Glifosato: differenze tra le versioni

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==== Restrizioni in Italia ====
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Il [[7 ottobre]] [[2016]] è entrato in vigore il Decreto del [[Ministero della salute]] del 6 settembre, con il quale si dispone la revoca dell'autorizzazione all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari contenenti Glifosato con il coformulante Ammina di sego polietossilata (n. CAS 61791- 26-2) a partire dal [[22 novembre]] [[2016]] e al loro impiego a partire dal [[22 febbraio]] [[2017]]<ref>[http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2016&codLeg=55812&parte=1%20&serie=null Decreto Ministero della Salute 6 settembre 2016]</ref>.
Il [[7 ottobre]] [[2016]] è entrato in vigore il Decreto del [[Ministero della salute]] del 6 settembre, con il quale si dispone la revoca dell'autorizzazione all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari contenenti Glifosato con il coformulante Ammina di sego polietossilata (n. CAS 61791- 26-2) a partire dal [[22 novembre]] [[2016]] e al loro impiego a partire dal [[22 febbraio]] [[2017]]<ref>[http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2016&codLeg=55812&parte=1%20&serie=null Decreto Ministero della Salute 6 settembre 2016]</ref>.

== Controversie sul glifosato ==

=== Fino al 2015 ===
Il glifosato è diventato materia di discussione istituzionale nel 2002, quindi molto dopo la sua introduzione sul mercato avvenuta a metà degli anni settanta, in occasione della prima autorizzazione comunitaria per il suo utilizzo. Dieci anni dopo, nel 2012, l’[[Unione europea|Unione Europea]] avvia, come previsto, il processo di rivalutazione del glifosato.

Tra il 2012 e il 2013 si profilano le prime avvisaglie della futura controversia pubblica. I media riportano infatti la notizia dello scontro tra il biologo francese Gilles-Eric Sèralini e la [[Monsanto Company|Monsanto]]: lo studioso ritiene responsabile il colosso dei fertilizzanti del ritiro di un suo articolo sugli effetti di un erbicida contenente glifosato, la cui pubblicazione era stata annunciata dalla rivista ''[[Food and Chemical Toxicology]]''.

Nel 2014 alla Germania viene assegnato il ruolo di stato membro relatore del report di valutazione sulla pericolosità e sui rischi legati all’utilizzo della sostanza.

Ma è nel 2015 che la controversia sul glifosato entra nel vivo: l’[[International Agency for Research on Cancer|Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro]] (IARC) lo inserisce tra le sostanze potenzialmente [[Carcinogeno|cancerogene]], includendolo quindi nella stessa categoria che comprende anche le [[Carne|carni rosse]], un argomento che nello stesso anno aveva già assunto un’ampia rilevanza pubblica. L’[[Autorità europea per la sicurezza alimentare]] (EFSA) dichiara però che il glifosato non risulta cancerogeno, ma il report<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Conclusion on the peer review of the pesticide risk assessment of the active substance glyphosate|rivista=|volume=|numero=|url=https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.2903/j.efsa.2015.4302}}</ref> su cui si basa questa valutazione (12 novembre 2015) viene fortemente criticato perché avrebbe preso in esame solo gli studi realizzati dalla Monsanto, ignorando quindi dati che collegherebbero la sostanza al cancro. La critica viene mossa principalmente da Greenpeace e trova eco nei media, aggiungendo così alla controversia anche il problema dell’indipendenza scientifica e dell’imparzialità dell’EFSA.

Successivamente, il confronto tra IARC ed EFSA assume toni ancora più accesi, toccando ulteriori aspetti. In particolare, si discute sul fatto che le due Agenzie abbiano analizzato studi diversi e applicato differenti criteri di valutazione: mentre le analisi dell’EFSA si sono concentrate sulla molecola del glifosato in quanto tale, gli studi<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Shu-Feng|cognome=Zhou|data=2016-08-01|titolo=Differences in the carcinogenic evaluation of glyphosate between the International Agency for Research on Cancer (IARC) and the European Food Safety Authority (EFSA)|rivista=J Epidemiol Community Health|volume=70|numero=8|pp=741–745|lingua=en|accesso=2018-12-19|doi=10.1136/jech-2015-207005|url=https://jech.bmj.com/content/70/8/741|nome2=Hajo|cognome2=Zeeb|nome3=Paola|cognome3=Zambon}}</ref> presi in considerazione da IARC hanno invece considerato anche i prodotti immessi sul mercato, che contengono glifosato insieme ad altre sostanze. La differenza di valutazioni delle due Agenzie accresce l’interesse dei media e dell’opinione pubblica, rendendo esplicite alcune perplessità sul valore e sull’attendibilità degli studi che dovrebbero dirimere la controversia.

