Mehmet I
Mehmed I | |
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Il sultano raffigurato in una miniatura del XVI secolo | |
Sultano dell'Impero ottomano | |
In carica | 5 luglio 1413 – 26 maggio 1421 |
Predecessore | Interregno ottomano, in precedenza Bayezid I |
Successore | Murad II |
Trattamento | Padiscià |
Nascita | Edirne, 1389 |
Morte | Edirne, 26 maggio 1421 |
Luogo di sepoltura | Mausoleo verde, Bursa |
Dinastia | Ottomana |
Padre | Bayezid I |
Madre | Devlet Hatun |
Consorte | Emine Hatun |
Figli | Murad II |
Religione | Islam sufita |
Firma | ![]() |
Mehmet I o Mehemmet (in turco ottomano چلبی محمد, Çelebi Mehmet, detto Kirişçi, "il Tenace"; Edirne, 1389 – Edirne, 26 maggio 1421) fu sultano dell'Impero ottomano dal 1413 al 1421.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Guerra di successione ottomana[modifica | modifica wikitesto]
Mehmet (o Mehemmet) Çelebi[1] era l'ultimo dei quattro figli del sultano Bayezid I. Partecipò alla disastrosa sconfitta dell'esercito ottomano contro i Tartari nella battaglia di Ancyra del 1402; il padre venne fatto prigioniero da Tamerlano e morì in cattività l'anno seguente. I suoi figli riuscirono a fuggire, ma l'Impero ottomano precipitò nel caos e nelle lotte fratricide per la successione (è il periodo del cosiddetto Interregno ottomano).[2] Mehmet riuscì ad impadronirsi dell'Asia Minore, mentre Solimano si stabilì in Europa, dove ottenne il riconoscimento come legittimo sultano dall'imperatore bizantino Manuele II Paleologo (1391-1425), grazie al trattato di Gallipoli del maggio 1403.[3] Nel 1411 il fratello Musa Çelebi si impossessò dei domini europei uccidendo Solimano, diventando il nuovo contendente di Mehmet.[4] Ma l'errore di Musa fu quello di revocare l'amicizia che il fratello Solimano aveva con Manuele e fargli guerra: per questo Manuele si dichiarò pronto a riconoscere Mehmet quale vero sultano, se in cambio questi gli avesse confermato i vantaggi territoriali ottenuti da Solimano nel trattato di Gallipoli.[5] Mehmet I, capendo che non avrebbe potuto vincere la guerra civile senza l'aiuto dei Bizantini, accettò, e il 5 luglio 1413 si scontrò a Chamurli (odierna Samokov, nell'attuale Bulgaria occidentale) contro Musa, che venne sconfitto e ucciso.[6]
Dopo undici anni di guerra, Mehmet riunificò l'impero ottomano, facendosi incoronare ad Adrianopoli sultano dei Turchi Ottomani: doveva quella sua vittoria a Manuele.[6] Mehmet mandò un emissario a dare la notizia della sua vittoria a Manuele, ordinandogli di dire:
«Va a dire a mio padre, l'imperatore dei Romani, che da questo giorno in poi io sono e sarò il suo suddito, come un figlio con il padre. Che mi comandi di eseguire la sua volontà e io ne esaudirò i desideri con il più grande piacere, come servo suo.» |
(Mehmet I[7]) |
Nell'Impero ottomano i problemi non erano finiti: apparve infatti un nuovo pretendente al trono che diceva di essere Mustafà, il fratello maggiore di Mehmet. L'impostore riuscì a organizzare un esercito e a diventare una minaccia reale per Mehmet; la guerra civile era ricominciata ma non era destinata a durare molto, dal momento che il sultano riuscì a sedare in fretta la rivolta.[8] Mustafà venne salvato dai Veneziani e portato a Tessalonica, presso la corte di Andronico Paleologo, che lo prese sotto la sua protezione.[9] Mehmet si lamentò di ciò con Manuele, che condannò Mustafà al carcere a vita, pena che sarebbe stata scontata nell'isola di Lemno.[10] L'imperatore bizantino ancora una volta era stato molto abile, perché, condannando il ribelle al carcere a vita nell'impero bizantino, lo salvava da morte certa, che non avrebbe potuto evitare se fosse caduto nelle mani di Mehmet: in tal modo Manuele aveva in mano un possibile pretendente al trono dei sultani.[11]
Regno[modifica | modifica wikitesto]
Durante il suo regno l'impero ottomano venne risollevarlo e preparato alla vigorosa spinta espansionistica della metà del XV secolo, egli trasferì la capitale da Bursa ad Adrianopoli, conquistò alcuni territori dell'Albania, l'emirato turco di Candaroğlu e il regno cristiano di Cilicia.
Mehmet I fu inoltre un mecenate e grande amante dell'arte e della letteratura. Venne seppellito a Bursa in un mausoleo chiamato Yeşil Türbe fatto costruire da lui stesso accanto alla moschea di Yeşil Camii, eretta sempre dietro suo ordine, che, dalle stupende decorazioni in ceramica verde, è detta la "Moschea Verde", uno dei più begli esempi di architettura ottomana. Accanto alla moschea e al mausoleo a lui dedicato, Mehmet fondò una scuola e un refettorio per i poveri. Fece inoltre completare la vasta e imponente moschea di Bursa, iniziata al tempo di suo nonno Murad I, la cui costruzione era stata interrotta nei tempi turbolenti che erano seguiti.
Mehmet I morì il 21 maggio 1421 e gli successe il figlio Murad II (1421-1444; 1446-1451).[12]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ "Signore", ma nella linea dinastica ottomana usato per indicare il concetto di "Principe".
- ^ Giorgio Sfranze, I.
- ^ Ducas, XXV, 3.
- ^ Ducas, XXV, 7.
- ^ Ducas, XXVI, 4.
- ^ a b Ducas, XXVI, 5-8.
- ^ Ducas, XXVII, 5.
- ^ Ducas, XXXIII, 1-2.
- ^ Ducas, XXXIII, 2.
- ^ Ducas, XXXIII, 6-8.
- ^ Ducas, XXXIII, 9-10.
- ^ Giorgio Sfranze, VII [4].
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- John Julius Norwich, Bisanzio, Milano, Mondadori, 2000, ISBN 88-04-48185-4.
- Giorgio Sfranze, Paleologo. Grandezza e caduta di Bisanzio, Palermo, Sellerio, 2008, ISBN 88-389-2226-8.
- Ducas, Historia turco-bizantina 1341-1462, a cura di Michele Puglia, Rimini, il Cerchio, 2008, ISBN 88-8474-164-5.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mehmet I
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Maometto I, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Mehmet I, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 263937854 · ISNI (EN) 0000 0003 8194 9877 · BAV 495/160195 · CERL cnp00582937 · GND (DE) 124832911 · WorldCat Identities (EN) viaf-10789830 |
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