Alfonso V del Portogallo: differenze tra le versioni

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Alfonso V
Ritratto (miniatura), del XV secolo, di Alfonso V del Portogallo.
Re del Portogallo
In carica9 settembre 143828 agosto 1481
PredecessoreEdoardo I
SuccessoreGiovanni II
Nome completoAlfonso d'Aviz
Altri titolire dell'Algarve
NascitaSintra, Portogallo, 15 gennaio 1432
MorteSintra, Portogallo, 28 agosto 1481
Casa realeCasa capetingia di Aviz
PadreEdoardo I
MadreEleonora d'Aragona
ConsorteIsabella d'Aviz
FigliGiovanni
Giovanna del Portogallo e
Giovanni
File:Pannello commemorativo di Alfonso V.jpg
Pannello commemorativo vicino a Funchal, Madera, Portogallo.‎
Regno del Portogallo
Casa d'Aviz

Giovanni I
Edoardo I
Figli
Alfonso V
Figli
Giovanni II
Figli
Manuele I
Giovanni III
Figli
Sebastiano I
Enrico I
Alfonso V
Planisfero di Fra Mauro era stato commissionato da Afonso V nel 1457. Terminato il 24 aprile 1459, fu spedito in Portogallo con una lettera per il principe Enrico detto il Navigatore, zio di Alfonso, che incoraggiava i viaggi di esplorazione, per ulteriori scoperte. Copia di Andrea Bianco alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.

Alfonso V d'Aviz detto l'Africano (in portoghese Afonso V de Portugal; Sintra, 15 gennaio 1432Sintra, 28 agosto 1481). Fu il dodicesimo re del Portogallo e dell'Algarve.

Origine familiare

Era il figlia terzogenito (al momento della nascita il primogenito, Giovanni, probabilmente era già morto) del re del Portogallo e dell'Algarve, Edoardo d'Aviz[1] e di Eleonora di Trastámara (1402-1445)[2][3][4][5], figlia del re della corona d'Aragona e di Sicilia, Ferdinando I[6] e di Eleonora d'Alburquerque (1374 - 1435), figlia dell'infante Sancho di Castiglia[7], Conte di Alburquerque e di Beatrice del Portogallo[8].
Sua sorella Eleonora del Portogallo (1434-1467), sposò l'imperatore del Sacro Romano Impero, Federico III.

Gioventù e reggenza

Alfonso V aveva solo sei anni quando successe al padre, morto di peste, il 13 settembre 1438 sotto la reggenza della madre, Eleonora[2], come da espresso desiderio testamentario del defunto re, Edoardo; la reggenza fu confermata dalle cortes, tenute a Torres Novas ancora nel 1438.

Questa decisione non piacque alla popolazione di Lisbona, che iniziò a ribellarsi, ma lo zio di Alfonso, il conestabile del Portogallo, Giovanni entrò nella città e riuscì a spegnere ogni tentativo di ribellione, mentre l'altro zio, il duca di Coimbra, Pietro raccoglieva il malcontento intorno a sé, per cui fu richiesto alle cortes di pronunciarsi nuovamente sulla reggenza:

  • lasciarla ad Eleonora, appoggiata dalla maggioranza dei nobili, come da volontà testamentarie, oppure
  • darla invece a Pietro, lo zio del re, che aveva l'appoggio di una parte della nobiltà ma soprattutto della borghesia cittadina.

Le cortes (pare che Pietro riuscisse negli intrighi meglio del fratellastro, Alfonso, conte di Barcelos e futuro duca di Braganza, che parteggiava per la regina madre), riunite a Lisbona, nel dicembre del 1439, si pronunciarono per Pietro.
La regina madre, Eleonora, e Alfonso si rivolsero allora a Giovanni (fratellastro e genero di Alfonso), che aveva il controllo della città di Lisbona, per avere il suo appoggio e poter mantenere la reggenza contro la volontà delle cortes, ottenendone però un rifiuto.
Pietro, dall'inizio del 1440, esercitò la reggenza, ed i rapporti col fratellastro, Alfonso di Braganza non furono molto buoni[9], arrivando quasi ad uno scontro armato a Mesão Frio sulle sponde del Duero.
I rapporti del re Alfonso V con Alfonso di Braganza invece rimasero ottimi tanto che Alfonso di Braganza era ritenuto lo zio favorito del re.

Nel 1442, dopo la morte di Giovanni, Pietro cercò una riconciliazione col fratellastro, Alfonso di Braganza, facendo in modo che Alfonso V lo creasse, il 30 dicembre dello stesso anno, primo duca di Braganza (divenne così il nobile più ricco e potente del regno).

