Museo d'arte contemporanea Donnaregina: differenze tra le versioni

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Tale patto ha permesso alla Regione Campania di costituire nel [[2004]], come socio unico, la Fondazione Donnaregina senza scopo di lucro con lo scopo di:
Tale patto ha permesso alla Regione Campania di costituire nel [[2004]], come socio unico, la Fondazione Donnaregina senza scopo di lucro con lo scopo di:
{{Quote|promuovere, diffondere e favorire la fruizione e la preservazione delle opere di arte visiva contemporanea [...] istituire, promuovere e gestire musei, centri d’arte e di cultura nel territorio della Regione Campania [...]|Bollettino ufficiale Regione Campania<ref name="bollettino" />}}
{{Quote|promuovere, diffondere e favorire la fruizione e la preservazione delle opere di arte visiva contemporanea [...] istituire, promuovere e gestire musei, centri d’arte e di cultura nel territorio della Regione Campania [...]|Bollettino ufficiale Regione Campania<ref name="bollettino" />}}
L'anno successvio la Giunta Regionale Campana ha quindi acquistato il Palazzo Donnaregina per adibirlo a primo museo regionale per l’arte contemporanea.
L'anno successivo la Giunta Regionale Campana ha quindi acquistato il Palazzo Donnaregina per adibirlo a primo museo regionale per l’arte contemporanea.


L'edificio si sviluppa su strutture settecentesche e ottocentesche intorno a due cortili e sovrasta un tratto di cinta muraria del V-IV a.C. visibile sotto il pavimento della biglietteria.<ref>{{Cita web|titolo=Rapporto di attività 2007-2009|url=http://www.dies.uniud.it/tl_files/utenti/crisci/MADRE_Rapporto_di_attivita_2007_2009.pdf|pagina|pag. 20|autore=AA.VV.|editore=Mondadori Electa|data=2010|accesso=5-11-2014}}</ref>
L'edificio si sviluppa su strutture settecentesche e ottocentesche intorno a due cortili e sovrasta un tratto di cinta muraria del V-IV a.C. visibile sotto il pavimento della biglietteria.<ref>{{Cita web|titolo=Rapporto di attività 2007-2009|url=http://www.dies.uniud.it/tl_files/utenti/crisci/MADRE_Rapporto_di_attivita_2007_2009.pdf|pagina|pag. 20|autore=AA.VV.|editore=Mondadori Electa|data=2010|accesso=5-11-2014}}</ref>
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Per quattro anni il museo ha ospitato mostre e retrospettive sotto la direzione di Eduardo Cicelyn e Mauro Codognato. Non sono mancate polemiche relative alla loro gestione, tra cui quella condotta dal gallerista napoletano Guido Cabib sulle colonne del portale Exibart, per i finanziamenti stanziati dalla Regione per la mostra Barock, ospitata nel museo dal 13 dicembre 2009 al 5 aprile 2010<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.ilmattino.it/napoli/culturaespettacoli/napoli_al_madre_il_barock_della_discordia_cabib_attacca_sui_finanziamenti/notizie/88254.shtml|titolo = Napoli, al Madre il Barock della discordia|accesso = Visitato il 5 novembre 2014|editore = |data = }}</ref>.
Per quattro anni il museo ha ospitato mostre e retrospettive sotto la direzione di Eduardo Cicelyn e Mauro Codognato. Non sono mancate polemiche relative alla loro gestione, tra cui quella condotta dal gallerista napoletano Guido Cabib sulle colonne del portale Exibart, per i finanziamenti stanziati dalla Regione per la mostra Barock, ospitata nel museo dal 13 dicembre 2009 al 5 aprile 2010<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.ilmattino.it/napoli/culturaespettacoli/napoli_al_madre_il_barock_della_discordia_cabib_attacca_sui_finanziamenti/notizie/88254.shtml|titolo = Napoli, al Madre il Barock della discordia|accesso = Visitato il 5 novembre 2014|editore = |data = }}</ref>.


