Don Camillo e l'onorevole Peppone: differenze tra le versioni

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*Il carro armato americano nascosto nel fienile del podere del Tasca, e successivamente guidato da Peppone per sbarazzarsene, è un modello [[M24 Chaffee]], carro leggero statunitense della Seconda guerra mondiale. Il carro esposto nella piazza a Brescello è, invece, un esemplare restaurato di [[M26 Pershing]], che non ha niente a che fare con il film<ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca/2015/05/05/news/il-carro-armato-di-peppone-in-moto-per-turisti-e-bambini-1.11366830?refresh_ce|titolo=Il carro armato di Peppone in moto per turisti e bambini - Cronaca - Gazzetta di Reggio|pubblicazione=Gazzetta di Reggio|data=2015-05-05|accesso=2017-06-07}}</ref>.
*Il carro armato americano nascosto nel fienile del podere del Tasca, e successivamente guidato da Peppone per sbarazzarsene, è un modello [[M24 Chaffee]], carro leggero statunitense della Seconda guerra mondiale. Il carro esposto nella piazza a Brescello è, invece, un esemplare restaurato di [[M26 Pershing]], che non ha niente a che fare con il film<ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca/2015/05/05/news/il-carro-armato-di-peppone-in-moto-per-turisti-e-bambini-1.11366830?refresh_ce|titolo=Il carro armato di Peppone in moto per turisti e bambini - Cronaca - Gazzetta di Reggio|pubblicazione=Gazzetta di Reggio|data=2015-05-05|accesso=2017-06-07}}</ref>.


== Distribuzione ==
==Differenze di versione==

===Differenze di versione===
La versione francese presenta scene che non compaiono in quella italiana (come nei due film precedenti). Per esempio: nella bottega dove lavora il Brusco come barbiere, i clienti si mettono a ridere quando hanno saputo che Peppone vuole fare l'esame di quinta elementare. Quando don Camillo si risveglia, nota che c'era un candela (messa da Peppone) e si accorge che mancano le sue galline, nella versione francese don Camillo parlando con Gesù gli diceva che aveva sognato Peppone che aveva la faccia da pollo venendogli in mente le sue galline e preoccupato corse fuori per dare un'occhiata.
La versione francese presenta scene che non compaiono in quella italiana (come nei due film precedenti). Per esempio: nella bottega dove lavora il Brusco come barbiere, i clienti si mettono a ridere quando hanno saputo che Peppone vuole fare l'esame di quinta elementare. Quando don Camillo si risveglia, nota che c'era un candela (messa da Peppone) e si accorge che mancano le sue galline, nella versione francese don Camillo parlando con Gesù gli diceva che aveva sognato Peppone che aveva la faccia da pollo venendogli in mente le sue galline e preoccupato corse fuori per dare un'occhiata.


== Seguito ==
== Accoglienza ==

=== Incasso ===
Il film incassò [[Lira italiana|£]] 974.500.000 (circa 13 milioni di euro) con 6.862.676 spettatori, classificandosi come sesto maggiore incasso dell'anno<ref>{{Cita web|url=http://www.hitparadeitalia.it/bof/boi/boi1955-56.htm|titolo=Hit Parade Italia - Classifica Film 1955 - 56|sito=www.hitparadeitalia.it|accesso=2018-04-03}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://boxofficebenful.blogspot.it/2012/04/box-office-italia-1955-guerra-e-pace.html|titolo=Box Office Italia 1955: Guerra e Pace|sito=boxofficebenful.blogspot.it|lingua=it|accesso=2018-04-03}}</ref>.

== Seguiti ==
* ''[[Don Camillo monsignore... ma non troppo]]'' (1961)
* ''[[Don Camillo monsignore... ma non troppo]]'' (1961)
* ''[[Il compagno don Camillo (film)|Il compagno don Camillo]]'' (1965)
* ''[[Il compagno don Camillo (film)|Il compagno don Camillo]]'' (1965)

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Don Camillo e l'onorevole Peppone
Peppone arringa la folla sulle note de La canzone del Piave
Paese di produzioneItalia
Anno
Durata97 min
Dati tecniciB/N
Generecommedia
RegiaCarmine Gallone
SoggettoGiovannino Guareschi
SceneggiaturaGiovannino Guareschi
ProduttoreAngelo Rizzoli
Casa di produzioneCinema Rizzoli
FotografiaAnchise Brizzi
MontaggioNiccolò Lazzari
MusicheAlessandro Cicognini
ScenografiaVirgilio Marchi
CostumiPia Marchesini
TruccoAmato Garbini
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
Doppiatori italiani

