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Note sul film noir
Titolo originaleNotes on film noir
AutorePaul Schrader
1ª ed. originale1972
1ª ed. italiana1989
Generearticolo
Lingua originaleinglese
(EN)

«Film noir is not a genre. It is not defined, as are the western and gangster genres, by conventions of setting and conflict, but rather by the more subtle qualities of tone and mood. It is a film 'noir', as opposed to the possible variants of film gray or film off-white.»

(IT)

«Il film noir non è un genere. Non è definito, come lo sono i generi western e gangster, da convenzioni di ambientazione e conflitto, ma piuttosto dalle più sottili qualità di tono e umore. È un film "noir", in contrapposizione alle possibili varianti di film grigio o bianco sporco.»

Note sul film noir (titolo originale "Notes on film noir") è un articolo scritto da Paul Schrader nel 1971. Pubblicato sulla rivista di arte e cultura Film Comment, Schrader analizza la formazione del film noir negli Stati Uniti e le sue influenze.

Il film noir, dai primi anni Settanta, è tornato a suscitare interesse. Studenti di cinema e giovani cineasti sono affascinati dal noir: film come Easy Rider o America, America, dove vai? tornano a parlare dei bassifondi della società americana. Ma, rispetto a film noir implacabilmente cinici come Un bacio e una pistola o Non ci sarà domani, i film d'odio dei primi anni Settanta sembrano ingenui e romantici. Il film noir è altrettanto interessante per la critica. Permette ai critici stanchi l'opportunità di applicarsi alle nuove domande sulla classificazione. Quasi ogni critico ha una propria definizione di film noir e un elenco personale di titoli e date a sostenerla. Schrader afferma che il film noir non è un genere, bensì uno stile visivo.[1]

Le tre fasi storiche[modifica | modifica wikitesto]

Schrader suddivide la storia della formazione e dell'evoluzione del cinema noir in tre periodi storici, definiti "le tre fasi"[2].

1941-1946[modifica | modifica wikitesto]

La prima fase, durante gli anni della guerra, è la fase dell’"occhio privato" (private eye) e del "lupo solitario" di Raymond Chandler, Dashiell Hammett e Graham Greene, di attori come Humprey Bogart, Lauren Bacall, registi come Michael Curtiz e Tay Garnett, set da studio e, in generale, più dialoghi che azioni. Alcuni film di questo periodo sono: Il Mistero del Falco, Casablanca, Angoscia e Il Fuorilegge.

1945-1949[modifica | modifica wikitesto]

La seconda fase del noir coincide con il periodo realistico del dopoguerra. I film orientati verso i problemi della criminalità nelle strade, della corruzione politica e la routine della polizia. Gli eroi si fanno meno romantici come Richard Conte, Burt Lancaster e Charles McGraw, più adatti a questo periodo, così come i registi proletari come Henry Hathaway, Jules Dassin e Elia Kazan.

1949-1953[modifica | modifica wikitesto]

La terza e ultima fase del noir è il periodo dell’azione suicida, dell’impulso psicotico e della disintegrazione personale. L’assassino psicotico, che nel primo periodo è un soggetto degno da essere studiato (Olivia de Havilland in Lo specchio scuro), nel secondo una minaccia marginale (Richard Widmark in Il bacio della morte), ora è diventato il protagonista attivo (James Cagney in Non ci sarà domani). I film noir successivi perdono l’onore pubblico, le convenzioni eroiche, l’integrità personale e, infine, la stabilità psichica. I film della terza fase sono autocoscienti; sembrano sapere di essere alla fine di una lunga tradizione.

Stile[modifica | modifica wikitesto]

Schrader delinea alcune tecniche stilistiche ricorrenti:

  • La maggioranza delle scene ha un’illuminazione notturna, anche quando esse sono ambientate di giorno: le tapparelle sono abbassate o le luci molto alte e distanti. Lo spettatore è portato a pensare che, se il personaggio fosse illuminato, rivelerebbe qualcosa di spaventoso.
  • Come nel cinema espressionista tedesco, le linee oblique e verticali, che rendono la scena inquieta e instabile, sono preferite a quelle orizzontali, che compaiono invece nei film americani di Ford e Griffith.
  • La luce enfatizza allo stesso modo gli attori e l’ambiente. Spesso le scene sono girate di notte e il viso dell’attore è coperto per metà dall’ombra. Frenquetemente il personaggio principale è circondato dalle ombre e quando l’ambiente è illuminato in modo uguale o maggiore dà una sensazione di speranza.
  • Viene preferita la tensione compositiva rispetto all’azione fisica. Spesso è la scena che ruota intorno all’attore, non è l’attore che la domina con le sue azioni.
  • Sembra che ci sia un attaccamento freudiano all’acqua. Le strade sono sempre bagnate dalla pioggia, che enfatizza gli eventi.
  • La narrazione è romantica, l’atmosfera creata è di 'temps perdu': c’è nostalgia per un passato che non può più tornare e disperazione per un futuro già predeterminato.
  • L’ordine cronologico complesso è frequentemente usato per rafforzare il sentimento di disperazione per il tempo perduto. La manipolazione del tempo è utilizzata per rafforzare uno dei princìpi del noir: il ‘come’ è più importante del ‘cosa’.