=== 2016 ===
Il 2016 si può considerare come un anno di transito con la persistenza di un clima di incertezza generato dalla contrapposizione fra IARC ed EFSA. Nel dibattito si inserisce inoltre il panel di esperti della FAO e dell’OMS – il Joint Meeting on Pesticide Residues (JMPR) – che eseguono una rivalutazione sui rischi del glifosato. Le conclusioni<ref>{{Cita pubblicazione|autore=EFSA|anno=2015|titolo=La valutazione del rischio spiegata dall'EFSA: il glifosato|rivista=|volume=|numero=|url=https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/corporate_publications/files/efsaexplainsglyphosate151112it.pdf}}</ref> prevedono da una parte l’improbabilità del rischio cancerogeno della sostanza e dall’altra parte la ridefinizione della tossicità del glifosato: propongono una dose acuta di riferimento (DAR<ref name="ftn2">Una dose acuta di riferimento (DAR) è il quantitativo stimato di una sostanza chimica in un alimento, espressa in rapporto al peso corporeo, che può essere ingerito nell’arco di un breve lasso di tempo, di solito un pasto o un giorno, senza comportare rischi per la salute.</ref>) pari a 0.5 mg per peso corporeo, mentre il livello ammissibile di esposizione dell'operatore (LAEO) è fissato a 0,1 mg/kg di peso corporeo al giorno e la dose giornaliera ammissibile (DGA) per i consumatori è fissata a 0,5 mg/kg di peso corporeo. Per di più l’intervento di Harry van der Wulp, senior policy officer dell'Integrated Pest Management (IPM) group della FAO, complica ulteriormente il quadro, aggiungendo la distinzione tra rischi derivanti dal consumo di prodotti alimentari contenenti glifosato e quelli dovuti ad altre modalità di contatto con la sostanza – per esempio l’utilizzo di erbicidi da parte degli agricoltori. Le informazioni attualmente disponibili non sarebbero dunque sufficienti per arrivare a conclusioni fondate e dunque condivise circa la pericolosità del glifosato.

Basandosi sulle conclusioni dell’EFSA, la Commissione Europea estende l’approvazione per l’utilizzo del glifosato per altri 18 mesi, pur imponendo il rispetto di alcune condizioni, come la riduzione delle quantità degli erbicidi che lo contengono nei luoghi pubblici e prima del raccolto. Votano a favore 19 paesi, 2 contro (Francia e Malta) e 7 si astengono (Germania, Italia, Austria, Grecia, Lussemburgo, Portogallo e Bulgaria).

La proroga della licenza da parte della Commissione Europea, copre comunque un periodo di tempo molto più limitato rispetto a quello di 15 anni normalmente previsto in questi casi, un tempo tuttavia sufficiente per permettere tanto all’EFSA quanto all’Agenzia Europea per la Chimica (ECHA) di condurre ricerche ulteriori sul glifosato. La valutazione finale del Comitato dell’ECHA di valutazione dei rischi (RAC)<ref name="ftn3">{{Cita web|url=https://echa.europa.eu/it/-/glyphosate-not-classified-as-a-carcinogen-by-echa|titolo=Glyphosate not classified as a carcinogen by ECHA - All news - ECHA|sito=echa.europa.eu|accesso=2018-12-19}}</ref>, pubblicata il 15 marzo 2017, classifica il glifosato come sostanza che causa danni oculari e tossicità per gli organismi acquatici, ma esclude la cancerogenicità del prodotto.

Nel frattempo i media e il web tornano sulla vicenda occupandosi della causa intentata da Dewayne Johnson contro la Monsanto, poiché nel dicembre 2016 prende avvio negli Stati Uniti il relativo processo. Al giardiniere di San Francisco era stato infatti diagnosticato con un linfoma non-Hodgkin, generato, secondo l’accusa, dalla massiccia esposizione all’erbicida RoundUp

In Italia, il Ministero della Salute pubblica un decreto<ref name="ftn4">{{Cita web|url=http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2016&codLeg=55619&parte=1%20&serie=null|sito=www.trovanorme.salute.gov.it|accesso=2018-12-19}}</ref> che, basandosi sulle decisioni della Commissione Europea prese a giugno e a decorrere dal 22 agosto 2016, prevede la revoca dell’impiego nelle aree frequentate dalla popolazione, la revoca dell’impiego in pre-raccolta e l’inserimento nella sezione delle prescrizioni supplementari dell’etichetta in caso di impieghi non agricoli.

=== 2017 ===
All’inizio dell’anno successivo, un’inchiesta di Le Monde rende pubblici una serie di documenti interni alla multinazionale, ribattezzati “Monsanto Papers”, che provano come la società abbia esercitato una certa influenza sugli organismi di controllo e abbia contestualmente gettato discredito su diverse ricerche per far classificare il glifosato come agente non cancerogeno. Emerge inoltre il ricorso al cosiddetto ''ghostwriting'', grazie al quale articoli scientifici redatti da dipendenti dell’azienda venivano firmati da scienziati senza alcun legame con la multinazionale in modo da occultare possibili conflitti d’interesse.

In Italia, il 1° dicembre 2017, una lettera della senatrice e farmacologa Elena Cattaneo su Repubblica mette in dubbio la classificazione IARC del glifosato come “probabilmente cancerogeno”, e sottolinea come due componenti del team di ricerca avessero rapporti con studi legali ostili agli agrofarmaci. Pochi giorni dopo, l’Associazione Medici Per l’Ambiente (ISDE Italia) risponde a Elena Cattaneo, sottolineando la scarsa opportunità di esprimere valutazioni come quelle di Elena Cattaneo usando come fonte primaria di dati il report dell’EFSA, il quale, com’è noto, si basa su materiali forniti dalla stessa Monsanto e che, di conseguenza, non rientrano certo nel novero degli studi scientifici indipendenti.

Nel frattempo, dopo discussioni durate oltre un anno, la Commissione europea approva la proroga all’autorizzazione del glifosato per ulteriori 5 anni, grazie al voto favorevole della Germania che, cambiando posizione, ha fatto prevalere il fronte del sì. Italia, Francia, Grecia, Belgio, Croazia, Austria, Malta, Cipro e Lussemburgo sono i paesi europei che hanno votato contro.