A marzo 2010, le elezioni regionali hanno visto un avvicendamento dei partiti politici, così la giunta fino a quel momento guidata da [[Antonio Bassolino]] (PD) è stata sostituita da una guidata da [[Stefano Caldoro]] (PDL). Il 16 febbraio [[2011]] il Consiglio di Amministrazione del MADRE si è dimesso<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=34669&IDCategoria=204|titolo = Madre nel caos, a Napoli lascia il Cda della Fondazione Donnaregina|accesso = Visitato il 5 novembre 2014|editore = |data = }}</ref> e poco dopo alcune delle istituzioni e alcuni artisti che avevano concesso in prestito le opere ne hanno chiesto la restituzione<ref>{{Cita web|autore = |url = http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/03/07/news/il_madre_perde_i_suoi_figli_gli_artisti_restituire_le_opere-13313888/|titolo = Il Madre perde i suoi figli|accesso = Visitato il 5 novembre 2014|editore = |data = }}</ref>.
A marzo 2010, le elezioni regionali hanno visto un avvicendamento dei partiti politici, così la giunta fino a quel momento guidata da [[Antonio Bassolino]] (PD) è stata sostituita da una guidata da [[Stefano Caldoro]] (PDL). Il 16 febbraio [[2011]] il Consiglio di Amministrazione del MADRE si è dimesso<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=34669&IDCategoria=204|titolo = Madre nel caos, a Napoli lascia il Cda della Fondazione Donnaregina|accesso = 5 novembre 2014|editore = |data = }}</ref> e poco dopo alcune delle istituzioni e alcuni artisti che avevano concesso in prestito le opere ne hanno chiesto la restituzione<ref>{{Cita web|autore = |url = http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/03/07/news/il_madre_perde_i_suoi_figli_gli_artisti_restituire_le_opere-13313888/|titolo = Il Madre perde i suoi figli|accesso = Visitato il 5 novembre 2014|editore = |data = }}</ref>.


Il nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione annovera come presidente Pierpaolo Forte e come membri Laura Cherubini e Antonio Blandini. Nel comitato scientifico della Fondazione figurano Bice Curiger, Johanna Burton, Andrea Bellini, Gianfranco Maraniello e Chuz Martinez. Il direttore in carica dal 1º gennaio [[2013]] è Andrea Viliani, selezionato tramite un bando pubblico.
Il nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione annovera come presidente Pierpaolo Forte e come membri Laura Cherubini e Antonio Blandini. Nel comitato scientifico della Fondazione figurano Bice Curiger, Johanna Burton, Andrea Bellini, Gianfranco Maraniello e Chuz Martinez. Il direttore in carica dal 1º gennaio [[2013]] è Andrea Viliani, selezionato tramite un bando pubblico.

Versione delle 18:03, 28 gen 2015

Coordinate: 40°51′17.5″N 14°15′31.21″E / 40.85486°N 14.25867°E40.85486; 14.25867
Madre - Museo d'arte contemporanea Donnaregina, Napoli
Installazione di G. Bianco e P. Valente nel cortile interno del Museo Madre (2009)
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàNapoli
Indirizzovia Luigi Settembrini, 79
80139 Napoli, Italia
Coordinate40°51′17.5″N 14°15′31.21″E / 40.854861°N 14.258669°E40.854861; 14.258669{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina
Caratteristiche
TipoArte contemporanea
Istituzione11 giugno 2005
Apertura11 giugno 2005
Visitatori62 806 (2022)
Sito web

Il Museo d'arte contemporanea Donnaregina (MADRE) è ubicato nello storico Palazzo Donnaregina, in via Luigi Settembrini a Napoli.

Il museo ha una superficie complessiva di 7.200 m2 di cui 2660 m2 sono destinati alle aree espositive, è dotato di una libreria dedicata, una biblioteca, di laboratori didattici, un auditorium, un ristorante e una caffetteria.[1]

Storia

La nascita del Museo MADRE è stata pianificata in base al “Patto per l’Arte Contemporanea” sottoscritto nel 2003 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Regioni, le Province Autonome di Trento e Bolzano, le Province, i Comuni e le Comunità Montane con il fine di:

«dare impulso alla promozione dell’arte contemporanea e incrementare il patrimonio pubblico in questo settore»

Tale patto ha permesso alla Regione Campania di costituire nel 2004, come socio unico, la Fondazione Donnaregina senza scopo di lucro con lo scopo di:

«promuovere, diffondere e favorire la fruizione e la preservazione delle opere di arte visiva contemporanea [...] istituire, promuovere e gestire musei, centri d’arte e di cultura nel territorio della Regione Campania [...]»

L'anno successivo la Giunta Regionale Campana ha quindi acquistato il Palazzo Donnaregina per adibirlo a primo museo regionale per l’arte contemporanea.

L'edificio si sviluppa su strutture settecentesche e ottocentesche intorno a due cortili e sovrasta un tratto di cinta muraria del V-IV a.C. visibile sotto il pavimento della biglietteria.[3]

Inaugurato (parzialmente) l'11 giugno 2005, il museo è stato finito completamente nel 2007 e sono stati ampliati gli spazi di esposizione ad opera dell'architetto portoghese Alvaro Siza.

