Abbazia di Novacella
Abbazia di Novacella Kloster Neustift | |
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Il cortile dell'abbazia. | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Località | Novacella (Varna) |
Indirizzo | Via Abbazia, 1 - Varna/Vahrn, Via Abbazia 1, 39040 Varna/vahrn e Via Abbazia, Varna |
Coordinate | 46°44′02.42″N 11°39′00.25″E |
Religione | cattolica |
Ordine | Canonici regolari confederati |
Diocesi | Bolzano-Bressanone |
Consacrazione | 1142 |
Sito web | www.abbazianovacella.it |
L'abbazia di Novacella (Augustiner-Chorherrenstift Neustift in tedesco), è un'abbazia agostiniana a Novacella, frazione di Varna, vicino a Bressanone nella provincia autonoma di Bolzano, sorta nella prima metà del XII secolo. È una delle più importanti abbazie del nord Italia e dell'Arco Alpino costituita da un complesso di edifici religiosi e civili. Nel maggio 1956 papa Pio XII la elevò alla dignità di basilica minore.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il convento di Novacella è stato fondato nel 1142 dal vescovo della diocesi di Bressanone beato Artmanno, già preposito dell'abbazia di Klosterneuburg, con il supporto del burgravio di Sabiona Reginbert e della sua consorte Christina. Il 9 aprile 1143 il convento e i suoi possedimenti furono riconosciuti giuricidicamente da papa Innocenzo II[2]. L'abbazia appartiene alla Congregazione Lateranense Austriaca dei Canonici Regolari di San Agostino. Il convento fece parte dell'ambizioso programma di riforma ecclesiastica avviato da Corrado I di Abenberg all'interno dell'arcidiocesi di Salisburgo, della cui area metropolitana la diocesi di Bressanone fece parte[3].
L'edificio è stato diverse volte ricostruito e ampliato fino a tutto il Settecento. L'Abbazia, fin dalla sua fondazione, è stata un luogo di ricovero per i pellegrini provenienti dal Nord Europa e diretti verso Roma e la Terrasanta, dopo la dura prova dell'attraversamento dei valichi alpini.
Nel 1445 vi fu sepolto il noto poeta tardomedievale Oswald von Wolkenstein.
A seguito della soppressione degli ordini religiosi, voluta dalla rivoluzione francese e attuata da Napoleone, molte abbazie vennero soppresse in Europa. L'Abbazia di Novacella fu soppressa dal governo bavarese, allora regnante nel Tirolo, nel 1807.
Con la riunificazione del Tirolo all'Austria l'Abbazia fu ripristinata e reinvestita dei suoi diritti e beni con l'editto dell'Imperatore Francesco I (1816).
Da quasi mille anni i Canonici Regolari di Sant'Agostino si occupano dell'educazione dei ragazzi. Infatti l'Abbazia è tuttora sede di un collegio con scuola media frequentato da studenti provenienti da Bressanone e da varie parti della provincia di Bolzano.
Da ormai più di trent'anni la vocazione educativa si rivolge anche alle persone più adulte, infatti dal 1970 nell'abbazia esiste un Centro Convegni. È inoltre stato istituito un centro per la pastorale del turismo e per l'apostolato biblico, oltre ad un centro ecologico (ÖZN - Ökozentrum Neustift) fondato nel 1988.
Oggi si visitano la grande chiesa barocca dedicata alla Madonna, ricca di opere d'arte, e gli stupendi saloni della Prelatura. Dal 2004 anche il giardino storico è stato riaperto al pubblico dopo lavori di restauro e valorizzazione (nel triennio 2000-2003). Alcuni di questi interventi sono stati realizzati anche grazie ai fondi del Gioco del Lotto, in base a quanto regolato dalla legge 662/1996[4].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il complesso fortificato, al quale si accede tramite un piccolo ponte coperto, è costituito da diversi edifici di diverse epoche e stili differenti (campanile in stile romanico, coro e presbiterio della chiesa e chiostro in stile gotico, chiesa e biblioteca in forme barocche e rococò) coesistono armoniosamente in uno spazio ben definito. Ancora oggi Novacella mostra l'impianto originario del XII secolo.
La chiesa di Santa Maria Assunta è stata interamente rifatta nel Settecento in stile barocco da Giuseppe Delai, mantenendo il presbiterio gotico. La chiesa conserva numerosi pregevoli dipinti e affreschi, alcuni di Matthäus Günther[5]. Costituisce un tipico esempio del Barocco Alpino e Bavarese.
Al centro del cortile principale dell'abbazia si trova il pozzo rinascimentale, detto “pozzo delle meraviglie” (Wunderbrunnen) perché sovrastato da un'edicola ottagonale sui cui lati sono raffigurate le sette meraviglie dell'antichità e sull'ottavo lato, orgogliosamente, l'abbazia stessa.
