Callicebus: differenze tra le versioni

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'''Callicebus''' ([[Oldfield Thomas|Thomas]], [[1903]]) è un [[genere (tassonomia)|genere]] di [[scimmia|scimmie]] appartenente alla famiglia [[Pitheciidae]].<br>È l'unico genere della [[sottofamiglia]] '''Callicebinae'''.


Al genere vengono ascritti gli animali conosciuti col nome comune complessivo di '''callicebi''' o '''titi''': essi vivono prevalentemente nella [[foresta pluviale]] [[amazzonia|amazzonica]] di [[Colombia]] meridionale, [[Perù]], [[Brasile]] e [[Paraguay]] settentrionale.
'''Callicebus''' ([[Oldfield Thomas|Thomas]], 1903) è un [[genere (tassonomia)|genere]] di [[scimmia|scimmie]] appartenente alla famiglia [[Pitheciidae]].<br>È l'unico genere della [[sottofamiglia]] '''Callicebinae'''.


Si tratta di animali di medie dimensioni (lunghezza totale compresa fra il mezzo metro ed i 90 cm), per un peso che raramente supera il chilogrammo: le varie specie sono piuttosto simili fra loro morfologicamente, ma presentano colori differenti. Generalmente, il pelo, lungo e soffice al tatto, tende a schiarirsi nella zona ventrale, mentre alcune specie presentano disegni scuri o chiari, contrastanti col colore del resto del mantello, sulla fronte. Gli esemplari ascritti al [[sottogenere]] ''Torquatus'' presentano un collare bianco attorno al collo. La coda, semiprensile, è più lunga del corpo e ricoperta di pelo.
I callicebi, detti anche titi, vivono, prevalentemente, nella [[foresta pluviale]] [[amazzonia|amazzonica]] e la loro suddivisione in specie è ancora poco definita anche a causa della non ancora completa conoscenza della regione geografica in questione.<br>


Si tratta di animali diurni ed arboricoli, molto agili ed attivi, che utilizzano le zampe posteriori, leggermente più lunghe di quelle anteriori, per saltellare di ramo in ramo (il loro nome in [[lingua tedesca|tedesca]] è ''Springaffen'', "scimmie saltatrici"), che prediligono le zone di foresta densa nei pressi di fonti d'acqua permanenti: di notte si riposano assieme in cavità dei tronchi d'albero, ma anche nelle ore più torride della giornata possono rifugiarsi nella vegetazione più fitta per sfuggire al calore in stato di torpore.</br>
==Tassonomia==
[[Immagine:Callicebus donacophilus hugging tails.gk.jpg|thumb|left|200px|Coppia di ''[[Callicebus donacophilus]]'': notare le code intrecciate.]]
Vivono in gruppi familiari, formati da una coppia riproduttrice coi propri cuccioli di età differenti, per un totale di 2-7 individui per gruppo: ciascun gruppo delimita tramite vocalizzazioni e secreti di una ghiandola posta sul mento un proprio territorio, il quale viene difeso accanitamente da eventuali intrusi. Gli appartenenti allo stesso gruppo sono assai sociali fra loro: non è raro osservare questi animali, nei momenti di ''relax'', intrecciare le proprie code oppure effettuare il ''[[grooming]]'' reciproco.


Si nutrono principalmente di frutta matura, anche se non disdegnano mangiare altro materiale di origine vegetale (foglie, fiori) ed animale ([[invertebrati]], piccoli [[vertebrati]] e le loro uova)<ref>Nowak, R. M. (1999). ''Walker's Mammals of the World.'' 6th edition. The John Hopkins University Press, Baltimore. ISBN 0801857899</ref>.


