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Novelli
Titoli
  • Patrizio Aquilano
  • Nobile Romano
FondatoreNovello Novelli
Data di fondazioneIX secolo
Data di estinzioneXV secolo
EtniaItaliana
Rami cadetti
  • Novelli di Ascoli Piceno
  • Novelli del Rione dei Monti

I Novelli furono un'importante e nobile famiglia italiana che nel corso dei secoli ricoprì importanti posizioni in varie città, dall’antica Amiternum passando per L’Aquila, Ascoli, Roma, Siena, Perugia, Bologna, Capua, Gaeta, Terni, San Valentino.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'antichità della famiglia Novelli risale a epoche remote, trovando le sue prime tracce documentate nel contesto di Preturo (Amiternum)[1].

Il più antico personaggio storicamente rilevante è Novello Novelli di Preturo, il quale è menzionato nei primi documenti storici datati al 897 d.C., dove è citato con il prestigioso titolo di Vir Egregius, un titolo riservato ai funzionari dell'Ordine Equestre nell'Antica Roma, indicando così la sua notevole posizione sociale e il suo ruolo di rilievo all'interno della società del tempo[2].

Bonifacio, il figlio di Novello, viene poi attestato nel 953 d.C. come Miles Bonifatius Novelli di Antonio di Preturo, evidenziando la continuità della famiglia nella sfera militare e sociale. Anche i discendenti diretti di Bonifacio, come Giovanni e Lalle, si distinguono come uomini d'arme di grande valore, confermando così l'importanza della famiglia nel contesto bellico e aristocratico del periodo.

Ranaglio Novelli emerge come una figura di spicco, ricoprendo il ruolo di Condottiero al servizio di Federico I Hohenstaufen, noto anche come Federico Barbarossa, il celebre sovrano del Sacro Romano Impero. I suoi figli legittimi, Giovanni e Cola, seguono le sue orme come Cavalieri, consolidando ulteriormente il prestigio e la tradizione guerriera della famiglia.

Cola, insieme ai suoi figli Pandolfo e Iacopo, avvia un ramo collaterale della famiglia trasferendosi a Roma e dando così origine ai Novelli del Rione dei Monti, evidenziando la capacità della famiglia di espandersi e adattarsi a nuovi contesti urbani.[3][4][5]

Ugolino Novelli, figlio illegittimo di Ranaglio, rappresenta un'altra diramazione della famiglia, dimostrando la complessità delle relazioni familiari e dei legami di parentela all'interno della casata Novelli.

Nel corso dei secoli, i membri della famiglia Novelli si distaccarono progressivamente. Tra il XVII e il XVIII secolo, dopo aver ceduto una considerevole parte dei loro possedimenti ad Ascoli, alcuni individui decisero di stabilirsi a Forlì, intraprendendo diverse attività professionali. Tra questi, si distinse Giovanni Emidio Novelli[6], il quale nel 1671 intrattenne una corrispondenza epistolare con lo storico Felice Pantaleoni e il Monsignore Ottavio Corsini[7]. Altri membri della famiglia optarono per stabilirsi nella regione natia degli Abruzzi, concentrando i loro interessi soprattutto a San Valentino, ora conosciuta come San Valentino in Abruzzo Citeriore. Questa scelta fu motivata dalle promettenti opportunità economiche e sociali offerte da un territorio che, sin dal 1583, era sotto il dominio della famiglia Farnese[8]. Fin dal 1544, i Novelli intrapresero relazioni diplomatiche con gli Farnese e, ancor prima, con la Nobildonna Margherita d'Austria, la quale nutriva grande ammirazione per i membri della famiglia[9].

Famiglia Novelli dell'Aquila[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Novelli dell'Aquila, con origini che risalgono ad Amiternum[1], in particolare alla frazione di Preturo, è nota per la sua distinta presenza nella storia antica e medievale dell'Italia centrale. Il suo capostipite, Novello Novelli, è ricordato come un individuo dotato di qualità eminenti, oltre che di considerevoli ricchezze materiali e virtù morali. La sua figura è stata riconosciuta per il ruolo di spicco che ha svolto come funzionario dell'Ordine Equestre nell'Antica Roma nel IX secolo, assumendo il titolo prestigioso di Vir Egregius, che evidenzia il suo elevato status sociale e le sue competenze.