Il 2017 è stato, infine, anche l’anno delle inchieste di Report<ref name="ftn5">{{Cita web|url=http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-fb8aa070-a2e0-436b-ae1f-9b6ccaf0ed25.html|titolo=Report Che spiga!|sito=www.report.rai.it|accesso=2018-12-19}}</ref> sull’impiego del glifosato nei prodotti alimentari da parte di case produttrici italiane, presentando i risultati delle analisi fatte su sei campioni di pasta (Barilla, Garofalo, Divella, Rummo, La Molisana, De Cecco).

La presenza di glifosato sembra attestarsi sotto i limiti di legge, tanto che dal 22 maggio 2017 è vietata la vendita solo di prodotti contenenti glifosato abbinato al coformulante ammina di sego polietossina. Tuttavia la Barilla decide di tagliare le importazioni del grano canadese del 35% … fanno azioni simili anche le altre, seppur in misura ridotta. Tale linea decisionale ha contribuito alla difesa e alla nascita di linee che garantiscono l’origine nazionale del grano. E’ il caso di Voiello, appartenente al gruppo Barilla, con la linea Grano aureo<ref name="ftn6">{{Cita web|url=https://www.voiello.it:443/site/grano-aureo|titolo=Grano Aureo|sito=Voiello|accesso=2018-12-19}}</ref> che consente di sostituire il grano di importazione dall’Arizona, e il risparmio di acqua e di emissioni di C02; o ancora di Granoro, che produce Pasta Granoro Dedicato 100% Puglia.<ref name="ftn7">{{Cita web|url=http://giovanimpresa.coldiretti.it/pubblicazioni/attualita/pub/pasta-niente-pi%C3%B9-glifosato-nei-prodotti-barilla/|titolo=Pasta: niente più glifosato nei prodotti Barilla|sito=giovanimpresa.coldiretti.it|accesso=2018-12-19}}</ref>

=== 2018 ===
L’anno dopo, la controversia sul glifosato prosegue, soprattutto in riferimento al suo impiego in agricoltura; la Francia, che assieme all’Italia era a capo della coalizione di Stati membri contrari all’approvazione della proroga, decide di dare il via al piano triennale che, nel 2021, porterà alla cessazione totale dell’utilizzo di sostanze contenenti tale principio attivo sul suolo nazionale.

Nei primi mesi del 2018 il Parlamento Europeo approva la costituzione di una commissione d’inchiesta sulle procedure di autorizzazione dei pesticidi, rispondendo così all’iniziativa che era stata promossa anche da organizzazioni non governative, molte delle quali riunite sotto la sigla StopGlifosato, e che aveva mobilitato quasi un milione e mezzo di persone.

Tra marzo e giugno, con l’approvazione degli organi antitrust dell’Unione Europa, viene finalizzata l’acquisizione di Monsanto da parte del colosso farmaceutico tedesco Bayer per circa 63 miliardi di dollari, che diventa così leader indiscusso del mercato nel settore chimico. Subito dopo l’acquisizione, l’azienda si è trovata a dover fronteggiare gli esiti della causa mossa da DeWayne.

In ottobre il giudice del tribunale di San Francisco, California, condanna infatti la Bayer-Monsanto al pagamento di 78,6 milioni di dollari, pur riducendo la sanzione da 289 milioni di dollari comminata in primo grado ad agosto. Le due sentenze hanno avuto forte risonanza pubblica, tanto da influenzare negativamente l’andamento del titolo della casa farmaceutica tedesca che tra i mesi luglio e dicembre ha perso circa il 35% del valore delle proprie azioni sul mercato. Le ragioni del calo vengono attribuite principalmente al timore di nuovi ulteriori procedimenti legali da parte di altre possibili vittime dell’esposizione al glifosato (si stimano circa 5000 possibili nuove cause<ref name="ftn8">{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/18_agosto_12/09-interni-kicorriere-web-sezioni-151a7a1c-9db2-11e8-b092-878207db751a.shtml|titolo=Cinquemila cause sul glifosato. La carica contro la Monsanto dopo il processo perso con il giardiniere|autore=Riccardo Bruno|sito=Corriere della Sera|data=2018-12-08|lingua=it|accesso=2018-12-19}}</ref>). La risonanza pubblica della controversia viene messa in luce anche dal picco di ricerche registrato da Google di termini riconducibili al glifosato nel mese di agosto.
[[File:Grafico google trends su ricerche mondiali del termine glifosato.jpg|miniatura|436x436px|Ricerche mondiali relative al termine glyphosate tra dicembre 2017 e dicembre 2018]]
Anche tenendo conto dell’accresciuta sensibilità dell’opinione pubblica, numerose imprese del settore agroalimentare hanno deciso di intraprendere politiche aziendali volte all’eliminazione di prodotti trattati con glifosato dalla loro filiera di lavorazione.


== Note ==
== Note ==

Versione delle 18:38, 19 dic 2018

Glifosato
formula di struttura
formula di struttura
modello moleculare
modello moleculare
Nomi alternativi
N-(fosfonometil)glicina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC3H8NO5P
Massa molecolare (u)169,07
Aspettosostanza solida inodore
Numero CAS1071-83-6
Numero EINECS213-997-4
PubChem3496 e 59310676
DrugBankDB04539
SMILES
C(C(=O)O)NCP(=O)(O)O
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)1,705
Solubilità in acqua10,1 g/l a 293 K (20 °C)
Temperatura di fusione184,5 °C
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
corrosivo pericoloso per l'ambiente
pericolo
Frasi H318 - 411
Consigli P273 - 280 - 305+351+338 [1]

Il glifosato, o glifosate, in inglese glyphosate (N-(fosfonometil)glicina, C3H8NO5P), è un analogo aminofosforico della glicina, inibitore dell'enzima 3-fosfoshikimato 1-carbossiviniltransferasi (EPSP sintasi), noto come erbicida totale (non selettivo). Il composto chimico è divenuto di libera produzione nel 2001, anno in cui è scaduto il relativo brevetto di produzione, fino ad allora appartenuto alla Monsanto Company.

