Don Camillo e l'onorevole Peppone: differenze tra le versioni

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=== Incasso ===
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Il film incassò [[Lira italiana|£]] 974.500.000 (circa 13 milioni di euro) con 6.862.676 spettatori, classificandosi come sesto maggiore incasso dell'anno<ref>{{Cita web|url=http://www.hitparadeitalia.it/bof/boi/boi1955-56.htm|titolo=Hit Parade Italia - Classifica Film 1955 - 56|sito=www.hitparadeitalia.it|accesso=2018-04-03}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://boxofficebenful.blogspot.it/2012/04/box-office-italia-1955-guerra-e-pace.html|titolo=Box Office Italia 1955: Guerra e Pace|sito=boxofficebenful.blogspot.it|lingua=it|accesso=2018-04-03}}</ref>.
Il film incassò [[Lira italiana|£]] 974.500.000 (circa 13 milioni di euro) con 6.862.676 spettatori, classificandosi come sesto maggiore incasso dell'anno<ref>{{Cita web|url=http://www.hitparadeitalia.it/bof/boi/boi1955-56.htm|titolo=Hit Parade Italia - Classifica Film 1955 - 56|sito=www.hitparadeitalia.it|accesso=2018-04-03}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://boxofficebenful.blogspot.it/2012/04/box-office-italia-1955-guerra-e-pace.html|titolo=Box Office Italia 1955: Guerra e Pace|sito=boxofficebenful.blogspot.it|lingua=it|accesso=2018-04-03}}</ref>.


== Seguiti ==
== Seguiti ==

Versione delle 04:02, 1 mag 2019

Don Camillo e l'onorevole Peppone
Peppone arringa la folla sulle note de La canzone del Piave
Paese di produzioneItalia
Anno
Durata97 min
Dati tecniciB/N
Generecommedia
RegiaCarmine Gallone
SoggettoGiovannino Guareschi
SceneggiaturaGiovannino Guareschi
ProduttoreAngelo Rizzoli
Casa di produzioneCinema Rizzoli
FotografiaAnchise Brizzi
MontaggioNiccolò Lazzari
MusicheAlessandro Cicognini
ScenografiaVirgilio Marchi
CostumiPia Marchesini
TruccoAmato Garbini
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
Doppiatori italiani

[[Categoria:Film italiani del 1955]]

Don Camillo e l'onorevole Peppone è un film del 1955. Si tratta del terzo episodio della celebre saga che vede protagonisti Fernandel e Gino Cervi, il primo diretto da Carmine Gallone (che dirigerà anche il quarto), mentre i due precedenti erano stati diretti da Julien Duvivier.

Trama

1948. Brescello è in fermento. Nella piazza si costruisce un monumento alla Pace, e il partito comunista manda in missione alcuni compagni della città per fare propaganda: infatti a breve ci saranno le elezioni politiche, e il sindaco Peppone si candida a deputato. Don Camillo, appena venuto a sapere della notizia, corre a protestare dal Cristo crocifisso, ma poi minimizza, ricordando che prima Peppone deve superare l'esame di quinta elementare. Durante l'esame Peppone viene preso dall'agitazione, ma interviene in suo favore don Camillo, facendogli superare brillantemente l'esame.

Carro armato M26 Pershing posizionato nei pressi del Museo di Peppone e Don Camillo.

Poco dopo, le vicende del paese portano ancora una volta i due fronti opposti a scontrarsi. Quando un contadino non riesce a liberarsi del mezzadro che occupava il podere che aveva appena acquistato, Peppone non interviene, decidendo così in favore del mezzadro. Don Camillo, convinto che il sindaco abbia colto l'occasione di farne una questione politica, aiuta il contadino nella sua protesta. Presto però viene a galla una verità più scottante: nelle ultime concitate fasi della guerra, infatti, i comunisti si erano impossessati di un carro armato tedesco, e l'avevano nascosto proprio nel fienile di quel podere. Peppone e i suoi devono quindi impedire che quel carro armato venga ritrovato. Don Camillo, venuto a sapere della situazione, si offre di aiutare Peppone a liberarsi del mezzo, portandolo fuori dal podere e facendolo ritrovare pochi giorni dopo. Il piano rischia di saltare quando Peppone spara un colpo di cannone che colpisce proprio la colomba della Pace nella piazza del paese.

Qualche tempo dopo, don Camillo si trova a fare l'autostop per rientrare in paese. A dargli un passaggio è proprio Peppone, ma dopo pochi metri i due incominciano a bisticciare: Peppone scarica don Camillo, ma questi con un trucco riesce a ribaltare la situazione e scappa con il suo automezzo, lasciando a piedi il sindaco. Questi era appena andato a ritirare dalla tipografia i manifesti elettorali, vere e proprie gigantografie con il suo ritratto. Don Camillo, visti i manifesti nel retro del furgone, decide di giocare un brutto tiro al rivale. Così, qualche giorno dopo, quando i manifesti vengono solennemente svelati alla comunità proprio sotto alla bombardata colomba della Pace, tutti scoppiano a ridere: il ritratto di Peppone è stato "ritoccato" con tanto di corna e pizzetto.

