 al 1909, si devono all'italiano Ernesto Schiaparelli, mentre le definitive operazioni di scavo furono, dal 1922 al 1951, a cura di spedizioni francesi sotto la direzione di Bernard Bruyère assistito dall'egittologo cecoslovacco Jaroslav Černý.

Struttura urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

In tutti e tre i casi si assiste, nonostante i salti temporali tra una struttura e l'altra ci sono, ad esempio, quasi mille anni tra il villaggio di Kahum della XII dinastia, e quello di Deir el-Medina al suo crepuscolo, con la XX dinastia alla fioritura di villaggi con caratteristiche pressoché similari su cui spiccano, a colpo d'occhio, il concetto di egualitarismo che permea tutte le costruzioni, unito ad un concetto di "modularità" che si potrebbe definire straordinariamente moderno.

Guardando le piante dei tre siti si nota che le abitazioni sono distribuite in maniera più ordinata a Tell el-Amarna (forse perché appositamente costruiti con concezioni architettoniche precise, non fuorviate, nel corso dei secoli, da sovrapposizioni stilistiche data la breve vita del centro stesso), più suddivisa in quartieri ad el-Kahum (che costituisce, peraltro, il più grande degli insediamenti), più "disordinata", infine, a Deir el-Medina che è, però, il risultato del sovrapporsi di oltre 500 anni di nuove abitazioni, di ristrutturazioni di quelle più vecchie, di ampliamenti areali per giungere dalle iniziali 60 abitazioni circa, alle finali 120.

Nonostante l'esistenza del villaggio di Deir el-Medina sia attestata fin dalla XI Dinastia, può dirsi, di fatto, che esso cominci a prosperare agli inizi della XVIII Dinastia con la prima sepoltura nella Valle dei re che, secondo la tradizione, sarebbe quella di Thutmosi I o, secondo altri, di quella di Amenofi I). A favore della prima ipotesi, vengono indicati i cartigli di questo re impressi sui muri del nucleo più antico del villaggio mentre, per la seconda ipotesi, si fa riferimento alle numerose immagini di Amenofi e di sua madre, la Regina Ahmose Nefertari, rinvenute in alcune abitazioni ed evidentemente oggetto di culto.

Originariamente il villaggio, sempre circondato da un muro nelle varie fasi della sua esistenza, presentava 60 complessi abitativi successivamente incrementati sino ad ospitare circa 120 nuclei familiari per un complesso, stimato, di 500 abitanti; pur essendo attestata una frequentazione costante del sito sino alla XX dinastia, esiste tuttavia un periodo "vuoto" che corrisponde a quello dell'eresia amarniana, verosimilmente per il trasferimento delle maestranze ad Akhetaton. Per quanto non attestato archeologicamente, non può escludersi, perciò, che abitanti di Deir el-Medina abbiano vissuto anche ad Amarna. Il villaggio riprenderà vita ed attività sotto il successore di Ay, e di Tutankhamon, Horemheb.

Deir el-Medina presenta, in pianta, forma allungata che ricorda quella di una nave (m. 130 x 50 circa); una strada principale l'attraversa tutta separando le abitazioni in due grossi quartieri che, proprio per il richiamo alla forma di nave cui si è sopra detto, erano denominati "quartiere di dritta", ad est, e "di sinistra", ad ovest. Ed ancora, proprio come su una nave, le maestranze erano suddivise in "squadre di tribordo" e "di babordo", composte da circa 60 unità ognuna capeggiate da un "architetto" caposquadra.

Dislocazione e vita quotidiana[modifica | modifica wikitesto]

Il Villaggio si trova a relativa breve distanza dal Nilo e non è servito da acqua; ciò lascia supporre che l'approvvigionamento avvenisse a mezzo carovane di animali da soma.

Le maestranze, suddivise in squadre da 60 unità ciascuna (con termine marinaro chiamate "iswt"), raggiungevano il luogo di lavoro percorrendo un sentiero (ancora oggi esistente e percorribile) che passa alla sommità delle alture che delimitano la Valle dei re e su cui sono ancora visibili i luoghi di sosta ove, peraltro, erano posizionate anche le sentinelle che garantivano la sicurezza delle tombe.

Le squadre prestavano servizio per una "settimana" di dieci giorni cui, ritornati a Deir el-Medina, seguiva un "week-end" di due giorni.

È interessante notare che doveva trattarsi di una comunità abbastanza cosmopolita tanto che, su una popolazione maschile lavorativa di circa 100 unità, sono stati riscontrati 30 nomi palesemente stranieri e ben 16 fra templi e cappelle dedicate a divinità locali, come Mertseger, ma anche non appartenenti al pantheon egizio.

