Nuceria Alfaterna

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(LA)

«Urbem inespugnabilibus muris cinctam.»

(IT)

«Città cinta da mura inespugnabili.»

Nuceria Alfaterna è un'antica città i cui resti si trovano tra Nocera Superiore e Nocera Inferiore (in provincia di Salerno).

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Nocera.
La posizione di Nuceria Alfaterna sulla Tavola Peutingeriana

Secondo le fonti antiche sarebbe stata fondata dai Sarrasti (abitanti della Valle del Sarno discendenti dai mitici Pelasgi). Miti a parte, la città fu fondata dall'unione di diversi villaggi sparsi nell'attuale Agro Nocerino Sarnese. Alla fine del VII secolo a.C. le popolazioni autoctone della valle per motivi soprattutto strategici andarono ad insediarsi verso il mare alcuni (fondando Pompei), verso l'interno altri, dando vita a Nuvkrinum (letteralmente la "nuova rocca"), colonizzando un luogo strategico (ben difeso passaggio obbligato tra i golfi di Napoli e Salerno) a guardia di una fertile valle.

Il centro nacque, quindi, come insediamento etrusco intorno alla fine del VII secolo a.C. entrando a far parte della dodecapoli (l'insieme delle dodici città più importanti) della colonizzazione etrusca in Campania, nata per bloccare l'espansione greca verso settentrione.

Dopo la sconfitta del 474 a.C. nel mare di Cuma, gli etruschi abbandonano la regione e Nuvkrinum passa ai Sanniti. La città, nel V secolo a.C., cambia nome aggiungendo al toponimo Nuvkrinum quello di Alfaternum, dal nome della tribù sannitica degli Alfaterni.

Fu una delle più importanti città dell'antica Campania. Divenne capitale di una confederazione (Lega nucerina) che comprendeva Pompei, Ercolano, Stabia e Sorrento. Batté propria moneta ed utilizzò un particolare alfabeto (alfabeto nucerino), basato sull'alfabeto greco e su quello etrusco. Lo sviluppo della città prima sannita e poi romana derivava dal passaggio di importanti vie di comunicazione, quali la via Stabiana (verso Stabia), la via Nuceria da Pompei e la Via Popilia, tra Capua e Reggio.

Fu ostile ai Romani durante la seconda guerra sannitica. Sconfitta divenne alleata di Roma nel 307 a.C.. Nel 216 a.C. fu distrutta da Annibale proprio per la sua fedeltà ai romani. Alla fine della guerra fu ricompensata dai romani con una completa ricostruzione. Mentre i suoi abitanti si trasferirono temporaneamente nella vicina Avella. Fu ancora saccheggiata durante la guerra sociale (Appiano, Bellum Civile) a seguito della quale ottenne la cittadinanza romana, inserita nella tribù Gens Menenia

Nuceria Constantia

In età augustea divenne colonia come Nuceria Constantia, ed inserita nella tribù Menenia. Ma la città conservò fiera le sue origini (infatti ancora in quest'epoca vi si scriveva e parlava anche greco, all'epoca segno di distinzione culturale).

La catastrofe successiva all'esplosione del Vesuvio del 79 d.C., la progressiva decadenza dei centri interni dell'Italia meridionale e della Campania nel II-III sec. d.C., contribuirono ad un lento declino del centro.

Fu sede vescovile, forse, già dal III-IV sec. d.C. e il primo vescovo fu San Prisco, il cui culto è ricordato da San Paolino di Nola in un suo carme. Durante la guerra greco-gotica a pochi chilometri, lungo le sponde del fiume Sarno, per mesi Bizantini e Goti si fronteggiarono fino all'epilogo della guerra nella battaglia dei Monti Lattari.

La città fu ancora attiva sotto l'amministrazione bizantina, il cui tentativo di dare nuovo impulso è testimoniato dall'erezione dello splendido battistero di Santa Maria Maggiore, uno dei rari esempi in Italia di battistero in età giustinianea.

La progressiva conquista da parte dei Longobardi dell'agro nocerino pose fine al rilancio della città come centro eminente dell'area: ne è un segno l'assenza di una cattedrale nei pressi del battistero.

Venuta meno la sua funzione urbana e amministrativa, perduta a favore di Sarno, inutilizzate e in parte dirute le mura urbane a seguito delle successive guerre tra i Longobardi e i ducati bizantini di Amalfi e Sorrento, gli abitanti andarono a rimpinguare i più recenti nuclei abitativi nel resto dell'agro e in Costiera Amalfitana, mentre solo una parte andò a costituire un ampio borgo difeso verso la "Collina del Parco" (attuale Nocera Inferiore), già sede di un mercato.

Monumenti principali

Della città antica si conservano alcuni resti, oggi collocati nel comune di Nocera Superiore.

L'impianto urbanistico occupava un'area di 1200 x 950 m, ed era regolare, con strade rettilinee che si incrociano ad angolo retto.

Mura

Le mura cittadine, a doppia cortina, furono costruite nel II secolo a.C. ed hanno uno spessore di 1,5 m e un'altezza di 5 m, mentre la distanza tra le due cortine corrisponde a circa 12 m.

