Augusta Vindelicum

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Augusta Vindelicum
Il settore di limes romano tra Reno e Danubio. In basso la fortezza legionaria di Augusta Vindelicum, poi capitale della provincia romana di Raetia.
Periodo di attività fortezza legionaria dall'15 al 9-13 d.C.[1]
Località moderna Augusta in Baviera
Unità presenti vexillationes della legio III Italica[2] durante guerre marcomanniche
Provincia romana Rezia

Augusta Vindelicum, o alternativamente Augusta Vindelicorum è il nome latino dell'odierna Augusta (in tedesco Augsburg), oggi città tedesca nel Land della Baviera. Fece parte di tutta una serie di fortificazioni realizzate all'epoca di Augusto, ai fini dell'occupazione e conquista di Rezia, Vindelicia e Germania e della loro trasformazione in province romane.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Limes romano.

All'epoca della conquista dell'arco alpino fino al Danubio (15 a.C.-9/13 d.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Il sito dell'abitato era chiamato Damasia da Strabone. A seguito della campagna di conquista condotta da Tiberio e Druso del 15 a.C., fu istituito un insediamento militare romano, attorno a cui nacque l'abitato. Essa trae, allo stesso modo di molte altre fondazioni augustee, l'appellativo Augusta seguito dall'etnico della popolazione indigena (ovvero i Vindelici).

Dal I secolo alla metà del II[modifica | modifica wikitesto]

Nel I secolo d.C., Augusta Vindelicum diventa capitale della provincia romana della Raetia et Vindelicia, sostituendo nel ruolo Cambodunum, che pare essere stata il primo caput provinciae. La città era collegata con l'Italia dall'importante Via Claudia Augusta che giungeva sino ad Altinum, nella Regio X Venetia et Histria; nel 122 d.C., il centro acquisisce, per merito di Adriano, il rango di città (municipium).

Dalle guerre marcomanniche alla caduta dell'Impero romano d'Occidente[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerre marcomanniche.

Durante le guerre marcomanniche della fine del II secolo, nella provincia potrebbero aver stazionato vexillationes della legio III Italica.[2] La provincia di Raetia passa da provincia procuratoria a provincia legataria, ed è quindi assegnata ad un legatus Augusti pro praetore di rango pretorio al comando della Legio III Italica, acquartierata nella vicina Castra Regina (l'odierna Ratisbona (in tedesco: Regensburg).

Dopo la riforma provinciale di Diocleziano, Augusta Vindelicum divenne capitale della Raetia Secunda, ruolo che mantenne sino alla caduta dell'Impero romano d'Occidente nel V secolo d.C.

Ubicazione[modifica | modifica wikitesto]

Augusta Vindelicum sorgeva all'incrocio di importanti vie di comunicazione romane:

Archeologia del sito[modifica | modifica wikitesto]

Augusta Vindelicum
Augusta (Augsburg)
Civiltàromana
Utilizzocittà capitale della provincia di Raetia
Localizzazione
StatoBandiera della Germania Germania
CircondarioAugsburg
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 48°22′26.4″N 10°53′29.4″E / 48.374°N 10.8915°E48.374; 10.8915

Vari scavi forniscono un quadro relativamente accurato della città antica. Questa era circondata da un muro di cinta che formava un semicerchio, con un diametro di 600 metri circa. A sud, la città sembra essersi diffusa oltre le mura. Al centro, le strade erano disposte secondo uno schema a scacchiera. Comunque, per i quartieri settentrionali e occidentali della città ciò non è ancora documentato. Numerosi erano gli edifici in pietra, anche se molti edifici erano realizzati con la tecnica a graticcio. Nel corso di scavi archeologici, furono rinvenuti il Foro e un impianto termale.

Numerosi reperti della romana Augusta sono oggi esposti nel Museo romano posto all'interno della ex chiesa domenicana.

Nella zona urbana, solo pochi resti della ex capitale della provincia sono visibili. Lungo il muro romano (Römermauer) del Duomo sono state poste alcune copie di monumenti in pietra, i cui originali sono in gran parte conservati nel Museo romano. Alcune epigrafi e iscrizioni funebri originali della collezione dell'umanista Konrad Peutinger (1465-1547) sono liberamente accessibili nel cortile e nel cancello d'ingresso dell'abitazione di Peutinger.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne
  • D.B. Campbell, Roman legionary fortresses 27 BC - AD 378, Oxford 2006.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]