Meccanismo di azione

Il glifosato è un diserbante sistemico di post-emergenza non selettivo. A differenza di altri prodotti, viene assorbito per via fogliare (prodotto sistemico), ma successivamente traslocato in ogni altra posizione della pianta per via prevalentemente floematica. Questo gli conferisce la caratteristica, di fondamentale importanza, di essere in grado di devitalizzare anche gli organi di conservazione ipogea delle erbe infestanti, come rizomi, fittoni carnosi ecc., che in nessun altro modo potrebbero essere devitalizzati.

L'assorbimento del prodotto avviene in 5-6 ore, e il disseccamento della vegetazione è visibile in genere dopo 10-12 giorni. Il glifosato interrompe la via metabolica responsabile della sintesi di fenilalanina, tirosina e triptofano (via dello shikimato), inibendo la sintesi dell'3-fosfoshikimato 1-carbossiviniltransferasi, enzima necessario alla sopravvivenza della pianta.

Scoperta

Il composto chimico fu scoperto nel 1950 dal chimico Henry Martin, che lavorava per la svizzera Cilag, ma non fu oggetto di pubblicazione[2]. Fu poi riscoperto, in modo indipendente, nel 1970 nell'ambito di una ricerca sugli addolcitori d'acqua condotta dalla Monsanto sugli analoghi dell'acido aminometilfosforico[2]. Alcuni di questi addolcitori destarono interesse quando mostrarono un blando potere erbicida motivo per cui la Monsanto incaricò il suo chimico John E. Franz della ricerca di altri analoghi con maggior efficacia erbicida. Il glifosate fu il terzo analogo a essere scoperto[2]. Per questa scoperta, John Franz ha ricevuto la Medaglia Perkin per l'innovazione nella chimica applicata nel 1990[3] e la National Medal of Technology and Innovation nel 1987[4], e fu inserito nella National Inventor's Hall of Fame nel 2007[5].

Impiego

L'uso del glifosato in agricoltura è stato approvato per la prima volta negli anni settanta del XX secolo e negli anni a seguire ha ricevuto approvazione in 130 paesi del mondo (dati 2010), tra cui l'Europa[2].

Il suo uso ha conosciuto un grande impulso per via dell'associazione con colture di cultivar transgeniche in cui era stata indotta la resistenza al glifosato[6]. Questo, in associazione con la bassa tossicità per l'uomo, ha determinato il grande successo commerciale del prodotto e ne ha fatto l'erbicida dall'impiego più diffuso al mondo[6].

L'Environmental Protection Agency (EPA) ha stimato negli Usa un impiego di 750.000.000 chilogrammi di glifosato nell'annata 2006/2007.

Impiego in Italia

In un rapporto ISPRA relativo agli anni 2011 e 2012 ed elaborato sulla base di dati provenienti dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) e delle corrispondenti agenzie provinciali (APPA), il glifosato viene definito come uno degli erbicidi più utilizzati nell'agricoltura italiana[7]. Secondo dati parziali dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Veneto (ARPAV), ad esempio, si sa che nel 2007, nella sola provincia di Treviso sono stati impiegati 55.000 chilogrammi di Glifosato e 8.000 chilogrammi di Ammonio-Glufosinato.

Valutazioni sulla sicurezza per la salute

Il successo del glifosato è dovuto alla sua bassa pericolosità, dovuta a vari fattori, tra i quali vi è la bassa tossicità per l'uomo rispetto agli erbicidi in uso all'epoca della sua introduzione[6]: il prodotto ha una penetrazione molto bassa nel suolo, limitata a una profondità di circa 20 centimetri[6]; va incontro a facile degradazione in quanto facilmente attaccato e distrutto dai batteri presenti nel suolo[6] e, di conseguenza, è molto limitata la probabilità che suoi residui riescano a raggiungere le falde acquifere[6]. Questo è confermato dalla sua maggior presenza nelle acque superficiali e nella scarsa frequenza di rinvenimento nei pozzi[7]. Riduce, inoltre, il consumo e la degradazione del suolo, poiché evita di dover sottoporre ad arature profonde i terreni destinati a coltivazione[6].

Nel 2012 la rivista Food and Chemical Toxicology pubblicò uno studio di Gilles-Éric Séralini e collaboratori che evidenziava grave patogenicità e cancerogenicità nei ratti, ma la ricerca, in seguito, fu ritirata dopo le critiche ricevute dalla comunità scientifica in merito alle errate metodologie di utilizzo dei dati e all'affidabilità dei risultati dello studio[6][8].

Nel tempo, sul glifosato, si sono succedute diverse valutazioni di rischio da parte di Agenzie governative; secondo un'inchiesta di Le Monde del 2017[9][10][11] relative ai cosiddetti "Monsanto papers"[12] Monsanto avrebbe tentato di influenzare tali valutazioni.