Bonifacio Novelli, figlio di Novello, ha continuato la tradizione familiare servendo come soldato nel X secolo, contribuendo così alla lunga storia di impegno militare della famiglia[2].

Giovanni Novelli e Lalle Novelli, entrambi valorosi uomini d'arme nell'XI secolo, hanno ulteriormente arricchito il patrimonio familiare con le loro gesta e imprese militari.

Ranaglio Novelli, illustre membro della famiglia nel XII secolo, ha servito come condottiero sotto Federico I Hohenstaufen, noto come Federico Barbarossa, contribuendo alla storia delle campagne militari dell'epoca.

La famiglia Novelli ha giocato un ruolo significativo nella fondazione della città dell'Aquila[10], contribuendo anche alla formazione di alcuni dei personaggi più illustri della regione[11].

I figli legittimi di Ranaglio, Giovanni e Cola, hanno mantenuto l'onore familiare come cavalieri, con Cola che ha trasferito la famiglia a Roma, dando origine al ramo dei Novelli del Rione dei Monti[3] e ampliando così l'influenza della famiglia in una nuova località.

Stemma della Famiglia Novelli di Preturo, estratto dal manoscritto "Historia dell'origine et fondazione della città dell'Aquila" redatto dallo storico Claudio Crispomonti - XVII secolo

Ugolino Novelli, figlio illegittimo[12] di Ranaglio[2], ha raggiunto notevoli traguardi come Cavaliere e Generale di Santa Chiesa sotto Papa Innocenzo IV. Il suo trasferimento ad Ascoli ha segnato la fondazione del ramo dei Novelli di Ascoli Piceno[13], evidenziando ulteriormente la capacità della famiglia di stabilirsi e prosperare in diverse regioni.

Personalità come Rainando Novelli, che visse intorno all'anno 1318, fu dottore di legge e governatore in varie città (Siena, Perugia, Bologna, Capua e Gaeta) e cavaliere d'onore.

Ludovico Novelli, che visse intorno all'anno 1380, fu ecclesiastico e dottore ed esercitò vari Vicariati.

Bernardo Novelli, eletto Cavaliere nel 1488, rappresenta un altro esempio della continuità dell'impegno sociale e militare della famiglia.

La famiglia Novelli dell'Aquila si estinse nel corso del XV secolo.

Famiglia Novelli del Rione dei Monti[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di S. Maria in Ara Coeli - Lo stemma di sinistra doveva avere l'arme dei Novelli: partito nel primo d'oro a un arco sostenuto da una colonna uscente dal fianco sinistro e un leone di rosso uscente dalla cima della colonna. Dalla metà del XV secolo la famiglia ha assunto il soprannome "dello Sarto", ricordato dall'iscrizione. La data indicata è quella di morte della defunta - in basso - HIC IACET CORP(us) D(omi)NE/ IACOBE UX(ori) NOBIL(is) VIRI/ XP(crist)OFORI D(e) NOVELL(is)/ AL(ias) D(e)L SARTO D(e) URBE/ Q(ui) OBIIT AN(no) D(omini) MCCCC/ LXX DIE II OCTOB(ris) CUI(us)/ A(n)I(m)A REQUIESCAT I(n) PACE - lettere capitali -

La famiglia Novelli, una delle casate più illustri del Rione dei Monti a Roma[14], ha lasciato un'impronta indelebile nella storia della città[4] tanto da essere definita una delle più nobili. Cola Novelli, figura di spicco della famiglia, insieme ai suoi figli Pandolfo e Iacopo, trasferì la residenza della famiglia a Roma[15]. Qui, investirono saggiamente nelle terre circostanti, acquisendo numerosi vigneti[16] e proprietà nel prestigioso Rione dei Monti[5], contribuendo così all'arricchimento e allo sviluppo economico della zona.

