Museo archeologico regionale di Agrigento
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Museo archeologico regionale Pietro Griffo | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Agrigento |
Indirizzo | Contrada San Nicola, 12, - Agrigento e Contrada San Nicola, 92100 Agrigento |
Coordinate | 37°17′49″N 13°35′21″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Archeologia |
Visitatori | 56 976 (2022) |
Sito web | |
Il Museo archeologico regionale "Pietro Griffo" di Agrigento raccoglie le collezioni di materiali archeologici statali, civiche e diocesane, e costituisce un insieme organico e di particolare importanza per la comprensione della storia della città di Agrigento e del suo territorio. L'architettura e l'assetto museografico si devono all'architetto Franco Minissi.[1]
Percorsi di visita
[modifica | modifica wikitesto]Il museo archeologico è organizzato su un doppio percorso di visita, nel primo (sale I- XI) sono esposti i reperti provenienti da Akrágas ad Agrigentum, nel secondo (sale XII- XVII) percorso sono esposti i reperti provenienti da territorio di Agrigento, Enna e Caltanissetta.
Sale
[modifica | modifica wikitesto]- Sala I
- Sala con documentazione cartografica e il repertorio delle fonti antiche.
- Sala II
- Materiale pre-protostorico, relativo alle culture di Serraferlicchio, eneolitica, di Monserrato e Cannatello, dell'età del bronzo, e di Sant'Angelo Muxaro, dell'età del ferro (notevole il vaso a staffa miceneo, proveniente da Cannatello); inoltre, materiali geloi più arcaici (Palma di Montechiaro e Licata), ivi collocati con lo scopo di far seguire il processo di penetrazione della cultura greca (ossia dell'acculturazione al mondo greco) tra le culture indigene, tra l'epoca della fondazione di Gela e quella d'Agrigento. Infine, materiali dalla necropoli di Montelusa, con le tombe più antiche sinora note di Akrágas
- Sala III
- Ospita le collezioni ceramiche già nel Museo Civico e la collezione Giudice (materiali non tutti di provenienza agrigentina), con vasi dalle necropoli saccheggiate nell'Ottocento, oltre a materiali di recente rinvenimento. Il capolavoro della sezione è senza dubbio il cratere a fondo bianco con Perseo in procinto di liberare Andromeda (450 a.C.), oltre al torso di guerriero in stile severo.
- Sala IV
- Ospita il materiale architettonico proveniente dai diversi santuari: oltre alla transizione dalla moda arcaica dei rivestimenti fittili a quella in pietra d'età classica, il visitatore potrà facilmente apprezzare, confrontando le gronde con teste leonine, le differenze stilistiche e cronologiche fra i templi da cui sono state recuperate le trabeazioni.
- Sala V
- Raccoglie i materiali votivi dei santuari agrigentini. Vi si riconoscono tipi di statuette arcaiche di divinità ed offerenti ispirate ai modelli gelesi. Un tipico oggetto votivo dai santuari delle divinità ctonie agrigentine è il busto fittile con polos (una particolare acconciatura) – sviluppo verosimilmente delle caratteristiche maschere arcaiche – raffigurante Kore, con ricca tipologia che dalla prima età classica raggiunge l'ellenismo (fra queste va segnalato un tipo di busto anticonico della dea). Oltre alle statuette e ai busti, occorre ricordare prodotti vascolari caratteristici d'Agrigento, come i bracieri con l'orlo decorato a stampiglia con scene figurate e motivi decorativi, mentre tipici dei culti demetriaci d'Agrigento sono i vasi multipli composti da anello (per recare il vaso sulla testa) con vasetti sovrapposti (kernoi).
- Sala VI
- Vi sono conservati materiali dell’Olympeion, con il colossale Telamone dell'Olympeion ricostruito nella parete di fondo, e tre altre teste di Telamone, il plastico con l'ipotesi di ricostruzione del tempio, e sei modelli con le ipotesi della posizione del telamone rispetto alle colonne del tempio.