Scrive Le Monde[10]

«"[...] il glifosato non è cancerogeno. Arrivano a questa conclusione gli studi delle più grandi agenzie di regolamentazione [...] : l'Agenzia di protezione dell'ambiente (Epa, negli Stati Uniti, e in Europa l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e l'Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa). È stato necessario aspettare il 2015 per vedere l'Iarc, un'altra organizzazione, arrivare alla conclusione opposta. Come si spiega questa [...] differenza di valutazione? Gli osservatori indicano soprattutto un motivo: le agenzie si sono basate sui dati forniti dalla Monsanto, mentre l'Iarc non ha avuto accesso a quei dati. In altre parole, la decisione favorevole al glifosato è per lo più basata sulle conclusioni dell'azienda statunitense".»

Classificazione del rischio secondo la International Agency for Research on Cancer nel 2015

Nel marzo 2015, l'organismo internazionale IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato la sostanza e i fitofarmaci che la contengono come "probabile cancerogena per l'uomo" inserendola nella categoria 2A. Studi in laboratorio hanno dimostrato che il glifosato induce nelle cellule danni a livello genetico e stress ossidativo. Escludendo un lieve incremento di linfomi non Hodgkin tra gli agricoltori esposti, le prove di carcinogenicità sull'uomo e sugli animali sono limitate[13][14][15].

Lo IARC include nella categoria di cancerogenicità 2A, costituita da quelle sostanze per le quali risulta una limitata evidenza di cancerogenicità nell'uomo, ma una sufficiente prova di cancerogenicità nei test clinici su animali. A titolo esemplificativo, nella stessa categoria del glifosato sono annoverate sia sostanze come il DDT e gli steroidi anabolizzanti sia le emissioni da frittura in oli ad alta temperatura, le carni rosse[16], bevande assunte a temperature molto alte[17], le emissioni per la combustione di legna da ardere e biomasse in camini domestici[18][19]. La difficile comprensione pubblica delle definizioni di rischio cancerogeno da parte dello IARC viene sfruttata sia da chi è favorevole sia da chi è contrario all'utilizzo della sostanza.

Classificazione del rischio secondo l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare del 2015

A novembre 2015, l'EFSA-Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, con una procedura che prevede una valutazione tecnica da parte di un ente di uno stato membro, in questo caso il BfR tedesco[20], ha concluso che "è improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l'uomo" e ne ha proposto "nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui di glifosato negli alimenti".[21]

La valutazione dell'EFSA, che classifica il prodotto come "improbabile cancerogeno" a differenza dello IARC che lo valuta come "probabile cancerogeno", è stata criticata con una lettera aperta a Vytenis Andriukaitis, commissario UE per la salute e la sicurezza alimentare, sottoscritta da 90 scienziati[22] a cui l'EFSA ha replicato difendendo la correttezza delle procedure e valutazioni implementate.[23]

Valutazioni successive dell'OMS, della FAO e della ECHA

A maggio 2016 anche una riunione congiunta di esperti della Organizzazione mondiale della sanità e della FAO sui residui di pesticidi (JMPR) ha concluso che "è improbabile che il glifosato comporti un rischio cancerogeno per gli uomini come conseguenza della esposizione attraverso la dieta".[24].

Nel marzo del 2017 un nuovo studio della ECHA (l’agenzia per le sostanze chimiche dell'Unione) ha concluso che il glifosato non può essere considerato cancerogeno né genotossico[25].

Valutazione su eventuali interferenze sul sistema endocrino

Facendo seguito alla valutazione fornita dall'EFSA, a novembre 2015, circa l'implausibilità di un rischio carcinogenico, il 27 settembre 2016 la Commissione europea ha formulato una nuova richiesta (ai sensi dell'articolo 31 del Regolamento CE n. 178/2002) allo scopo, questa volta, di ottenere dall'EFSA una valutazione su possibili attività del glifosato quale interferente endocrino[26].

L'Autorità europea per la sicurezza alimentare ha pubblicato i risultati di questa valutazione nel mese di settembre 2017: nell'articolo conclusivo, l'EFSA afferma che, sulla base delle evidenze della ricerca in ambito tossicologico, il glifosato è da considerarsi privo di qualunque proprietà disruttiva sul sistema endocrino[27].

Legislazione

Il glifosato conosce un largo impiego agricolo in oltre un centinaio di paesi[2], anche se, nel tempo, sono intervenute varie restrizioni al suo utilizzo, che vanno da semplici precauzioni a veri e propri divieti di uso o produzione, relativi o assoluti.

Restrizioni legali e divieti

Nel mese di settembre 2013, il parlamento di El Salvador lo ha messo al bando insieme ad altri 53 prodotti dell'agrochimica, una decisione resa esecutiva a partire dal 2015[28][29][30].

Nel maggio 2015, il presidente dello Sri Lanka ha vietato l'uso e l'importazione del glifosato, con effetto immediato[31][32]. Nello stesso mese, le Bermuda hanno deliberato un blocco temporaneo delle importazioni su tutti i nuovi ordini di erbicidi a base di glifosato, in attesa dei risultati della ricerca[33].

Restrizioni in Europa

Nel mese di aprile 2014 la legislazione dei Paesi Bassi ne ha proibito la vendita a privati per uso casalingo; non hanno subito alcuna restrizione le vendite in ambito professionale[34].