I titi formano coppie monogame e durature: la [[gestazione]] dura circa cinque mesi, al termine dei quali la femmina dà alla luce un unico cucciolo ed assai raramente (meno del 2% dei parti totali<ref>{{cite journal | url = http://www.sas.upenn.edu/~eduardof/Publications/Valeggiaetal,%20Reprod%20Biol%20Callicebus,%20AJP%201999.pdf | author = Valeggia, Mendoza, Fernandez-Duque, Mason, and Lasley | year = 1999 | title = Reproductive Biology of Female Titi Monkeys (Callicebus moloch) in captivity | journal = American Journal of Primatology | volume = 47 | issue = | pages = 183–195 | doi = 10.1002/(SICI)1098-2345(1999)47:3<183::AID-AJP1>3.0.CO;2-J}}</ref>) dei gemelli. In questo caso, spesso la madre abbandona uno dei cuccioli, spesso l'ultimo nato: quest'ultimo può tuttavia venire adottato da esemplari dei gruppi vicini, attratti dai suoi richiami<ref>{{cite journal | url = | author = Cäsar, and Young | year = 2008 | title = A case of adoption in a wild group of black-fronted titi monkeys (Callicebus nigrifrons) | journal = Primates | volume = 49 | issue = 2 | pages = 146–148 | doi = 10.1007/s10329-007-0066-x}}</ref>.</br>
*'''Sottogenere ''Callicebus'' '''
I cuccioli, curati principalmente dal padre, vengono svezzati attorno ai cinque mesi d'età ed a due anni raggiungono la taglia definitiva: non si allontanano tuttavia dal proprio gruppo familiare prima di aver compiuto almeno tre anni.
**Gruppo ''C. cupreus''
***''[[Callicebus aureipalatii]]'' - callicebo GoldenPalace.com
***''[[Callicebus caligatus]]'' - callicebo dal ventre rosso
***''[[Callicebus cupreus]]'' - callicebo rosso
***''[[Callicebus discolor]]'' - callicebo dalla coda bianca
***''[[Callicebus dubius]]'' - callicebo misterioso
***''[[Callicebus ornatus]]'' - callicebo ornato
***''[[Callicebus stephennashi]]'' - callicebo di Stephen Nash
**Gruppo ''C. donacophilus''
***''[[Callicebus donacophilus]]'' - callicebo della Bolivia
***''[[Callicebus modestus]]'' - callicebo di Lonnberg
***''[[Callicebus oenanthe]]'' - callicebo delle Ande
***''[[Callicebus olallae]]'' - callicebo del Rio Beni
***''[[Callicebus pallescens]]'' - callicebo bianco
**Gruppo ''C. moloch''
***''[[Callicebus baptista]]'' - callicebo del Lago Baptista
***''[[Callicebus bernhardi]]'' - callicebo del Principe Bernardo
***''[[Callicebus brunneus]]'' - callicebo bruno
***''[[Callicebus cinerascens]]'' - callicebo cenerino
***''[[Callicebus hoffmannsi]]'' - callicebo di Hoffmann
***''[[Callicebus moloch]]'' - callicebo grigio
**Gruppo ''C. personatus''
***''[[Callicebus barbarabrownae]]'' - callicebo di Barbara Brown
***''[[Callicebus coimbrai]]'' - callicebo di Coimbra Filho
***''[[Callicebus melanochir]]'' - callicebo costiero
***''[[Callicebus nigrifrons]]'' - callicebo dalla fronte nera
***''[[Callicebus personatus]]'' - callicebo mascherato
*'''Sottogenere ''Torquatus'' '''
** ''[[Callicebus lucifer]]'' - callicebo lucifero
** ''[[Callicebus lugens]]'' - callicebo nero
** ''[[Callicebus medemi]]'' - callicebo colombiano
** ''[[Callicebus purinus]]'' - callicebo del Rio Purus
** ''[[Callicebus regulus]]'' - callicebo dalla testa rossa
** ''[[Callicebus torquatus]]'' - callicebo dal collare


In cattività, esemplari della specie ''[[Callicebus moloch]]'' sono vissuti per oltre 25 anni: in natura, la speranza di vita di questi animali è stimata attorno ai 13 anni: le specie del sottogenere ''Torquatus'' vivono invece attorno ai 12 anni allo stato brado<ref name = Rowe>Rowe, Noel (1996). ''The Pictorial Guide to Living Primates.'' Pogonias Press, Charlestown. ISBN 0-9648825-1-8</ref>.
== Caratteristiche fisiche ==