Il palazzo di famiglia, situato in prossimità della chiesa di S. Angelo[17], rappresentava un emblema della loro prosperità e del loro prestigio sociale. Nonostante il loro ruolo di spicco nella società romana, la famiglia Novelli del Rione dei Monti si estinse nel corso del XV secolo. Gli ultimi discendenti della casata, per motivi che sfuggono alla conoscenza storica, decisero di cambiare il loro cognome in quello dello Sarto[4]. Questo evento segnò la fine di un'epoca per la famiglia Novelli, ma il loro ricordo è rimasto vivo nel tessuto urbano di Roma.

Oggi, una lapide commemorativa a ricordo della famiglia Novelli dello Sarto[18] è posta nel pavimento della prestigiosa Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, simboleggiando il legame duraturo tra la famiglia e la città di Roma, nonché la loro eredità nella storia e nella cultura della capitale italiana[19].

Famiglia Novelli di Ascoli Piceno[modifica | modifica wikitesto]

Questo ramo della famiglia, che deriva dalla famiglia Novelli di Preturo e, come documentato, fonda le proprie radici a Novello Novelli, che nel 897 d.C. fu Vir Egregius di Amiternum, ottenne il 18 agosto 1558 il titolo di “Princeps Asculani in temporadoralibus” e godette dei quattro quarti di nobiltà, come per fede autentica della Curia Vescovile di Ascoli Piceno del 4 luglio 1625, vede come suo capostipite Ugolino Novelli[2].

Novelli di Ascoli Piceno
Titoli
  • Principe di Ascoli (non ereditario)
  • Signore di Ascoli
  • Patrizio Aquilano
  • Patrizio Ascolano
  • Nobile Romano
FondatoreUgolino Novelli
Data di fondazioneXIII secolo
EtniaItaliana

Ugolino Novelli, fu Cavaliere e Generale di Santa Chiesa sotto il pontificato di Papa Innocenzo IV, si distinse durante l'assedio della Città di Ascoli nel 1229, quando difese coraggiosamente la città assieme ad altri cittadini, ma la città cedette per mancanza di rifornimenti sotto l'assedio[9]. Dopo il trattato di San Germano nel 1230, Ugolino tornò ad Ascoli, dove fu nominato Decurione di Santa Chiesa. Rimase gravemente ferito in battaglia e morì nel 1248[20].

Giovanni Novelli[21], figlio di Ugolino, famoso anch’egli per le sue azioni, fu eletto alla suprema dignità (Podestà)[22][23] della sua patria nell’anno 1247.[24] Giovanni Novelli ebbe un figlio di nome Giovanni Iunore.

Nicola Novelli, figlio di Giovanni Iunore suo agnato e nipote di Giovanni Seniore, fu nel 1316 Capitano del Popolo di Perugia[25].

Giacomo Novelli, figlio di Nicola Novelli, nel 1332 seguirà le gesta gloriose di suo padre Nicola Novelli. Giacomo Novelli ebbe un figlio di nome Matteo.

Giovanni di Matteo, detto Mattuccio Novelli, figlio di Matteo Novelli, viene citato nei catasti del 1400 della Città di Ascoli per una vendita fatta nel 1426 con atto rogato dal Ridolfo di Ser Cicco. Giovanni Novelli, legum doctor, nell'agosto 1426 fu ambasciatore con Giovanni Guglielmo Guiderocchi presso il pontefice e si tratterrà a Roma per venti giorni. I primi di settembre dello stesso anno sarà a Macerata con ser Faciolo da Force, cancelliere di Ascoli, presso il governatore Pietro Emigli. Il 20 luglio 1429 fu nominato per sei mesi giudice del Presidato di Farfa, Nell'aprile 1432 fu ambasciatore di Ascoli presso papa Eugenio IV.[26] Giovanni nel 1428 stilò, insieme ad altri nobili ascolani, le riforme allo Statuto d’Ascoli. Giovanni ebbe due figli Francesco e Gio. Pietro.

