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Marc Léopold Benjamin Bloch

Marc Léopold Benjamin Bloch (Lione, 6 luglio 1886Lione, 16 giugno 1944) è stato uno storico francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Famiglia ed educazione[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Lione da una famiglia ebraica di origine alsaziana che si era trasferita per conservare la cittadinanza francese dopo la guerra franco-prussiana[1], era il figlio secondogenito dello storico Gustave Bloch e di Sarah Ebstein.[2]

Marc Bloch condusse brillantemente gli studi secondari a Parigi, al Lycée Louis-le-Grand, ottenne il baccalaureato in lettere e filosofia nel 1903, per entrare l'anno successivo all'École normale supérieure appena accorpata alla Sorbona; qui studiò per quattro anni storia medievale sotto la guida di insegnanti quali Ferdinand Lot e Christian Pfister, e dello stesso suo padre.[2]

Superò brillantemente l'agrégation[3] di storia e geografia nel 1908 e venne destinato, solo nel 1912 tuttavia, al liceo di Montpellier. Nel frattempo, dal 1908 al 1909, seguì con l'aiuto del ministero degli esteri i corsi delle università di Berlino e di Lipsia, dove familiarizzò con la tradizione storiografica tedesca, l'etnologia, la storia giuridica comparata e la storia economica. Fu particolarmente attratto dal pensiero di Karl Büchner, professore a Lipsia, deciso assertore dell'importanza dell'economia di mercato quale motore del processo di affrancamento delle masse in epoca medievale; altra personalità eminente incontrata a Lipsia fu Karl Lamprecht, autore della nozione di "storia totale" e grande ispiratore di Henri Pirenne (in seguito amico e mentore di Bloch).[2]

Al ritorno a Parigi fu ammesso alla Fondazione Thiers (1909-1912) dove compose la sua dissertazione di dottorato, sulla scomparsa della servitù della gleba nell'Île-de-France nel XII e XIII secolo.[2][4]

La Prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Dopo un anno di insegnamento a Montpellier si trasferì ad Amiens nel 1913, dove lo colse lo scoppio della Prima guerra mondiale. Bloch venne richiamato come sergente di fanteria servendo come riservista nel 272° Reggimento, e raggiunse il fronte dell'Argonne nell'autunno 1914.[2]

Nel 1915, ricoverato per febbre tifoide, riunì le proprie esperienze in Souvenirs de guerre, riflessioni sulla psicologia individuale e collettiva di ufficiali e soldati, ponendo l'accento sul silenzioso coraggio dei secondi e la miopia tragica dei primi. La vita di trincea gli costò un'artrite reumatoide che lo tormentò per il resto della vita.[2]

Al comando di una sezione, terminò il conflitto col grado di capitano nei servizi di informazione. Ebbe quattro citazioni all'ordine del giorno, fu decorato con la Legion d'onore per fatti militari, ed ebbe la Croce di guerra.[5]

Carriera universitaria[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la guerra fu chiamato all'Università di Strasburgo, tornata francese nel 1919, dove con Christian Pfister gettò le fondamenta della sezione di storia medievale. Discussa la tesi, nel 1920 divenne professore, e nel 1927 ebbe ufficialmente la cattedra di storia medievale. Sebbene destinato in seguito alla più prestigiosa sede della Sorbona, fu a Strasburgo che Bloch poté emergere come eminente storico del Medioevo: in un ambiente accademico vivace come nessun altro nella Francia dell'epoca, sicuramente animato dalla volontà di rivaleggiare coi vicini tedeschi, si radunavano i migliori esponenti delle scienze storiche e sociali, quali Gabriel Le Bras, Maurice Halbwachs, André Piganiol, Ernest Hoepffner, Charles Blondel, Henri Baulig, Charles-Edmond Perrin, Georges Lefebvre; a Strasburgo Bloch strinse amicizia soprattutto col più anziano collega Lucien Febvre, con cui collaborò per il resto della vita.[2]

Nel 1919 sposò Simone Vidal (1894-1944); dal matrimonio nacquero sei figli, tra cui Étienne che nel 1997 del padre scrisse la «biografia impossibile»[2][6].