L'affronto dev'essere vendicato: i comunisti si riuniscono in segreto e Peppone propone l'"eliminazione fisica". Viene sorteggiato un membro della banda, che porterà a termine la missione come meglio crede. Per fortuna, l'eliminazione progettata non è quella di don Camillo, bensì dei suoi polli, con i quali il prete intendeva festeggiare la sconfitta elettorale dell'avversario. Don Camillo, svegliato da un rumore, non può far altro che constatare il furto dei polli; ma un vicino ha visto il ladro, e sembra proprio che sia il sindaco, come riferisce ad un poliziotto. L'indagine finisce per mettere alle strette Peppone, che alla fine viene convocato in Pretura come imputato. Il parroco vuole godersi la disgrazia dell'avversario, che, in caso di condanna, sarebbe definitivamente estromesso dalla corsa elettorale; ma il Crocifisso, ancora una volta, lo persuade a non cedere al desiderio di vendetta. Così don Camillo irrompe in Pretura, e salva Peppone raccontando una storia inventata.

Il sindaco viene assolto, ma la mossa di don Camillo rischia di gettare nel ridicolo tutta la sezione locale del partito. Peppone tuttavia viene tranquillizzato dalla compagna Clotilde, un'esponente del partito inviata in missione da Roma. La donna rassicura il sindaco che lo scherzo di don Camillo potrebbe in realtà giocare a suo favore, rendendolo più simpatico anche agli elettori più moderati, e approfitta dell'occasione per appartarsi con Peppone. Questi, che non era indifferente al fascino della donna, non riesce tuttavia a decidersi a portare a segno le avance di cui tutto il paese mormora. Proprio questi pettegolezzi mettono in crisi il matrimonio di Peppone: la moglie Maria, dopo aver confessato a don Camillo che non ne può più e vuole tornare dai suoi genitori, abbandona il paese. Sconvolto, Peppone si rivolge a don Camillo, che per spingerlo ad agire col cuore gli racconta, mentendo, che la moglie vuole suicidarsi. I due si lanciano così all'inseguimento con un sidecar: raggiunta Maria e fatta la pace, Peppone torna a casa con la moglie.

Le elezioni sono vicine e Peppone invita come relatore a un comizio il compagno avvocato Cerratini. Negli ultimi minuti prima dell'inizio, don Camillo tiene viva la rivalità diffondendo dall'altoparlante della chiesa musica e slogan elettorali. Zittito il rivale, Peppone sale sul palco e prende la parola, ma proprio in quel momento il parroco spara negli altoparlanti La canzone del Piave. All'udire quelle note, Peppone, commosso, si abbandona a un discorso appassionato e vibrante di patriottismo. La piazza esulta e perfino don Camillo è commosso e applaude sorridente.

Le elezioni sono un successo per il PCI e anche per Peppone, che viene eletto alla Camera dei deputati. Questi, come richiede la legge, annuncia in consiglio comunale che si dimetterà da sindaco, ma il capogruppo dell'opposizione dichiara che tutti vorrebbero che Peppone continuasse a essere il loro sindaco, raccogliendo gli applausi di amici e avversari.

Al momento della partenza, un corteo accompagna l'onorevole Peppone alla stazione di Brescello. Sul gradino del treno, fa forza ai compagni, commossi e rattristati quanto lui; ma alla stazione successiva incontra don Camillo, che convince il rivale a tornare con lui a Brescello.

Produzione

Fonti letterarie

Alcuni episodi del film sono stati ideati ex novo, ma altri provengono dai racconti originali di Guareschi: Ponte-mina (1947), La festa (1947), L'altoparlante (1951), Il sogno del cappello verde (1951), Ancora il fantasma del cappello verde (1951), Carro armato (1952, poi reintitolato Il Panzer nella versione inclusa nel volume Don Camillo e il suo gregge, 1953), Esame Peppone (1952), Furto delle galline (1952) e Lettera al lettore (1955).