Francesco Novelli, figlio di Giovanni di Matteo, fu cavaliere nell’anno 1440.

Andrea Giovanni di Pietro Novelli, figlio di Pietro viene citato in alcuni documenti di vendita redatti il 7 giugno 1491 da Giò Battista Vico con le parole “Nobilis Vir Novellus Iohannis Andrea Petri de Ascoli”.

Andrea ebbe tre figli, Almonte, Tullio e Grifante.

Almonte nel 1538 fu eletto Ambasciatore dal Sommo Pontefice Paolo III, elezione registrata nel libro de’ Consegli d’Ascoli alla carta 87, segno evidente che Almonte godeva di grande stima nella sua Patria per nobiltà di famiglia. Nel 1558 fu eletto Vicario Generale di Ascoli Piceno, come si legge nella bolla della Citta d’Ascoli “Die Ionis 18. Augusti 1558. Almontes Novellus Canonicus Asculanus, Reverendissimi in Christo Patris, e Domini ….. Dei, e Apostolica Sedis gratia Epscopi, e Principis Asculani in temporalibus, e spiritualibus Vicarius Generalis.[27]

Tullio nel 1546 fu eletto Ambasciatore insieme ad altri Gentiluomini, che d’ordine pubblico, andarono a ricevere il Vice Re d’Abruzzo come da libro de’ Consegli d’Ascoli alla carta 117.

Ippolito Novelli, figlio di Tullio, nel 1544 fu eletto dalla Città e dal Popolo d’Ascoli Ambasciatore, insieme ad un membro della famiglia Mazzocco (Mazzocchi), per andare a Roma a negoziare con i Farnese gli interessi sul sale, l’aggio delle monete che correvano in quei tempi. L’elezione di Novelli e Mazzocco è conservata nella Segreteria Anziana della Città di Ascoli alla data 24 novembre 1544 Il 3 marzo 1572 fu raccomandato al Cardinale Rusticucci da Margherita d’Austria, con una lettera particolare e con termini di molta stima che ne delineavano le sue virtù nelle armi e nelle lettere.

Nell’anno 1544 il Capitano Novello Novelli, figlio di Grifante, militò sotto Francesco I Re di Francia e divenne, con somma lode e valore, Colonnello. Grifante venne menzionato anche in una breve di Papa Giulio III, che ne fa menzione come gran Capitano e valoroso uomo. Grifante morì nell’anno 1550 ucciso da quattro sicari inviati da un membro della famiglia Guiderocchi. In quel periodo si accese un profondo odio tra i Novelli e i Guiderocchi, odio che richiamò l’attenzione di Papa Giulio III che il 14 giugno 1552 dovette inviare ordini ai Cardinali Mignanelli e Ostienfe di scrivere al Governatore d’Ascoli per costringere Pietro, figlio di Grifante, Almonte e Tullio, fratelli di Grifante e a tutti i parenti, di cessare ostilità verso i Guiderocchi e di fare pace. I Novelli obbedirono al Papa così come venne confermato dalla Cancelleria Anzianale di Ascoli Piceno[20].

Nel 1609, la Famiglia Novelli provò i quattro quarti di nobiltà, quattro quarti che vennero confermati dalla Curia Vescovile di Ascoli il 4 luglio 1625[28]. Con la conferma dei quattro quarti di nobilità, la famiglia Novelli si affermò sempre di più nella vita politica di Ascoli Piceno e nello Stato Pontificio.

Nel 1629, Paolo Emilio d’Ottavio di Pietro Novelli, discendente di Pietro Novelli che fu figlio di Giovanni di Matteo, si applicò alla disciplina militare come i suoi antenati. Fu fatto Capitano di 150 uomini nella Repubblica di Venezia. Successivamente, avendo acquisito fama, venne comandato dal Taddeo Barberini, Generale di Santa Chiesa, Capitano del Regimento di Castel Sant’Angelo di Roma fino al 1638. Con il passare del tempo ricevette da Taddeo Barberini altre cariche come quella di Governatore delle Armi di Nettuno e successivamente dal Cardinale Antonio Barberini, Capitano di 200 fanti a Roma in data 1642[20].

