Diego de Sterlich Aliprandi

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Diego de Sterlich Aliprandi
Ritratto del Marchese Diego de Sterlich Aliprandi
Marchese di Cermignano
Stemma
Stemma
PredecessoreAdolfo de Sterlich
NascitaCastellammare Adriatico, 13 agosto 1898
MorteTeramo, 30 agosto 1976
Luogo di sepolturaMontesilvano (PE)
Dinastiade Sterlich Aliprandi
PadreAdolfo de Sterlich
MadreAnna Henrici
ConiugiDirce Cassini
Vecla Fumo
FigliGuido Verrocchio de Sterlich Aliprandi (adottivo)
ReligioneCattolicesimo
Motto“Ce ne passano di campagne per un gigler!"
Diego de Sterlich Aliprandi

Diego de Sterlich Aliprandi (Castellammare Adriatico, 13 agosto 1898Teramo, 30 agosto 1976) è stato un pilota automobilistico e imprenditore italiano.

Appartenente a una famiglia nobile abruzzese di lunga tradizione, incarnava la tipica figura del gentiluomo dalla personalità bizzarra e fantasiosa[1]. Fu uno dei più forti piloti automobilistici nelle competizioni in salita locali e nazionali e nelle cronoscalate conseguì i più importanti risultati agonistici. Per la sua abilità venne soprannominato il Re della Montagna, o anche il Marchese Volante.

La famiglia ed i primi anni

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Nacque terzogenito di Adolfo, marchese di Cermignano (a sua volta nato a Napoli il 27 settembre 1849 e quindi quarantanovenne alla nascita di Diego)[2], e di Anna Henrici, che vivevano a Penne. La famiglia de Sterlich sembra essere di origine austriaca, legata alla casa regnante d'Austria e giunta a Napoli all'inizio del XVI secolo. È presente dal secolo successivo nell'Abruzzo teramano, ove detiene la signoria su Scorrano e Cermignano. Tramite il possesso di Scorrano, i de Sterlich possono essere collegati ai signori di Scorrano, feudatari di questo piccolo borgo dal XII secolo e poi, in qualche modo, estinti nei de Sterlich[3]. Alla famiglia, insignita nel 1706 del titolo di marchese di Cermignano[2][4], appartenne lo studioso illuminista Romualdo[5][6].

I primi anni di vita di Diego furono funestati da gravi lutti, perché egli perdette tre sorelline. Fu poi adottato dallo zio barone Diego Aliprandi (Penne, 1819 - 1910), sindaco di Penne e deputato [7], ultimo discendente del ramo abruzzese di un'antica famiglia lombarda, scesa in Abruzzo nel XVI secolo[8][9]. Il barone Aliprandi, che aveva sposato la prozia paterna di Diego, Caterina[10] sorella minore del nonno Luigi, aveva perso in pochi anni tutti i quattro figli.

Il giovane Diego divenne quindi unico erede dei beni sia della sua famiglia di origine sia di quella adottiva, sparsi tra la provincia di Teramo (tra i quali parte di Castellammare Adriatico, parte di Spoltore, parte di Castilenti con l'intero borgo di Villa San Romualdo, l'intera Cermignano, l'intero territorio di Scorrano e Montegualtieri, parte di Penne, parte di Atri, parte di Mosciano Sant'Angelo) e quella di Chieti, oltre a alcune proprietà nell'aquilano (riferibili alla parentela tra i marchesi De Sterlich e i conti Alfieri di Poggio Picenze) e nel Lazio. Tra le proprietà vi erano numerosi immobili di pregio tra cui il palazzo Aliprandi a Penne, la torre di Montegualtieri, i palazzi de Sterlich a Cermignano e Castilenti, il castello Aliprandi a Nocciano, la Torre di Cerrano, il Convento di Santa Maria di Monte Oliveto di Castilenti, un palazzo a Chieti, un palazzo nel quartiere Salario a Roma e un palazzo a Napoli.