[[Categoria:Film italiani del 1955]]

«Ecco... ricomincia l'eterna gara nella quale ognuno dei due vuole disperatamente arrivare primo. Però, se uno dei due s'attarda, l'altro aspetta. Per continuare assieme il lungo viaggio fino al traguardo della vita»

Don Camillo e l'onorevole Peppone è un film del 1955. Si tratta del terzo episodio della celebre saga che vede protagonisti Fernandel e Gino Cervi, il primo diretto da Carmine Gallone (che dirigerà anche il quarto), mentre i due precedenti erano stati diretti da Julien Duvivier.

Trama

È il 1948: il tranquillo paese di Brescello è in fermento. Nella piazza si costruisce un grande monumento alla Pace, sormontato da una imponente colomba bianca, e il partito comunista manda in missione alcuni compagni "della città" per fare propaganda: infatti a breve ci saranno le elezioni politiche, e il sindaco Peppone si candida a deputato. Il parroco don Camillo, appena venuto a sapere della notizia, corre a protestare dal Cristo crocifisso, ma poi minimizza, ricordando che prima Peppone deve superare l'esame di quinta elementare. Il sindaco, tuttavia, sembra avere la situazione sotto controllo, e davanti ad un istitutore e ai compagni del partito dà sfoggio di un'approfondita preparazione. L'esame però va diversamente, e Peppone, forse travolto dall'agitazione, "non cava un ragno dal buco". Infine interviene don Camillo, che stava osservando il rivale in difficoltà, e con la scusa di un'urgenza amministrativa gli suggerisce la risposta al problema di matematica, proponendo anche di incentrare il tema di italiano proprio sull'amato-odiato parroco. Peppone narra a modo suo un episodio della recente guerra, probabilmente il loro primo incontro, e supera brillantemente l'esame.

Carro armato M26 Pershing posizionato nei pressi del Museo di Peppone e Don Camillo.

Poco dopo, le vicende del paese portano ancora una volta i due fronti opposti a scontrarsi. Quando un contadino non riesce a liberarsi del mezzadro che occupava il podere che aveva appena acquistato, Peppone non interviene, decidendo così implicitamente in favore del mezzadro. Don Camillo, convinto che il sindaco abbia colto l'occasione di farne una questione politica, aiuta il contadino nella sua protesta. Presto però viene a galla una verità più scottante: nelle ultime concitate fasi della guerra, infatti, i comunisti, approfittando di un fortunato evento, si erano impossessati di un carro armato "tedesco" (che più tardi si scoprirà in realtà essere americano, ovvero un M24 Chaffee), e l'avevano nascosto proprio nel fienile di quel podere. Peppone e i suoi devono quindi impedire a tutti i costi che quel carro armato venga ritrovato e che l'intera vicenda venga rivelata. Don Camillo, venuto a sapere della situazione, si offre di aiutare Peppone a liberarsi del mezzo, portandolo fuori dal podere e facendolo ritrovare (con una segnalazione anonima) pochi giorni dopo. Il piano rischia di saltare quando Peppone, inavvertitamente, spara un colpo di cannone che va a colpire proprio la colomba della Pace nella piazza del paese! Al loro rientro, una folla, svegliata nel cuore della notte dall'esplosione, sta discutendo a gran voce dell'accaduto, ignara della vera causa. I due rivali non riescono a sedare gli animi; al contrario, nasce una rissa, ma l'indignazione si sfoga e tutto finisce lì.

Qualche tempo dopo, don Camillo si trova a fare l'autostop per rientrare in paese. A dargli un passaggio è proprio Peppone, ma dopo pochi metri i due incominciano a bisticciare: Peppone scarica don Camillo, ma questi con un trucco riesce a ribaltare la situazione e scappa con il suo automezzo, lasciando a piedi il sindaco. Questi era appena andato a ritirare dalla tipografia i manifesti elettorali, vere e proprie gigantografie con il suo ritratto. Don Camillo, visti i manifesti nel retro del furgone, decide di giocare un brutto tiro al rivale. Così, qualche giorno dopo, quando i manifesti vengono solennemente svelati alla comunità proprio sotto alla bombardata colomba della Pace, tutti scoppiano a ridere: il ritratto di Peppone è stato "ritoccato" con tanto di corna e pizzetto.

