Vai al contenuto

Duca di Nocera

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Duca di Nocera
Stemma
Stemma
Data di creazione10 agosto 1656
Creato daFilippo IV di Spagna
Primo detentoreFrancisco de Moura
Attuale detentoreFilipo Balbo Bertone di Sambuy y Wagnière

Duca di Nocera (in spagnolo: Duque de Nochera) è un titolo nobiliare spagnolo creato nel Regno di Napoli il 10 agosto 1656 dal re di Spagna Filippo IV d'Asburgo per Francisco de Moura y Corterreal, terzo marchese di Castelo Rodrigo, quarto conte di Lumiares. Il nome del titolo fa riferimento alla località di Nocera dei Pagani in Campania.

Il titolo fu riabilitato da Alfonso XIII, nel 1922, a favore di Alfonso Falcó y de la Gándara, XVI marchese di Castelo Rodrigo, XI barone di Benifayó, con la denominazione attuale di "duque de Nochera"².

Tale titolo fu utilizzato già nel 1521, quando Tiberio Carafa acquistò la città di Nocera dei Pagani e ne divenne duca. Ma questo primitivo ducato si estinse nel 1648 con la morte di Francesco Maria Domenico Carafa, ultimo della sua dinastia a governare la città.

Il territorio, Nocera dei Pagani

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Nocera dei Pagani.
Stemma di Nocera dei Pagani
Nocera dei Pagani nel 1702

Nel XVI secolo la Civitas di Nocera dei Pagani era divisa in due Dipartimenti, denominati Nocera Soprana e Nocera Sottana.

I due dipartimenti raggruppavano amministrativamente diversi casali che col tempo avrebbero dato origine alle odierne cittadine di Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Sant'Egidio, Pagani e Corbara.

La città godeva di uno status amministrativo molto particolare. Si trattava di una confederazione di Università, termine che all'epoca era all'incirca equivalente all'odierno Comune.

Lo stesso argomento in dettaglio: Urbanistica di Nocera dei Pagani.
  • Università di Nocera Soprana
    • Università di Nocera Corpo
    • Università di Pucciano
    • Università dei Tre casali
    • Università di San Matteo
    • Università di Sperandei
  • Università di Nocera sottana
    • Università di Barbazzano
    • Università di Pagani
    • Università di Sant'Egidio
    • Università di Corbara

Il Lodo Baldini

[modifica | modifica wikitesto]

I rapporti giuridici ed economici tra le diverse componenti della città erano regolati da una sorta di Carta costituzionale, il Lodo Baldini, redatto nel 1598 dal vescovo e giurista monsignore nocerino Carlo Baldini, Arcivescovo di Sorrento. Nel Lodo il numero dei Sindaci Universali viene fissato a tre: due per Nocera Soprana, ed uno per Nocera Sottana.

Amministrativamente le singole università, pur facendo parte della confederazione, godevano di una loro autonomia politica ed economica, disponendo di sindaci, parlamenti, magistrati particolari.

Tuttavia gli abitanti maschi e maggiorenni ogni anno, nel mese di agosto, nel corso di un'assemblea pubblica tenuta nei Parlamenti Universali eleggevano un proprio Sindaco Particolare e due o più Eletti (assimilabili agli attuali Assessori), oltre ad altri magistrati con funzioni varie, come i Razionali (Revisori dei Conti).

Nel corso di una diversa assemblea, gli abitanti di Nocera Sottana eleggevano poi un Sindaco Universale, che, insieme con gli altri due Sindaci Universali eletti da Nocera Soprana, formava una sorta di Triumvirato, cui era affidato il compito di occuparsi delle problematiche comuni a tutta la confederazione.

Ogni singola Università godeva di un proprio demanio, costituito da case, terre coltivate o boschi. Accanto ad esso esisteva, però, il Demanio comune della città, che era formato soprattutto da selve e boschi che ricoprivano una parte notevole del territorio.

I Carafa, primi duchi della città

[modifica | modifica wikitesto]
Stemma dei Carafa della Stadera, duchi di Nocera dal 1521 al 1647.
Stemma della famiglia Carafa - Branai Castriota

Il ducato di Nocera dei Pagani nasce il 12 dicembre del 1521 quando Tiberio Carafa della nobile famiglia dei Carafa della Stadera (o Caraffa) acquistò la città per 50.000 ducati. Il privilegio di esserne duca gli venne ufficialmente conferito il 25 dicembre di quello stesso anno.