Nel 1635, Francesco Maria[29], figlio di Paolo d’Ottavio di Pietro Novelli, fu Capitano. A comando di una compagnia di fanteria Alemanna, partì verso la Fiandra per il conflitto della Casa d’Austria. Si unì al Regimento comandato dal Marchese Mattei.

Nel 1646, il Capitano Giuseppe di Girolamo Novelli, figlio di Girolamo (fratello di Paolo Emilio), ebbe diverse cariche militari dalla Sede Apostolica. Fu inviato nell’assedio di Castro dal Cardinale Benedetto Pamphilj.

La Famiglia Novelli ad Ascoli Piceno risiedeva in una palazzina ancora esistente, situata all'angolo tra corso Giuseppe Mazzini, 37 e via dei Novelli. Questa dimora rappresenta non solo un'icona architettonica, ma anche un simbolo tangibile del patrimonio culturale e storico della famiglia Novelli.

I Novelli, nel corso dei secoli, hanno sperimentato un processo di dispersione e diversificazione delle proprie attività che riflette le dinamiche sociali e economiche del tempo. Durante il XVII e il XVIII secolo, questo fenomeno divenne particolarmente evidente. Dopo aver ceduto una considerevole parte dei loro possedimenti ad Ascoli, alcuni membri della famiglia decisero di stabilirsi a Forlì, intraprendendo una varietà di professioni. Tra essi, si distinse Giovanni Emidio Novelli, il quale nel 1671 intrattenne una significativa corrispondenza epistolare con lo storico Felice Pantaleoni e il Monsignore Ottaviano Corsini, contribuendo così alla vita culturale e intellettuale del periodo[30].

Altri membri della famiglia, invece, scelsero di ritornare alle radici nella regione degli Abruzzi[31], concentrandosi soprattutto a San Valentino, noto oggi come San Valentino in Abruzzo Citeriore. Questa decisione fu motivata dalle opportunità economiche e sociali offerte da un territorio che, sin dal 1583, era sotto l'egida della prestigiosa famiglia Farnese. I Novelli, fin dal 1544, coltivarono relazioni diplomatiche con gli Farnese e con la Nobildonna Margherita d'Austria, la quale mostrò grande ammirazione per la famiglia. Questo ramo dei Novelli di Ascoli Piceno si distinse nel campo tessile e della sartoria, con figure di spicco come Panfilo Novelli, documentate negli archivi catastali del XVIII secolo[32]. Oltre a San Valentino, i Novelli acquistarono proprietà in varie località dell'Abruzzo, tra cui una palazzina dei primi del '900 situata in via Giuseppe Mazzini 89 a Castellammare Adriatico e altre proprietà nella zona di Pescara Portanuova. Tuttavia, queste proprietà furono completamente vendute e non sono più di proprietà della famiglia Novelli[33].