In Francia, come previsto dalla legge Labbé del 2014, è vietato l'uso del glifosato e di altri fitofarmaci nella maggior parte degli spazi pubblici (giardini pubblici, parchi, eccetera)[35]. La legge sulla transizione energetica del 2015 ha introdotto, a partire dal 2019, il divieto di vendita ai privati del glifosato per uso domestico. La stessa legge prevede inoltre che già dal 2017 i prodotti a base di glifosato non possano essere disponibili in libero servizio nei negozi di giardinaggio e simili, ma consegnati al cliente solo dietro richiesta al personale addetto[36]. Il divieto totale di vendita si è finora dovuto scontrare con l'opposizione del Parlamento[37].

Restrizioni in Italia

Il 7 ottobre 2016 è entrato in vigore il Decreto del Ministero della salute del 6 settembre, con il quale si dispone la revoca dell'autorizzazione all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari contenenti Glifosato con il coformulante Ammina di sego polietossilata (n. CAS 61791- 26-2) a partire dal 22 novembre 2016 e al loro impiego a partire dal 22 febbraio 2017[38].

Controversie sul glifosato

Fino al 2015

Il glifosato è diventato materia di discussione istituzionale nel 2002, quindi molto dopo la sua introduzione sul mercato avvenuta a metà degli anni settanta, in occasione della prima autorizzazione comunitaria per il suo utilizzo. Dieci anni dopo, nel 2012, l’Unione Europea avvia, come previsto, il processo di rivalutazione del glifosato.

Tra il 2012 e il 2013 si profilano le prime avvisaglie della futura controversia pubblica. I media riportano infatti la notizia dello scontro tra il biologo francese Gilles-Eric Sèralini e la Monsanto: lo studioso ritiene responsabile il colosso dei fertilizzanti del ritiro di un suo articolo sugli effetti di un erbicida contenente glifosato, la cui pubblicazione era stata annunciata dalla rivista Food and Chemical Toxicology.

Nel 2014 alla Germania viene assegnato il ruolo di stato membro relatore del report di valutazione sulla pericolosità e sui rischi legati all’utilizzo della sostanza.

Ma è nel 2015 che la controversia sul glifosato entra nel vivo: l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) lo inserisce tra le sostanze potenzialmente cancerogene, includendolo quindi nella stessa categoria che comprende anche le carni rosse, un argomento che nello stesso anno aveva già assunto un’ampia rilevanza pubblica. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) dichiara però che il glifosato non risulta cancerogeno, ma il report[39] su cui si basa questa valutazione (12 novembre 2015) viene fortemente criticato perché avrebbe preso in esame solo gli studi realizzati dalla Monsanto, ignorando quindi dati che collegherebbero la sostanza al cancro. La critica viene mossa principalmente da Greenpeace e trova eco nei media, aggiungendo così alla controversia anche il problema dell’indipendenza scientifica e dell’imparzialità dell’EFSA.

Successivamente, il confronto tra IARC ed EFSA assume toni ancora più accesi, toccando ulteriori aspetti. In particolare, si discute sul fatto che le due Agenzie abbiano analizzato studi diversi e applicato differenti criteri di valutazione: mentre le analisi dell’EFSA si sono concentrate sulla molecola del glifosato in quanto tale, gli studi[40] presi in considerazione da IARC hanno invece considerato anche i prodotti immessi sul mercato, che contengono glifosato insieme ad altre sostanze. La differenza di valutazioni delle due Agenzie accresce l’interesse dei media e dell’opinione pubblica, rendendo esplicite alcune perplessità sul valore e sull’attendibilità degli studi che dovrebbero dirimere la controversia.

2016

Il 2016 si può considerare come un anno di transito con la persistenza di un clima di incertezza generato dalla contrapposizione fra IARC ed EFSA. Nel dibattito si inserisce inoltre il panel di esperti della FAO e dell’OMS – il Joint Meeting on Pesticide Residues (JMPR) – che eseguono una rivalutazione sui rischi del glifosato. Le conclusioni[41] prevedono da una parte l’improbabilità del rischio cancerogeno della sostanza e dall’altra parte la ridefinizione della tossicità del glifosato: propongono una dose acuta di riferimento (DAR[42]) pari a 0.5 mg per peso corporeo, mentre il livello ammissibile di esposizione dell'operatore (LAEO) è fissato a 0,1 mg/kg di peso corporeo al giorno e la dose giornaliera ammissibile (DGA) per i consumatori è fissata a 0,5 mg/kg di peso corporeo. Per di più l’intervento di Harry van der Wulp, senior policy officer dell'Integrated Pest Management (IPM) group della FAO, complica ulteriormente il quadro, aggiungendo la distinzione tra rischi derivanti dal consumo di prodotti alimentari contenenti glifosato e quelli dovuti ad altre modalità di contatto con la sostanza – per esempio l’utilizzo di erbicidi da parte degli agricoltori. Le informazioni attualmente disponibili non sarebbero dunque sufficienti per arrivare a conclusioni fondate e dunque condivise circa la pericolosità del glifosato.

Basandosi sulle conclusioni dell’EFSA, la Commissione Europea estende l’approvazione per l’utilizzo del glifosato per altri 18 mesi, pur imponendo il rispetto di alcune condizioni, come la riduzione delle quantità degli erbicidi che lo contengono nei luoghi pubblici e prima del raccolto. Votano a favore 19 paesi, 2 contro (Francia e Malta) e 7 si astengono (Germania, Italia, Austria, Grecia, Lussemburgo, Portogallo e Bulgaria).