==Tassonomia==
I titì sono scimmie del Nuovo Continente e presentano caratteristiche fisiche simili all' [[apale]]. Hanno corte zampe e un pelo molto fitto anche sulla coda, di color bruno-rossastro. Le mani e i piedi sono neri. Il muso è piccolo e le narici si aprono lateralmente. Il corpo è lungo all'incirca 40 cm mentre la coda 50 cm. Il peso raramente supera 1 kg.
Nella classificazione passata, i generi ''Callicebus'' e ''Torquatus'' venivano ambedue ascritti alla famiglia dei [[Callitrichidae]], comprendente [[uistitì]] e [[Saguinus|tamarini]] ed attualmente considerata una sottofamiglia dei [[Cebidi]]: in seguito, i due generi vennero piazzati nella propria famiglia Callicebidae, comprendente inoltre anche gli [[Aotidae]], col rango di [[sottofamiglia]] (Aotinae). Attualmente il genere ''Callicebus'', comprendente i sottogeneri ''Callicebus'' e ''Torquatus'', è considerato una sottofamiglia di [[Pitheciidae]]:
Sono scimmie primitive perché hanno le zampe posteriori più lunghe di quelle anteriori e le usano per saltare da un ramo all'altro. Solitamente siedono su rami paralleli al terreno, cui si aggrappano con tutte e quattro le zampe, tenendo il corpo incurvato e lasciando pendere la coda. Spesso due titì siedono l'uno accanto all'altro, intrecciando le loro code.

==Comportamento sociale ==

I titì vivono a coppie o in piccoli gruppi sui rami più bassi degli alberi. Sono [[diurni]] ed [[arborei]] e preferiscono ambienti di foresta molto fitta con disponibilità d'acqua. Sono anche animali [[territoriali]] e spesso litigano tra loro per mantenere il proprio territorio e la propria femmina. Sono soliti marcare gli alberi di loro proprietà con una sostanza secreta da una [[ghiandola]] presente sul mento.
Il fatto che abbiano coppie fisse e siano dunque [[monogami]] è una garanzia per la prole, che verrà certamente protetta ed accudita. Partoriscono un solo cucciolo alla volta, considerato adulto dopo il primo anno di vita. È il maschio a prendersi cura dei piccoli, che cede alla madre solo per farli allattare. Quando raggiungono i due anni d'età, lasciano il loro branco d'origine per cercarsi una compagna. La loro vita media è di 12 anni.


Famiglia [[Pitheciidae]]
== Alimentazione ==
*'''Sottofamiglia Callicebinae'''
**'''Genere ''Callicebus'''''
***Sottogenere ''Callicebus''
****Gruppo ''C. cupreus''
*****''[[Callicebus aureipalatii]]'' - callicebo GoldenPalace.com
*****''[[Callicebus caligatus]]'' - callicebo dal ventre rosso
*****''[[Callicebus cupreus]]'' - callicebo rosso
*****''[[Callicebus discolor]]'' - callicebo dalla coda bianca
*****''[[Callicebus dubius]]'' - callicebo misterioso
*****''[[Callicebus ornatus]]'' - callicebo ornato
*****''[[Callicebus stephennashi]]'' - callicebo di Stephen Nash
****Gruppo ''C. donacophilus''
*****''[[Callicebus donacophilus]]'' - callicebo della Bolivia
*****''[[Callicebus modestus]]'' - callicebo di Lonnberg
*****''[[Callicebus oenanthe]]'' - callicebo delle Ande
*****''[[Callicebus olallae]]'' - callicebo del Rio Beni
*****''[[Callicebus pallescens]]'' - callicebo bianco
*****Gruppo ''C. moloch''
*****''[[Callicebus baptista]]'' - callicebo del Lago Baptista
*****''[[Callicebus bernhardi]]'' - callicebo del Principe Bernardo
*****''[[Callicebus brunneus]]'' - callicebo bruno
*****''[[Callicebus cinerascens]]'' - callicebo cenerino
*****''[[Callicebus hoffmannsi]]'' - callicebo di Hoffmann
*****''[[Callicebus moloch]]'' - callicebo grigio
****Gruppo ''C. personatus''
*****''[[Callicebus barbarabrownae]]'' - callicebo di Barbara Brown
*****''[[Callicebus coimbrai]]'' - callicebo di Coimbra Filho
*****''[[Callicebus melanochir]]'' - callicebo costiero
*****''[[Callicebus nigrifrons]]'' - callicebo dalla fronte nera
*****''[[Callicebus personatus]]'' - callicebo mascherato
***'''Sottogenere ''Torquatus'' '''
****''[[Callicebus lucifer]]'' - callicebo lucifero
****''[[Callicebus lugens]]'' - callicebo nero
****''[[Callicebus medemi]]'' - callicebo colombiano
****''[[Callicebus purinus]]'' - callicebo del Rio Purus
****''[[Callicebus regulus]]'' - callicebo dalla testa rossa
****''[[Callicebus torquatus]]'' - callicebo dal collare
**Generi estinti di Callicebinae
***''[[Antillothrix]]''
***''[[Homunculus]]''
***''[[Paralouatta]]''
***''[[Xenothrix]]''