L'affronto dev'essere vendicato: i comunisti si riuniscono in segreto e Peppone propone l'"eliminazione fisica". Viene sorteggiato un membro della banda, che porterà a termine la missione come meglio crede. Per fortuna, l'eliminazione progettata non è quella di don Camillo, bensì dei suoi polli, con i quali il prete intendeva festeggiare la sconfitta elettorale dell'avversario. Don Camillo, svegliato da un rumore, non può far altro che constatare il furto dei polli; ma un vicino ha visto il ladro, e sembra proprio che sia il sindaco, come riferisce ad un poliziotto. L'indagine finisce per mettere alle strette Peppone, che alla fine viene convocato in tribunale come imputato. Il parroco vuole godersi la disgrazia dell'avversario, che, in caso di condanna (giustissima, agli occhi di don Camillo), sarebbe definitivamente estromesso dalla corsa elettorale; ma il Crocifisso, ancora una volta, lo persuade a non cedere al desiderio di vendetta. Così don Camillo irrompe in tribunale, e "salva" Peppone raccontando una storiella tanto compromettente quanto inventata: Peppone e i suoi uomini bazzicavano nei pressi della canonica per partecipare, come facevano spesso, ad incontri di catechismo, che dovevano necessariamente tenere segreti "per la politica".

Il sindaco viene assolto, ma la mossa di don Camillo rischia di gettare nel ridicolo tutta la sezione locale del partito. Peppone tuttavia viene tranquillizzato dalla compagna Clotilde, un'esponente del partito inviata in missione da Roma. La donna, giovane e attraente, doveva inizialmente organizzare la sezione femminile locale del partito, ma ha finito presto con l'attirare su di sé le attenzioni (non solo politiche) di tutti gli uomini del paese. La compagna rassicura il sindaco che lo scherzo di don Camillo potrebbe in realtà giocare a suo favore, rendendolo più simpatico anche ad elettori più moderati, e approfitta dell'occasione per appartarsi con Peppone. Questi, che non era indifferente al fascino della donna, non riesce tuttavia a decidersi a portare a segno le avance di cui tutto il paese mormora. Proprio questi pettegolezzi mettono in crisi il matrimonio di Peppone: la moglie Maria, dopo aver confessato a don Camillo che non ne può più e vuole tornare dai suoi genitori, abbandona il paese. Sconvolto, Peppone si rivolge a don Camillo, che per spingerlo ad agire col cuore gli racconta, mentendo, che la moglie vuole suicidarsi. I due si lanciano così all'inseguimento con un sidecar: raggiunta Maria e fatta la pace, Peppone torna a casa con la moglie, mentre don Camillo viene lasciato a piedi a 22 chilometri da Brescello.

Le elezioni politiche sono ormai vicine, e a Peppone non resta che affondare l'ultimo colpo elettorale: un comizio a cui è invitato come relatore il compagno avvocato Cerratini, "della città". Negli ultimi minuti prima dell'inizio, don Camillo tiene viva la rivalità diffondendo dall'altoparlante della chiesa musica e slogan elettorali (con un annunciatore democristiano che ricorda "Nel silenzio della cabina elettorale, Dio vi vede!", e il parroco che aggiunge "E Stalin, no!"). Zittito il rivale, Peppone sale sul palco e prende la parola, annunciando l'intervento dell'illustre ospite; ma proprio in quel momento, il parroco spara negli altoparlanti La canzone del Piave. All'udire quelle note, Peppone torna ai ricordi di quella guerra, e si abbandona ad un discorso appassionato ma carico di valori patriottici e persino monarchici, in palese contrasto coi principi internazionalisti e pacifisti del comunismo. Mentre il compagno avvocato cerca di interromperlo, Peppone lo respinge, e conclude urlando "per il bene indissolubile del Re e della Patria! Viva la Repubblica! Viva l'esercito!" Il paese esulta in visibilio, e persino don Camillo è commosso e applaude sorridente. La giornata si conclude con una improvvisata marcia a passo militare e col trionfo di Peppone, ma anche con il disappunto dell'avvocato Cerratini: interviene ancora una volta la compagna Clotilde, che rassicura quest'ultimo dicendosi fiduciosa.