La proroga della licenza da parte della Commissione Europea, copre comunque un periodo di tempo molto più limitato rispetto a quello di 15 anni normalmente previsto in questi casi, un tempo tuttavia sufficiente per permettere tanto all’EFSA quanto all’Agenzia Europea per la Chimica (ECHA) di condurre ricerche ulteriori sul glifosato. La valutazione finale del Comitato dell’ECHA di valutazione dei rischi (RAC)[43], pubblicata il 15 marzo 2017, classifica il glifosato come sostanza che causa danni oculari e tossicità per gli organismi acquatici, ma esclude la cancerogenicità del prodotto.

Nel frattempo i media e il web tornano sulla vicenda occupandosi della causa intentata da Dewayne Johnson contro la Monsanto, poiché nel dicembre 2016 prende avvio negli Stati Uniti il relativo processo. Al giardiniere di San Francisco era stato infatti diagnosticato con un linfoma non-Hodgkin, generato, secondo l’accusa, dalla massiccia esposizione all’erbicida RoundUp

In Italia, il Ministero della Salute pubblica un decreto[44] che, basandosi sulle decisioni della Commissione Europea prese a giugno e a decorrere dal 22 agosto 2016, prevede la revoca dell’impiego nelle aree frequentate dalla popolazione, la revoca dell’impiego in pre-raccolta e l’inserimento nella sezione delle prescrizioni supplementari dell’etichetta in caso di impieghi non agricoli.

2017

All’inizio dell’anno successivo, un’inchiesta di Le Monde rende pubblici una serie di documenti interni alla multinazionale, ribattezzati “Monsanto Papers”, che provano come la società abbia esercitato una certa influenza sugli organismi di controllo e abbia contestualmente gettato discredito su diverse ricerche per far classificare il glifosato come agente non cancerogeno. Emerge inoltre il ricorso al cosiddetto ghostwriting, grazie al quale articoli scientifici redatti da dipendenti dell’azienda venivano firmati da scienziati senza alcun legame con la multinazionale in modo da occultare possibili conflitti d’interesse.

In Italia, il 1° dicembre 2017, una lettera della senatrice e farmacologa Elena Cattaneo su Repubblica mette in dubbio la classificazione IARC del glifosato come “probabilmente cancerogeno”, e sottolinea come due componenti del team di ricerca avessero rapporti con studi legali ostili agli agrofarmaci. Pochi giorni dopo, l’Associazione Medici Per l’Ambiente (ISDE Italia) risponde a Elena Cattaneo, sottolineando la scarsa opportunità di esprimere valutazioni come quelle di Elena Cattaneo usando come fonte primaria di dati il report dell’EFSA, il quale, com’è noto, si basa su materiali forniti dalla stessa Monsanto e che, di conseguenza, non rientrano certo nel novero degli studi scientifici indipendenti.

Nel frattempo, dopo discussioni durate oltre un anno, la Commissione europea approva la proroga all’autorizzazione del glifosato per ulteriori 5 anni, grazie al voto favorevole della Germania che, cambiando posizione, ha fatto prevalere il fronte del sì. Italia, Francia, Grecia, Belgio, Croazia, Austria, Malta, Cipro e Lussemburgo sono i paesi europei che hanno votato contro.

Il 2017 è stato, infine, anche l’anno delle inchieste di Report[45] sull’impiego del glifosato nei prodotti alimentari da parte di case produttrici italiane, presentando i risultati delle analisi fatte su sei campioni di pasta (Barilla, Garofalo, Divella, Rummo, La Molisana, De Cecco).

La presenza di glifosato sembra attestarsi sotto i limiti di legge, tanto che dal 22 maggio 2017 è vietata la vendita solo di prodotti contenenti glifosato abbinato al coformulante ammina di sego polietossina. Tuttavia la Barilla decide di tagliare le importazioni del grano canadese del 35% … fanno azioni simili anche le altre, seppur in misura ridotta. Tale linea decisionale ha contribuito alla difesa e alla nascita di linee che garantiscono l’origine nazionale del grano. E’ il caso di Voiello, appartenente al gruppo Barilla, con la linea Grano aureo[46] che consente di sostituire il grano di importazione dall’Arizona, e il risparmio di acqua e di emissioni di C02; o ancora di Granoro, che produce Pasta Granoro Dedicato 100% Puglia.[47]

2018

L’anno dopo, la controversia sul glifosato prosegue, soprattutto in riferimento al suo impiego in agricoltura; la Francia, che assieme all’Italia era a capo della coalizione di Stati membri contrari all’approvazione della proroga, decide di dare il via al piano triennale che, nel 2021, porterà alla cessazione totale dell’utilizzo di sostanze contenenti tale principio attivo sul suolo nazionale.

Nei primi mesi del 2018 il Parlamento Europeo approva la costituzione di una commissione d’inchiesta sulle procedure di autorizzazione dei pesticidi, rispondendo così all’iniziativa che era stata promossa anche da organizzazioni non governative, molte delle quali riunite sotto la sigla StopGlifosato, e che aveva mobilitato quasi un milione e mezzo di persone.

Tra marzo e giugno, con l’approvazione degli organi antitrust dell’Unione Europa, viene finalizzata l’acquisizione di Monsanto da parte del colosso farmaceutico tedesco Bayer per circa 63 miliardi di dollari, che diventa così leader indiscusso del mercato nel settore chimico. Subito dopo l’acquisizione, l’azienda si è trovata a dover fronteggiare gli esiti della causa mossa da DeWayne.