Negli ultimi dieci anni, il numero di specie ascritte al genere è raddoppiato, e si pensa che nei prossimi anni salirà ancora: tale fenomeno è dovuto a due fattori principali.
I titì si cibano dei frutti degli alberi presenti nel loro territorio. La loro dieta consta anche di gemme, insetti, uova di uccelli e piccoli insetti. Si possono definire a pieno titolo [[onnivori]].
*Il primo è la scoperta effettiva di nuove specie nel [[bacino amazzonico]], a seguito di nuove spedizioni in territori inesplorati o scarsamente conosciuti: specie di recente scoperta sono, ad esempio, ''[[Callicebus stephennashi]]'', ''[[Callicebus bernhardi]]'' e ''[[Callicebus aureipalatii]]''.
*Il secondo fattore è la tendenza di molti studiosi odierni allo scorporo delle [[sottospecie]] dalle specie nominali<ref name = Roosmalen>{{cite journal | url = http://marcvanroosmalen.org/images/Taxonomic_Review_of_Titi_Monkeys.pdf | author = Roosmalen, Roosmalen, and Mittermeier | year = 2002 | title = A taxonomic review of the titi monkeys, genus ''Callicebus'' Thomas, 1903, with the description of two new species, ''Callicebus bernhardi'' and ''Callicebus stephennashi'', from Brazilian Amazonia | journal = Neotropical Primates | volume = 10 | issue = Suppl. | pages = 1–52}}</ref>, in accordo col concetto di specie ''ecologica'' piuttosto che ''biologica''.


==Bibliografia==
==Bibliografia==
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{{MSW3 Groves|pagine=}}
{{MSW3 Groves|pagine=141-146}}


==Voci correlate==
==Voci correlate==
*[[Classificazione dei Primati]]
*[[Classificazione dei Primati]]
*[[Xenotrichini]]


== Altri progetti ==
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Callicebus|wikispecies=Callicebus}}
{{interprogetto|commons=Category:Callicebus|wikispecies=Callicebus}}


{{portale|biologia}}
[[Categoria:Pitecidi]]
[[Categoria:Pitecidi]]
[[Categoria:Fauna delle Americhe]]


[[de:Springaffen]]
[[de:Springaffen]]

Versione delle 19:54, 28 ago 2008

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Callicebus

Callicebi allo zoo di Berlino
Classificazione scientifica
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Euarchontoglires
(clade) Euarchonta
Ordine Primates
Sottordine Haplorrhini
Infraordine Simiiformes
Parvordine Platyrrhini
Famiglia Pitheciidae
Sottofamiglia Callicebinae
Pocock, 1925
Genere Callicebus
Thomas, 1903
Nomi comuni

Titi

Specie

Vedi testo

Callicebus (Thomas, 1903) è un genere di scimmie appartenente alla famiglia Pitheciidae.
È l'unico genere della sottofamiglia Callicebinae.

Al genere vengono ascritti gli animali conosciuti col nome comune complessivo di callicebi o titi: essi vivono prevalentemente nella foresta pluviale amazzonica di Colombia meridionale, Perù, Brasile e Paraguay settentrionale.

Si tratta di animali di medie dimensioni (lunghezza totale compresa fra il mezzo metro ed i 90 cm), per un peso che raramente supera il chilogrammo: le varie specie sono piuttosto simili fra loro morfologicamente, ma presentano colori differenti. Generalmente, il pelo, lungo e soffice al tatto, tende a schiarirsi nella zona ventrale, mentre alcune specie presentano disegni scuri o chiari, contrastanti col colore del resto del mantello, sulla fronte. Gli esemplari ascritti al sottogenere Torquatus presentano un collare bianco attorno al collo. La coda, semiprensile, è più lunga del corpo e ricoperta di pelo.

