Albertosaurus sarcophagus

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Albertosaurus


Scheletro e dimensioni di A. sarcophagus

Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Superordine Dinosauria
Ordine Saurischia
Sottordine Theropoda
Superfamiglia Tyrannosauroidea
Famiglia Tyrannosauridae
Sottofamiglia Albertosaurinae
Genere Albertosaurus
Specie Albertosaurus sarcophagus
Nomenclatura binomiale
Albertosaurus sarcophagus
Osborn, 1905

Albertosaurus è un genere estinto di dinosauro teropode tirannosauride vissuto nel tardo Cretaceo più di 70 milioni di anni fa. Conosciuto per una singola specie A. sarcophagus.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione museale di Albertosaurus nei suoi vari stadi di crescita

L'Albertosauro, chiamato così in onore della regione canadese dove furono ritrovati i primi resti di questo esemplare, era un dinosauro bipede e carnivoro; di dimensioni più piccole degli altri Tyrannosauridi, poteva, infatti, raggiungere mediamente gli 8,5 metri di lunghezza[1][2] per 3 di altezza e un peso tra 2,3 [3] e 3,1 tonnellate[4]; Albertosauri di grandi dimensioni potevano arrivare anche a 9 metri di lunghezza[5]. L'Albertosaurus condivideva caratteristiche comuni con gli altri esemplari della famiglia dei Tyrannosauridi: bipede carnivoro, bilanciava la pesante testa e il possente torso con la lunga coda e aveva solo due dita per ogni arto superiore.

Resti parziali di un cranio di Albertosaurus conservati al Royal Ontario Museum.

Il cranio, che negli esemplari adulti raggiungeva il metro di lunghezza[6], era munito di 60 affilatissimi denti (gli altri Tyrannosauridi ne possedevano un numero minore); inoltre, caratteristica di tutti i Tyrannosauridi, l'Albertosaurus era eterodonte. Sopra entrambi gli occhi vi era una corta cresta ossuta, probabilmente usata nei riti di corteggiamento per attrarre una compagna. Gli arti posteriori erano lunghi e terminavano con una zampa con quattro dita, l'alluce era molto corto, a differenza delle altre tre falangi.

Tutte queste caratteristiche suggeriscono che l'Albertosaurus, oltre ad appartenere alla già citata famiglia dei tirannosauridi, fosse un ancestrale antenato del famoso Tyrannosaurus rex.

L'Albertosaurus poteva raggiungere la velocità di 40-48 km/h.

Ritrovamento e denominazione[modifica | modifica wikitesto]

Il fiume Red Deer che scorre vicino a Drumheller, Alberta. Tre quarti dei resti di Albertosaurus sono stati scoperti lungo questo fiume.

Il primo reperto di Albertosaurus fu un cranio parziale rinvenuto in un affioramento del Horseshoe Canyon Formation nel 1884. Un altro esemplare fu scoperto dalle spedizioni del Geological Survey of Canada con a capo il famoso geologo Joseph B. Tyrrell; nel 1892 Edward Drinker Cope nominò la specie Laelaps incrassatus[7], ignorando però che il nome "Laelaps" era già usato per un genere di acaro. Il suo rivale di sempre, Othniel Charles Marsh, lo ribattezzò quindi Dryptosaurus; Cope rifiutò il nome datogli dal suo rivale numero uno e nel 1904 chiese a Lawrence Lambe di cambiare il nome da Laelaps incrassatus in Dryptosaurus incrassatus[8]. In seguito però il paleontologo e geologo Henry Fairfield Osborn fece notare che la denominazione di Dryptosaurus per quell'esemplare era sbagliata, con argomentazione a favore che le tracce dentali erano molto diverse tra le due specie (come già detto l'Albertosauro aveva una dentatura diversa da tutti gli altri Tyrannosauri); Osborne chiamò quindi l'esemplare con quello che sarebbe stato il suo nome definitivo: Albertosaurus sarcophagus, da Alberta, terra dove fu rinvenuto l'animale, e dalle parole greche sarx, carne, e phagein, mangiare, ovvero mangiatore di carne.[9]

Albertosaurus o Gorgosaurus?[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1914 il paleontologo Charles H. Sternberg ritrovò un altro scheletro di Tyrannosauridae nel sito del Parco provinciale dei dinosauri. Lawrence Lambe battezzò l'esemplare Gorgosaurus libratus.[10] Altri esemplari furono trovati in Alberta e Montana. Trovando che ci fossero troppe poche differenze per separare le due specie, Dale Russell dichiarò che il termine Gorgosaurus era solamente un sinonimo junior per Albertosaurus; il Gorgosaurus libratus fu rinominato Albertosaurus libratus. L'inserimento del Gorgosaurus nella famiglia degli Albertosauridi estende l'arco temporale della specie indietro di parecchi milioni di anni e la sua distribuzione geografica verso sud di centinaia di chilometri.[1]