Bloch non mancò di applicare all'esperienza della guerra il suo acuto spirito critico: da una prospettiva del tutto originale, e memore della disinformazione in atto ai tempi dell'Affare Dreyfus, analizzò il processo di falsificazione delle notizie orali creatosi tra i soldati grazie all'azione della censura; ne seguì un articolo del 1921, dal titolo Réflexions d'un historien sur les fausses nouvelles de la guerre[7]

Pubblicò nel 1924 la sua opera magistrale, Les Rois thaumaturges (I re taumaturghi; I ed. italiana: Einaudi 1973), in cui sperimenta con audacia un metodo comparatista improntato ai maestri della linguistica (lui stesso era poliglotta) e afferma con forza l'importanza della psicologia nello studio della storia.[2]

E' del 1931 la sua opera più citata, per molti studiosi odierni il massimo contributo dell'autore alla storiografia, Les Caractères originaux de l'histoire rurale française, fortemente innovativa, ad imporre un'interdisciplinarietà poco frequente per l'epoca, al fine di meglio comprendere l'evoluzione delle strutture agrarie dell'Occidente medievale e moderno.[2]

Attorno al 1930 progettò di pubblicare una collezione dei propri scritti sul metodo storico sotto il titolo Historiens à l'atelier, che sottopose l'idea all'editrice Gallimard. La cosa non andò in porto, e la prematura morte dell'autore nel 1944 lasciò incompiuto il manoscritto, sin quando un abbozzo fu scoperto a Fougères, nella villa in cui Bloch aveva abitato nell'ultimo periodo della propria vita. Nel 1949 l'amico e collaboratore Lucien Febvre si incaricò della pubblicazione postuma, sotto il titolo -voluto dall'autore- di Apologie pour l’histoire ou métier d’historien (Apologia della storia o mestiere di storico; I ed. italiana: Einaudi 1950).

Les Annales[modifica | modifica wikitesto]

Tra 1920 e 1926, con Lucien Febvre, tentò il progetto di lanciare una rivista internazionale di storia sociale ed economica comparata, con l'ambizione di sollecitare la partecipazione e gli scambi scientifici tra gli studiosi europei delle varie discipline. I due, in cerca di un curatore di elevato profilo accademico, si rivolsero nel 1921 a Henri Pirenne. Attraverso Pirenne, nel 1925, Bloch e Febvre contattarono l'American Historical Association, nella speranza di guadagnarsi un finanziamento dal fondo intitolato a Laura Spelman Rockefeller. Il progetto naufragò, in parte per interessi nazionalistici da ambo le parti, ma anche per la riluttanza da parte di Bloch e di Febvre ad ammettere un tedesco nel comitato editoriale, in evidente contraddizione col carattere internazionale della rivista.[2]

Nel 1929, col «gruppo strasburghese» che includeva anche Febvre, Bloch fondò infine la rivista Annales d'histoire économique et sociale (dal 1994 chiamata Annales. Histoire, Sciences Sociales), il cui titolo era già di per sé una rottura con «la storia storicizzante», trionfante in Francia col positivismo. Bloch, uno dei primi storici francesi a interessarsi allo studio comparato delle civiltà e alla storia del pensiero (vista anche come storia antropologica), vi pubblicò nel periodo precedente alla guerra importanti articoli, centrati soprattutto sul feudalesimo, e brillanti note di lettura il cui apporto metodologico rimase vivo anche dopo la morte dell'autore e sino ai giorni nostri.[2]

Nel 1928 Bloch si candidò al Collège de France, attratto dalle maggiori risorse intellettuali di una delle più prestigiosi istituzioni francesi, e propose di insegnarvi una «storia comparata delle società europee», ma non fu ammesso; anche Febvre fece lo stesso, pure senza successo, riuscendo ad accedervi solo nel 1933; Bloch tentò ancora nel 1934-35, col sostegno dello stesso Febvre e di Étienne Gilson, ma senza esito. La competizione offuscò l'amicizia tra i due, sebbene non la concordia intellettuale.[2]