Biblioteca
[modifica | modifica wikitesto]La importante biblioteca occupa due piani del monastero, dove sono conservati circa 65.000 volumi a stampa, soprattutto opere scientifiche e teologiche, divisi in 43 argomenti, oltre a manoscritti e codici miniati[6]. La biblioteca possiede il più piccolo manoscritto del mondo.[7]
La sala principale della biblioteca, capolavoro del Rococò altoatesino, è stata realizzata da Antonio Giuseppe Sartori nel 1773. Quest'ultimo aveva iniziato la sua collaborazione con gli agostiniani di Novacella già nel 1744. Opera sua sono anche gli altari di Sant'Agostino e Sant'Anna nel presbiterio della basilica.[8]
Con la soppressione dell'Abbazia decisa dal governo bavarese nel 1807 molte opere furono confiscate e andarono disperse o trasferite in Baviera. Parte di esse furono riscattate dal governo italiano dopo la prima guerra mondiale e restituite all'Abbazia, un'altra cospicua parte viene conservata alla Biblioteca Universitaria di Innsbruck
Castello dell'Angelo
[modifica | modifica wikitesto]Il più notevole edificio è la cappella di San Michele, detta "Castello dell'Angelo" (Engelsburg), una rotonda di epoca romanica, rimaneggiata nel coronamento ma sostanzialmente ben conservata. Edifici di questo tipo erano frequenti sulle rotte dei pellegrinaggi, richiamandosi sia ai grandi edifici romani sia alla rotonda del Santo Sepolcro di Gerusalemme. In questo caso è probabile anche una identificazione col celebre e quasi omonimo importante monumento romano.
Produzione vinicola
[modifica | modifica wikitesto]L'abbazia produce e commercializza vini bianchi secondo la tradizione enologica altoatesina, in particolare della Valle Isarco, e questo contribuisce a garantire l'indipendenza economica del complesso. L'uva proviene dai vigneti vicini e la vinificazione permette di ottenere pregiati vini DOC. Tra i più rinomati vi sono il Sylvaner e il Gewürztraminer.
- Linea classica[9]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Catholic.org Basilicas in Italy
- ^ Martin Bitschnau, Hannes Obermair (eds.), Tiroler Urkundenbuch. Die Urkunden zur Geschichte des Inn-, Eisack- und Pustertals. Sez. II, vol. 2, Innsbruck, Wagner, 2012, ISBN 978-3-7030-0485-8, pp. 28s. n. 407.
- ^ Stefan Weinfurter, Salzburger Bistumsreform und Bischofspolitik im 12. Jahrhundert. Der Erzbischof Konrad I. von Salzburg (1106–1147) und die Regularkanoniker, Böhlau, Köln/Wien 1975 (Kölner Historische Abhandlungen, 24).
- ^ Beni Culturali, su provincia.bz.it. URL consultato il 10 ottobre 2021.
- ^ (DE) Beatrix Holzer, Die Fresken von Matthäus Günther in der Stiftskirche der Augustiner Chorherren zu Neustift bei Brixen, ihre Ikonographie und Ikonologie, in "Der Schlern", 84, 2010, pp. 4-48.
- ^ Ursula Stampfer, Claudia Schretter-Picker, Die mittelalterlichen Handschriften in der Bibliothek des Augustiner Chorherrenstiftes Neustift (Österreichische Akademie der Wissenschaften, phil.-hist. Klasse, Denkschriften, 529 = Veröffentlichungen zum Schrift- und Buchwesen des Mittelalters, IV,9), Vienna, 2021.
- ^ La biblioteca, su Due passi nel mistero
- ^ Bianchi 2003, p. 308.
- ^ Linea Classica - Abbazia di Novacella
- ^ Linea Praepositus - Abbazia di Novacella
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Hans Wagner (a cura di), Das Traditionsbuch des Augustiner-Chorrenstiftes Neustift bei Brixen, Vienna 1954 (Fontes rerum Austriacarum, II/76).
- (DE) Max Schrott (a cura di), Liber testamentorum Conventus Neocellensis, Bolzano 1967 (Geschichtsquellen des Etschlandes, 1).
- (DE) Herbert Theobald Innerhofer (a cura di), Das älteste Urbar des Augustinerchorherrenstiftes Neustift bei Brixen von 1278 (mit Nachträgen bis 1325), Innsbruck/Monaco 1974 (Österreichische Urbare, III/5/2).
- (DE) Augustiner Chorherrenstift Neustift (a cura di), 850 Jahre Augustinerchorherrenstift Neustift Brixen, Novacella, 1992.
- Andrea Bianchi e Luciana Giacomelli (a cura di), Scultura in Trentino: Il Seicento e il Settecento, II, Trento, Provincia Autonoma di Trento, 2003, ISBN 88-86602-55-3.
- Ivana Passamani Bonomi, La rotonda di San Michele di Novacella: geometria di una chiesa – fortezza, in Valentino Volta (a cura di), Rotonde d'Italia, coordinamento grafico-editoriale Ivana Passamani Bonomi, ed. Jaca Book, Milano 2008.
- (DE) Herbert Innerhofer, Das Augustiner-Chorherrenstift Neustift, in Hannes Obermair et al. (a cura di), Dom- und Kollegiatstifte in der Region Tirol – Südtirol – Trentino / Collegialità ecclesiastica nella regione trentino-tirolese, Innsbruck, Universitätsverlag Wagner, 2006 (Schlern-Schriften, 329). ISBN 3-7030-0403-7.
- (DE) Herbert Innerhofer, Unser Dorf Neustift - von der Urgeschichte bis zur Gegenwart, Novacella, Schützenkompanie Neustift, 2008.
- (DE) Ursula Stampfer, Claudia Schretter-Picker, Die mittelalterlichen Handschriften in der Bibliothek des Augustiner Chorherrenstiftes Neustift (Österreichische Akademie der Wissenschaften, phil.-hist. Klasse, Denkschriften, 529 = Veröffentlichungen zum Schrift- und Buchwesen des Mittelalters, IV,9), Vienna, 2021, PDF.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su abbazia di Novacella
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (DE, IT, EN) Abbazia di Novacella - sito ufficiale, su kloster-neustift.it. URL consultato il 5 maggio 2020.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 124446371 · LCCN (EN) n85190606 · GND (DE) 2034940-3 · J9U (EN, HE) 987007373229505171 |
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