Si tratta di animali diurni ed arboricoli, molto agili ed attivi, che utilizzano le zampe posteriori, leggermente più lunghe di quelle anteriori, per saltellare di ramo in ramo (il loro nome in tedesca è Springaffen, "scimmie saltatrici"), che prediligono le zone di foresta densa nei pressi di fonti d'acqua permanenti: di notte si riposano assieme in cavità dei tronchi d'albero, ma anche nelle ore più torride della giornata possono rifugiarsi nella vegetazione più fitta per sfuggire al calore in stato di torpore.

Coppia di Callicebus donacophilus: notare le code intrecciate.

Vivono in gruppi familiari, formati da una coppia riproduttrice coi propri cuccioli di età differenti, per un totale di 2-7 individui per gruppo: ciascun gruppo delimita tramite vocalizzazioni e secreti di una ghiandola posta sul mento un proprio territorio, il quale viene difeso accanitamente da eventuali intrusi. Gli appartenenti allo stesso gruppo sono assai sociali fra loro: non è raro osservare questi animali, nei momenti di relax, intrecciare le proprie code oppure effettuare il grooming reciproco.

Si nutrono principalmente di frutta matura, anche se non disdegnano mangiare altro materiale di origine vegetale (foglie, fiori) ed animale (invertebrati, piccoli vertebrati e le loro uova)[1].

I titi formano coppie monogame e durature: la gestazione dura circa cinque mesi, al termine dei quali la femmina dà alla luce un unico cucciolo ed assai raramente (meno del 2% dei parti totali[2]) dei gemelli. In questo caso, spesso la madre abbandona uno dei cuccioli, spesso l'ultimo nato: quest'ultimo può tuttavia venire adottato da esemplari dei gruppi vicini, attratti dai suoi richiami[3].
I cuccioli, curati principalmente dal padre, vengono svezzati attorno ai cinque mesi d'età ed a due anni raggiungono la taglia definitiva: non si allontanano tuttavia dal proprio gruppo familiare prima di aver compiuto almeno tre anni.

In cattività, esemplari della specie Callicebus moloch sono vissuti per oltre 25 anni: in natura, la speranza di vita di questi animali è stimata attorno ai 13 anni: le specie del sottogenere Torquatus vivono invece attorno ai 12 anni allo stato brado[4].

Tassonomia

Nella classificazione passata, i generi Callicebus e Torquatus venivano ambedue ascritti alla famiglia dei Callitrichidae, comprendente uistitì e tamarini ed attualmente considerata una sottofamiglia dei Cebidi: in seguito, i due generi vennero piazzati nella propria famiglia Callicebidae, comprendente inoltre anche gli Aotidae, col rango di sottofamiglia (Aotinae). Attualmente il genere Callicebus, comprendente i sottogeneri Callicebus e Torquatus, è considerato una sottofamiglia di Pitheciidae:

Famiglia Pitheciidae

Negli ultimi dieci anni, il numero di specie ascritte al genere è raddoppiato, e si pensa che nei prossimi anni salirà ancora: tale fenomeno è dovuto a due fattori principali.

Bibliografia

  1. ^ Nowak, R. M. (1999). Walker's Mammals of the World. 6th edition. The John Hopkins University Press, Baltimore. ISBN 0801857899
  2. ^ Valeggia, Mendoza, Fernandez-Duque, Mason, and Lasley, Reproductive Biology of Female Titi Monkeys (Callicebus moloch) in captivity (PDF), in American Journal of Primatology, vol. 47, 1999, pp. 183–195, DOI:10.1002/(SICI)1098-2345(1999)47:3<183::AID-AJP1>3.0.CO;2-J.
  3. ^ Cäsar, and Young, A case of adoption in a wild group of black-fronted titi monkeys (Callicebus nigrifrons), in Primates, vol. 49, n. 2, 2008, pp. 146–148, DOI:10.1007/s10329-007-0066-x.
  4. ^ Rowe, Noel (1996). The Pictorial Guide to Living Primates. Pogonias Press, Charlestown. ISBN 0-9648825-1-8
  5. ^ Roosmalen, Roosmalen, and Mittermeier, A taxonomic review of the titi monkeys, genus Callicebus Thomas, 1903, with the description of two new species, Callicebus bernhardi and Callicebus stephennashi, from Brazilian Amazonia (PDF), in Neotropical Primates, vol. 10, Suppl., 2002, pp. 1–52.

(EN) Colin Groves, Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, a cura di D.E. Wilson e D.M. Reeder, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, 141-146, ISBN 0-8018-8221-4.

Voci correlate

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