Diego si sposò giovanissimo, nel 1916, con Dirce Cassini (originaria di Mortara, dove nacque il 10 aprile 1897), con un matrimonio combinato[10][11]. Da questo matrimonio nacque nel 1920 un maschio, Adolfo, la cui morte nell'anno seguente costituì un evento che sconvolse la vita di Diego, poco più che ventenne.

Il nonno Adolfo morì un paio di settimane dopo, colpito da trombosi. Il poeta Luigi Polacchi, già fidanzato della moglie, dedicò una poesia al bambino, Epicedio per il bimbo della donna che non fu mia, secondo la quale i coniugi de Sterlich, dopo la morte del bimbo, in preda alla disperazione, sarebbero fuggiti a folle velocità su un'auto da corsa.[senza fonte]. Diego iniziò a condurre una vita sregolata, dedicandosi in maniera sfrenata alla passione per le donne e per le corse dei cavalli, che abbandonò presto per l'automobilismo. La nuova vita, che lo conduceva spessissimo lontano da Penne, si ripercosse pesantemente sul matrimonio, e qualche anno dopo si separò dalla moglie. Nel mondo dell'automobile iniziò anche occuparsi di imprese finanziarie che, insieme alla grande generosità che lo contraddistingueva, e ad un sostanziale disinteresse per la gestione del proprio ragguardevole patrimonio, lo portarono a in breve a sperperarlo completamente.

La passione sportiva e i successi

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Diego de Sterlich Aliprandi vincitore della Trento-Bondone 1928

L'esordio di De Sterlich nelle corse automobilistiche avvenne nel Gran Premio Vetturette di Brescia del 1923, dove il venticinquenne pilota gareggiò con una Bugatti. Iniziò poi a condurre le Diatto, nella cui squadra corse era attivo come pilota e progettista Alfieri Maserati; nacque così un rapporto molto importante per ambedue i protagonisti che indusse de Sterlich a condurre di preferenza, dal 1927, auto Maserati. Nel corso della sua carriera de Sterlich si aggiudicò alcune impegnative corse in salita a cronometro, affermandosi come uno specialista di queste competizioni, vincendone diverse e battendo anche piloti importanti come Tazio Nuvolari (nella Vittorio Veneto-Cansiglio del 1926), Enzo Ferrari e Mario Tadini (nella Castel di Lama - Ascoli Piceno del 1930).

Competizioni disputate:

1923

1924

  • 13 aprile, I Circuito del Tigullio, Bugatti 22; terzo classificato[15]
  • 27 luglio, V Aosta-Gran San Bernardo su Bugatti; terzo classificato[16].
  • 9 novembre, IV Circuito del Garda, Bugatti 30; ritirato[17].

1925

  • (data sconosciuta), II Terni - Passo della Somma su Diatto 20 S; primo classificato[18][19].
  • 10 maggio, Sorrento - S. Agata su Diatto/Hispano 5900; terzo classificato[20][21];
  • 5 luglio, IX Susa-Moncenisio su Diatto/Hispano 5900; primo classificato[21][22];
  • 26 luglio, VI Aosta-Gran San Bernardo su Diatto/Hispano 5900; primo classificato[21][22];
  • 16 agosto, Coppa del Montenero su Diatto/Hispano 5900, quarto classificato (terzo nella categoria)[21][23][24];
  • 23 agosto, Coppa delle Colline Pistoiesi su Diatto/Hispano 5900, secondo classificato[21]
  • 27 dicembre, I Coppa di Natale, su Diatto/Hispano 5900, primo classificato[25][21].