Le donne di Deir el-Medina[modifica | modifica wikitesto]

Considerato che gli uomini erano costantemente lontani dal villaggio per gran parte dell'anno Deir el-Medina doveva essere una comunità principalmente femminile. È interessante rilevare che il livello "scolastico" di tale comunità era di certo elevato: di certo si doveva prevedere, oltre ai normali lavori domestici, il mantenimento del villaggio nel suo insieme anche dal punto logistico e di approvvigionamento cui era intimamente collegato il discorso economico.

Sono note, inoltre, le professioni di alcune di tali donne che spaziano dalle "cantatrici" alle "sacerdotesse" dedicate a vari culti, e doveva essere alta anche l'alfabetizzazione riscontrabile dai molteplici "ostraka" rinvenuti ed identificabili come messaggi inviati ai mariti lavoratori alla Valle dei re. Anche il livello di emancipazione doveva essere garantito se Naunakhe, vedova dello scriba Kenhekhepeshef, poteva disporre dei beni del marito per la distribuzione ai suoi figli di quanto di spettanza.

La necropoli degli operai[modifica | modifica wikitesto]

Trattandosi in gran parte di maestranze edili e di artisti, si assiste alla nascita di una necropoli operaia in cui le sepolture nulla hanno da invidiare alle tombe nobiliari. Originariamente, non esiste un piano di insieme prestabilito, e solo con la XIX dinastia le tombe di famiglia si concentreranno sul lato nord-occidentale. Si tratta di tombe ad architettura cosiddetta "composita" in cui la sovrastruttura è costituita da una piccola piramide (da cui il nome di tomba a piramide) costruita in materiale povero e deperibile, che dimostra il processo di democratizzazione iniziato con la trascrizione, su papiro, del "Libro dei morti", e da un ipogeo con una vano sotterraneo coperto da una volta a mattoni. I rilievi e le opere pittoriche sono spesso di altissima qualità e, caso raro in Egitto, si assiste all'impiego di pittura "a fresco" su "pisé" (argilla mista a fango su cui viene applicato l'intonaco che serve da base per la pittura).

schema di una sepoltura del Villaggio Operaio di Deir el-Medina: a. Pilone; b. Cortile; c. Pozzo; d. Ipogeo che ospita la/e mummia/e; e. Cappella; f. Piramide "eliopolitana"; g. Finestra "abbaino".

Tombe della necropoli[modifica | modifica wikitesto]

La necropoli ospita 53 tombe specialmente della XVIII, XIX e XX dinastia e in special modo dedicate a capisquadra e operai del villaggio che realizzavano le sepolture, specie reali, e che delle tombe curavano la manutenzione. Anche se non strettamente rientranti nella categoria dei "nobili", si è soliti tuttavia comprendere anche la necropoli operaia nella più ampia localizzazione e denominazione di Tombe dei Nobili della Necropoli tebana[6]:

  • TT1 Sennedjem Servo nel Luogo della Verità(artigiano reale)
  • TT2 Khabekhnet Servo nel Luogo della Verità (artigiano reale)
  • TT3 Pashedu Servo nel Luogo della Verità (artigiano reale)
  • TT4 Qen Scultore di Amon (artigiano reale)
  • TT5 Neferaabet Servo nel Luogo della Verità (artigiano reale)
  • TT6 Neferhotep e suo figlio Nebnefer Rispettivamente Capo degli operai e operaio nel Luogo della Verità (artigiani reali)
  • TT7 Ramose Scriba nel Luogo della Verità
  • TT8 Kha e Merit (marito e moglie) Architetto e Capo della Grande Casa
  • TT9 Amenmose Servo nel Luogo della Verità (artigiano reale)
  • TT10 Penbuy Servo nel Luogo della Verità (artigiano reale)
  • TT210 Rawaben Servo del Luogo della verità
  • TT211 Paneb Servo del faraone nel Luogo della verità
  • TT212 Ramose Scriba del Luogo della verità
  • TT213 Penamun Servo del faraone nel Luogo della verità
  • TT214 Khawi Custode nel Luogo della verità; servo di Amon in Luxor
  • TT215 Amenemopet Scriba reale del Luogo della verità
  • TT216 Neferhotep Caposquadra nel Luogo della verità
  • TT217 Ipuy Scultore
  • TT218 Amenakhte e Iymway Servi nel Luogo della verità
  • TT219 Nebenmaat Servo nel Luogo della verità
  • TT220 Khaemteri Servo nel Luogo della verità
  • TT250 Ramose Scriba nel Luogo della verità
  • TT265 Amenemopèet Scriba del re nel Luogo della Verità
  • TT266 Amenakhte Capo degli operai del Signore delle Due Terre nel Luogo della Verità ad occidente di Tebe
  • TT267 Hay Responsabile dei lavoratori nel Luogo della Verità; Creatore delle immagini di tutti gli dei nella casa dell'oro
  • TT268 Nebnakhte Servo nel Luogo della Verità
  • TT290 Irinufer Servo nel Luogo della Verità
  • TT291 Nakhtmin e Nu Servo nel Luogo della Verità; Servo nel Grande luogo
  • TT292 Pashedu Servo nel Luogo della Verità
  • TT298 Baki Wennefer Caposquadra nel Luogo della Verità; Servo del faraone nel Luogo della Verità
  • TT299 Inerkhau Caposquadra nel Luogo della Verità
  • TT321 Khaemopet Servo nel Luogo della Verità
  • TT322 Penshenabu Servo nel Luogo della Verità
  • TT323 Pashedu Disegnatore nel Luogo della Verità e nel tempio di Sokar
  • TT325 Smen -
  • TT326 Pashedu Caposquadra
  • TT327 Turobay Servo nel Luogo della Verità
  • TT328 Hay Servo nel Luogo della Verità
  • TT329 Mose, Mose e Ipy Tomba di famiglia di servi nel Luogo della Verità
  • TT330 Karo Servo nel Luogo della Verità
  • TT335 Nakhtamun Servo nel Luogo della Verità
  • TT336 Neferronpet Servo nel Luogo della Verità
  • TT337 Eskhons o Ken Scultore nel Luogo della Verità
  • TT338 May Disegnatore di Amon
  • TT339 Huy o Pashedu Scalpellino della necropoli; Servo nel Luogo della Verità
  • TT340 Amenemhat Servo
  • TT354 sconosciuto -
  • TT355 Amenpahapy Servo nel Luogo della Verità
  • TT356 Amenemwia Servo nel Luogo della Verità
  • TT357 Tutihermaktuf Servo nel Luogo della Verità
  • TT359 Inherkhau Caposquadra nel Luogo della Verità
  • TT360 Qeh Caposquadra nel Luogo della Verità
  • TT361 Huy Carpentiere nel Luogo della Verità

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La planimetria non è in scala ed ha valore esclusivamente di visione d'insieme; l'ubicazione delle singole sepolture non è topograficamente esatta, ma vuole visualizzare la concentrazione delle tombe in alcune aree, nonché il "disordine" con cui le stesse sono state classificate.
  2. ^ Mario Tosi, Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto, vol. II, pag. 152
  3. ^ Amenhotep I e sua madre, la regina Ahmose Nefertari furono, per tale motivo, oggetto di un culto specifico da parte delle maestranze di Deir el-Medina che si protrasse per lungo tempo tanto che, in periodo ramesside, a circa 200 anni dalla sua fondazione, ancora venivano rappresentati nelle tombe i due sovrani fondatori e delle circa 130 tombe di tale periodo, circa 30 presentano rappresentazioni di regnanti; di queste quasi l'80 per cento sono rappresentazioni di Amenhotep I o della regina Ahmose Nefertari.
  4. ^ Il titolo a loro dedicato era "Servi del luogo della verità", in realtà abbreviazione del più esteso nome di "coloro che ascoltano la chiamata nel luogo della verità.
  5. ^ (EN) Il villaggio di Deir el-Medina:, su osirisnet.net. URL consultato il 26.11.2018.
  6. ^ Porter e Moss 1927.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Tosi, Deir el Medina Amenhotep I e gli artisti del faraone, Ananke, ISBN 88-7325-028-9
  • Giuseppina Capriotti Vittozzi, Deir El-Medina, Aracne, ISBN 88-7999-887-0
  • Sergio Donadoni, L'uomo egiziano, Editori Laterza, ISBN 88-420-4856-9
  • M. Tosi e A. Roccati - Stele e altre epigrafi di Deir El Medina - Edizioni d'Arte Fratelli Pozzo - Torino
  • Sergio Donadoni, Tebe, Electa, ISBN 88-435-6209-6
  • B.G. Trigger, B.J. Kemp, D. O'Connor, A.B. Lloyd, Storia sociale dell'antico Egitto, Editori Laterza, ISBN 88-420-6119-0
  • Mario Tosi, Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto, vol. II, Ananke, ISBN 88-7325-115-3
  • (EN) Bertha Porter e Rosalind L.B. Moss, Topographical Bibliography of Ancient Egyptian hierogliphic texts, reliefs, and paintings. Vol. 1, Oxford, Oxford at the Clarendon Press, 1927.

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