La famiglia Novelli di Ascoli godettero del patriziato ascolano trasmissibile in linea maschile e femminile[34][35], l'ultimo discendente residente ad Ascoli, morì nei primi anni dell'800[36].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cristina Ciccarelli, Storie locali nell'Abruzzo di età moderna (1504-1806) (PDF), 2010-2011.
  • Silvia Mantini, L'Aquila spagnola, 2ª ed., Roma, Aracne, 2009, ISBN 978-88-548-3042-4.
  • Claudio Crispomonti, Historia dell'origine et fondazione della città dell'Aquila, L'Aquila, Biblioteca Regionale, XVII secolo
  • Anton Ludovico Antinori, che nel citarlo a p. 126 della Vita della beata Cristina Ciccarelli, lo dice composto nel 1629, e poi soggiunge che soli due esemplari ne esistevano, l'uno di carattere dell'autore, l'altro ritoccato da lui, ma conservati presso case ragguardevoli dell'Aquila, con alcuni frammenti ed estratti in possesso di più cittadini;
  • Alfonso Dragonetti a p. 212 de Le vite degli illustri aquilani riporta diversamente il titolo del manoscritto, essendo forse una copia quella da lui posseduta: Istoria della origine e fondazione della città dell'Aquila e breve raccolta di uomini illustri che per santità di vita, valor di armi, lettere ed altro, l'hanno resa famosa: con l'origine e le armi delle famiglie nobili e discendenza de' principi che ne furono e sono signori;
  • Berardo Candida Gonzaga nel vol. 2 delle Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia.
  • Angelo Signorini, La diocesi di Aquila descritta ed illustrata, 1868
  • Annuario della Nobiltà italiana, XXXIII edizione (2015-2020), a cura di Andrea Borella, Teglio, 2021
  • Bernardo Carfagna, Il lambello il monte e il leone, 2004, ISBN:9788887691283, 8887691282
  • Vincenzo Novelli, I Colonna e i Caetani: storia del medio-evo di Roma, Tip. Fratelli Pallotta, 1892
  • Emidio Novelli, L'origine e l'antichità della famiglia Novelli da Amiternum a San Valentino, Popoli, 1912
  • E. Luzi, Compedio di storia ascolana, Ascoli Piceno, 1889 (rist. anast. Bologna, Forni, 1980)
  • F. A. Marcucci, Saggio delle cose ascolane e de' vescovi di Ascoli nel Piceno, Teramo, 1766 (rist. anast., Sala Bolognese, Forni, 1984)
  • S. Andreantonelli, Historiae Aesculanae, Patavii, 1673 (rist. anast. Bologna, Forni, 1968)
  • G. Pinto, Ascoli nel contesto politico della Marca, in La Marca d'Ancona fra XII e XIII secolo. Le dinamiche del potere. Atti del Convegno VIII Centenario della "Pace di Polverigi" 1202-2002 (Polverigi, Villa Nappi 18-19 ottobre 2002), a cura di G. Piccinini, Ancona, 2004 (Deputazione di storia patria per le Marche. Studi e Testi, 23), 456-473
  • Il Piceno nel 1841: territorio-società-economia, a cura di G. Gagliardi - G. Gagliardi - E. Santoni, Ascoli Piceno, Gagliardi, 2001
  • G. Pinto, Ascoli tra Due e Trecento: linee di una ricerca in Istituzioni e società nelle Marche (secc. XIV-XV). Atti del Convegno (Ancona-Camerino-Ancona, 1-2-3 ottobre 1998), Ancona, 2000 (Deputazione di storia patria per le Marche. Atti e memorie, 103), 263-288
  • A. Franchi, Ascoli pontificia II (dal 1244 al 1300), Ascoli Piceno, 1999
  • M. E. Grelli, Le dinamiche socio-politiche del comune ascolano nel secolo XIII, in Esculum e Federico II. L'imperatore e la città: per una rilettura dei percorsi della memoria. Atti del conveggno svoltosi in occasione della IX edizione del Premio internazionale Ascoli Piceno, Ascoli Piceno 14-16 dicembre 1995, a cura di E. Menestò, Spoleto, Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, 1999, 89-119
  • A. Franchi, Ascoli pontificia I (dal 342 al 1241), Ascoli Piceno, 1996
  • G. Pinto, Ascoli una città manifatturiera ai confini col Regno, in Id., Città e spazi economici nell'Italia comunale, Bologna, 1996, 187-201
  • A. Franchi, Ascoli imperiale. Da Carlo Magno a Federico II (800-1250), Ascoli Piceno, D'Auria, 1995
  • A. Salvi, Cronaca ascolana dal 1345 al 1523, Ascoli Piceno, Gagliardi, 1993
  • C. Ciaffardoni, Stato di Ascoli, in "La Marca e le sue istituzioni al tempo di Sisto V", a cura di Pio Cartechini, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1991