1926

1927

1928

1929

1930

  • 11 maggio, Castel di Lama - Ascoli Piceno, su Alfa Romeo; vincitore[senza fonte].
Targa Florio, 6 maggio 1928, de Sterlich e Bortolini su Maserati 26B


In ambito automobilistico de Sterlich fu attivo anche come organizzatore ed imprenditore. Iniziò nel 1924, acquistando cento azioni della Società SIAS impegnata nella costruzione dell'Autodromo di Monza; sempre nel 1924 fu tra i soci fondatori dell'Automobile Club d'Abruzzo, e nel mese di giugno, insieme ad alcuni amici appassionati di automobilismo, organizzò la Coppa Acerbo, competizione di velocità che si svolgeva a Pescara, alla cui prima edizione aderirono i più famosi piloti del momento.

Ma l'intervento più importante nel mondo delle corse fu il sostegno dato ai fratelli Maserati per la nascita della loro casa. Nel 1925, infatti, il ritiro della Diatto dalle competizioni spinse de Sterlich ad acquistare dieci telai, che fece avere ad Alfieri Maserati, allora suo compagno di scuderia nella Diatto. Fu questo l'atto di nascita della Scuderia Maserati[44][45]. Sembra che, per sostenere questo intervento, de Sterlich vendette 300 ettari di terreno (l'aiuto economico verrà ripetuto per altre due volte). Il marchese ispirò poi anche il logo della famosa casa automobilistica, suggerendo di utilizzare il tridente della statua di Nettuno della fontana di piazza Maggiore di Bologna[46]. Da quel momento de Sterlich guidò molto in gara auto Maserati, modello 26, del quale acquistò nel tempo 4 esemplari: una tipo 26, due tipo 26B ed una tipo 26BMM[47][48].

Il ritiro dalle corse, la povertà e gli ultimi anni

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Dopo il 1930 de Sterliche non partecipò più a gare automobilistiche. Le ragioni del distacco dal mondo delle competizioni sono da ricercarsi principalmente nelle conseguenze della disinvolta gestione del proprio patrimonio, che si era drasticamente ridotto e non gli consentiva più di sostenere le spese necessarie. In dieci anni era riuscito a dilapidare una fortuna che sembrava essere inesauribile. Da quel momento le necessità della vita lo costrinsero via via a disfarsi di tutto ciò che gli restava, da antiche collezioni d'arte[49] a palazzi e costruzioni, tra le quali la Torre di Cerrano[50], spesso affidandosi a persone le quali conducevano le transazioni in maniera disinvolta, approfittando del fatto che il marchese stesso ignorava la consistenza dei suoi averi. Nel 1934 lasciò il suo Palazzo Aliprandi di Penne al comune, per farne la sede della Scuola Tecnica (si sarebbe trattato di una vendita mascherata da donazione) con l'impegno di intitolarla al padre Adolfo, anche se successivamente la stessa venne intestata a Guglielmo Marconi.[senza fonte]

Dopo la guerra, la sopraggiunta povertà lo spinge ad avvicinarsi a Teramo, dove conobbe Vecla Fumo, proprietaria di uno dei locali più importanti della città (il Caffè Fumo), che sposò in seconde nozze nel 1948[10][51]. Gli ultimi anni trascorsero in condizioni di estrema difficoltà economica, vissuta tuttavia con grande dignità, in linea con il suo stile. Il 30 settembre 1958 adottò Guido Verrocchio (1920-1998), figlio di Antonietta Castagna, persona cara al Marchese (si presume fosse un figlio illegittimo avuto in giovane età e riconosciuto solo più tardi). L'art. 42 dell'Ordinamento dello Stato Nobiliare Italiano, approvato con R.D. 7 giugno 1943, n. 651 afferma che i figli adottivi non succedono nei diritti nobiliari dell'adottante e inoltre tale atto giuridico sarebbe avvenuto in epoca repubblicana quando i titoli nobiliari non sono più legalmente riconosciuti.[52] Nel 1966 cedette, tra le ultime cose importanti rimastegli, i documenti che ricordavano la sua carriera automobilistica (che egli chiamava i suoi "figli di carta").