Tiberio restò duca fino al 1527, anno della sua morte. Aveva ottenuto che il titolo fosse ereditabile per linea sanguigna diretta. Fu in tal modo il capostipite di una dinastia che durò per 127 anni.

Gli succedette il figlio, Ferdinando (o Ferrante I) Carafa, che diede inizio alla costruzione, intorno al 1530, del palazzo ducale.

Alla morte di Ferdinando, il 25 maggio 1558, divenne duca il figlio, Alfonso Carafa. Sposato con Giovanna Branai Castriota, discendente di Vrana Konti. Con Alfonso e Giovanna il ducato di Nocera visse uno dei suoi momenti migliori. Alla lodatissima moglie furono dedicati anche una serie di sonetti[1]. La sua corte fu ritrovo di letterati, come il filosofo calabrese Bernardino Telesio, che fu a lungo ospite del duca e fu precettore del figlio Ferdinando II. Proprio mentre era ospite presso il duca di Nocera il filosofo cosentino trovò il raccoglimento necessario per redigere la sua opera maggiore: il De rerum natura iuxta propria principia ("Intorno alla natura delle cose secondo i loro principi"), che il filosofo dedicò al figlio di Alfonso, Ferrante[2].

Alfonso morì nel 1581, e fu sepolto nella chiesetta del convento di Sant'Andrea, che lui stesso fece edificare nel 1563 dedicandolo all'ordine dei cappuccini.

Gli succedette il figlio Ferrante, che si fece valere come uomo d'armi nella battaglia di Lepanto.

Come il padre, amava di circondarsi di studiosi e di letterati. Fu, ad esempio, amico di Torquato Tasso, che gli dedicò una delle Rime d'occasione e d'encomio[3].

Fece edificare presso la strada dell'Incoronata a Napoli (oggi via Medina), il Palazzo Carafa di Nocera.

Il suo gusto per l'eccesso fu dimostrato dopo la sua morte (11 settembre 1593), quando lasciò debiti per seicentomila ducati.

Più che in patria si fece valere per le sue imprese all'estero il figlio di Ferrante, Francesco Maria Carafa, che nel 1625 prese parte all'assedio di Breda, fu nominato maestro di campo della regione Piemonte e Monferrato. Diede il suo contributo alla Battaglia di Nördlingen contro gli svedesi. Filippo IV lo nominò comandante generale di Gipuzkoa nel 1638. Nel 1639 fu nominato Viceré di Aragona e Grande di Spagna. In questo periodo lo accompagnò il suo confessore ed amico Baltasar Gracián, con il quale discusse molto della grave situazione che attraversava la Catalogna.

In questi anni Gracián diede luce a El Político, che basò sulla vita di Ferdinando il Cattolico, dedicandolo al duca di Nocera.

Tuttavia il suo atteggiamento fu mal visto e al seguito delle sue riserve sulle scelte politiche del duca conte di Olivares, fu imprigionato nella Torre di Pinto, a Madrid, dove morì, dopo un lungo procedimento penale, il 12 luglio del 1642[4]. È sepolto nel Colegio Imperial de la Compañía de Jesús della capitale spagnola (l'odierno Instituto San Isidro).

Gli succedette Francesco Maria Domenico Carafa. Il nuovo duca non entrò mai nelle grazie dei cittadini, e il suo mandato fu caratterizzato da numerose rivolte, che culminarono anche in un assalto al palazzo ducale. Di salute cagionevole, morì piuttosto giovane nel 1648. Lasciò il ducato a Emanuele Carafa, ma non essendo costui suo figlio legittimo, venne meno il contratto che era stato stipulato da Tiberio Carafa. Per questo motivo Nocera in quell'anno tornò per breve tempo nel Regio Demanio e la Corona.

Con Francesco Maria Domenico, quindi, si estinse la dinastia dei Carafa a Nocera, il cui ducato passò a partire dal 1660 alla famiglia di origine portoghese dei Moura, marchesi di Castelo Rodrigo.