Nel 1445, quando il rapporto tra Pietro ed Alfonso di Braganza sembrava essersi normalizzato, le trattative per il matrimonio del re, Alfonso V con Isabella di Coimbra, la figlia di Pietro, offese enormemente Alfonso di Braganza, che riteneva che il re doveva sposare una delle sue nipoti e pertanto i rapporti tra Pietro, il reggente e Alfonso di Braganza, lo zio più ascoltato da Alfonso V si guastarono in modo definitivo.
Il 6 maggio 1448 fu celebrato il matrimonio tra Alfonso V e Isabella di Coimbra[2], figlia terzogenita del primo Duca di Coimbra e reggente del regno del Portogallo, Pietro d'Aviz (figlio del re del Portogallo, Giovanni I e della moglie, Filippa di Lancaster) e Isabella di Urgell (1409-1443), figlia del pretendente alla corona d'Aragona, il conte di Urgell, Giacomo II[10] e di Isabella d'Aragona.

Durante il periodo di reggenza di Pietro fu portata avanti una politica che soddisfaceva la borghesia cittadina e un poco meno la grande nobiltà; inoltre il reggente riprese a concede sussidi al fratello Enrico detto il Navigatore che poté continuare le spedizione per l'esplorazione dell'Atlantico.

Guerra civile e sviluppo delle esplorazioni

Alfonso V, che aveva raggiunto la maggior età nel 1446, dal 9 giugno del 1448, cominciò a governare direttamente senza più bisogno della reggenza dello zio Pietro, anzi sotto l'influenza dello zio, Alfonso I di Braganza, che gli suggerì di annullare tutti i provvedimenti presi da Pietro durante la reggenza. Cosa che Alfonso V fece il 15 settembre creando malumore in Pietro.
Alfonso di Braganza, ora principale consigliere del nipote, cominciò a mettere in giro la voce che Pietro non condividendo le posizione del re fosse un ribelle e nel 1449, lo fece dichiarare apertamente un ribelle, facendo precipitare gli eventi che portarono alla rottura che sfociò in una guerra aperta, che vide Pietro alleato del proprio figlio, Pietro di Coimbra nuovo conestabile del Portogallo, contro Alfonso di Braganza ed il re Alfonso V, che si concluse con la battaglia d'Alfarrobeira, nelle vicinanze di Vila Franca de Xira, dove il duca di Coimbra perse la vita ed il figlio, il conestabile del Portogallo, dovette lasciare il Portogallo e andare in esilio in Castiglia.
Sulla morte di Pietro vi è ancor oggi incertezza sul fatto che Pietro forse non morì durante il combattimento ma fu assassinato da uno dei suoi stessi uomini.

In politica interna Alfonso V continuò la politica sia di suo padre Edoardo che di suo nonno Giovanni I continuandi ad applicare la Lei das sesmarias, che prevedeva che le terre non coltivate fossero date in concessione a chi le avrebbe lavorate e chi si mostrava inoperoso veniva costretto a lavorare e se persisteva veniva arrestato.

Nel 1454, riconciliatosi col cugino, Pietro di Coimbra, Alfonso V permise a Pietro di rientrare in Portogallo e riottenere tutti i suopi beni e le cariche che ricopriva prima dell'esilio.
Nel 1455, alfonso V rimase vedovo.

Continuando la politica dello zio Pietro, Alfonso V continuò a finanziare le esplorazioni sia della costa africana che dell'Atlantico e a partire dal 1450, Alvise Cadamosto esplorò le coste africane dell'Atlantico arrivando al fiume Gambia nell'attuale Senegal e, tra il 1455 ed il 1456 scoprì (probabilmente avvistò le isole senza esplorarle) le prime cinque isole dell'arcipelago di Capo Verde. Antonio da Noli vi giunse negli stessi anni e le esplorò e poi le colonizzò.
Nel 1459 un geografo, cartografo e monaco camaldolese veneziano del XV secolo, Fra Mauro, gli inviò in Portogallo un planisfero del vecchio Mondo (oggi, purtroppo perduto), ordinatagli dallo stesso Alfonso.
Nel 1460 la costa africana era stata esplorata fino all'attuale Sierra Leone.

Alfonso V continuò le esplorazioni anche dopo la morte dello zio Enrico (1460) e, nel 1461, Pedro da Cintra si spinse sino a capo Mesurado e, pur non trascurando l'esplorazione marittima, nel 1469 appaltò i diritti reali sul commercio della Guinea a Ferrão Gomes a condizione che egli scoprisse cento leghe di costa ogni anno[11], col risultato che tra il 1469 ed il 1473 venne attraversato l'equatore (da parte di Lopes Gonçalves) e raggiunto capo Catherine.

Nel 1474, Alfonso V affidò al figlio Giovanni l'amministrazione dei forti e delle stazioni commerciali della costa africana.