Nell'anno della morte si trovava presso la Casa di Riposo "De Benedictis" di Teramo, dove si era trasferito anche per non essere d'intralcio alla moglie, che era pure alle prese con problemi di salute. Qui morì credendo di essere poverissimo il 30 agosto 1976 all'età di 78 anni. Di lui, insieme alla vita avventurosa, viene ricordata la grande generosità che lo spinse a intraprendere iniziative finanziariamente molto impegnative, ma anche di carattere puramente filantropico.

Il figlio adottivo

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Alla morte del marchese, divenne suo erede il figlio adottivo Guido Verrocchio de Sterlich Aliprandi, nato a Montesilvano il 15 maggio 1920 e deceduto a Pescara il 28 maggio 1998[53]. Inizialmente fu riconosciuto figlio di Antonio Verrocchio e di Mariannina Marinelli, ma successivamente venne accertato essere figlio naturale di Diego de Sterlich Aliprandi e di Antonietta Castagna[53]. Guido Verrocchio de Sterlich Aliprandi ricevette in eredità gli unici beni dei quali il marchese non si era mai disfatto, la chiesa patrizia inclusa nel palazzo Aliprandi e la torre di Montegualtieri di Cermignano. E molte proprietà ignote pure al marchese, vista la grande mole di possedimenti mai verificati durante la sua vita. Guido Verrocchio de Sterlich Aliprandi con i lasciti del padre visse una vita agiata, frequentando tutta la nobiltà dell’epoca[senza fonte]. Ebbe cinque figli di cui due da Anna Discepoli, uno da Carmelina Sarsale ed infine gli ultimi due nati dal suo unico matrimonio con Gianfranca Barboni[53].