Ambientazione

  • Dopo la parentesi rappresentata dal singolare secondo episodio, Il ritorno di don Camillo, girato in gran parte in interni o in luoghi decisamente lontani dalla Bassa Padana (Rocca di Cambio e Fiano Romano), con questo terzo capitolo si torna ad usare Brescello quale familiare sfondo dei battibecchi fra i due protagonisti. Ritornano dunque gli scorci, ormai noti ai fedelissimi della serie, del paese reggiano: Piazza Matteotti, la chiesa di Santa Maria Nascente, e così via. Anche la scuola dove Peppone riesce - con l'aiuto, ricattatorio, di Don Camillo - a prendere la licenza elementare, è brescellese. La casa di Peppone è in via Carducci come nel primo film.
  • La residenza di Don Camillo poi, è tutta posticcia: fu infatti "inventata" fra via Costituente e via San Marcellino, a Brescello, dove la produzione fece costruire (in 12 giorni) le suggestive colonnine che si vedono nel film, poi smontate a fine lavorazione (verranno però rimontate in occasione del film successivo). Il pollaio, anch'esso posticcio, non faceva parte della casa-canonica ma si trovava in realtà nel giardino della casa di fronte (Fernandel entrò solo una volta veramente nella casa-canonica, affacciandosi alla finestra, mentre il resto delle riprese si svolse a Cinecittà).
  • Quando poi, nel finale, i due protagonisti tornano al paese in bicicletta, la sequenza nella finzione rispecchia piuttosto fedelmente la topografia dei luoghi: i due partono dalla stazione di Boretto e si avviano in bici lungo la strada provinciale 62R, ritornando così effettivamente verso Brescello, come dimostra anche la cupola della borettiana Basilica minore di San Marco che s'intravede sempre più lontana.
  • In questo film l'anno di svolgimento dei fatti si può ricostruire con precisione. In una scena, infatti, Peppone dice di essere uno di quelli del '99 (vale a dire, coloro che furono arruolati a 18 anni nella prima guerra mondiale); in un'altra scena egli afferma di avere 49 anni. Poiché fu nel 1948 che si svolsero delle elezioni politiche in Italia, siamo sicuri che la data dell'ambientazione sia questa.
  • La casa parrocchiale nella quale abitava Don Camillo (Fernandel) negli anni della seconda guerra mondiale, prima del suo trasferimento a Brescello, e che viene mostrata nel flash-back del ricordo del primo incontro tra il sacerdote e Peppone è accanto alla chiesa di San Siro a Coenzo, frazione di Sorbolo, in provincia di Parma.

Curiosità

  • La canzone che Don Camillo ascolta alla radio, mentre cerca di sapere i risultati delle elezioni (il parroco, impaziente, la chiama spregiativamente "canzonetta"), è "Chitarra Spagnola", del 1939.
  • Il carro armato americano nascosto nel fienile del podere del Tasca, e successivamente guidato da Peppone per sbarazzarsene, è un modello M24 Chaffee, carro leggero statunitense della Seconda guerra mondiale. Il carro esposto nella piazza a Brescello è, invece, un esemplare restaurato di M26 Pershing, che non ha niente a che fare con il film[1].
  • La frase iniziata dal democristiano all'altoparlante e conclusa da don Camillo fu inventata dallo scrittore Giovannino Guareschi (creatore di don Camillo e Peppone) per una vignetta di propaganda per le elezioni di qualche anno prima (Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede Stalin no!). Lo slogan, che riscosse notevole successo venendo giudicato simpatico e incisivo, fu inserito da Guareschi nel 1948 in una fugace citazione nel suo romanzo Don Camillo e il suo gregge e ricomparve nel '55 in questo film.

Distribuzione

Differenze di versione

La versione francese presenta scene che non compaiono in quella italiana (come nei due film precedenti). Per esempio: nella bottega dove lavora il Brusco come barbiere, i clienti si mettono a ridere quando hanno saputo che Peppone vuole fare l'esame di quinta elementare. Quando don Camillo si risveglia, nota che c'era una candela (messa da Peppone) e si accorge che mancano le sue galline, nella versione francese don Camillo parlando con Gesù gli diceva che aveva sognato Peppone che aveva la faccia da pollo venendogli in mente le sue galline e preoccupato corse fuori per dare un'occhiata.

Accoglienza

Incasso

Il film incassò £ 974.500.000 (circa 13 milioni di euro) con 6.862.676 spettatori, classificandosi come sesto maggiore incasso dell'anno[2][3].

Seguiti

Scene del film[4]

Note

  1. ^ Il carro armato di Peppone in moto per turisti e bambini - Cronaca - Gazzetta di Reggio, in Gazzetta di Reggio, 5 maggio 2015. URL consultato il 7 giugno 2017.
  2. ^ Hit Parade Italia - Classifica Film 1955 - 56, su www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 3 aprile 2018.
  3. ^ Box Office Italia 1955: Guerra e Pace, su boxofficebenful.blogspot.it. URL consultato il 3 aprile 2018.
  4. ^ In ordine sequenziale

Bibliografia

  • Pasquale Iaccio, Non solo Scipione. Il cinema di Carmine Gallone, Liguori, Napoli, 2003, ISBN 978-88-207-3313-1.
  • Riccardo F. Esposito, Don Camillo e Peppone. Cronache cinematografiche dalla Bassa Padana 1951-1965, Le Mani, Recco 2008, ISBN 978-88-8012-455-9.
  • Elisa Soncini, I rossi e il nero. Peppone, don Camillo e il ricordo del dopoguerra italiano, Lupetti, Milano 2009, ISBN 88-8391-199-7.

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Collegamenti esterni

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