La chiusa n. 1

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La chiusa n. 1
Titolo originaleL'écluse n° 1
Altri titoliMaigret e la chiusa n° 1
AutoreGeorges Simenon
1ª ed. originale1933
1ª ed. italiana1934
GenereRomanzo
SottogenereGiallo
Lingua originalefrancese
AmbientazioneParigi e Samois-sur-Seine
Protagonisticommissario Maigret
Coprotagonistila signora Maigret, Lucas
AntagonistiÉmile Ducrau
Altri personaggiJean Ducrau, Jeanne Ducrau, Gassin
SerieRomanzi con Maigret protagonista
Preceduto daLiberty Bar
Seguito daMaigret

La chiusa n. 1 (titolo originale francese L'écluse n° 1, pubblicato in traduzione italiana anche col titolo Maigret e la chiusa n° 1) è un romanzo poliziesco di Georges Simenon con protagonista il Commissario Maigret.

È il diciottesimo romanzo dedicato al personaggio del celebre commissario, è ambientato tra Parigi e Samois-sur-Seine, e la narrazione si snoda tra le vite dei battellieri, intorno ai canali navigabili della regione.

Quattro mesi dopo l'uscita in Francia de La chiusa n. 1, Simenon firmerà un contratto che lo vincolerà fino al 1945 con l'editore Gallimard, che all'epoca pubblicava Marcel Proust o André Gide. L'intenzione dell'autore era quella di abbandonare il personaggio di Maigret per dedicarsi definitivamente ai "roman roman", i romanzi veri. Simenon scriverà in seguito quella che crede essere l'ultima indagine del commissario Maigret: un romanzo chiamato simbolicamente solo Maigret, pubblicato da Fayard nel marzo 1934[1].

Nella prima edizione del romanzo, a pagina 78 viene citato l'indirizzo dei coniugi Maigret: è boulevard Edgar-Quinet. Si tratta probabilmente di un errore di trascrizione, perché nelle successive edizioni, anche tradotte, l'indirizzo dei Maigret risulterà il ben più familiare boulevard Richard-Lenoir[2].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il vecchio battelliere Gassin esce ubriaco da un bistrot e si avvia verso la sua chiatta ormeggiata nelle vicinanze di una chiusa. Mentre sale sulla barca cade in acqua. Mettendosi ad urlare richiama gente e viene portato in salvo, ma nel frattempo i soccorritori si accorgono che un'altra persona galleggia nel fiume e recuperano anche questa. Si tratta di Emile Ducrau, il padrone di quella e di altre chiatte e di molte attività della zona collegate ai trasporti fluviali. Portandolo in salvo ci si accorge che è stato pugnalato alla schiena. Viene chiamata la polizia e un paio di giorni dopo compare sulla scena anche Maigret.

In un'atmosfera di silenzi e riluttanze, spicca il carattere di Ducrau, fatto di ordini, di vanterie, dissolutezza e tensione. Egli descrive la moglie come una serva, il figlio Jean come un buono a nulla e la figlia, sposata a un militare di carriera, come una che mira solo ai soldi del padre. Anche i suoi dipendenti sono atterriti da quest'uomo, che pare controllare ogni cosa. Tra gli altri Maigret nota una giovane donna, Aline, strana, mentalmente disturbata e, si scoprirà nel seguito, probabile figlia segreta di Ducrau (la madre, amante di Ducrau e moglie di Gassin non era in grado di sapere chi fosse realmente il padre biologico). Aline è anche la madre di un bimbo che tutti pensano sia nato da una relazione incestuosa con il padre anagrafico, Gassin. Pochi giorni dopo Jean si suicida autoaccusandosi di aver tentato di uccidere suo padre e poco tempo dopo è Bébert, l'aiuto-guardiano della chiusa, a esser trovato impiccato. Nel mentre Gassin non fa mistero di volersi vendicare contro Ducrau, per un torto subito.

Ducrau invita Maigret nella sua casa di campagna di Samois e nel corso di una animata cena confessa di essersi battuto con Bèbert dopo aver scoperto che era lui il padre del bambino di Aline (e dunque era lui l'abusatore), ma di aver avuto la peggio; alcuni giorni dopo però era riuscito ad ucciderlo. Jean, credendo che il padre del bambino fosse il suo stesso genitore, si era tolto la vita per proteggere Aline, perché pensava che fosse stata Aline a tentare di uccidere Ducrau per vendicarsi dell'abuso subito.

Nei dintorni della casa compare anche Gassin e Ducrau lo fa entrare per cercare una riconciliazione. Ma Gassin, che aveva con se una carica di dinamite, tenta comunque di ucciderlo, senza però riuscirci. Alla fine i due sembrano rappacificarsi e tutti gli ospiti della villa (compreso il neo-invitato Gassin) a quel punto si ritirano nelle proprie camere per dormire. L'indomani Maigret farà arrestare Ducrau, mentre in una delle stanze verrà rinvenuto il corpo senza vita di Gassin, stroncato da un attacco di cuore dovuto alle eccessive emozioni.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Il romanzo è stato scritto nella tenuta La Richardière di Marsilly in Francia nell'aprile del 1933 e pubblicato sempre in Francia per la prima volta nel giugno dello stesso anno, presso l'editore Fayard. In precedenza era apparso come feuilleton sul giornale Paris-Soir dal 23 maggio al 16 giugno 1933, in 25 puntate.

In Italia è apparso per la prima volta nel 1934 con il titolo La chiusa n. 1, tradotto da Guido Cantini e pubblicato da Mondadori nella collana "I gialli economici" (n° 17)[3]. Sempre per lo stesso editore è stato ripubblicato, anche col titolo Maigret e la chiusa n. 1, in altre collane o raccolte tra gli anni trenta e novanta[4] (dal 1968 nella traduzione di Elena Cantini e dal 1989 in quella di Rosalba Buccianti). Nel 1998 il romanzo è stato pubblicato presso Adelphi ancora con il titolo La chiusa n. 1, tradotto da Germana Cantoni de Rossi, nella collana dedicata al commissario (parte de "gli Adelphi", al n° 127).

Film e televisione[modifica | modifica wikitesto]

Almeno quattro sono stati gli adattamenti del romanzo per la televisione:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eskin, op. cit., p. 144
  2. ^ (EN) Maigret of the Month: L'écluse n° 1, su trussel.com. URL consultato il 3 gennaio 2010.
  3. ^ Eskin, op. cit., p. 404
  4. ^ Le edizioni dei "Maigret"

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]