Nel 2003, Phil Currie paragonò parecchi teschi di tirannosauridi e arrivò alla conclusione che le due specie sono più distinte di quanto si era pensato. La decisione di usare l'una o l'altra denominazione è piuttosto arbitraria, data la poca differenza tra i due esemplari. Riconosciuto questo, Currie tuttavia raccomandò che Albertosaurus e Gorgosaurus siano ritenute come due specie separate. Nel frattempo furono ritrovati parecchi resti di Albertosaurus in Alaska e Nuovo Messico e Currie propose di ritornare sulla questione solo dopo un accurato studio dei nuovi esemplari ritrovati.[11] Molti autori hanno seguito la linea di Currie[2][3][12], ma altri no.[13]

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Un francobollo azero del 1994 raffigurante un Albertosaurus che attacca un Corythosaurus.

L'Albertosaurus è conosciuto presso il pubblico per essere "l'antenato del T.rex".

Compare nel film Alla ricerca della Valle Incantata 8 - Avventura tra i ghiacci come antagonista principale, nella serie TV Primeval: New World e nell'anime Dinosaur King.

Compare nell’ultima puntata del documentario Prehistoric Park, in Jurassic Fight Club dove in una puntata un branco di questi dinosauri attaccano dei Pachyrhinosauri, e ne La marcia dei dinosauri.

Nei videogiochi è presente in Ark: Survival Evolved, Jurassic Park: Operation Genesis, Jurassic Park: Builder, Jurassic World: The game, Jurassic World Evolution, Jurassic World Evolution 2 e in Jurassic World Alive.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dale A. Russell, Tyrannosaurs from the Late Cretaceous of western Canada, in National Museum of Natural Sciences Publications in Paleontology, vol. 1, 1970, pp. 1–34.
  2. ^ a b Thomas R. Holtz, Tyrannosauroidea, in Weishampel, David B.; Dodson, Peter; & Osmólska, Halszka (eds.). (a cura di), The Dinosauria, Second Edition, Berkeley, University of California Press, 2004, pp. 111–136, ISBN 0-520-24209-2.
  3. ^ a b Erickson, Gregory M., Makovicky, Peter J.; Currie, Philip J.; Norell, Mark A.; Yerby, Scott A.; & Brochu, Christopher A., Gigantism and comparative life-history parameters of tyrannosaurid dinosaurs, in Nature, vol. 430, 2004, pp. 772–775, DOI:10.1038/nature02699.
  4. ^ Per Christiansen, & Fariña, Richard A., Mass prediction in theropod dinosaurs, in Historical Biology, vol. 16, n. 2-4, 2004, pp. 85–92, DOI:10.1080/0891296042331284313.
  5. ^ Gregory M. Erickson, Currie, Philip. J.; Inouye, Brian D.; & Wynn, Alice A., Tyrannosaur life tables: an example of nonavian dinosaur population biology, in Science, vol. 313, 2006, pp. 213–217, DOI:10.1126/science.1125721, PMID 16840697.
  6. ^ Philip J. Currie, Allometric growth in tyrannosaurids (Dinosauria: Theropoda) from the Upper Cretaceous of North America and Asia, in Canadian Journal of Earth Sciences, vol. 40, n. 4, 2003, pp. 651–665, DOI:10.1139/e02-083.
  7. ^ Edward D. Cope, On the skull of the dinosaurian Laelaps incrassatus Cope, in American Philosophical Society, Proceedings, vol. 30, 1892, pp. 240–245.
  8. ^ Lawrence M. Lambe, On Dryptosaurus incrassatus (Cope) from the Edmonton Series of the Northwest Territory, in Contributions to Canadian Palaeontology, vol. 3, 1904, pp. 1–27.
  9. ^ Henry F. Osborn, Tyrannosaurus and other Cretaceous carnivorous dinosaurs, in Bulletin of the American Museum of Natural History, vol. 21, 1905, pp. 259–265.
  10. ^ Lawrence M. Lambe, On a new genus and species of carnivorous dinosaur from the Belly River Formation of Alberta, with a description of the skull of Stephanosaurus marginatus from the same horizon, in Ottawa Naturalist, vol. 28, 1914, pp. 13–20.
  11. ^ Philip J. Currie, Cranial anatomy of tyrannosaurids from the Late Cretaceous of Alberta (PDF), in Acta Palaeontologica Polonica, vol. 48, n. 2, 2003, pp. 191–226.
  12. ^ Robert E. Ricklefs, Tyrannosaur ageing, in Biology Letters, vol. 3, n. 2, 2007, pp. 214–217, DOI:10.1098/rsbl.2006.0597.
  13. ^ Thomas D. Carr, Williamson, Thomas E.; & Schwimmer, David R., [0119:ANGASO2.0.CO;2 A new genus and species of tyrannosauroid from the Late Cretaceous (middle Campanian) Demopolis Formation of Alabama], in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 25, n. 1, 2005, pp. 119–143, DOI:10.1671/0272-4634(2005)025[0119:ANGASO]2.0.CO;2.

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