- Sala VII (seminterrato)
- Materiali del cosiddetto Quartiere ellenistico-romano. Oltre a sezioni stratigrafiche e materiali d'uso e decorativi (si notino i frammenti d'affresco in II stile) recuperati nello scavo delle case, vi si conservano gli emblemata distaccati dalle pavimentazioni musive.
- Sala VIII e IX (seminterrato)
- Nella sala sono esposti esemplari delle monete rinvenute nel corso degli scavi sistematici della Soprintendenza, ma anche raccolte provenienti dal Museo Civici e da donazioni; tutti si riconducono al periodo che dal VI giunge al III sec. a C..
- Sala X
- La sala ospita tre sculture greche: il kouros o "efebo" di Agrigento, l'Afrodite al bagno e un torso maschile. :Il kouros è un esempio di raffinata plasticità ed equilibrio realizzato in marmo greco e databile ai primi decenni del V sec a.C..
- Panoramica
- Questa è la sala espositiva dedicata alle epigrafi tra le quali si segnala quella di età romana imperiale con dedica "concordia agrigentinorum" erroneamente messa in rapporto con il tempio che da essa è stato chiamato della Concordia, dato che è stata trovata nelle sue vicinanze.
- Sala XI
- Dedicata alle necropoli agrigentine di recente esplorazione, dalla fase arcaica a quella tardo-antica; vi sono anche esposti sarcofagi a vasca (VI secolo a.C.) e ad altare (V secolo a.C.) d'epoca greca, e sarcofagi romani del II e III secolo.
- Sale XII
- In questa sala inizia il secondo percorso espositivo del museo i primi due ambienti sono esposti i reperti riconducibili alle età preistorica in un ideale percorso topografico che, dall'oriente della provincia, giunge alle estreme sue propaggini occidentali.
- Sale XIII
- In questa sala sono esposti i materiali rinvenuti nell'occidente della provincia agrigentina. in successione topografica e cronologica si susseguono i siti di Vanco del Lupo di Montallegro, Raffadali con le veneri di Cozzo Busonè, Favara con grotta Ticchiara e le ceramiche dello stile di Castelluccio della prima età del bronzo Sant'Angelo Muxaro e ancora Ribera e Sciacca.
- Sale XIV
- La storia del territorio della provincia agrigentina continua nella sala XIV dove sono esposti i reperti provenienti da Montagnoli, Eraclea Minoa, Monte Adranone, Rocca Nadore, siti che testimoniano quel lungo processo di ellenizzazione che dalle coste penetra verso l'interno dell'isola.
- Sala XV
- Vi si conserva il cratere attico a figure rosse con Amazzonomachia proveniente da Gela (450 a.C.).
- Sala XVI
- Questa sala è dedicata al territorio di Enna in particolare al sito archeologico di Montagna di Marzo, nell'esposizione si segnalano oltre ad armi strigili ed elmi, provenienti da una tomba di un guerriero; oltre ad alcuni vasetti policromi in pasta vitrea eoinochoai trilobate.
- Sala XVII
- Nell'ultima sala del percorso museale sono esposte le testimonianze dei siti della provincia di Caltanissetta
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ scheda progetto - architetti, su architetti.san.beniculturali.it. URL consultato l'8 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2023).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Griffo Pietro, Museo archeologico regionale - Il Museo Archeologico Regionale di Agrigento, Roma, 1987.
- Giovanni Pugliese Carratelli, Graziella Fiorentini, Agrigento. Museo archeologico, Musei di Sicilia, Palermo, Novecento, 1992.
- Tommaso Guagliardo, Donatella Mangione, Guida al museo archeologico regionale di Agrigento, Palermo, Regione Sicilia, 2013.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo archeologico regionale
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su lavalledeitempli.it.
- Sito ufficiale, su parcovalledeitempli.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 268347271 · SBN CFIV128302 |
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