Le elezioni sono un successo per il PCI, e anche per Peppone, che viene eletto alla Camera dei Deputati. Questi, come richiede la legge, annuncia in consiglio comunale che si dimetterà da sindaco per onorare i suoi impegni parlamentari, ma il capogruppo dell'opposizione, che fino a pochi minuti prima affermava fermamente che avrebbe richiesto e persino imposto le dimissioni al sindaco, dichiara che tutti vorrebbero che Peppone continuasse ad essere il loro sindaco, raccogliendo gli applausi di amici e avversari.

Al momento della partenza, un corteo accompagna l'onorevole Peppone alla stazione di Brescello, da dove raggiungerà Roma in treno. Il suo trionfo è rovinato dalla moglie (che gli rinfaccia che "chi ha moglie e figli non va in giro a fare il deputato") e da un diffuso sentimento di nostalgia per il paese che sta lasciando. Sul gradino del treno, fa forza ai compagni, commossi e rattristati quanto lui; ma alla stazione successiva incontra a sorpresa don Camillo. Il prete paragona questa partenza alla sua di qualche tempo prima, e dice a Peppone che finirà per essere un anonimo ("una pallina da buttare nell'urna") in un mondo che non gli appartiene. Il treno riparte, ma Peppone, che era sembrato insensibile alle parole del rivale, è sceso dalla parte opposta: chiamato don Camillo, i due ritornano insieme, sorridenti, a Brescello.

Produzione

Fonti letterarie

Alcuni episodi del film sono stati ideati ex novo, ma altri provengono dai racconti originali di Guareschi: Ponte-mina (1947), La festa (1947), L'altoparlante (1951), Il sogno del cappello verde (1951), Ancora il fantasma del cappello verde (1951), Carro armato (1952, poi reintitolato Il Panzer nella versione inclusa nel volume Don Camillo e il suo gregge, 1953), Esame Peppone (1952), Furto delle galline (1952) e Lettera al lettore (1955).

Ambientazione

  • Dopo la parentesi rappresentata dal singolare secondo episodio, Il ritorno di don Camillo, girato in gran parte in interni o in luoghi decisamente lontani dalla Bassa Padana (Rocca di Cambio e Fiano Romano), con questo terzo capitolo si torna ad usare Brescello quale familiare sfondo dei battibecchi fra i due protagonisti. Ritornano dunque gli scorci, ormai noti ai fedelissimi della serie, del paese reggiano: Piazza Matteotti, la chiesa di Santa Maria Nascente, e così via. Anche la scuola dove Peppone riesce - con l'aiuto, ricattatorio, di Don Camillo - a prendere la licenza elementare, è brescellese.
  • La residenza di Don Camillo poi, è tutta posticcia: fu infatti "inventata" fra via Costituente e via San Marcellino, a Brescello, dove la produzione fece costruire (in 12 giorni) le suggestive colonnine che si vedono nel film, poi smontate a fine lavorazione (verranno però rimontate in occasione del film successivo). Il pollaio, anch'esso posticcio, non faceva parte della casa-canonica ma si trovava in realtà nel giardino della casa di fronte (Fernandel entrò solo una volta veramente nella casa-canonica, affacciandosi alla finestra, mentre il resto delle riprese si svolse a Cinecittà).
  • Quando poi, nel finale, i due protagonisti tornano al paese in bicicletta, la sequenza nella finzione rispecchia piuttosto fedelmente la topografia dei luoghi: i due partono dalla stazione di Boretto e si avviano in bici lungo la strada provinciale 62R, ritornando così effettivamente verso Brescello, come dimostra anche la cupola della borettiana Basilica minore di San Marco che s'intravede sempre più lontana.
  • In questo film l'anno di svolgimento dei fatti si può ricostruire con precisione. In una scena, infatti, Peppone dice di essere uno di quelli del '99 (vale a dire, coloro che furono arruolati a 18 anni nella prima guerra mondiale); in un'altra scena egli afferma di avere 49 anni. Poiché fu nel 1948 che si svolsero delle elezioni politiche in Italia, siamo sicuri che la data dell'ambientazione sia questa.
  • La casa parrocchiale nella quale abitava Don Camillo (Fernandel) negli anni della seconda guerra mondiale, prima del suo trasferimento a Brescello, e che viene mostrata nel flash-back del ricordo del primo incontro tra il sacerdote e Peppone è accanto alla chiesa di San Siro a Coenzo, frazione di Sorbolo, in provincia di Parma.

