Utente:Dani4P/sandbox

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Per quattro province si intende un'area culturalmente omogenea che comprende le province di:

Strumenti musicali tipici delle quattro province

Storicamente zona di transito per commercianti, eserciti, pellegrini e viaggiatori, vi passavano antiche percorrenze come la via Postumia (tracciata da Aulo Postumio Albino nel 197 a.C.) che collegava Genova ad Aquileia; la via Francigena, che durante il medioevo portava i pellegrini dalla Francia a Roma e da qui a Gerusalemme; la via del sale attraverso la quale transitava, verso la Pianura Padana, il sale proveniente dalla Liguria.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

La definizione di un esatto confine di questa zona è difficile, essendo un area culturale tradizionale, legata alla civiltà contadina-montanara, dove la trasmissione del sapere che era orale viene codificata e definita in tempi recenti. Nei tempi andati l'area era molto più ampia, si estendeva fino alla pianura Padana a nord e al mare a sud, lambendo la provincia di Parma ad est. I cambiamenti social-economici hanno totalmente cambiato i modi di vita tradizionali, l'inurbamento con il conseguente spopolamento delle campagne, la difficoltà di mantenere in vita tradizioni non più indispensabili alla vita sociale dei piccoli nuclei, l'innegabile fascino del nuovo che va a soppiantare un vecchio che portava con sè ricordi e richiami ad una vita povera e difficile ne hanno notevolmente ridotto la superfice. Come parametro oggi si usa considerare come territorio delle quattro province le zone dove è diffuso un certo repertorio musical-coreutico legato all'uso specifico di uno strumento musicale: il piffero delle quattro province. L'estensione attuale è limitata alle aree montane e valligiane di val Borbera e val Curone nella provincia di Alessandria, alta val Trebbia e val Fontanabuona in provincia di Genova, valle Staffora in provicia di Pavia, val Trebbia, val Boreca e alta val Tidone in provincia di Piacenza. Dobbiamo forse ringraziare il fiume Trebbia e i torrenti Staffora, Tidone, Boreca, Curone, Borbera, Lavagna, Bisagno, di aver scavato vallate impervie, dove la difficoltà di comunicazione e le strade tortuose, con la cocciutaggine dei montanari hanno contribuito a conservare una fetta del patrimonio culturale italiano dal rischio di estinzione.

La denomina(cenni di descrizione dell'area, corrisponde esattamente alle province attuali? quali vallate sono comprese? fiumi, monti, vie di comunicazione, caratteri comuni, eventuali colture tradizionali, rapporti fra le diverse aree tipo scambi commerciali "tradizionali" ecc...)

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Molte sono le testimonianze della presenza dei Liguri fin dall'età della pietra (villaggio neolitico a Travo, val Trebbia) e nell'età del ferro (castelliere, villaggio fortificato di Guardamonte AL).

Ben documentata anche la presenza dei Romani, molti i toponimi, i ritrovamenti archeologici (resti della città di Libarna in val Scrivia e la documentazione storica (Tabula traiana del II secolo d.C.). Secondo lo storico romano Polibio, nel dicembre del 218 a.C., Annibale inflisse una pesante sconfitta al console romano Tito Sempronio Longo nella battaglia della Trebbia. Alcuni toponimi della val Boreca, come Zerba sembra rechino traccia dal passaggio delle truppe di Annibale.

Dal IV secolo, sotto la pressione crescente delle popolazioni barbariche, si verificò una migrazione dalla costa ligure e dalla pianura verso le zone montuose. Si formarono così nuovi insediamenti basati su un'economia di sussistenza agro-pastorale.

Durante il dominio Longobardo (573-774 d.C.) venne fondato, dal monaco irlandese Colombano, il monastero di Bobbio (PC) in val Trebbia, uno dei più ricchi ed importanti del Medioevo.

Dopo la caduta dei Longobardi a opera di Carlo Magno, il Sacro Romano Impero costituì i Feudi imperiali, con lo scopo di mantenere un passaggio sicuro verso il mare, assegnò questi territori a famiglie (quali: i Malaspina, i Fieschi, i Doria, i Pallavicino, i Landi e i Farnese) che dominarono per secoli questi feudi.

Napoleone abolì i feudi e il territorio venne diviso tra la Repubblica Cisalpina e la Repubblica Ligure, nel 1815 il Congresso di Vienna cedette gli ex feudi imperiali al Regno di Sardegna e nel 1861, questi territori vennero annessi al Regno d'Italia.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli elementi culturali comuni di queste vallate il più noto è quello musical-coreutico. Il modo di cantare dei cori, influenzato dal trallallero genovese, le musiche da piffero e le danze popolari dette, appunto, delle quattro province sono preziose testimonianze di una cultura antica miracolosamente conservatasi arrivata 'viva' fino ai nostri giorni. Accomunano questi territori anche alcune feste popolari e riti calendariali, quali il calendimaggio, il carnevale e i festeggiamenti dei Santi patroni.

