Pallavicino

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I Pallavicino furono una delle maggiori e più antiche casate feudali dell'Italia Settentrionale, e uno dei rami più fiorenti (insieme ai Malaspina e agli Estensi) dell'antichissima stirpe obertenga. Ebbero potere nell'area tra Cremona, Parma e Piacenza, in cui costituirono uno Stato (detto appunto Stato Pallavicino comprendente Busseto, Zibello, Cortemaggiore ecc..), che godette di indipendenza fino a che fu sottomesso dai Farnese di Parma e Piacenza.

Questa famiglia non aveva alcuna relazione di parentela con i Pallavicini, antica famiglia genovese.

Origini della casata

I Pallavicino appartenevano al ramo adalbertino della stirpe obertenga, di cui facevano parte anche i marchesi di Massa, Corsica, Parodi e Gavi. Gli antenati dei Pallavicino furono dapprima una diramazione minore della famiglia, che si era stabilita nella valle Padana, tra Cremona e Piacenza. Da un marchese Oberto, vivente attorno al 1100, discendono sia i Pallavicino sia l'antica casata cremonese dei Cavalcabò, tuttora esistente. Figlio di Oberto fu il marchese Oberto detto Pelavicino, soprannome forse scherzoso in riferimento alla sua rapacità (condivisa peraltro da molti suoi 'colleghi'). Tale soprannome fu ereditato dai suoi discendenti, divenendo il cognome della famiglia nella forma Pallavicino. Oberto ottenne da Federico I la conferma dei feudi ereditari, nella pianura attorno all'Arda, l'antica contea di Aucia e futuro Stato Pallavicino. Il nipote Guglielmo, morto nel 1217, fu il capostipite di tutte le linee note della famiglia, che trassero origine dai nipoti Oberto, Manfredo e Pelavicino.

Pallavicino di Scipione

Manfredo e i suoi discendenti ebbero il titolo di Marchesi di Scipione, oggi frazione di Salsomaggiore Terme, che faceva allora parte del marchesato. I suoi discendenti, generalmente di parte ghibellina, ebbero importanti cariche pubbliche (podestà, capitani, governatori) nei maggiori comuni padani, e si legarono agli Sforza di Milano da cui ebbero (col marchese Pietro nel 1450) la conferma dei feudi. Dai tre figli di Pietro (Giovanni, Nicolò e Ludovico) discesero altrettante linee delle famiglia: quella di Giovanni si estinse rapidamente, salvo una discendenza naturale stabilitasi a Pavia, feudataria di Marcignago e Giovenzano (ora fraz. di Vellezzo Bellini), estinta nel 1738; quella di Nicolò si estinse nel 1613 con un marchese Orazio che nel 1568 aveva venduto la sua quota di Scipione con Salsomaggiore ecc. al Duca di Parma; quella di Ludovico durò fino al 1776.

Pallavicino di Pellegrino

Pelavicino, figlio di Guglielmo, ebbe il marchesato di Pellegrino Parmense. I suoi discendenti furono confermati nei loro feudi dai Visconti duchi di Milano, ma nel 1428 i due cugini Manfredo e Antonio, accusati di aver partecipato a una congiura, furono espropriati dei feudi. I loro discendenti vissero in modesta condizione nel territorio parmigiano e si estinsero nel 1795.

