Aston Martin Valkyrie

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Aston Martin Valkyrie
Descrizione generale
CostruttoreBandiera del Regno Unito Aston Martin
Tipo principaleBerlinetta
Produzionedal 2021
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
Lunghezza4506 mm
Larghezza1965 mm
Altezza1070 mm
Passo2770 mm
Massa1435 kg
Altro
AssemblaggioGaydon
StileAdrian Newey
Marek Reichman
Stessa famigliaAston Martin Valhalla
Auto similiMercedes-AMG One
Ferrari LaFerrari
Porsche 918
McLaren Senna

La Aston Martin Valkyrie, chiamata anche con i nomi in codice di AM-RB 001 (acronimo di Aston Martin e Red Bull)[1] e Project Nebula[2], è un'autovettura sportiva ad alimentazione ibrida realizzata dalla casa automobilistica inglese Aston Martin in collaborazione con la scuderia di F1 Red Bull Racing.

La produzione, prevista in 150 unità stradali più altre 25 in versione da pista, è iniziata a fine 2021.[3]

Nome[modifica | modifica wikitesto]

Dall'alto in basso: parte anteriore...
...e posteriore del prototipo del 2019

Il nome Valkyrie si rifà alla omonima figura mitologica norvegese.[4] Il nome inoltre è stato scelto per continuare la tradizione della Aston Martin di chiamare le sue vetture con nomi che hanno come lettera iniziale la "V".[5]

Stile[modifica | modifica wikitesto]

Il design nasce dalla cooperazione tra il designer della Aston Marin Marek Reichman e Adrian Newey, direttore tecnico del team Red Bull di Formula 1.[6][7][8]

L'esterno della vettura è estremamente aerodinamico, i flussi d’aria vengono convogliati in due grossi condotti sul fondo della vettura e fatti defluire dalle fiancate e dal generoso estrattore posteriore, creando una forza che la schiaccia a terra per merito dell’effetto Venturi.

L’aspetto dominante nella progettazione della Valkyrie è la ricerca della massima leggerezza, è stata infatti spogliata di tutti gli elementi non essenziali. Il telaio è una monoscocca in fibra di carbonio. I fari sono più leggeri del 30-40% rispetto a quelli tradizionali grazie alla loro costruzione in alluminio, la terza luce di stop è la più piccola esistente al mondo. Il logo Aston Martin, posizionato sul cofano anteriore, è stato inciso direttamente da una lamina di alluminio dello spessore di 70 micron, circa il 30% più sottile di un capello umano.[9]

Il cruscotto

Per massimizzare lo spazio interno, i sedili sono montati direttamente al telaio e gli occupanti devono adottare una posizione che ricorda quella dei piloti di Formula 1. Vengono fornite di serie le cinture a quattro punti, mentre sono disponibili come optional quelle a sei, per coloro che intendono sfruttare la Valkyrie prevalentemente in pista. Tutti i comandi sono posizionati su un volante sganciabile multifunzione e i parametri sono visibili su un unico schermo OLED collocato al centro del volante stesso. Per evitare disturbi aerodinamici gli specchietti retrovisori tradizionali sono stati sostituiti da telecamere, montate sui fianchi dell'auto, le cui immagini sono visibili da due display posizionati su ciascun lato del cruscotto.[9]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

La Valkyrie monta un motore V12 aspirato da 6,5 litri costruito su misura dalla Cosworth, che sviluppa 1000 CV, accoppiato a un motore elettrico della Rimac che funge da KERS e le permette di raggiungere una potenza complessiva di 1 160 CV. Inizialmente il prototipo, con un peso totale di poco più di 1000 kg, superava il rapporto peso/potenza di 1:1. Ma la versione definitiva per uso stradale, a causa delle normative di omologazione e della riduzione dei costi, ha subìto un incremento di peso di più di 100 kg.[10]

Secondo quanto dichiarato dalla casa dovrebbe essere in grado di scattare da 0 a 320 km/h in soli 10 secondi.