Curiosità

  • Durante l'interrogazione di Peppone che precede l'esame di quinta elementare, il sindaco dà sfoggio di una preparazione enciclopedica, rispondendo in ordine sparso a domande di storia (la scoperta dell'America), matematica (alla domanda "Sfera!" risponde con la formula della superficie e del volume) e geografia (alla domanda "Portogallo!" risponde addirittura con il numero di abitanti e la superficie, oltre ovviamente alla forma di governo e alla capitale): una preparazione che sembra esagerata, considerando come nei film precedenti Peppone sia stato rappresentato come un "asino" capace a malapena di leggere e scrivere. Il sindaco infine fa una battuta sul teorema di Pitagora, che non teme - anche perché, come ammette egli stesso, non è in programma.
  • Durante il processo a Peppone per furto, don Camillo interviene e racconta (mentendo) che non solo Peppone, ma tutti i comunisti della sezione andavano da lui di nascosto per fare catechismo. Per dare maggiore credibilità alla sua storia, estrae dalla tasca un santino e lo consegna a Peppone, che avrebbe dimenticato di prenderlo la sera del presunto furto, dicendo: "È Santa Barbara, patrona degli artiglieri." La scelta della Santa è un chiaro riferimento alla vicenda del carro armato; un riferimento che evidentemente solo Peppone e, forse, pochi altri avrebbero potuto cogliere.
  • La canzone che Don Camillo ascolta alla radio, mentre cerca di sapere i risultati delle elezioni (il parroco, impaziente, la chiama spregiativamente "canzonetta"), è "Chitarra Spagnola", del 1939.
  • Il carro armato americano nascosto nel fienile del podere del Tasca, e successivamente guidato da Peppone per sbarazzarsene, è un modello M24 Chaffee, carro leggero statunitense della Seconda guerra mondiale. Il carro esposto nella piazza a Brescello è, invece, un esemplare restaurato di M26 Pershing, che non ha niente a che fare con il film[1].

Distribuzione

Differenze di versione

La versione francese presenta scene che non compaiono in quella italiana (come nei due film precedenti). Per esempio: nella bottega dove lavora il Brusco come barbiere, i clienti si mettono a ridere quando hanno saputo che Peppone vuole fare l'esame di quinta elementare. Quando don Camillo si risveglia, nota che c'era un candela (messa da Peppone) e si accorge che mancano le sue galline, nella versione francese don Camillo parlando con Gesù gli diceva che aveva sognato Peppone che aveva la faccia da pollo venendogli in mente le sue galline e preoccupato corse fuori per dare un'occhiata.

Accoglienza

Incasso

Il film incassò £ 974.500.000 (circa 13 milioni di euro) con 6.862.676 spettatori, classificandosi come sesto maggiore incasso dell'anno[2][3].

Seguiti

Scene del film[4]

Note

  1. ^ Il carro armato di Peppone in moto per turisti e bambini - Cronaca - Gazzetta di Reggio, in Gazzetta di Reggio, 5 maggio 2015. URL consultato il 7 giugno 2017.
  2. ^ Hit Parade Italia - Classifica Film 1955 - 56, su www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 3 aprile 2018.
  3. ^ Box Office Italia 1955: Guerra e Pace, su boxofficebenful.blogspot.it. URL consultato il 3 aprile 2018.
  4. ^ In ordine sequenziale

Bibliografia

  • Pasquale Iaccio, Non solo Scipione. Il cinema di Carmine Gallone, Liguori, Napoli, 2003, ISBN 978-88-207-3313-1.
  • Riccardo F. Esposito, Don Camillo e Peppone. Cronache cinematografiche dalla Bassa Padana 1951-1965, Le Mani, Recco 2008, ISBN 978-88-8012-455-9.
  • Elisa Soncini, I rossi e il nero. Peppone, don Camillo e il ricordo del dopoguerra italiano, Lupetti, Milano 2009,ISBN 88-8391-199-7.

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