Oberto Pelavicino e i suoi discendenti

Il più celebre dei figli di Guglielmo fu Oberto Pelavicino, seguace dell'imperatore Federico II e successivamente capo riconosciuto del partito ghibellino nella valle Padana. Fu Signore di Cremona, Pavia, Piacenza, vicario imperiale, capitano generale di Milano. La sua fortuna declinò con l'arrivo in Italia di Carlo d'Angiò, la sconfitta di Corradino di Svevia e il trionfo della parte guelfa. Gli rimanevano solo i beni ereditari, che passarono al figlio Manfredino, i cui figli Oberto e Donnino nel 1348 divisero tra loro i feudi. A Oberto in particolare toccò Busseto, capoluogo dello Stato Pallavicino; Oberto iniziò una solida alleanza con i Visconti di Milano. Da Oberto, tramite Nicolò (fedele alleato di Giangaleazzo Visconti) si giunge a Orlando il Magnifico, che diede allo Stato Pallavicino gli statuti che ne regolarono la vita civile per tre secoli; ma fu anche l'ultimo marchese sotto il quale questo Stato mantenne la sua unità. Egli infatti nel 1453 lo divise tra i suoi numerosi figli, da cui ebbero origine le linee di Varano, Tabiano, Cortemaggiore, Busseto, Polesine e Zibello. Prima di occuparci di esse ricordiamo che dal citato Donnino discesero i marchesi di Ravarano (fraz. di Calestano nell'Appennino parmigiano); essi, divisi in più linee e generalmente decaduti, si estinsero entro il XVIII secolo, salvo una linea che acquisì il feudo di Stupinigi e si trasferì in Piemonte. Questa ebbe importanti incarichi alla corte dei Savoia, il governatorato di Ceva e il marchesato di Frabosa Soprana e Frabosa Sottana, e si estinse nel ramo principale nel 1816 mentre il ramo cadetto dei marchesi di Priola è tuttora fiorente.

Pallavicino di Varano

Il capostipite fu Nicolò, figlio di Orlando il Magnifico; era marchese di Varano de' Melegari, nell'Appennino parmigiano, il cui castello era stato costruito dal padre; possedeva inoltre Castelguelfo (Fontevivo) e altre località. Si estinsero nel 1782.

Pallavicino di Tabiano

Il capostipite fu Oberto, figlio di Orlando il Magnifico; era marchese di Tabiano presso Salsomaggiore. La sua discendenza si estinse nel XVIII secolo.

Pallavicino di Cortemaggiore

Il capostipite fu Gianluigi, figlio di Orlando il Magnifico; ebbe l'importante marchesato di Cortemaggiore con parte di Busseto, cui il figlio Orlando il Gobbo aggiunse Fiorenzuola d'Arda. La sua discendenza si estinse già nel XVI secolo. Sforza Pallavicino, chiamando erede di Busseto il congiunto Alessandro Pallavicino di Zibello, diede origine a una funesta lite con il ramo di Busseto.

Pallavicino di Polesine

Il capostipite fu Gianmanfredo, figlio di Orlando il Magnifico; ebbe il marchesato di Polesine Parmense. La sua discendenza si estinse nel XVIII secolo.

Pallavicino di Busseto

La linea più illustre della casata ebbe inizio con Pallavicino, figlio di Orlando il Magnifico; al marchesato di Busseto il figlio Galeazzo I aggiunse Fidenza, Felino, Torrechiara. Adalberto, figlio naturale di Galeazzo I, ottenne dall'Imperatore e del Papa di succedere in Busseto e Cortemaggiore (dopo l'estinzione del ramo omonimo). Poiché però parte di Busseto, come abbiamo visto, era stato lasciato in eredità al ramo di Zibello, ne derivò una lite tra Alessandro di Zibello e Galeazzo II, figlio di Adalberto, di cui approfittarono i Farnese, duchi di Parma e di Piacenza, per incamerare lo Stato Pallavicino. Inutilmente il figlio Galeazzo III ottenne sentenza favorevole dal tribunale imperiale: i suoi discendenti furono sovrani dello Stato Pallavicino solo di nome. La sua discendenza si estinse nel XIX secolo. Da Sforza Pallavicino, figlio di Galeazzo II, discesero i Pallavicino Trivulzio, signori di San Fiorano, estinti nella linea maschile nel 1878 con il marchese Giorgio, patriota del Risorgimento.

Pallavicino di Zibello

Ebbe origine da Gianfrancesco, figlio di Orlando il Magnifico; ebbe il marchesato di Zibello. La lite che contrappose Alessandro di Zibello al cugino Galeazzo II di Busseto ebbe la conseguenza che la casata non solo non successe in Busseto ma perse anche il feudo imperiale di Zibello a vantaggio dei Farnese. I suoi discendenti mantennero comunque il feudo di Zibello (come vassalli dei duchi di Parma) fino all'abolizione del feudalesimo. Questa linea, divisa in molti rami, è tuttora fiorente.

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