Umile da Petralia

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Giovan Francesco Pitorno, meglio noto come frate Umile da Petralia (Petralia Soprana, 1600Palermo, 9 febbraio 1639), è stato uno scultore e religioso italiano.

Ecce Homo di Calvaruso
Crocifisso, chiesa di San Papino di Milazzo.
Dettaglio del Crocifisso, chiesa di San Papino di Milazzo.

Figlio di un legnaiuolo, si formò in un ambito artigianale, nelle botteghe di intagliatori delle Madonie[1] e forse a Palermo.

Il padre Giovan Tommaso Pintorno da Geraci è "maestro di legname", la madre Antonia Buongiorno appartiene a nobile casato. Il giovane Giovan Francesco cresce in una famiglia numerosissima costituita da 16 figli, la pianificazione di un matrimonio combinato condiziona le sue scelte e trova nella vocazione religiosa la ragione di vita.[2]

Entrò come laico nell'ordine dei Frati minori osservanti riformati nel 1623, prendendo il nome di Umile, ed iniziò un'attività di scultore in legno specializzandosi nei crocefissi policromi.

Nel novembre 1623 il flagello della peste nera [1] imperversa nell'isola in due ondate d'epidemie successive diffuse nel (16241626), (16291631) e miete numerose vittime. Fu proprio lo scontro con la dura realtà della malattia e della morte a determinare in modo decisivo il grande realismo delle sue sculture.

La presenza di scultori in legno tra i francescani, sia prima che dopo fra' Umile, indica un'attività di scuola artistica all'interno dell'ordine in cui Giovan Francesco abbia potuto completare la propria preparazione artistica.[senza fonte]

La vena artistica sviluppata nella bottega paterna, maturata a Palermo, successivamente consolidata nell'ambito di una produzione permeata dallo stile di artisti a lui territorialmente e ecclesiasticamente noti: i Li Volsi di Nicosia famiglia di scultori statuari, i Ferraro di Giuliana famiglia di grandiosi decoratori a stucco, i Lo Cascio famiglia di intagliatori di Giuliana e Chiusa Sclafani, i Gagini famosissima famiglia di scultori e marmorari rinascimentali della corrente lombardo-ticinese-siciliana, il milanese gesuita Gian Paolo Taurino abile scultore in legno.

La sua biografia risulta piuttosto oscura, anche a causa di una tradizione ricca di aneddoti miracolistici tramandata da scrittori francescani, desiderosi di far apparire la sua opera come frutto di un dono divino.[1]

Realizzò le sue opere vagando per tutta la Sicilia, seguendo le numerose commissioni che gli arrivavano. Negli ultimi anni, forse malato, si fermò a Palermo nel convento di Sant'Antonio dove formò una scuola con numerosi discepoli.

Frate Umile da Petralia è sepolto nella chiesa del convento di Sant'Antonio di Padova o Sant'Antonino di Palermo.

Personalità ascetica e penitenziale, la sua opera si caratterizza per uno stile personale di grande drammaticità che enfatizza la sofferenza ed il dolore e che ebbero una grande fortuna nella Sicilia del XVII secolo. Il forte espressionismo del volto, l'enfasi dato alle ferite, ai lividi ed al sangue, richiamano opere nordiche,[3] ma sono perfettamente inserite nelle direttive culturali della Controriforma, nei temi iconografici prediletti dai francescani fin dal Medioevo, e nella cultura spagnoleggiante della Sicilia seicentesca.[1]

La sua opera è legata da comunanza di temi e di espressione con quella del conterraneo frate Innocenzo da Petralia.[4]

Nella sua opera ripete incessantemente l'unico modello iconografico del Cristo morto in croce, dalle prime opere (Petralia Soprana) fino a quelle ultime della maturità (Collesano, Milazzo, Bisignano) che rappresentano una figura slanciata e smaterializzata (Chiesa di San Giuseppe e convento di sant'Antonino a Palermo).[1]

I suoi crocifissi si trovano in numerose chiese degli ordini religiosi che all'epoca, in Sicilia, avevano praticamente il monopolio della committenza artistica. Così molti paesi siciliani possono vantare un'opera di fra' Umile (Agrigento, Aidone, Caltagirone, Campobello di Mazara, Catania, Cerami, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ferla, Messina, Mojo Alcantara, Mussomeli, Naro, Palermo, Piazza Armerina, Randazzo, Salemi, Nicosia e Tindari) ma anche alcune in Calabria (Cutro, Bisignano, Bonifati), Campania (Afragola e Polla) e Basilicata (Miglionico).

Una trentina di opere sono certe, altrettante attribuite e molte quelle riferibili alla sua scuola. Secondo la tradizione orale popolare assommerebbero a 33 i Crocifissi realizzati, ipotesi sostenuta da un presunto voto o fioretto attribuito al Frate scultore itinerante. È pure vero che per abilità, competenza, piena dedizione, dalla commissione alla realizzazione e consegna di alcuni capolavori, trascorre un arco temporale di appena dieci giorni.

L'attività itinerante di frate Umile suscitò un vasto movimento artistico all'interno dell'ordine, parallelamente attorno alla sua figura si sviluppa una scuola e si formano talenti di grosso calibro: il concittadino e confratello frate Innocenzo da Petralia, il trapanese frate Benedetto Valenza, frate Stefano da Piazza Armerina attivo in Lazio (Carpineto e Tivoli), frate Vincenzo da Bassiano, frate Angelo da Pietrafitta attivo nel Meridione (Calabria, Basilicata, Puglia e Lazio), il palermitano Francesco Gallusca presente a Polizzi Generosa, frate Giovanni da Reggio Calabria, frate Diego da Careri attivo a Napoli e presente in Lazio, Lombardia e Sicilia.

Nella sua produzione compaiono anche alcuni rari Ecce Homo (Mesoraca, Dipignano e Calvaruso) o Cristo alla colonna (Militello in Val di Catania) con gli stessi caratteri dei crocefissi. Unico esempio di Santo scolpito nel 1642 dal Pintorno fu il simulacro di san Calogero eremita a Petralia Sottana venerato come patrono del paese.

Crocifissi certi

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Cappella del Santissimo Crocifisso della chiesa di Sant'Antonio di Padova di Palermo.

Cristo alla Colonna

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Ecce Homo custodito nella chiesa di Sant'Antonio Abate di Palermo.

Statue di Santi

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Attribuzioni varie

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Galleria d'immagini

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  1. ^ a b c d Simonetta La Barbera, Iconografia del cristo in croce nell'opera di uno scultore francescano della Controriforma, in Francescanesimo e cultura in Sicilia, 1982.
  2. ^ Gioacchino di Marzo, p. 710.
  3. ^ Francesco Abbate, Storia dell'arte nell'Italia meridionale: il secolo d'oro, 2002, Donzelli Editore, ISBN 88-7989-720-9, p. 186.
  4. ^ Secondo uno scrittore poco posteriore, Innocenzo era allievo di Umile: Pietro Tognoletto, Paradiso serafico del Regno di Sicilia, Palermo, 1687, pp. 246 e 309.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s Gioacchino di Marzo, p. 711.
  6. ^ Gioacchino di Marzo, p. 713.
  7. ^ a b c d Gioacchino di Marzo, p. 712.
  8. ^ Maria Concetta Di Natale (a cura di), Opere d'arte nelle chiese francescane. Conservazione, restauro e musealizzazione (PDF), Palermo, Plumelia, 2013, p. 108, ISBN 978-88-98731-00-8.

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