Scotti (famiglia)

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Scotti
Casata di derivazioneClan Douglas
TitoliMarchese di Carpaneto
Marchese di Castelbosco
Marchese di Montalbo
Conte di Agazzano
Conte di Vigoleno con Carpaneto e Diolo
Conte di Colturano e di Cesano
Conte di San Giorgio
Conte di Fombio
Conte di Rezzanello
FondatoreDavide Scotti
Data di fondazioneXII secolo
Etniaitaliana
Rami cadetti

Gli Scotti (Scoto), conosciuti anche come Scotti Douglas o Douglas Scotti, sono un'antica famiglia nobile originaria di Piacenza.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Stemma del Clan Douglas

Secondo la leggenda la famiglia Scotti si era originata dal Clan Douglas di Scozia, allorché un certo Marius Douglas o Mario Scoto, figlio di Sholto Douglas e cugino del mitico Acaio re degli Scoti (figura probabilmente basata su Eochaid IV di Dalriada), venne in Italia in aiuto a Carlo Magno per combattere Desiderio, re dei Longobardi stabilendosi in seguito a Piacenza.[1]

Discendenti di Douglas sarebbero san Donato, vescovo di Fiesole, al quale è dovuta, nell'868 la costruzione della chiesa di santa Brigida a Piacenza e un certo Davide, marito di Eugenia Paleologo e autore di un testamento, nel 997: della figura di Davide, tuttavia, è stata dimostrata l'invenzione[2]. Pur non essendo possibile escludere con certezza la presenza di alcuni capostipiti di origine britannica oppure la permanenza di qualche antenato della famiglia Scotti in Scozia, non esiste alcuna conferma dimostrata delle presunte origini scozzesi del casato, in special modo del legame con il clan Douglas[2].

Intorno al 1170 è documentata nei pressi di Piacenza la presenza di alcuni fili Scotorum, che ricoprivano la funzione di custodi di alcune imbarcazioni lungo il fiume Po per conto del comune piacentino, tuttavia la loro appartenenza al casato degli Scotti non è confermata con certezza[2].

Il primo esponente della famiglia Scotti la cui appartenenza alla famiglia sia stata confermata è Rainaldo, che nel 1184 divenne console del collegio dei mercanti. Negli anni immediatamente successivi vengono citati anche i fratelli Guido e Uberto[2]. I vari rami della famiglia Scotti, tuttavia, derivarono da Lanfranco, figlio di Davide, la cui presenza è documentata nel 1222, anno nel quale, in qualità di rappresentante del comune di Piacenza, vietò ai marchesi Pallavicino l'edificazione di un castello nei pressi di Poggio d'Agugliano. Dai quattro figli di Lanfranco, Giovanni, Ruffino, Rolando e Rinaldo, derivarono i quattro principali rami della famiglia Scotti[2].

L'ascesa[modifica | modifica wikitesto]

Di origine popolare, come provato dall'iscrizione ai populares avvenuta nel 1221, la famiglia Scotti si arricchì nel corso del XIII secolo attraverso la pratica dell'attività bancaria e mercantile. Da questo derivarono forti contrasti con la famiglia Anguissola, anch'essa impegnata nello svolgimento delle medesime attività: la contrapposizione tra le due famiglie rimase anche durante le guerre tra guelfi e ghibellini durante le quali gli Anguissola si schierarono tra i filoimperiali ghibellini, mentre gli Scotti furono tra le principali famiglie guelfe piacentine[2].

Durante il secolo le fortune sviluppate nelle attività bancarie crebbero considerevolmente, permettendo agli Scotti di aprire filiali a Genova, in Francia, Inghilterra, Fiandre e Portogallo. I profitti derivanti da queste attività vennero investiti principalmente nell'acquisto di terre e castelli[3]

Il più importante esponente della famiglia fu Alberto, discendente dal ramo di Giovanni Scotti, che divenne signore di Piacenza tra il 1280 e il 1290: in quegli anni estese i domini di Piacenza fino a Borgonovo Val Tidone e Tortona, fondò la cittadina di Castel San Giovanni. Nel 1302 riuscì nell'impresa di cacciare i Visconti da Milano, diventandone signore. Abbandonato il capoluogo milanese a seguito di frizioni sorte con le famiglie guelfe che lo avevano fin lì sostenuto, nel 1304 dovette abbandonare anche Piacenza, nonostante il supporto della fazione ghibellina. Negli anni successivi conquistò e perse più volte il controllo di Piacenza, fino alla sua cattura, avvenuta nel 1317, seguita poi dalla morte a Crema, nel 1318[3].

Il figlio primogenito di Alberto, Francesco, dopo aver passato alcuni anni in esilio, riuscì a riconquistare Piacenza nel 1335, salvo dover, poi, lasciare la città ai Visconti l'anno successivo, al termine di un lungo assedio[4]. Da Francesco derivarono Giovanni che nel 1404 divenne conte di Agazzano e Cristoforo che nello stesso anno venne fatto conte di Vigoleno da parte di Gian Galeazzo Visconti[5].