Feste popolari (o tradizionali)[modifica | modifica wikitesto]

(descrizione delle feste, del legame con le varie fasi della produzione agricola, santi patroni, quali? usi particolari? Costumi tradizionali? Cibi tipici? Vale la pena farne una sezione a parte...?) la risposta è si ci sta una voce per: il carlindimaggio, la gaina grisa, la santa croce solo parlando di questue, il carnevale di Cegni, la curmà di pinfri.............se andiamo nei cibi non finamo più

Musica[modifica | modifica wikitesto]

(non lasciare solo il rimando alla voce di dettaglio, proviamo a mettere una piccola descrizione, non dare per scontato che il lettore sappia di cosa si sta parlando, non tutti sanno cos'è una questua... ;-))

La coppia di musicisti che suonano piffero e fisarmonica anima tutte le feste, non si balla senza musica dal vivo, con la fine della civiltà agricola-montanara sono rimasti loro i portatori della tradizione. Il repertorio musicale è corposo, antico, trasmesso attraverso i secoli (ilfifaro è citato in uno scritto del Pessagno su fatti della val Fontanabuona del 1578) comprende oltre le melodie da ballo, brani che scandivano i momenti della vita contadina: questue come il cantamaggio, la galina grisa o la santa croce; il carnevale con la povera donna; la leva con leva levon; il matrimonio con la sposina (brano per accompagnare la sposa dalla sua casa alla chiesa) e altri brani "da strada" come la sestrina per accompagnare i cortei nelle varie occasioni. Ci sono gruppi musicali che hanno reitrodotto recentemente l'uso della müsa i Musetta, gli Epinfrai e gli Enerbia. I pifferai più famosi che purtroppo ci hanno lasciato furono il mitico Draghino (con la trasmissione orale della memoria non è facile essere sicuri delle informazioni ma sembra che lui ci abbia lasciato sulle barricate delle Cinque giornate di Milano, Ernesto Sala di Cegni, Jacmon, Giuanen e Fiur in val Trebbia....... La coppia piffero-fisarmonica porta il nome, o più spesso il soprannome dei suoi componenti, quelle attive oggi sono:

e posso andare avanti......

altra voce per i cori

(qui poi andrebbe inserita la parte di descrizione dei musicisti attuali... cosa suonano? sono composizioni recenti o sono pezzi tradizionali? da dove arrivano? ecc ecc...)

Strumenti tradizionali[modifica | modifica wikitesto]

(anche qui, sarebbe meglio non lasciare solo il link ma mettere una breve descrizione, ci sono tipicità? in una delle voci parli del "piffero delle quattro province" in questa sezione si potrebbe inserire la descrizione dello strumento? e poi, da dove provenivano gli strumenti? ci sono particolarità nei materiali o nella costruzione? o nell'uso e negli accostamenti degli stessi?)

Lo strumento principe è il piffero (oboe popolare ad ancia doppia), accompagnato oggi dalla fisarmonica e fino agli anni trenta dalla müsa (cornamusa appenninica). Il costruttore più famoso è stato Nicolò Bacigalupo, detto ü Grixiu (Cicagna, 1863 - 1937) attivo a Cicagna (val Fontanabuona GE) dal 1900, ciò che rimane della bottega del Grixiu (strumenti musicali semilavorati e attrezzi tra cui il tornio a pedale) è conservato nel Museo etnografico Ettore Guatelli di Ozzano Taro (PR). Oggi i pifferi continuano ad essere costruiti da Ettore Losini, detto Bani, di Degara di Bobbio (PC).

Danze tradizionali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Danze delle quattro province.

I balli che animano le feste sono di tre tipi: di coppia, di cerchio e coreografici. Nei balli di coppia oltre a valzer e mazurche c'è la polka a saltini, un modo particolare di ballare la polka con il tipico "passo delle Quattro province" (la mettiamo una piccola descrizione, anche se è descritto nella voce di dettaglio?). Nei balli di cerchio la piana, l'alessandrina, la monferrina. Nei balli coreografici la giga a due, la giga a quattro e la povera donna . Sembra essere stata ricostruita la bisagna, ballo andato perduto nel XIX secolo.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Categoria:Provincia di Alessandria Categoria:Provincia di Genova Categoria:Provincia di Pavia Categoria:Provincia di Piacenza Categoria:Territori italiani Categoria:Tradizioni popolari italiane