Dopo l'ultimo fallimento Bloch ricercò una più promettente posizione alla Sorbona: nel 1936 succedette infatti a Henri Hauser alla cattedra di Storia economica, l'unica allora esistente in Francia; l'incarico stimolò i suoi interessi sulla materia, e diede la stura ad un'ampia produzione di articoli, recensioni e pubblicazioni. Fondò nel 1938, col sociologo Maurice Halbachs, l'Institut d’histoire économique et sociale, centro di ricerca nato allo scopo di promuovere lo studio dei fattori economici della storia.[2]

La Seconda guerra mondiale lo colse quindi nel pieno della carriera e delle ricerche, culminate con l'uscita, tra 1939 e 1940, dei due volumi di La Société féodale (La società feudale); ultima opera pubblicata nel corso della sua vita, e presumibilmente lo studio più durevole della sua carriera, ebbe immensa eco in Francia e fuori, tra medievalisti, storici e semplici appassionati.[2]

Targa commemorativa all'Università di Strasburgo, palazzo dell'Università.

Uno storico in guerra[modifica | modifica wikitesto]

Il monumento di Roussilles eretto sul luogo dell'esecuzione di Marc Bloch.

Malgrado l'età (53 anni), una poliartrite invalidante e una famiglia numerosa, fu richiamato una settimana prima dell'invasione tedesca della Polonia, dopo aver sfollato la famiglia a Guéret, nella Creuse. Dopo un periodo trascorso in Alsazia, fu aggregato per conoscenze al Comando supremo della Francia del Nord, in Piccardia, e destinato agli approvvigionamenti. Vi rimase durante la Strana guerra e la Campagna di Francia fino alla capitolazione del Belgio; Bloch si trovò tra le migliaia di soldati imbarcati a Dunkerque, ma poche settimane dopo era ritornato in Francia, poco prima dell'occupazione di Parigi.[2]

Durante la breve esperienza bellica Bloch vide da vicino il naufragio della Terza Repubblica; dagli eventi trasse L'Étrange Défaite, scritta nella casa che possedeva a Fougères, comune di Le Bourg-d'Hem (Creuse), dal luglio al settembre 1940: il libro fu pubblicato postumo nel 1946 e accredita l'idea che la disfatta francese di fronte alle truppe tedesche fosse imputabile ai livelli più alti di comando, e dovuto più a un deficit di preparazione e di innovazione che alla scarsa combattività delle truppe. Tocca anche la questione su quanto le élite avessero preferito la vittoria del nazismo in Francia e in Europa di fronte alla minaccia del comunismo. In particolare esprime lo scoramento dell'autore davanti all'atteggiamento di una parte della borghesia francese e degli intellettuali, che, a suo avviso, avevano contribuito per ignavia alla sconfitta, salvo poi allearsi col fascismo e collaborare attivamente con i tedeschi.[2]

In quanto ebreo, dopo l'armistizio del 22 giugno 1940 e la smobilitazione, Bloch fu escluso dalla funzione pubblica (ottobre 1940). Inizialmente pensò di trovare rifugio negli Stati Uniti, dove gli era stato offerto un posto alla New School for Social Research di New York; ma in seguito dovette rinunciare al progetto in quanto non poteva portare con sé il suo figlio maggiore, in età di leva. Fu riammesso alle sue funzioni per eccezionali meriti di servizio, grazie alla decisione del segretario di Stato per l'educazione nazionale, lo storico Jérôme Carcopino, vecchio allievo del padre, e nominato alla facoltà di Strasburgo, succursale di Clermont-Ferrand. Qui Bloch continuò le sue ricerche, in condizioni molto difficili e in preda a grande inquietudine. Per le precarie condizioni di salute della moglie, chiese e ottenne un trasferimento a Montpellier nel 1941.[2]

Anche dopo aver perso accesso alla propria biblioteca personale continuò a scrivere per la rivista Annales (all'epoca ribattezzata Mélanges per sfuggire alla censura sulle pubblicazioni accademiche), firmandosi Fougères. In quel periodo difficile, senza consultare documenti scrisse, l'Apologie pour l'histoire, ou Métier d'historien, pubblicato postumo nel 1949 per iniziativa di Lucien Febvre, libro in cui l'autore riassume le peculiarità del mestiere di storico.[2]