Temi[modifica | modifica wikitesto]

Raymond Durgnat[3] delinea undici categorie di temi che coprono l’intera produzione noir, formata da più di trecento film[4]. Schrader ne riporta alcuni esempi: The Black Widow, Killers-on-the-run e Dopplegangers. In ogni tema si può notare che le tensioni che animavano i film degli anni Trenta si fermano: la frontiera si trasforma in paranoia e claustrofobia e i piccoli gangster diventano i capi. Per quanto riguarda le figure femminili, si assiste ad una sorta di "vendetta dell’eroina", che non è più la donna svampita degli anni Trenta e non accetta di essere sedotta e abbandonata. Inoltre, l’eroe cerca di vivere giorno per giorno e, se non ci riesce, commette gli stessi errori del passato. Le tecniche del film noir enfatizzano la perdita, la nostalgia, la mancanza di priorità chiare e l’insicurezza, mascherando questi dubbi personali con il manierismo e lo stile: quest’ultimo diventa il più importante per dare senso all’azione.

Influenze[modifica | modifica wikitesto]

Realismo[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine della seconda guerra mondiale, il cinema americano assume una nuova tonalità realista che trova il suo luogo di espressione privilegiato nel film noir. Questa svolta realista si adatta perfettamente all'umore della società americana del dopoguerra: il pubblico pretende dai film più onestà e una visione più dura delle difficoltà della società contemporanea. Produttori come Louis de Rochemont e Mark Hellinger, e registi come Henry Hathaway e Jules Dassin, anticipano questa svolta insieme tematica e stilistica in una serie di film che offrono rappresentazioni particolarmente crude e violente della vita nelle grandi città. Un esempio della nuova cultura realista americana è la campagna pubblicitaria che Rochemont e Hathaway fecero presentando "Il bacio della morte" affermando: "ogni scena del film è stata girata sul luogo esatto"[5]. Tra i film che Schrader considera esempi cardini del nuovo genere del film noir ci sono Il bacio della morte, I gangsters e La casa della 92ª strada. Le scene riportate creano un inesplicabile senso di solitudine. L'isolamento dei suoi soggetti è intensificato dal caratteristico utilizzo della luce, che tende a staccare le persone e gli oggetti dallo spazio circostante.

Espressionismo[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni Trenta l'America riscontra il suo periodo di immigrazione. Persone provenienti dall'Europa, soprattutto tedeschi e austriaci, scappano dalla nascita del nazifascismo. La cultura artistica tedesca, soprattutto quella dell'espressionismo, inizia a mischiarsi e farsi notare all'interno di Hollywood. Schrader individua nel film noir lo stile visivo e fotografico capace di congiungere il realismo e l'espressionismo, a prima vista opposti. A partire dagli anni Quaranta Hollywood decide di sfruttare la tecnica del chiaroscuro del movimento espressionista tedesco. I giochi di luce diventano importanti all'interno del film noir. E' un movimento caratterizzato dalla ricerca della soggettività nella realtà che li circonda. Le metropoli, la vita di strada, il circo, stimolano riflessioni sulla solitudine dell'uomo, sull'alienazione dell'individuo, sull'immoralità. Dopo la guerra l'espressionismo assume connotazioni esasperatamente realistiche, che si spingono fino all'estrema durezza, alla brutalità, alla rappresentazione dell'orripilante. Schrader individua nell'ungherese John Alton il miglior direttore della fotografia di film noir. La fotografia dei suoi film è paragonabile all'uso della luce di artisti espressionisti tedeschi come Karl Freund e Fritz Wagner. Film come L'ultima preda, La donna del bandito e I gangsters riescono perfettamente a fondere i due stili.