Nel 1649 Francisco de Moura, terzo marchese di Castelo Rodrigo, nobile di origine portoghese ma rimasto fedele alla corona spagnola allo scoppio della guerra di restaurazione portoghese, chiese alla corte un risarcimento di 150.000 ducati per le confische subite in Portogallo. A titolo di risarcimento Filippo IV di Spagna gli offrì il feudo di Nocera dei Pagani. Essendo stato questo valutato 223.000 ducati, il regio erario chiese al marchese di restituire 73.000 ducati.

Ne emerse una controversia che si protrasse oltre il 1656 quando un'ampia parte del regno di Napoli fu flagellato da una peste. La città di Nocera ne fu seriamente colpita e, secondo il marchese, deprezzata. Dopo una nuova stima del feudo, se ne fissò il valore in 163.000 ducati. Versata la differenza, finalmente, nel 1660 la casata dei Moura ottenne la città di Nocera dei Pagani, reggendola fino al 1707. Con l'occasione, precisamente il 10 agosto 1656, il re di Spagna Filippo IV d'Asburgo creò ufficialmente il titolo di Duca di Nocera.

Francisco divenne così il settimo duca della città, pur senza mai metterci piede e reggendola tramite un governatore. Morì il 26 novembre del 1675. Pur non avendolo mai visto, i nocerini gli tributarono funerali solenni nella cattedrale di San Prisco.

Gli succedette la figlia, Eleonora de Moura y Moncada de Aragón, che, nonostante due mariti, non lasciò, alla sua morte, figli ancora in vita. I nocerini furono molto devoti alla loro duchessa, e si prodigarono sia con messe nel lutto per la vedovanza, sia con fuochi nel giubilo per il suo secondo matrimonio e per la nascita di un figlio (che morì molto giovane, del resto seguito ben presto dal primogenito nato dal precedente matrimonio). Nonostante avesse soggiornato a Napoli per un anno, Eleonora non si recò mai a far visita alla sua città.

Quando Eleonora morì a Madrid il 28 novembre 1706,[5] il titolo di duchessa si trasferì alla sorella Giovanna de Moura, che si era coniugata in prime nozze con Giberto I Pio di Savoia, principe di San Gregorio, dal quale aveva avuto quattro figli, e poi con Domenico Contarini, patrizio di Venezia, senza ulteriore discendenza.[6]

L'esercizio delle prerogative ducali da parte di Giovanna, tuttavia, durò molto poco. Quando infatti, nel 1707, nel quadro della guerra di successione spagnola, le truppe austriache occuparono il regno di Napoli, Giovanna, seguendo le orme del figlio maschio primogenito Francesco Pio di Savoia, mariscal de campo dell'esercito borbonico, rifiutò di prestare giuramento al nuovo sovrano austriaco di Napoli, il futuro imperatore Carlo VI d'Asburgo. Per questo motivo fu accusata di fellonia e spogliata di tutti i suoi feudi, compresa Nocera.

I Pio di Savoia

[modifica | modifica wikitesto]
Stemma della famiglia Pio di Savoia

Nel 1709 il figlio minore di Giovanna, Luigi, che aveva invece fin dall'inizio aderito al partito asburgico e combatteva nelle file dell'esercito austriaco, fu investito dei titoli che erano stati sottratti alla madre a al fratello primogenito Francesco. Egli rimase duca di Nocera fino al 1735, quando gli sviluppi della guerra di successione polacca determinarono un'inversione della situazione dinastica del regno di Napoli. L'anno precedente, infatti, cacciate le truppe austriache, l'infante di Spagna Don Carlos di Borbone era stato proclamato re di Napoli, il che creò le condizioni per l'annullamento degli atti che avevano spossessato Giovanna nel 1707 e per il reintegro dei titoli a lei sottratti all'interno del maggiorasco della famiglia Pio di Savoia, in capo a Giberto II, unico erede maschio del defunto primogenito Francesco. Luigi, che pure aveva ottenuto dall'imperatore un ormai inutilizzabile diploma di primogenitura, non cercò in alcun modo di opporsi, essendo fra l'altro Giberto il suo unico nipote maschio ed erede legale.[7]

Rimasto Giberto senza figli e in vigenza del diritto successorio spagnolo che era aperto anche alle donne in caso di assenza di eredi maschi, il titolo ducale di Nocera passò alla sorella Isabel María Pío de Savoia y Moura.

I Pio di Savoia furono restii a concedere ai cittadini i privilegi che gli erano stati accordati per secoli dai duchi precedenti, pertanto i Pio di Savoia non furono mai ben visti in città.