  • Un loro tratto si conserva presso un campo sportivo con una torre di Nocera Superiore, in una località che non a caso, si chiama "Pareti", illuminata da feritoie e con numerosi materiali di reimpiego ai piani superiori, pertinenti ad una struttura medioevale, alla quale appartengono forse una cisterna e vasche.
  • Una seconda torre, detta oggi "Cantina Vecchia", si conserva sul lato orientale.

Teatro ellenistico-romano

Il teatro, ancora in località "Pareti", addossato alle mura cittadine, venne edificato nel II secolo a.C. in forme greche: di questa fase sopravvive il muro di sostegno della cavea ad ovest, in opus incertum)

Il teatro venne quindi restaurato in età augustea, che lo trasformò in forme romane, utilizzando l'opera laterizia per le strutture portanti e l'opera incerta per i tramezzi. Fu restaurato dopo i danni subiti nel terremoto del 62 e per l'eruzione del Vesuvio del 79. In abbandono dal IV secolo, fu utilizzato come cava di pietre e quindi progressivamente interrato nel corso del medioevo.

Si tratta di uno dei maggiori teatri per dimensioni della Campania (diametro di 96 m nella fase romana). La scena era costituita da una parete con tre nicchie in opera laterizia (semicircolare quella centrale e rettangolari le due laterali). Anche il pulpitum, il basso muro frontale che sorregeva il palcoscenico in tavole di legno davanti alla scena) era decorato con nicchie alternativamente semicircolari e rettangolari.

L'orchestra conserva i resti di una ricca pavimentazione in marmi policromi. Intorno all'orchestra scorreva l'euripus, canale per il deflusso delle acque. Si conservano ancora i gradini dell'ima cavea e della media cavea, dai quali sono stati in gran parte asportati i blocchi di rivestimento in tufo. Nella parodos occidentale si conservano affreschi in terzo stile pompeiano.

Da una sepoltura della necropoli del VI secolo a.C. adiacente al teatro, proviene l'oinochoe in bucchero con l'iscrizione "Bruties Esum" in alfabeto nucerino.

Anfiteatro

Si conservano alcune strutture dell'anfiteatro, attualmente inglobate in abitazioni più recenti, scoperte nel 1926. Le strutture visibili sembrano datarsi intorno alla metà del I secolo a.C. o in età augustea, con rifacimenti della fine del I secolo d.C.

Interessante il toponimo anche in questo caso: il quartiere in cui attualmente si conserva il sepolto anfiteatro si chiama "Grotti" e si trova a ridosso dei comuni delle due Nocera. Le "grotte" non sono altro che gli ambienti voltati (vomitoria) della struttura che, sottinterrati, venivano scoperti durante le fondazioni delle strutture successive.

Terme

Da recenti scavi, ancora in corso, è emersa una parte delle terme centrali della città

"La Rotonda" di Santa Maria Maggiore

Lo stesso argomento in dettaglio: Battistero Paleocristiano di Santa Maria Maggiore.
Interno del Battistero Paleocristiano di Santa Maria Maggiore

Il battistero a pianta circolare, con doppio anello (analogo alla Chiesa di Santa Costanza di Roma, originariamente mausoleo di Costanza) venne costruito dai Bizantini nella seconda metà del VI secolo sui resti di un edificio termale.

L'edificio reimpiega materiali più antichi, sia nello spesso cilindro esterno, sia per le quindici coppie di colonne che delimitano lo spazio centrale e sostengono la cupola.

Al centro la vasca battesimale (seconda in Italia per ampiezza) si presenta ottagonale all'esterno e circolare all'interno, circondata da otto colonne (cinque originali).

Rappresenta, probabilmente, un tentativo della città di riacquisire l'antico splendore attraverso la realizzazione di un monumento importante.

Necropoli di Pizzone

Com'è tipico nelle città romane, le necropoli principali erano collocate subito all'esterno delle porte urbiche e lungo le direttrici viarie principali. Una delle necropoli di Nuceria è emersa lungo il tracciato della via Popilia (ad est della città). Particolarmente notevoli il mausoleo a tumulo della gens Numisia e le tombe monumentali della gens Cornelia, della gens Lutatia e di Quinto Lutazio Varo.

Necropoli di San Clemente

Lo stesso argomento in dettaglio: Necropoli di San Clemente.

La Necropoli di San Clemente è un complesso di sepolture riferibili alla prima epoca imperiale (I secolo d.C.) e ad epoca tardo-imperiale (IV-V secolo). Vi sono, inoltre, alcuni ritrovamenti appartenenti a una fase più antica, di epoca ellenistica, ancora poco esplorati. Alcune epigrafi permettono di fare luce sull'esistenza di una comunità ebraica a Nuceria.

Necropoli di piazza del Corso

Lo stesso argomento in dettaglio: Monumenti funerari di piazza del Corso.

Un'altra necropoli è venuta alla luce nel territorio di Nocera Inferiore lungo l'asse viario che conduceva a Stabiae. Il monumento è relativo ad un veterano della Legione Gemina.

Rinvenimenti

Reperti rinvenuti a Nuceria Alfaterna nel XIX secolo sono conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Una statua di Atena, rinvenuta in un'esedra addossata alle mura cittadine, della metà del I secolo d.C. e i corredi tombali della necropoli di Nuceria Alfaterna (scavi del 1957) sono conservati nel Museo archeologico dell'Agro Nocerino, a Nocera Inferiore.

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Collegamenti esterni

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