La potenza erogata dal motore passa per una trasmissione a 7 rapporti con palette al volante costruita dalla Ricardo. Gli scarichi sono posizionati vicino al motore, in modo simile a quelli delle auto da F1 o della Porsche 918. La centralina elettronica, il sistema di controllo della trazione e l’ESP sono di origine Bosch, mentre freni e pinze sono forniti dalla Alcon e dalla Surface Transforms. I fari anteriori e posteriori sono costruiti dalla Wipac. In tutta la vettura non esiste un singolo componente in acciaio, la monoscocca in carbonio è prodotta dalla Multimatic. Gli pneumatici sono dei Michelin Sport Cup 2 ad alte prestazioni, nello specifico con misura 265/35-ZR20 all'anteriore e 325/30-ZR21 per il posteriore. I cerchi sono costruiti in lega leggera e hanno un singolo dado di bloccaggio per ridurre ulteriormente il peso.[11]

Prototipo della Valkyrie AMR Pro

Valkyrie AMR Pro[modifica | modifica wikitesto]

La versione da pista della Valkyrie, denominata Valkyrie AMR Pro e svelata al salone di Ginevra 2018, costruita nel 2020 in soli 25 esemplari (tutti già venduti), sfruttando lo stesso motore V12 aspirato da 6,5 litri.

Vista posteriore

Una taratura più permissiva dei sistemi di controllo delle emissioni e una riprogrammazione software del sistema Rimac per il recupero dell’energia permetteranno di ottenere più potenza rispetto alla versione stradale.[12]

Valkyrie AMR Pro

I cerchi saranno da 18 pollici sia all'anteriore, sia al posteriore, così da poter montare pneumatici slick Michelin con le stesse specifiche del WEC oltre a freni carboceramici ispirati alla F1. Per quanto riguarda gli interni, il sistema di climatizzazione dell’aria e lo schermo dell'infotainment lasceranno il posto ad accessori da corsa e verranno adottati finestrini e parabrezza in policarbonato. Quest’auto sarà capace di produrre un’accelerazione laterale pari a 3,3 G e decelerazioni in frenata nell'ordine dei 3,5 G, mentre la velocità massima dovrebbe sfiorare i 400 km/h.[13]

L'AMR Pro avrà un design più aggressivo, con uno splitter anteriore allargato e abbassato, una pinna in stile LMP1 e un alettone posteriore maggiorato che lavorerà insieme a un estrattore riprogettato per garantire un carico aerodinamico superiore.[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Novità, Aston Martin AM-RB 001 - Monoscocca in fibra di carbonio e powertrain ibrido, su Quattroruote.it. URL consultato il 15 luglio 2017.
  2. ^ Chris Ziegler, Aston Martin's 'Project Nebula' hypercar will be limited to 99 units, su The Verge, 17 giugno 2016. URL consultato il 15 luglio 2017.
  3. ^ https://www.motor1.com/news/545560/first-aston-martin-valkyrie-completed/
  4. ^ (EN) Aston Martin names its hypercar 'Valkyrie', in Top Gear. URL consultato il 16 luglio 2017.
  5. ^ (EN) Codename AM-RB 001 becomes Aston Martin Valkyrie, in Red Bull. URL consultato il 16 luglio 2017.
  6. ^ https://www.formulapassion.it/motorsport/formula-1/quando-newey-mando-quasi-bancarotta-aston-martin
  7. ^ https://www.gazzetta.it/motori/la-mia-auto/19-03-2020/aston-martin-valkyrie-test-strada-bolide-adrian-newey-3601835898483.shtml
  8. ^ https://f1grandprix.motorionline.com/f1-red-bull-il-progetto-valkyrie-blocco-il-passaggio-di-newey-in-ferrari/
  9. ^ a b (EN) Aston Martin Valkyrie: secrets of exterior and interior design revealed, su astonmartin.com. URL consultato il 3 ottobre 2018.
  10. ^ https://web.archive.org/web/20230306191010/https://www.topgear.com/car-reviews/aston-martin/valkyrie
  11. ^ Aston Martin Valkyrie: ecco la versione definitiva. URL consultato il 15 luglio 2017.
  12. ^ (EN) Meet the Aston Martin Valkyrie's 1,100bhp, track-only evil twin, in Red Bull. URL consultato il 3 ottobre 2018.
  13. ^ Aston Martin Valkyrie AMR Pro, la sorella da corsa. URL consultato il 3 ottobre 2018.
  14. ^ Nuovi Modelli, La hypercar Valkyrie diventa AMR Pro, su Quattroruote.it. URL consultato il 3 ottobre 2018.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su astonmartin.com. URL consultato il 15 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2017).
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