Isabella morì nel 1799 lasciando il feudo di Nocera alla famiglia del marito. Ma a causa dello scoppiare in quell'anno della rivoluzione napoletana e degli stravolgimenti che ne seguirono, fu l'ultima duchessa di fatto della città.

Dopo di lei il titolo esistette, solo per via nominale, per brevissimo tempo, continuando con il figlio Antonio Valcárcel y Pío de Saboya (1748-1808) ed esaurendosi col nipote Antonio Valcárcel y Pascual de Pobil[8].

La "rinnovazione" del titolo

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1922 il re Alfonso XIII decretò la rehabilitación ("rinnovazione"[9]) del titolo di duca di Nocera (duque de Nochera) a favore della nobile famiglia spagnola dei Falcó y de la Gándara, dicendente dai Pio di Savoia per via femminile.[10] Il titolo è tuttora in vigore.[11]

Alfonso Falcó y de la Gándara (1903-1967), diventò così il nono duca di Nocera, (il quindicesimo considerando i Carafa), oltre a essere anche sedicesimo marchese di Castelo Rodrigo, diciassettesimo conte di Lumiares, undicesimo barone de Benifayó,[12] e due volte grande di Spagna. Alfonso si sposò con Sveva Vittoria Colonna y Sursoch, figlia di Marcantonio, principe e duca di Paliano, ma non ebbe discendenti. Così come non aveva avuto discendenti neppure sua sorella maggiore ed erede, María Asunción Falcó y de la Gándara (1883-1971), che assunse brevemente i titoli di famiglia dal 1967[13] alla sua morte, nel 1970.

A succedere a lei fu quindi un cugino di secondo grado,[14] l'italiano Ernesto Balbo Bertone di Sambuy, nipote dell'omonimo sindaco di Torino degli anni 1880, il quale, oltre a essere per nascita conte di Sambuy, divenne quindi l'undicesimo duca di Nocera, diciottesimo marchese di Castelo Rodrigo, diciannovesimo conte di Lumiares. Suo figlio di primo letto, Filippo Balbo Bertone di Sambuy (y Wagnière, se si vuole seguire l'uso ispanico) è dal 2005 il detentore, riconosciuto dalla stato spagnolo, dei titoli di famiglia, con grandato di Spagna. Con la famiglia Balbo Bertone di Sambuy, il titolo ducale di Nocera è idealmente tornato a casa in Italia[15]. Sposato con Patrizia Zapparoli, l'attuale duca ha una figlia, nata l'11 novembre 1995, indicata nell'elenco dei titoli nobiliari spagnoli curato dall'Istituto Salazar y Castro, con la denominazione ispanica di Gabriela Balbo Bertone di Sambuy y Zapparoli[16].

