Lando Ferretti

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Lando Ferretti

Senatore della Repubblica Italiana
In carica
LegislaturaII, III, IV
Gruppo
parlamentare
MSI
CircoscrizioneRegione Lazio
CollegioRoma III e I
Sito istituzionale

Consigliere nazionale della camera dei fasci e delle corporazioni
In carica
LegislaturaXXX

Deputato del Regno d'Italia
In carica
LegislaturaXXVII, XXVIII, XXIX
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoMovimento Sociale Italiano
Titolo di studioLaurea in lettere, laurea in legge
UniversitàUniversità di Pisa
ProfessionePolitico, giornalista, dirigente sportivo

Lando Ferretti (Pontedera, 2 maggio 1895Roma, 8 gennaio 1977) è stato un politico, giornalista e dirigente sportivo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli alterni rapporti con il fascismo[modifica | modifica wikitesto]

Lando Ferretti al tempo della presidenza del CONI

Combattente di due guerre, pluridecorato al valor militare, ferito sul Carso e sull'Adamello, capocorso alla scuola Normale di Pisa, laureato in lettere a Pisa e in legge a Pavia, è stato fondatore e presidente del Pontedera[1] nel 1912 e nel comitato di redazione della Gazzetta dello Sport. Nel 1924 è eletto deputato alla Camera nel listone fascista.[2] Assunse la Presidenza del CONI dal 1925 al 1928. Nel 1929 è rieletto deputato e sarà confermato nel 1934 mentre nel 1939 fu consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Inoltre, nel 1927 fece parte del direttorio fascista Pisano con Ugo Romanzini, il barone Giulio Carranza, Paolo Pedani e altri gerarchi fascisti dell'epoca.

Dopo il successo italiano alle Olimpiadi di Amsterdam 1928 (7 medaglie d'oro vinte e quarto posto in classifica generale davanti, tra le altre, a Francia, Gran Bretagna e Giappone) fu chiamato a dirigere l'Ufficio Stampa del Capo del Governo e nominato poco dopo membro del Gran Consiglio del Fascismo. Proseguì, inoltre, la sua attività giornalistica, dirigendo dal 1928 «Lo Sport fascista» e, dall'anno successivo, la rivista di cinema «Lo Schermo», entrambi fino alla fine del fascismo (1943)[3].

Presidente onorario dell'Inter e Commissario Straordinario della F.I.G.C., nominò la Commissione che compilò la Carta di Viareggio ed introdusse il girone unico nel campionato di serie A. Dal 1931 fino alla sua espulsione dal Partito Nazionale Fascista nel 1939 fu presidente del Premio Viareggio. Questa espulsione fu motivata dalla sua contrarietà all'alleanza con la Germania di Hitler ed alle leggi antiebraiche. Fu presidente del comitato per le onoranze a Francesco Ferrucci e del Comitato per il bimillenario virgiliano.

Il secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Nel secondo dopoguerra si avvicina all'MSI, nelle cui liste è eletto senatore della Repubblica per tre legislature, dal 1953 al 1968. Durante questo periodo è stato anche eurodeputato e componente del comitato organizzativo delle Olimpiadi di Roma del 1960, nonché presidente del Panathlon. Fu il primo parlamentare a presentare una proposta di legge per far votare gli italiani all'estero nel 1955.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Il libro dello sport (Roma, 1928)
Appunti sulla genesi dei Costituti pisani, 1929

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Forza Pontedera, la storia
  2. ^ Deputati / Lando Ferretti / XXVII Legislatura del Regno d'Italia, su storia.camera.it. URL consultato il 24 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2012).
  3. ^ Lando Ferretti, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • I giornalisti Fausto Pettinelli (RAI) e Giampaolo Grassi (ANSA) hanno dedicato all'attività giornalistica di Ferretti al tempo del fascismo uno studio dal titolo Lando Ferretti, il giornalista di Mussolini, edito nel 2005 dalla casa di Pontedera Bandecchi e Vivaldi.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Direttore della Gazzetta dello Sport Successore
Lando Ferretti e Pietro Petroselli co-direttori dicembre 1923 - gennaio 1924 Renato Tassi
Controllo di autoritàVIAF (EN4019870 · ISNI (EN0000 0000 6130 3428 · SBN RAVV034996 · BAV 495/121295 · LCCN (ENn88094595 · GND (DE1050469488 · BNE (ESXX1269668 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n88094595