Quando i tedeschi invasero la zona libera, sino ad allora controllata dal Governo di Vichy, dovette tornare con la famiglia a Fougères; alla fine del 1942 o all'inizio del 1943 entrò nella Resistenza; scelse il nome fittizio di Narbonne.[2]

Si trasferì quindi a Lione, dove sotto lo pseudonimo di Blanchard contribuì attivamente ai Franc-Tireur. Fu arrestato l'8 marzo 1944 dalla Gestapo, torturato per tre mesi, e fucilato il 16 giugno successivo con 29 altri partigiani; morì gridando «Vive la France!» al plotone di esecuzione[8].

Apporto alla storia del Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Dedica di Marc Bloch a Maurice Halbwachs (1928).
Opera conservata alla Bibliothèque de sciences humaines et sociales Paris Descartes-CNRS.

Numerosi storici, francesi e non, hanno ammesso il proprio debito intellettuale nei confronti di Marc Bloch: Fernand Braudel, Georges Duby, Jacques Le Goff, Bronisław Geremek e altri.[2]

Gli storici moderni celebrano in Bloch (per quanto criticato oggi per il suo razionalismo e la sua fede nel progresso) il rigore analitico, l'ampiezza di vedute, e la volontà di aprire il campo della storia ad altre discipline scientifiche. Inoltre, il suo contributo allo studio della storia medievale, per varietà delle fonti e rigore analitico, è ancora oggi largamente utilizzato dai ricercatori.[2]

Al pari dei suoi colleghi dell'École des Annales, Marc Bloch suggerì di non utilizzare esclusivamente i documenti scritti come fonti, e di ricorrere anche ad altre testimonianze: artistiche, archeologiche, numismatiche eccetera. Si orientò quindi verso l'analisi della storia economica, e, ugualmente fautore dell'unità delle scienze sociali, ricorrerà costantemente al metodo comparativo, predicando tra gli storici l'interdisciplinarità e il lavoro collettivo.

Bloch ha lasciato una grande influenza nel campo della storiografia attraverso la sua opera incompleta Apologia della storia o mestiere di storico), dedicata all'amico e collega Lucien Febvre, alla quale stava ancora lavorando al momento della morte. Il libro di Bloch e Che cos'è la storia? di Edward Carr sono considerate oggi tra le più importanti opere di teoria storiografica del XX secolo.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Monografie[modifica | modifica wikitesto]

  • L’Isle-de-France: les pays autour de Paris (Parigi: 1913)
  • Rois et serfs: un chapitre d’histoire capétienne (Parigi: Champion, 1920)
  • Souvenirs de guerre (1914–1915) (Parigi: Armand Colin, 1969); La guerra e le false notizie. Ricordi (1914-1915) e riflessioni (1921), Collana n.4, Donzelli, Roma, 1994 ISBN 88-7989-087-5
  • Réfléxion d’un historien sur les fausses nouvelles de la guerre, in «Revue de synthèse historique», 1921; Riflessioni d'uno storico sulle false notizie della guerra, in M. Bloch, Storici e storia, Torino, Einaudi, 1997, pagg. 163-184
  • Les Rois thaumaturges: étude sur le caractère surnaturel attribué à la puissance royale particulièrement en France et en Angleterre (Strasbourg: Publications de la Faculté des lettres de Strasbourg, 1924); I re taumaturghi. Studi sul carattere sovrannaturale attribuito alla potenza dei re particolarmente in Francia e in Inghilterra, traduzione italiana di Silvestro Lega, Biblioteca di Cultura Storica n.121, Einaudi, Torino, 1973-1980
  • Les Caractères originaux de l’histoire rurale française (Oslo and Paris: Les Belles Lettres, 1931); I caratteri originali della storia rurale francese, Collana Piccola Biblioteca n.207, Einaudi, Torino, 1973
  • La Société féodale, vol. 1: La Formation des liens de dépendance (Paris: Albin Michel, 1939); vol. 2: Les Classes et le gouvernement des hommes (Paris: Albin Michel, 1940); La società feudale, traduzione italiana di Bianca Maria Cremonesi, Biblioteca di Cultura Storica n.36, Torino, Einaudi, 1949
  • L’Etrange défaite (Paris: Société des Editions “Le Franc-tireur,” 1946); La strana disfatta. Testimonianza scritta nel 1940, seguita da scritti della clandestinità. 1942-1944, Napoli, Guida, 1970
  • Apologie pour l’histoire ou métier d'historien (Paris: Armand Colin, 1949); Apologia della storia o mestiere di storico, traduzione italiana di G. Gouthier, Einaudi, Torino, 1950