Per quattro anni il museo ha ospitato mostre e retrospettive sotto la direzione di Eduardo Cicelyn e Mauro Codognato. Non sono mancate polemiche relative alla loro gestione, tra cui quella condotta dal gallerista napoletano Guido Cabib sulle colonne del portale Exibart, per i finanziamenti stanziati dalla Regione per la mostra Barock, ospitata nel museo dal 13 dicembre 2009 al 5 aprile 2010[4].

A marzo 2010, le elezioni regionali hanno visto un avvicendamento dei partiti politici, così la giunta fino a quel momento guidata da Antonio Bassolino (PD) è stata sostituita da una guidata da Stefano Caldoro (PDL). Il 16 febbraio 2011 il Consiglio di Amministrazione del MADRE si è dimesso[5] e poco dopo alcune delle istituzioni e alcuni artisti che avevano concesso in prestito le opere ne hanno chiesto la restituzione[6].

Il nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione annovera come presidente Pierpaolo Forte e come membri Laura Cherubini e Antonio Blandini. Nel comitato scientifico della Fondazione figurano Bice Curiger, Johanna Burton, Andrea Bellini, Gianfranco Maraniello e Chuz Martinez. Il direttore in carica dal 1º gennaio 2013 è Andrea Viliani, selezionato tramite un bando pubblico.

Collezione

In origine, la collezione permanente del MADRE era ospitata al secondo piano dell'edificio ed era formata da opere concesse in prestito a tempo indeterminato da collezioni nazionali ed internazionali (come la collezione Sonnabend di New York o la collezione Stein di Milano) o direttamente dagli artisti, come nel caso di Damien Hirst, Jannis Kounellis, Richard Long, Nino Longobardi, Giulio Paolini, Robert Rauschenberg e Jeff Wall.

La collezione ospitata dal 2006 al 2012 annoverava opere di: Carl Andre, Carlo Alfano, Giovanni Anselmo, John Baldessari, Georg Baselitz, Bernd & Illa Becher, Joseph Beuys, Domenico Bianchi, Ashley Bickerton, Alighiero Boetti, Alberto Burri, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Hanne Darboven, Gino de Dominicis, Luciano Fabro, Dan Flavin, Lucio Fontana, Gilbert & George, Douglas Gordon, Andreas Gursky, Peter Halley, Damien Hirst, Donald Judd, Anish Kapoor, Anselm Kiefer, Yves Klein, Jeff Koons, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Sol LeWitt, Roy Lichtenstein, Richard Long, Nino Longobardi, Piero Manzoni, Robert Mapplethorpe, Mario Merz, Marisa Merz, Robert Morris, Bruce Nauman, Claes Oldenburg, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Gianni Pisani, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Gerhard Richter, Thomas Ruff, Mario Schifano, Richard Serra, Julian Schnabel, Cindy Sherman, Haim Steinbach, Thomas Struth, Antoni Tapies, Ernesto Tatafiore, Cy Twombly, Bill Viola, Jeff Wall, Andy Warhol e Gilberto Zorio[7].

A causa dei rovesci finanziari e politici del museo, alcune opere sono state restituite ai proprietari. Dopo il cambiamento di gestione, che ha visto la ricostituzione del Cda della Fondazione e del comitato scientifico e la nomina del direttore Andrea Viliani, la collezione è stata ricostituita con opere di: Francesco Clemente, Sol LeWitt, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Richard Serra, Jeff Koons, Richard Long, Rebecca Horn, Domenico Paladino, Domenico Bianchi.

Note

  1. ^ Il museo, su madrenapoli.it, Museo MADRE. URL consultato il 5-11-2014.
  2. ^ a b Bollettino ufficiale n. 40 (PDF), su sito.regione.campania.it, Regione Campania, 4 settembre 2006. URL consultato il 5-11-2014.
  3. ^ AA.VV., Rapporto di attività 2007-2009 (PDF), su dies.uniud.it, Mondadori Electa, 2010. URL consultato il 5-11-2014.
  4. ^ Napoli, al Madre il Barock della discordia, su ilmattino.it. URL consultato il Visitato il 5 novembre 2014.
  5. ^ Madre nel caos, a Napoli lascia il Cda della Fondazione Donnaregina, su exibart.com. URL consultato il 5 novembre 2014.
  6. ^ Il Madre perde i suoi figli, su napoli.repubblica.it. URL consultato il Visitato il 5 novembre 2014.
  7. ^ Comunicato stampa di presentazione della collezione del Museo MADRE, su exibart.com. URL consultato il visitato il 5 novembre 2014.

Voci correlate

Collegamenti esterni