Niccolò Castiglioni

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Niccolò Castiglioni (Milano, 17 luglio 1932Milano, 7 settembre 1996) è stato un compositore e pianista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Manlio Castiglioni ed Elena Osimo, iniziò lo studio del pianoforte in giovane età, in seguito si iscrisse al conservatorio di Milano, dove ebbe come docenti di composizione Giorgio Federico Ghedini e Franco Margola. In seguito si perfezionò al Mozarteum di Salisburgo in pianoforte con Carlo Zecchi ed in composizione con Boris Blacher.

Come pianista svolse una breve carriera concertistica negli anni cinquanta, per poi dedicarsi in seguito in modo esclusivo alla composizione ed al suo insegnamento.
Dopo aver subito una profonda influenza stravinskiana, si interessò alla dodecafonia e successivamente allo strutturalismo, in special modo tra il 1958 ed il 1965, anni in cui fu presente ai Ferienkurse für neue Musik di Darmstadt.

Nel 1966 si trasferì negli Stati Uniti, dove fino al 1970 insegnò contrappunto e composizione presso la State University of New York ed alla Rockefeller Foundation di Buffalo, e fu inoltre "visiting professor" presso la University of Michigan a Ann Arbor (1967), "regent lecturer" in composizione alla University of California, San Diego (1968), e professore di storia della musica rinascimentale presso la University of Washington a Seattle (1969-1970).

Dopo il ritorno in Italia nel 1970, riprese l'insegnamento della composizione presso i conservatori di Trento (19761977), Milano (1977–1989), Como (1989–1991) e ancora Milano (1991–1996). Tra i suoi allievi al Conservatorio di Milano tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta segnaliamo Carlo Galante, Giuseppe Grazioli, Giampaolo Testoni. Morì prematuramente nella sua città natale, il 7 settembre 1996. Il suo pianoforte è stato donato dalla madre alla Corale San Michele di Bressanone.[1]

La musica[modifica | modifica wikitesto]

Dalle posizioni iniziali, orientate verso il neoclassicismo stravinskiano, Castiglioni attraversò la dodecafonia (e con essa l'espressionismo) e lo strutturalismo, e fu tra i primi ad uscire dalla prassi rigorosamente seriale per dirigersi verso sistemi più liberi, arrivando così ad esprimersi in un suo personale linguaggio musicale, scevro da dogmatismi (non sono rari nella sua produzione, infatti, i ricorsi al sistema tonale, né la presenza di elementi decorativi).
Castiglioni fu un raffinato strumentatore, manifestando fin dai lavori giovanili il gusto per le sonorità cristalline, luminose e limpide; ebbe una certa predilezione per le forme brevi (quali l'aforisma), anche se non mancò di produrre opere teatrali e brani sinfonici di durate più consistenti.

La sua personale poetica musicale può essere degnamente riassunta da una sua frase, che intitola l'ultimo movimento del suo lavoro orchestrale Inverno in-ver:

«Il rumore non fa bene.
Il bene non fa rumore»

Alcune opere significative[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Corale San Michele – Bressanone, su users.south-tyrolean.net, 23 luglio 2012. URL consultato il 12 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Armando Gentilucci, Guida all'ascolto della musica contemporanea, Milano, Feltrinelli, 1992, ISBN 88-07-80595-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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