Spedizioni contro il Marocco

Nel 1458, Alfonso V partì per il Nordafrica e il duca di Braganza, Alfonso, ricevette la luogotenenza del regno per tutto il periodo di assenza del re, che, nella conquista della città marocchina di Alcácer-Ceguer, situata tra Tangeri e Ceuta, nel 1458, e poi nella spedizione del 1460, che portò alla conquista di Tangeri, ebbe al suo fianco il cugino, Pietro di Coimbra, che nel 1463, divenne re d'Aragona, Pietro V di Aragona.
Nel 1465, Alfonso V inviò una flotta portoghese ad aiutare il cugino a rompere l'assedio di Barcellona da parte delle truppe di Giovanni II di Aragona.

Comunque si distinse per le sue campagne contro i musulmani del Nordafrica, e dopo avere perso Tangeri due volte (la seconda nel 1464) Alfonso si imbarcò in un'ultima campagna contro i musulmani che portò alla conquista di Arzila (1470) e alla definitiva conquista di Tangeri nel 1471 che gli guadagnò il soprannome di Africano.

Guerra di successione castigliana

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra di successione castigliana.
Bandiera di Alfonso V e Giovanna, la Beltraneja durante la loro pretesa al regno di Castiglia

In quegli anni si stava aprendo una lotta per la successione sul trono del regno di Castiglia, dove regnava sua sorella, Giovanna del Portogallo accanto al marito, Enrico IV: il re, Enrico, nel 1468, aveva firmato un trattato (Tratado de los Toros de Guisando) nel quale riconosceva di fatto l'illegittimità della figlia Giovanna[12], designando come erede la propria sorellastra, Isabella, la Cattolica.
Nel 1469, però, dopo che la sorellastra si era sposata, contro il volere di Enrico IV con l'erede al trono di Aragona, Ferdinando, Enrico ritrattò il precedente accordo, giurò pubblicamente che Giovanna era sua figlia legittima e la proclamò erede al trono (Cerimonia de la Val de Lozoya).

Ma nel 1474, la sorella di Alfonso V, Giovanna del Portogallo, per via delle relazioni extramatrimoniali fu ripudiata dal marito che dichiarò che il matrimonio non era mai stato valido e fu costretta a rientrare in Portogallo.
Però quando Enrico IV morì, l'11 dicembre del 1474, Giovanna rientrò in Castiglia per sostenere la figlia, Giovanna detta la Beltraneja, legittima erede del trono, contro Isabella.

Giovanna del Portogallo, prima di morire, combinò il matrimonio, che fu celebrato, a Plasencia, il 30 maggio del 1475, di sua figlia, Giovanna detta la Beltraneja, con suo fratello il re del Portogallo, Alfonso V[3].

Tuttavia, i tentativi di espansione politica nella penisola iberica di Alfonso V non diedero i frutti sperati[2], perché dopo aver invaso la Castiglia (estate del 1475), per difendere i diritti di sua moglie, dichiarato re di Castiglia e León, dai partigiani della moglie, non ostante che Isabella fosse già stata incoronata regina col marito Ferdinando, mentre il suo alleato, il re di Francia, Luigi XI, invadeva la Biscaglia, fu sconfitto non completamente, perché, il 1º marzo 1476, nella battaglia di Toro[2], mentre lui fu messo in fuga da Ferdinando, il figlio, Giovanni, tenne le posizioni sconfiggendo le forze che gli erano contrapposte; tuttavia dato che i suoi sostenitori in Castiglia diminuivano e soprattutto diverse città e contee che prima lo sostenevano, tra cui Madrid, passarono dalla parte di Isabella, si ritirò e, nel 1477, si recò in Francia per richiedere l'aiuto del re, Luigi XI, ma dopo aver intavolato delle trattative si accorse di non approdare ad alcun risultato e rientrò mestamente in Portogallo.

Ultimi anni di vita e morte

La pace fu siglata ad Alcáçovas (Viana do Alentejo)[13], dal figlio Giovanni, in quanto Alfonso V si era da tempo ritirato nel convento di Varatojo a Torres Vedras, lasciando il governo nelle mani del figlio. Visse in monastero, senza più interessarsi di politica, sino alla morte che lo raggiunse il 28 agosto del 1481[2] e fu tumulato nel Monastero di Batalha[2].
Alla sua morte gli successe il figlio Giovanni II[2].

Anche la moglie, Giovanna, dopo aver compreso che i suoi interessi erano stati traditi, ferita nell'onore e nell'orgoglio, nel 1479, si era ritirata nel monastero di Santa Clara di Coimbra, dove, nel 1480, prese i voti[14].

Discendenza

Dalla prima moglie, Isabella di Coimbra (1432-1455) Alfonso ebbe tre figli:

Dalla seconda moglie, Giovanna (1462-1530), non ebbe discendenza.