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Angelo Signorini, La diocesi di Aquila descritta ed illustrata, [Dr.:] Grossi, 1868. URL consultato il 28 aprile 2024.
  2. ^ a b c d Claudio Crispomonti, Historia dell'origine et fondazione della città dell'Aquila, XVII secolo.
  3. ^ a b Theodoro Amayden, La storia delle famiglie romane di Teodoro A.: Con note ed aggiunte del Comm. C.A. Bertini, 1910. URL consultato il 28 aprile 2024.
  4. ^ a b c Pasquale Adinolfi - Socio Corrispondente nella Consulta Araldica., Roma nell'età di mezzo, Vol. 1, F.lli Bocca e C° - Librai di S.M. il Re d'Italia, 1881, pp. 267-268.
  5. ^ a b Pasquale Adinolfi - Socio Corrispondente nella Consulta Araldica., Roma nell'età di mezzo, Vol. 1, F.lli Bocca e C° - Librai di S.M. il Re d'Italia, 1881, p. 270.
  6. ^ Luigi Ranghiasci, Bibliografia storica delle città, e luoghi dello Stato pontificio, Provenienza dell'originale: Biblioteca Pubblica di New York, Nella Stamperia giunchiana, 1792.
  7. ^ Carlo Lozzi, Biblioteca istorica della antica e nuova Italia - saggio di bibliografia analitico comparato e critico, Provenienza dell'originale: Biblioteca Pubblica Bavarese (Ital. 261 e-1), Vol. 1, Galeti e Figlio, 1886.
  8. ^ Emidio Novelli, L'origine e l'antichità della famiglia Novelli da Amiternum a San Valentino, Popoli, 1912
  9. ^ a b Bernardo Carfagna, Il lambello il monte e il leone, Lìbrati Editrice, 2004, ISBN 978-88-87691-28-3. URL consultato il 28 aprile 2024.
  10. ^ conte Berardo Candida-Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, Stab. tip. del Cav. G. de Angelis e figlio, 1879. URL consultato il 28 aprile 2024.
  11. ^ Noble Families in Aquila, 1626, su www.italyheritage.com. URL consultato il 6 maggio 2024.
  12. ^ Ugolino fu figlio illegittimo di Ranaglio, il suo stemma aveva l'elmo alla rovescia (elmo bastardo) - fonte Archivi della Curia Vescovile di Ascoli Piceno
  13. ^ Roberto Ricci e Andrea Anselmi, Il confine nel tempo: atti del convegno, Ancarano, 22-24 maggio 2000, Libreria Colacchi, 2005, ISBN 978-88-88676-24-1. URL consultato il 28 aprile 2024.
  14. ^ Pasquale Adinolfi, Laterano e Via maggiore, saggio della topografia di Roma nell'eta di mezzo, dato sopra publ. e privati documenti, Tip. Tiberina, 1857. URL consultato il 29 aprile 2024.
  15. ^ Archivio del Salvatore, armario I, mazzo VI, n. 2 "..Pandulfus de Novellis filius Colae de Novellis ex nobili familia in Asculum Picenum.." - anno 1348
  16. ^ Pasquale Adinolfi - Socio Corrispondente nella Consulta Araldica., Roma nell'età di mezzo, Vol. 1, F.lli Bocca e C° - Librai di S.M. il Re d'Italia, 1881, p. 87.
  17. ^ Archivio del Salvatore, armario I, mazzo VI, n.3 "Idest quondam patium discopertum dieta Ecclesie lateranensis quod dicitur palatium Regis positum in contrada lateranensi inter hos fines ab uno latere ut quendam via vicinalis per quam itur ad dictum patium inter ecclesiam S. Angeli dicte universitatis et domos de Novellis, ab alio domus cum quondam vacante ubi sunt muri antiqui juxta viam publicam heredum domini Iacobi et domini Pandulphi de Novellis, ab alio latere et retro sunt orti et palaccettum..." - anno 1348
