Alasdair Gray

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Alasdair Gray nel 1994

Alasdair Gray (Glasgow, 28 dicembre 1934Glasgow, 29 dicembre 2019) è stato uno scrittore, grafico, illustratore, drammaturgo, pittore, poeta ed accademico britannico.

Eclettico scrittore ed artista visivo, laureato e docente presso l'Accademia d'Arte di Glasgow, la sua opera letteraria è un complesso ed ambizioso caleidoscopio surrealistico di realismo, fantascienza distopica, low fantasy ed erotismo, caratterizzata da un'arguta e divertita critica sociale ed un uso a dir poco sperimentale dell'impostazione tipografica, con il testo di intere pagine spesso e volentieri impaginato come se fossero quasi delle elaborate rappresentazioni grafiche, assieme alle sue avvincenti illustrazioni artistiche. È considerato il fautore del "rinascimento" letterario della Scozia.

L'opera più nota è il suo romanzo d'esordio, Lanark, pubblicato nel 1981 e scritto in un periodo di quasi 30 anni. Articolato in quattro spessi volumi cronologicamente non-lineari e caratterizzati da un'impaginazione virtuosistica e molto artistica (volta a stimolare anche visivamente il lettore) e da diverse ed originali tecniche narrative affini alla letteratura postmoderna, è ora considerato un classico della letteratura scozzese e, più in generale, britannica, venendo inoltre definito in un'occasione da The Guardian come "uno dei pilastri della narrativa del XX secolo."[1] Complesso insieme surreale di fantasia, autobiografia e satira sociale, il libro fornisce una visione della società contemporanea attraverso la storia di un giovane studente d'arte.

Il suo romanzo Poveracci! (Poor Things, 1992) ha vinto il Whitbread Novel Award[2] e il Premio Guardian Fiction Prize.[3]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Raccolte di racconti[modifica | modifica wikitesto]

  • Lean Tales (1985), con James Kelman e Agnes Owens.
  • Unlikely Stories, Mostly (1983)
  • Ten Tales Tall & True (1993)
  • Mavis Belfrage (1996)
  • The Ends of Our Tethers: 13 Sorry Stories (2003), Con un piede nella fossa, Safarà Editore, 2018.

Raccolte di poesie[modifica | modifica wikitesto]

  • Old Negatives (1989)
  • Sixteen Occasional Poems (2000)

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Why Scots Should Rule Scotland (1992; riveduto 1997)
  • The Book of Prefaces (curatore) (2000)
  • Alasdair Gray: Critical Appreciations and a Bibliography (2001; con contributi di Gray stesso)
  • How We Should Rule Ourselves (2005)

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

  • Dialogue - A Duet (1971)
  • The Loss Of The Golden Silence (1973)
  • Homeward Bound - A Trio for Female Chauvinists (1973)
  • Sam Lang and Miss Watson - A One Act Sexual Comedy In Four Scenes (1973)
  • McGrotty and Ludmilla (1986)
  • Working Legs: A Play for Those Without Them (1997)
  • Goodbye Jimmy (2006)

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

  • Dialogue - A Duet (1972)
  • Today and Yesterday
  • Martin (dramma)

Radio[modifica | modifica wikitesto]

  • Dialogue - A Duet (1969)
  • The Loss Of The Golden Silence (1973)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Alasdair Gray, su guardian.co.uk, guardian.co.uk, 22 luglio 2008. URL consultato il 20 gennaio 2009.
  2. ^ (EN) Alasdair Gray, su nls.uk, National Library of Scotland. URL consultato il 20 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2009).
  3. ^ (EN) Merritt Moseley, The Guardian Fiction Award, su facstaff.unca.edu, University of North Carolina at Asheville. URL consultato il 20 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2007).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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