Successione dei duchi

[modifica | modifica wikitesto]
Titolare Periodo
Creato da Carlo IV di Napoli
I Tiberio Carafa 1521-1527
II Ferdinando I Carafa 1527-1558
III Alfonso Carafa 1558-1581
IV Ferdinando II Carafa 1581-1593
V Francesco Maria Carafa 1593-1642
VI Francesco Maria Domenico Carafa 1642-1648
Creato da Filippo IV d'Asburgo
I Francisco de Moura y Melo 1660-1675
II Leonor de Moura y Moncada, figlia 1675-1706
III Juana de Moura y Moncada (rimane "titolare" secohdo il diritto spagnolo 1707-1717), sorella 1706-1707 (1717)
confisca del ducato per inadempienza agli obblighi feudali nei confronti dei nuovi reali austriaci 1707-1709
IV Luigi Pio di Savoia (duca effettivo secondo il diritto austriaco), figlio
Francesco Pio di Savoia ("duca titolare" di diritto spagnolo), figlio
1709-1735
1717-1723
V Gisberto II Pío de Saboya y Spínola (solo "titolare" fino al 1735), figlio di Francesco 1735 (1723)-1776
VI Isabel María Pío de Saboya y Spínola, sorella 1776-1799
VII Antonio Valcárcel y Pío de Saboya, figlio 1799-1808
VIII Antonio Valcárcel y Pascual de Pobil, figlio 1808-1814
Rinnovazione da parte di Alfonso XIII
IX Alfonso Falcó y de la Gándara, pronipote diretto del VII duca 1922-1967
X María de la Asunción Falcó y de la Gándara, sorella 1967-1970
XI Carlo Ernesto Balbo Bertone di Sambuy, cugino di secondo grado (e pronipote diretto del VII duca) 1971[17]-2005
XII Filippo Balbo Bertone di Sambuy (y Wagnière), figlio 2005-titolare attuale
  1. ^ Rime in lode della Ill.a S.a D.a Giovanna Castriate Carrafa, Duchessa de Nocera, e Marcheasa di Civita Santo Angelo, scritte in varii tempi da diversi huomini hillustri, et raccolte da Don Scipione de' Monti, Vico Equense: G. Cocchi, 1585.
  2. ^ http://books.google.it/books?id=0HD5n-XabwgC&pg=PA3&lpg=PA3&dq=bernardino+telesio+nocera&source=bl&ots=MIJIfOQ9xB&sig=zbGoAIxGwvHOwXKB-CtKox1QjSM&hl=it&sa=X&ei=VyfvT9DaBYiVswbYxqSPDw&ved=0CFcQ6AEwAQ#v=onepage&q=bernardino%20telesio%20nocera&f=false
  3. ^ Torquato Tasso, Rime d'occasione e d'encomio, n. 1411, Al signor duca di Nocera libro quarto - parte seconda.
  4. ^ Il procedimento, stando all'Orlando, continuò postumo e si concluse con la piena assoluzione del duca.
  5. ^ Le fonti, a partire da Orlando (III, p. 239), dànno in genere il 1º gennaio 1707 come data di morte. Tuttavia, correggendo esplicitamente lo storico nocerino e fondandosi sulle sue ricerche sugli archivi della famiglia Pio di Savoia, erede della nobildonna, Pier Luigi Baroni asserisce che la corretta data di morte risale invece al 28 novembre 1706 (p. 256, nota n. 23). Tale data è confermata dalla dettagliata ricognizione dell'obituario della nobiltà madrilena del XVIII secolo, curata da (ES) José Miguel de Mayoralgo y Lodo, Necrologio nobiliario madrileño del siglo XVIII (1701-1808), in Hidalguía. La revista de genealogía, nobleza y armas, anno XV, n. 330, Madrid, Hidalguía, settembre-ottobre 2008, p. 641, ISSN 0018-1285 (WC · ACNP). Il 1706 come anno di morte è anche fornito nell'indice dei nomi, in Attilio Antonelli (a cura di), Cerimoniale del viceregno spagnolo e austriaco di Napoli 1650 - 1717, Napoli, Rubbettino V&V, 2012, p. 588, ISBN 978-8849834840.
  6. ^ Gino Benzoni, CONTARINI, Domenico, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 28, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1983. URL consultato il 18 gennaio 2023. Il cognome della nobildonna è peraltro erroneamente indicato solamente come «Moncada».
  7. ^ Baroni, p. 28. Gennaro Orlando risulta abbastanza impreciso nel riferire le vicende della famiglia Pio: confonde il Luigi "duca di Nocera" e figlio di Giovanna de Moura, con il suo omonimo zio deceduto nel 1665, ed afferma anche che il periodo di esercizio delle prerogative ducali da parte di Luigi avrebbe subito un breve periodo di interruzione dal 1723 al 1725 a seguito della partecipazione ad una congiura antiasburgica (III, p. 245 e sgg.). Secondo Baroni non vi è traccia di ciò nelle carte dei Pio ed è possibile che Orlando abbia equivocato su qualche atto cautelare assunto nel 1723 in concomitanza con la morte di Francesco Pio di Savoia, pretendente alla carica ducale in luogo del fratello minore (p. 20).