Corsi pubblicati[modifica | modifica wikitesto]

  • Esquisse d’une histoire monétaire de l’Europe (Paris: Armand Colin, 1954); Lineamenti di una storia monetaria d'Europa, Collana Piccola Biblioteca n.414, Einaudi, Torino, 1981
  • La France sous les derniers capétiens, 1223–1328 (Paris: Armand Colin, 1964).
  • Seigneurie française et manoir anglais (Paris: Armand Colin, 1967); Signoria francese e maniero inglese. Lezioni sulla proprietà fondiaria in Francia e in Inghilterra, Milano, Feltrinelli, 1980.

Monografie postume[modifica | modifica wikitesto]

  • Histoire et historiens (Paris, Armand Colin, 1995), testi riuniti da Étienne Bloch; Storici e storia, Collana Biblioteca, Einaudi, 1997, ISBN 88-06-14169-4.
  • LA TERRE ET LE PAYSAN

Paris, Armand Colin, 1999, Textes réunis et présentés par Etienne Bloch

Raccolte di articoli pubblicate in italiano[modifica | modifica wikitesto]

  • Lavoro e tecnica nel Medioevo, traduzione di Giuliano Procacci, Prefazione di Gino Luzzato, Biblioteca di Cultura moderna, Roma-Bari, Laterza, 1959
  • La servitù nella società medievale, trad. di Maria Teresa Grendi Hirschkoff, Collana Il Pensiero Storico n.65, La Nuova Italia Editrice, Firenze, 1975.
  • La fine della comunità e la nascita dell'individualismo agrario nella Francia del XVIII secolo, Milano, Jaca book, 1978-9.
  • Che cosa chiedere alla Storia?, a cura di Grado Giovanni Merlo e Francesco Mores, Collana etcetera, Castelvecchi, Roma, 2014 ISBN 978-88-6826-244-0

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Croix de guerre 1914-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria
Médaille militaire - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Una clausola del Trattato di Francoforte permetteva agli alsaziano-lorenesi residenti in uno dei comuni rimasti francesi di optare per una delle due nazionalità con una semplice dichiarazione; altresì permetteva ai cittadini dei comuni annessi alla Germania di conservare la nazionalità francese lasciando la regione prima del 1° ottobre 1872
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v Michaud
  3. ^ In Francia, concorso pubblico per insegnanti destinati all'insegnamento secondario e superiore.
  4. ^ Pubblicata nel 1913 col titolo L'Isle-de-France: les pays autour de Paris, costituì il materiale di base per la tesi di dottorato Rois et serfs: un chapitre d’histoire capétienne, in cui Bloch avvalendosi di documenti legali, politici e fiscali, trattò il soggetto da una prospettiva inedita ribaltando la vecchia concezione storica secondo la quale i re capetingi avevano emancipato tutti i servi nei domini reali, dimostrando anzi che il fenomeno fu assai limitato e per nulla inedito. Bloch non poté discutere la tesi fino al 1920, per lo scoppio della Prima guerra mondiale.
  5. ^ Sul periodo trascorso da Marc Bloch in Argonne durante il conflitto, cfr. Daniel Hochedez, Un historien au front: Marc Bloch en Argonne (1914-1916), in Horizons d'Argonne, n. 89, Sainte-Menehould, Centre d'études argonnais, giugno 2012, p. 59, ISSN 0441-2303 (WC · ACNP).
  6. ^ (FR) Biographie impossible, di Étienne Bloch.
  7. ^ In Revue de synthèse historique 33, 1921, pp.41-57
  8. ^ Carole Fink, March Bloch: A Life in History, Cambridge University Press, 1989, p. 321

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]