  1. ^ Conosciamoci e facciamoci conoscere. Teramani noti e meno noti, Alida Scocco Marini, pag. 159
  2. ^ a b Vittorio Spreti, "Enciclopedia storico - nobiliare italiana", sub voce de Sterlich
  3. ^ Francesco Savini, "Le famiglie feudali della regione Teramana nel Medioevo", Roma, 1917
  4. ^ titolo trasmissibile ai maschi primogeniti concesso, con la conferma del possesso del borgo, dalla Regia Camera della Sommaria. Con il medesimo titolo la famiglia de Sterlich figura iscritta nel Registro dei Feudatari e nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922.
  5. ^ SIAS De Sterlich
  6. ^ sulla famiglia de Sterlich in generale vedi anche: "Il testamento del barone di Cermignano, Romualdo de Sterlich, 1696" di Adelmo Marino, in Documenti dell'Abruzzo Teramano, La valle del medio e basso Vomano - II, 1, Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo - De Luca Editore, 1986
  7. ^ Diego Aliprandi, scheda sul sito della Camera dei Deputati
  8. ^ SIAS Aliprandi
  9. ^ Andrea Borella, "Annuario della Nobiltà Italiana", Edizione XXXI, Teglio (SO), 2010, S.A.G.I. Casa Editrice, vol. 1, pag. 183
  10. ^ a b c SIAS De Sterlich Aliprandi
  11. ^ La ragazza, figlia del sottoprefetto di Penne Anselmo Cassini, era già fidanzata con il poeta Luigi Polacchi, che partì volontario per la guerra
  12. ^ Gran Premio Vetturette
  13. ^ A. Acerbi, M. Acerbi, 1920-1957: Aosta-Gran San Bernardo, Edizioni Tipografia La Vallée.
  14. ^ III Circuito del Garda.
  15. ^ I Circuito del Tigullio
  16. ^ Carli Emanuele Alberto, ' 'Settant'anni di gare automobilistiche in Italia' ', Automobile Club d'Italia e L'Editrice dell'Automobile, 1967.
  17. ^ IV Circuito del Garda
  18. ^ Diatto.it
  19. ^ L'Auto Italiana, 1924, pag 53 Questa fonte retrodata la vittoria all'anno precedente
  20. ^ L'Auto Italiana, 31 agosto 1925 (pagg 68, 72, 74 del documento)
  21. ^ a b c d e f g h i j k l Alessandro Silva, Auto italiane con motore aeronautico negli anni Venti, in: Aerospecials L’eredità dei cieli della Grande Guerra, AISA - Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile, pp 8-20
  22. ^ a b L'Auto Italiana, 31 agosto 1925 (pagg 83-84, 83 del documento)
  23. ^ [1]
  24. ^ V Circuito del Montenero
  25. ^ La gara fu organizzata da un comitato presieduto dal principe Caracciolo di Forino, del quale lo stesso de Sterlich faceva parte, e si svolgeva sul tracciato in salita Bivio Cartiera - Loreto Aprutino - Penne; vedi La Coppa di Natale
  26. ^ L'Auto Italiana, pagg 84 del documento)
  27. ^ Borzacchini, pp 30-31
  28. ^ Borzacchini, pp 34-35
  29. ^ The Golden Race
  30. ^ Vittorio Veneto - Cansiglio, Albo d'oro
  31. ^ The Golden Race
  32. ^ Albo d'oro
  33. ^ Coppa Leonardi 1927, classifica
  34. ^ Coppa Leonardi, foto di de Sterlich con altri partecipanti
  35. ^ Targa Florio 1928
  36. ^ The Golden Race
  37. ^ Istituto Luce - GP Roma 1928. De Sterlich con il numero 16 al minuto 1:29
  38. ^ La competizione si è tenuta in due edizioni, nel 1929 e nel 1930, vinte rispettivamente da Hans Stuck su Austro-Daimler ADR 3.0 e Louis Chiron su Bugatti T47; mancano riferimenti sugli altri concorrenti ed i loro piazzamenti.
  39. ^ Corsa del Klausen 1929
  40. ^ [2]
  41. ^ Borzacchini, pp 42
  42. ^ kolumbus.fi
  43. ^ La Maserati 26B di de Sterlich al Gran Premio di Monaco del 1929
  44. ^ Maserati: Diego de Sterlich A noble friend
  45. ^ Diatto - Maserati
  46. ^ Il marchio Maserati, su museodelmarchioitaliano.it. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2018).
  47. ^ Mario Semproni, Le Maserati del Marchese de Sterlich, Cantagalli, 2012
  48. ^ Una delle 26B di de Sterlich, chassis 33/2515 e motore 2515, all'asta da Christie's nel 2000
  49. ^ Le ceramiche di Castelli della collezione Aliprandi furono acquistate nel 1936 da Giacomo Acerbo per la sua collezione della ceramica abruzzese a Loreto Aprutino, ove sono a tutt'oggi visibili
  50. ^ La Torre di Cerrano, nel comune di Pineto, è oggi la sede di un importante Parco Marino, in un'area protetta
  51. ^ La prima moglie, dalla quale era ormai separato, era morta nel 1947
  52. ^ Ordinamento dello Stato nobiliare Italiano
  53. ^ a b c Andrea Borella "Annuario della Nobiltà Italiana" Edizione XXXII Teglio (SO) 2014 pag. 1988
  • Giuliano Silli, Diego De Sterlich: nobiluomo, mecenate e pilota, in "La Manovella", n. 12, dicembre 2014, pagg. 92-93
  • F. Santuccione e P. Smoglica, Il Circuito di Pescara, La Cassandra Edizioni, 2003.
  • Gente d'Abruzzo. Dizionario Biografico degli Abruzzesi, a cura di Enrico Di Carlo, Andromeda editrice, 2006
  • Alida Scocco Marini, Conosciamoci e facciamoci conoscere. Teramani noti e meno noti, Edigrafital, 2005
  • Federico de Carolis, Il marchese Diego de Sterlich, l'uomo che dilapidò una fortuna, in "La Città", 13 luglio 2013, p. 21
  • Mario Semproni, Le Maserati del marchese de Sterlich primo Re della Montagna, Arti Grafiche Cantagallo Editore, Penne, 2012

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