Antenati

Alfonso V del Portogallo Padre:
Edoardo del Portogallo
Nonno paterno:
Giovanni I del Portogallo
Bisnonno paterno:
Pietro I del Portogallo
Trisnonno paterno:
Alfonso IV del Portogallo
Trisnonna paterna:
Beatrice di Castiglia (1293-1359)
Bisnonna paterna:
Teresa Lourenço
Trisnonno paterno:
Lourenço Martins
Trisnonna paterna:
Sancha Martins
Nonna paterna:
Filippa di Lancaster
Bisnonno paterno:
Giovanni di Gand
Trisnonno paterno:
Edoardo III d'Inghilterra
Trisnonna paterna:
Filippa di Hainaut
Bisnonna paterna:
Bianca di Lancaster
Trisnonno paterno:
Enrico di Grosmont
Trisnonna paterna:
Isabella di Beaumont
Madre:
Eleonora di Trastámara
Nonno materno:
Ferdinando I di Aragona
Bisnonno materno:
Giovanni I di Castiglia
Trisnonno materno:
Enrico II di Castiglia
Trisnonna materna:
Giovanna Manuele
Bisnonna materna:
Eleonora d'Aragona (1358-1382)
Trisnonno materno:
Pietro IV di Aragona
Trisnonna materna:
Eleonora di Sicilia
Nonna materna:
Eleonora d'Alburquerque
Bisnonno materno:
Sancho d'Alburquerque
Trisnonno materno:
Alfonso XI di Castiglia
Trisnonna materna:
Eleonora di Guzmán
Bisnonna materna:
Beatrice del Portogallo
Trisnonno materno:
Pietro I del Portogallo
Trisnonna materna:
Inés de Castro

Onorificenze

Gran Maestro dell'Ordine del Cristo - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine della Torre e della Spada - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine di San Giacomo della Spada - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine Militare di San Benedetto d'Avis - nastrino per uniforme ordinaria

Predecessore
Re del Portogallo
Successore
Edoardo 13 settembre 1438 - 28 agosto 1481 Giovanni II

Note

  1. ^ Edoardo d'Aviz era figlio del re del Portogallo e dell'Algarve, João I o Giovanni I d'Aviz e di sua moglie, Filippa di Lancaster, figlia di Giovanni di Gand, duca di Lancaster (figlio di Edoardo III d'Inghilterra e zio del re d'Inhilterra, Riccardo II) e di Bianca di Lancaster (1345-1369), figlia di Enrico di Grosmont, primo duca di Lancaster.
  2. ^ a b c d e f g h (EN) Reali del Portogallo
  3. ^ a b (EN) Capetingi del Portogallo-genealogy
  4. ^ (EN) Fernando del Portogallo PEDIGREE
  5. ^ (DE) Edoardo del Portogallo genealogie mittelalter
  6. ^ Ferdinando I di Aragona era il figlio del re di Castiglia e León, Giovanni I e della sua prima moglie Eleonora di Aragona
  7. ^ Sancho di Castiglia era il figlio del re Alfonso XI di Castiglia e della sua amante, Eleonora di Guzmán
  8. ^ Beatrice del Portogallo era la figlia del re del Portogallo, Pietro I il Giustiziere e della sua amante e poi moglie segreta Inés de Castro.
  9. ^ Pietro mirava a rafforzare il potere centrale a scapito dei grandi feudatari di cui Alfonso era il rappresentante di maggior spicco
  10. ^ Giacomo II di Urgell, nel 1410, fu uno dei cinque pretendenti alla corona d'Aragona, conclusosi, nel 1412, col compromesso di Caspe
  11. ^ la lega marina cosponde a tre miglia, circa 5,555 chilometri
  12. ^ il partito avverso al re Enrico, data la non irreprensibile condotta della regina Giovanna, aveva messo in giro la voce che la sua erede fosse figlia, non sua ma di Beltrán de la Cueva per cui veniva chiamata Giovanna la Beltraneja ed in sovrappiù veniva malignamente aggiunto che il re era impotente.
  13. ^ il 4 settembre del 1479 il re del Portogallo, Alfonso V e la moglie Giovanna rinunciavano ad ogni pretesa sul regno di Castiglia e sulle isole Baleari e sulle isole Canarie mentre i regni di Castiglia e Aragona rinunciavano a Madera, alle Azzorre e alle isole di Capo Verde ed inoltre lasciavano al Portogallo tutte le terre a sud del Capo Bojador; il trattato venne controfirmato dai re Cattolici a Toledo nel marzo del 1480.
  14. ^ (EN) Reali di Castiglia

Bibliografia

  • Edgar Prestage, Il Portogallo nel medioevo, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. VII, pp. 576-610, Garzanti, 1999
  • Maurizio Gattoni, Gregorio XIII e la politica iberica dello Stato Pontificio (1572-1585), Roma, Edizioni Studium, 2007, pp.21-76

Voci correlate

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