Rhinolophus mehelyi

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Ferro di cavallo di Mehely
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Laurasiatheria
Ordine Chiroptera
Sottordine Microchiroptera
Famiglia Rhinolophidae
Genere Rhinolophus
Specie R.mehelyi
Nomenclatura binomiale
Rhinolophus mehelyi
Matschie, 1901
Areale

     R.m.mehelyi

     R.m.tuneti

Il ferro di cavallo di Mehely (Rhinolophus mehelyi Matschie, 1901) è un pipistrello della famiglia dei Rinolofidi diffuso nell'Ecozona paleartica.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 42 e 64 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 47 e 56 mm, la lunghezza della coda tra 16,2 e 37 mm, la lunghezza del piede tra 9 e 12 mm, la lunghezza delle orecchie tra 18 e 23 mm e un peso fino a 23 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è lunga, soffice, densa e vellutata. Le parti dorsali sono bruno-grigiastre con la base dei peli più chiara, il muso è più chiaro con una maschera intorno agli occhi più scura, mentre le parti ventrali bianche. Le orecchie sono relativamente corte. La foglia nasale presenta una lancetta affusolata con i bordi quasi paralleli e l'estremità smussata, un processo connettivo triangolare e una sella priva di peli, con i bordi paralleli, l'estremità larga, arrotondata e piegata in avanti. La porzione anteriore è stretta e con un incavo centrale alla base superficiale. Le membrane alari sono bruno-grigiastre, la prima falange del quarto dito è relativamente corta. La coda è lunga ed inclusa completamente nell'ampio uropatagio. Il primo premolare superiore è situato al di fuori della linea alveolare. Il cariotipo è 2n=58 FNa=60, 64 nella popolazione della Romania e dell'Azerbaigian.

Ecolocazione[modifica | modifica wikitesto]

Emette ultrasuoni ad alto ciclo di lavoro con impulsi di lunga durata a frequenza costante di 105–112 kHz.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Si rifugia all'interno di grotte e fessure rocciose dove forma grandi colonie fino a 5.000 individui, spesso insieme al ferro di cavallo maggiore, il vespertilio maghrebino e il miniottero comune. Entra in ibernazione in inverno durante il quale si sposta nei ricoveri verso le entrate, mentre in estate le femmine formano vivai. Emette vocalizzazioni udibili dall'uomo. L'attività predatoria inizia la sera. Il volo è lento ed altamente manovrato, caratterizzato da brevi planate. È una specie sedentaria.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di lepidotteri e in misura minore di coleotteri e ditteri catturati nella vegetazione od occasionalmente anche al suolo.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Danno alla luce un piccolo alla volta a maggio o giugno. Le femmine raggiungono la maturità sessuale a tre anni, i maschi a due. L'aspettativa di vita è fino a 12 anni.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa in maniera frammentata nella Penisola iberica, Europa sud-orientale, Africa settentrionale dal Marocco al delta del Nilo in Egitto e nel Medio oriente fino all'Afghanistan. In Italia è presente soltanto in Sardegna e nella parte orientale della Sicilia.

Vive nella vegetazione mediterranea, boschi e foreste montane, radure e boscaglie semi-desertiche fino a 2.000 metri di altitudine.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state riconosciute due sottospecie:

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il declino della popolazione stimato del 10% negli ultimi 10 anni a causa dell'interferenza umana nei rifugi, classifica R.mehelyi come specie vulnerabile (VU).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Hutson, A.M., Spitzenberger, F., Juste, J., Aulagnier, S., Alcaldé, J.T., Palmeirim, J., Paunovic, M., Benda, P. & Karatas, A. 2008, Rhinolophus mehelyi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Rhinolophus mehelyi, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Aulagnier & Al., 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Spagnesi M., De Marinis A.M. (a cura di), Mammiferi d'Italia - Quad. Cons. Natura n.14 (PDF), Ministero dell'Ambiente - Istituto Nazionale Fauna Selvatica, 2002. URL consultato il 15 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2014).
  • Stephan Aulagnier & Al., Guide des mammiferes d'Europe, d'Afrique du Nord et du Moyen-Orient, Delachaux & Niestlé SA, Parigi, 2011, ISBN 978-88-89999-70-7.
  • Meredith & David C.D.Happold, Mammals of Africa. Volume IV-Hedgehogs, Shrews and Bats, Bloomsbury, 2013. ISBN 9781408122549

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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