A Piacenza, all'interno della basilica di San Giovanni in Canale, fondata nel 1220 dai domenicani, si trovano una tomba dipinta ed il grande sarcofago contenente i defunti della famiglia Scotti a partire dal XIV secolo[6].

Nel 1414 gli eredi di Giacomo Scotti ottennero da parte dall'imperatore Sigismondo il titolo comitale di Castell'Arquato, Fiorenzuola e Vigoleno, nonché la possibilità di aggiungere il nome Douglas al loro cognome, a ricordo dell'antica pretesa origine scozzese della famiglia[4].

Nel 1475 il ramo degli Scotti di Agazzano si unì alla famiglia Gonzaga in seguito al matrimonio di Giovanni Maria Scotti, conte di Vigoleno, con Luigia Gonzaga, figlia di Francesco I, della linea cadetta di Novellara, dando vita alla famiglia Scotti-Gonzaga[7].

Nei primi anni del XVI secolo uno dei personaggi più importanti della famiglia Scotti fu Pier Maria, conosciuto come conte Buso, che, dopo aver inizialmente servito la parte guelfa, fu, poi, capo della fazione ghibellina, operando azioni militari in tutti i territori circostanti fino a minacciare più volte la sicurezza della città. Nel 1521 Pier Maria venne ucciso dai suoi stessi alleati in seguito a una congiura dopo che era sopravvissuto ad un assalto condotto dai suoi nemici al castello di Statto[8].

Stemma degli Scotti di Milano, Palato d'oro e di rosso, il secondo palo d'oro caricato di un'aquila di nero coronata del campo[1]

Scotti di Milano[modifica | modifica wikitesto]

Ramo derivato dalla famiglia Scotti-Douglas di Piacenza, discendente da Bernardino, che fu podestà di Milano. Tra gli esponenti illustri figurano:[1]

Gli Scotti di Crema[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1568 il conte Lucrezio Scotti sposò Laura Benzoni trasferendosi nel palazzo della famiglia della moglie situato nel centro storico di Crema. Il conte Lucrezio fu capitano dei corrazzieri a cavallo ed intrapresero la carriera militare anche i figli Alessandro ed Alberto, nonché il nipote Antonio, figlio di Alberto[9].

Anche il conte Ferdinando, nato a Piacenza, si domiciliò a Crema, avendo sposato Leonarda Griffoni Sant’Angelo ed andando a vivere nel palazzo che sarebbe successivamente diventato palazzo Marazzi: nel 1620 ottenne un seggio nel Gran Consiglio cittadino. Fu poi militare della Repubblica di Venezia fino al grado di luogotenente di cavalleria partecipando alla guerra del Friuli nella quale costrinse le truppe austriache in conflitto con Venezia a ritirarsi oltre Gorizia. Successivamente batté i turchi nella guerra di Candia. Furono militari anche i figli Paolo e Claudio[9].

Con il conte Paolo, deceduto nel 1774, si estinse il ramo cremasco della famiglia[9].

Personalità illustri[modifica | modifica wikitesto]

Luigi Scotti Douglas

La famiglia annovera tra i suoi più illustri esponenti:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Crollalanza, p.513.
  2. ^ a b c d e f Zanardi Landi, p. 45.
  3. ^ a b Zanardi Landi, p. 46.
  4. ^ a b Zanardi Landi, p. 47.
  5. ^ Gamberini.
  6. ^ Chiesa di San Giovanni in Canale, su comune.piacenza.it. URL consultato il 1º maggio 2020.
  7. ^ Dal Medio Evo al 1700, su castellodiagazzano.com. URL consultato il 1º maggio 2020.
  8. ^ Natale Carotti, Scotti, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936. URL consultato il 1º maggio 2020.
  9. ^ a b c Benvenuti, pp. 253-254.
  10. ^ Archbishop Ranuccio (Ranuzio) Scotti Douglas †, su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 1º maggio 2020.
  11. ^ Nironi e Inzani (a cura di), p. 6.
  12. ^ Giarelli, p. 372.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Sforza Benvenuti, Dizionario biografico cremasco, Bologna, Forni editore, 1887.
  • Marco Corradi, Santi monaci e cavalieri scozzesi a Piacenza e nelle sue valli, Piacenza, Edizioni LIR, 2018.
  • Andrea Gamberini, Il cartulario degli Scotti di Piacenza fra memoria familiare e cultura pattista, in Uno storico e un territorio: Vito Fumagalli e l'Emilia occidentale nel Medioevo, CLUEB, 2005.
  • Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, 1886, Vol.1, ISBN non esistente.
  • Francesco Giarelli, Storia di Piacenza dalle origini ai nostri giorni, II, Piacenza, Vincenzo Porta Librajo, 1889. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  • Elena Nironi e Valentina Inzani (a cura di), Il labirinto e il filo di Arianna. Come muoversi tra carte confuse e disperse - Guida al fondo Scotti Douglas di Fombio e di Sarmato, Archivio di Stato di Piacenza, 2011. URL consultato il 2 agosto 2020.
  • Carlo Pietro Zanardi Landi, Sarmato, storia e leggenda, Piacenza, TEP edizioni d'arte, 2000.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]