  18. ^ Iscrizioni delle chiese e d'altri edificii di Roma dal secolo 11. fino ai giorni nostri: 14, E. Loescher, 1884. URL consultato il 29 aprile 2024.
  19. ^ Vincenzo Novelli, I Colonna e i Caetani: storia del medio-evo di Roma, Tip. Fratelli Pallotta, 1892. URL consultato il 10 maggio 2024.
  20. ^ a b c Felice Pantaleoni e Collaboratore: Tinassi, Nicolò Angelo, Origine, et antichità della città d'Ascoli, e della famiglia Nouelli espresse in due lettere istoriche, Provenienza dell'originale: Biblioteca Casanatense, per Nicolo Angelo Tinassi, 1671.
  21. ^ Gabriele Rosa, Disegno della storia di Ascoli Piceno: Dalle origini all'anno 1421, Stab. Tip. Lit. di F. Fiori e C., 1869. URL consultato il 6 maggio 2024.
  22. ^ Emidio Parroco Luzi, Compendio di storia ascolana, tipografia di E. Cesari, 1889, p. 237. URL consultato il 29 aprile 2024.
  23. ^ Emidio Parroco Luzi, Compendio di storia ascolana, tipografia di E. Cesari, 1889. URL consultato il 6 maggio 2024.
  24. ^ Rubrica 29 dello Statuto del Popolo d’Ascoli alla carta 125 con le parole “Nobilis et Sapiens Vir Dominus Iohannes de Novellis honorabilis Potestas Civitatis Esculi”, che si leggono in una pergamena esistente nell’Archivio di Stato di Ascoli Piceno – Archivio Storico del Comune di Ascoli Piceno – Archivio Segreto Anzianale.
  25. ^ Documentazione rogata dal Notaio Emidio di Mastro Ventura il 10 novembre 1318.
  26. ^ MINISTERO DELL'INTERNO PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO FONTI E SUSSIDI VI e ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, Il primo registro della tesoreria di Ascoli (PDF), a cura di Maria Cristofari Mancia, 1974 [20 agosto 1426 - 30 aprile 1427], p. 128.
  27. ^ Antonio Marcucci (abate), Saggio delle cose ascolane e de'Vescovi di Ascoli nel Piceno dalla fondazione della città sino al corrente secolo decimottavo, e precisamente all'anno 1766 dell'era volgare, Provenienza dell'originale: Harvard University, Consorti, e Felcini, 1766.
  28. ^ Documento ancora conservato presso la Curia Vescovile di Ascoli Piceno.
  29. ^ Bartolommeo Fontana, Renata di Francia, duchessa di Ferrara: sui documenti dell' Archivio estense, del mediceo, del Gonzaga e dell' Archivio secreto vaticano..., Forzani e c., tipografi del Senato, 1899. URL consultato il 6 maggio 2024.
  30. ^ Giovanni Antonio Coleti, Catalogo delle storie particolari civili ed ecclesiastiche della città e de' luoghi d'Italia, le quali si trovano nella domestica libreria dei fratelli Coleti in Vinegia, nella stamperia degli stessi, 1779. URL consultato il 28 aprile 2024.
  31. ^ Il 1799 in Abruzzo: atti del convegno, Pescara-Chieti, 21-22 maggio 1999, Libreria Colacchi, 2001. URL consultato il 29 aprile 2024.
  32. ^ Inventario dell'Archivio Storico Comunale di San Valentino in Abruzzo Citeriore 1526-1967 - Beni Culturali
  33. ^ MIC - SIAS Archivio di Stato di Pescara - Catasto provvisorio del territorio di Pescara - Estremi cronologici: 1813 - 1940
  34. ^ Bollettino ufficiale della Consulta araldica, Provenienza dell'originale: Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, 1934.
  35. ^ Annuario della Nobiltà italiana, XXXIII edizione (2015-2020), a cura di Andrea Borella, Teglio, 2021
  36. ^ Archivio di Stato di Ascoli Piceno - Registri di morte