Hard Boiled[modifica | modifica wikitesto]

Altra influenza artistica del genere noir è l'hard-boiled, genere letterario nato alla fine degli anni Venti negli Stati Uniti d'America. Viene definito come un genere "difficile"[6], un modo cinico di agire e di pensare che separa dal mondo delle emozioni quotidiane il romanticismo con un guscio protettivo. I protagonisti sono degli antieroi, uomini cinici e narcisisti. I dialoghi, le situazioni e i personaggi dell'hard boiled si collegano perfettamente allo stile del film noir. Gli scrittori hard-boiled hanno influenzato la sceneggiatura dei film noir quanto gli espressionisti tedeschi lo hanno fatto con la cinematografia noir. Lo scrittore hard-boiled per eccellenza all'interno di Hollywood è Raymond Chandler, sceneggiatore di film come La fiamma del peccato, considerata da Schrader come la miglior sceneggiatura di quel periodo. E' il primo film che contiene tutte le caratteristiche del film noir: tempo corto, antieroi oppressi da una società dura e corrotta. L'hard-boiled sopravviverà per poco tempo, sostituito a partire dal 1948 con temi più psicologici, analizzando le manie e le nevrosi dei personaggi.

Il film noir e la critica[modifica | modifica wikitesto]

Il periodo noir è probabilmente il più creativo della storia hollywoodiana. Il noir sembra spingere ai massimi esiti il lavoro di tutti (registi, operatori, sceneggiatori, attori). Spesso accadeva che un film noir fosse il punto più alto della carriera di un artista. Praticamente ogni grande regista ha successo nel cimentarsi nel genere noir: Preminger, Ray, Huston, Lang, Welles, Hitchcock, Kubrick, Hawks, per citarne alcuni. Il periodo noir dà agli artisti la possibilità di lavorare con temi che prima erano proibiti e, in particolare, concede molta libertà ai direttori della fotografia. Per lungo tempo, i film noir, a causa dell’enfasi data a temi come la corruzione e la disperazione, vengono considerati un’aberrazione del cittadino americano. Anche per questo sono per molto tempo bistrattati dalla critica statunitense. I western e i gangster movies erano considerati “più americani” dei noir. Questo pregiudizio è rinforzato dal fatto che i noir erano generalmente pensati come B movies o low budget.

Soluzioni artistiche a problemi sociologici[modifica | modifica wikitesto]

Ma la ragione fondamentale alla base del pregiudizio nei confronti del film noir è che questo tipo di film si basa più sulla "coreografia" che sulla sociologia, è più interessato allo stile che al tema; e i critici americani sono sempre stati prima sociologi. Anche se, probabilmente, lo stile determina il tema in ogni film, per quelli che Schrader chiama i critici sociologi è più facile discutere i temi dei film western o gangster in maniera separata dall’analisi stilistica, di quanto lo sia per i film noir. Non a caso è proprio il film gangster a essere canonizzato da Robert Warshow nel suo saggio “The Gangster as Tragic Hero”. Ironicamente – nota Schrader – i film gangster analizzati da Warshow sono inferiori ai noir che, oltre ad una riflessione sociologica, provano a far accettare all’America una visione moralistica della vita basata sullo stile (cinematografico). Questa stessa contraddizione (promuovere lo stile in una cultura che valorizza i temi) costringe il genere noir a rinforzare artisticamente i suoi "alti e bassi".

Poiché è soprattutto caratterizzato da un particolare stile, poiché risolve i suoi conflitti sul piano visivo piuttosto che tematicamente, il noir è capace di creare soluzioni artistiche a problemi sociologici. E per questo motivo film come Un bacio e una pistola (che Schrader considera il massimo esempio di film noir), Non ci sarà domani e La sanguinaria sono opere d’arte in una maniera in cui i gangster come Scarface e Piccolo Cesare non potranno mai essere.[chi lo ha detto?]


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Film Society del Lincoln Center, p.8
  2. ^ Film Society del Lincoln Center, p.11.
  3. ^ The Magazine of Motion Pictures, The Family Tree of Film Noir
  4. ^ Film Comment,  Notes on film noir
  5. ^ (EN) Kiss of Death (1947 film), su Wikipedia, 22 febbraio 2020.
  6. ^ (EN) J.E. Luebering, Hard-boiled fiction, su Encyclopedia Britannica, 26 gennaio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paul Schrader, Notes on film noir, in Film Comment, Vol 8, No. 1, New York City cid= Notes on film noir, Film Society del Lincoln Center, 1972, pp. 8-13.
  • Paul Schrader, Note sul film noir, in Marina Fabbri, Elisa Resegotti (a cura di), I colori del nero: Cinema letteratura noir, Milano, Ubulibri, 1989.
  • Annalisa Gambino, Il noir classico, a cura di Maurizio Ambrosini, Università degli studi di Pisa, 2012, pp. 8-78.
  • Raymond Durgnat, The Family Tree of Film Noir, in Cinema, Londra, The Magazine of Motion Pictures, agosto 1970.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]


Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]