  8. ^ All'ottavo duca di Nocera sarebbe dovuta succedere la sorella María de la Concepción Valcárcel y Pascuaal de Pobil, undicesima marchesa di Castel Rodrigo, ottava marchesa di Almonacid de los Oteros, che sposò Pascual Falcó de Belaochaga y Pujades, barone di Benifayó. Ma al nome Falcó, furono associati i soli titoli del marchesato di Castelo Rodrigo, della contea di Lumiares e della baronia di Benifayó.
  9. ^ Secondo la terminologia a suo tempo in uso nel Regno d'Italia, dove peraltro continuò sempre ad essere limitata alla sola "agnazione maschile" (art. 5, primo comma, lettera b), R.D. 7 giugno 1943, n. 651).
  10. ^ (ES) Real decreto rehabilitando [...] el título de duque de Nochera, con Grandeza de España, para sí, sus hijos y sucesores legitimos, a favor de D. Alfonso Falcó de la Gándara [Regio decreto di rinnovazione [...] del titolo di duca di Nocera, con grandato di Spagna, per sé, per i suoi figli e per i suoi successori legittimi, a favore di Don Alfonso Falcó de la Gándara...] (PDF), su Gaceta de Madrid, Núm. 59 de 28 Febrero 1922, BOE (Bollettino Ufficiale di Stato del Regno di Spagna), 15 febbraio 1922. URL consultato il 16 gennaio 2023.
  11. ^ (ES) 5066 ORDEN JUS/774/2005, de 8 de marzo, por la que se manda expedir [...] Real Carta de Sucesión en el título de Duque de Nochera, con Grandeza de España, a favor de don Filippo Balbo Bertone di Sambuy [Ordinanza del Ministero della Giustizia (JUS/774/2005) dell'8 marzo con cui si dispone l'emissione [...] di una Regia Carta di Successione nel titolo di Duca di Nocera, con grandato di Spagna, in favore di Don Filippo Balbo Bertone di Sambuy] (PDF), su BOE, núm. 76 de 30 marzo 2005, BOE (Bollettino Ufficiale di Stato del Regno di Spagna), 8 marzo 2005. URL consultato il 16 gennaio 2023.
  12. ^ Il titolo signorile dei Benifayó fu venduto nel 1872 da Miguel Falcó de Belaochaga al Ayuntamiento
  13. ^ (ES) RESOLUCION de la Subsecretaría por la que se anuncia haber sido solicitada por doña María de la Asunción Falcó y de la Gándara la sucesión en el título de Duque de Nochera, con Grandeza de España [Risoluzione della Sottosegreteria con cui si annuncia essere stata richiesta da Donna María de la Asunción Falcó y de la Gándara la successione nel titolo di Duca di Nocera, con Grandato di Spagna] (PDF), su BOE, núm. 269 de 10 noviembre 1967, BOE (Bollettino Ufficiale di Stato del Regno di Spagna), 2 novembre 1967. URL consultato il 26 gennaio 2023. Analogo annuncio per il titolo marchionale di Castel-Rodrigo è stato pubblicato sul numero successivo del BOE.
  14. ^ La nonna materna, Beatriz Falcó y Trivulzio, era zia di Alfonso e María de la Asunción Falcó – e pronipote in linea diretta femminile del VII duca Antonio Valcárcel y Pío de Saboya (cfr. Beatriz FALCÓ Y TRIVULZIO, su Tabla de parentescos de don Fernando de Castilla, Regidor de La Palma (s. xvi). URL consultato il 15 luglio 2023..
  15. ^ (ES) José Luis de la Guardia Salvetti, El linaje Pío de Saboya y sus enlaces con España (PDF), in La Gacetilla de Hidalgos de España, Año LII, n. 524, Ottobre-Novembre-Dicembre 2010, pp. 30-33. URL consultato il 26 gennaio 2023.
  16. ^ (ES) Instituto Salazar y Castro, Elenco de grandezas y titulos nobiliarios españoles, Madrid, Edic. de la Revista Hidalguía, 2010, p. 664, ISBN 978-84-89851-65-8.
  17. ^ La duchessa Falcó y de la Gándara è deceduta nel 1970, ma l'ordinanza per il rilascio della patente di successione, pur richiesta nel novembre dell'anno precedente (BOE n. 276 del 18 novembre 1970, p. 18688), fu emanata solo il 4 febbraio 1971 (BOE n. 44 del 20 febbraio 1971, p. 2851).
  • Pier Giovanni Baroni, Missione diplomatica presso la Repubblica di Venezia (1732-1743) : Luigi Pio di Savoia, ambasciatore d'Austria, Bologna, Ponte nuovo, 1973
  • Gennaro Orlando, Storia di Nocera de' Pagani, Napoli, 1888
  • Fortunato Teobaldo (a cura di), Nuceria, scritti in onore di Raffaele Pucci, Postiglione (SA), 2006