In ottobre il giudice del tribunale di San Francisco, California, condanna infatti la Bayer-Monsanto al pagamento di 78,6 milioni di dollari, pur riducendo la sanzione da 289 milioni di dollari comminata in primo grado ad agosto. Le due sentenze hanno avuto forte risonanza pubblica, tanto da influenzare negativamente l’andamento del titolo della casa farmaceutica tedesca che tra i mesi luglio e dicembre ha perso circa il 35% del valore delle proprie azioni sul mercato. Le ragioni del calo vengono attribuite principalmente al timore di nuovi ulteriori procedimenti legali da parte di altre possibili vittime dell’esposizione al glifosato (si stimano circa 5000 possibili nuove cause[48]). La risonanza pubblica della controversia viene messa in luce anche dal picco di ricerche registrato da Google di termini riconducibili al glifosato nel mese di agosto.

Ricerche mondiali relative al termine glyphosate tra dicembre 2017 e dicembre 2018

Anche tenendo conto dell’accresciuta sensibilità dell’opinione pubblica, numerose imprese del settore agroalimentare hanno deciso di intraprendere politiche aziendali volte all’eliminazione di prodotti trattati con glifosato dalla loro filiera di lavorazione.

Note

  1. ^ Sigma Aldrich; rev. del 17.09.2012
  2. ^ a b c d e Dill GM et al. Glyphosate: Discovery, Development, Applications, and Properties. Chapter 1 in Glyphosate Resistance in Crops and Weeds: History, Development, and Management, Vijay K. Nandula (Editor). Wiley, September 2010 ISBN 978-0-470-41031-8
  3. ^ (EN) Stong C, People: Monsanto Scientist John E. Franz Wins 1990 Perkin Medal For Applied Chemistry, in The Scientist, vol. 4, n. 10, maggio 1990, p. 28.
  4. ^ (EN) [http://www.uspto.gov/about/nmti/recipients/1987.jsp 1987 Recipients è of the National Medal of Technology and Innovation (dal sito dellUSPTO-United States Patent and Trademark Office)
  5. ^ (EN) Meet the 2007 National Inventors Hall of Fame Inductees, su invent.org, National Inventors Hall of Fame, 2007 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2013).
  6. ^ a b c d e f g h Il glifosato è davvero così pericoloso?, in Il Post, 12 aprile 2015.
  7. ^ a b Rapporto nazionale pesticidi nelle acque (PDF), ISPRA, Rapporti 208/14, p. 40, ISBN 978-88-448-0681-1.
  8. ^ (EN) Scientists react to republished Séralini GMO maize rat study, su geneticliteracyproject.org, Genetic Literacy Project, 24 giugno 2014. URL consultato il 29 giugno 2015.
  9. ^ (FR) Stéphane Foucart et Stéphane Horel, « Monsanto papers », désinformation organisée autour du glyphosate, in Le Monde.fr, 4 ottobre 2017. URL consultato il 2 novembre 2017.
  10. ^ a b 21/27 luglio 2017 • Numero 1214, in Internazionale. URL consultato il 2 novembre 2017.
  11. ^ 20/26 ottobre 2017 • Numero 1227, in Internazionale. URL consultato il 2 novembre 2017.
  12. ^ (EN) The Monsanto Papers, in U.S. Right to Know, 1º novembre 2017. URL consultato il 2 novembre 2017.
  13. ^ http://www.wired.it/scienza/medicina/2015/03/24/diserbante-glifosato-potrebbe-causare-cancro/, su wired.it.
  14. ^ http://www.corriere.it/ambiente/15_aprile_08/glifosato-erbicida-cancerogeno-ogm-dcc46586-dde0-11e4-9dd8-fa9f7811b549.shtml, su corriere.it.
  15. ^ http://www.scribd.com/doc/259676962/Carcinogenicity-of-Tetrachlorvinphos-Parathion-Malathion-Diazinon-And-Glyphosate#scribd, su scribd.com.
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  17. ^ IARC, IARC Monographs evaluate drinking coffee, maté, and very hot beverages (PDF), in Lancet, vol. 17, n. 7, 15 giugno 2016. URL consultato il 30 novembre 2016.
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  20. ^ BFR: Bundesinstitut für Risikobewertung - Istituto federale per la Valutazione del Rischio
  21. ^ Glifosato: l'EFSA ne aggiorna il profilo tossicologico
  22. ^ Open letter: Review of the Carcinogenicity of Glyphosate by EFSA and BfR
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  25. ^ Glifosato verso il via libera, un nuovo studio UE lo scagiona
  26. ^ (EN) Peer review of the pesticide risk assessment of the potential endocrine disrupting properties of glyphosate (PDF), in EFSA Journal, 7 settembre 2017, p. 3, DOI:10.2903/j.efsa.2017.4979.
  27. ^ (EN) Peer review of the pesticide risk assessment of the potential endocrine disrupting properties of glyphosate (PDF), in EFSA Journal, 7 settembre 2017, p. 1, DOI:10.2903/j.efsa.2017.4979.
  28. ^ Staff, Centralamericadata.com. September 6, 2013 El Salvador: Use of 53 Chemicals Banned
  29. ^ Staff, Centralamericadata.com. November 27, 2013 El Salvador: Confirmation to Be Given on Ban of Agrochemicals
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  35. ^ Les Echos, 26 giugno 2017 [1]
  36. ^ Le Monde 12 luglio 2015 [2]
  37. ^ Le Parisien, 29 maggio 2018 [3]
  38. ^ Decreto Ministero della Salute 6 settembre 2016
  39. ^ Conclusion on the peer review of the pesticide risk assessment of the active substance glyphosate.
  40. ^ (EN) Shu-Feng Zhou, Hajo Zeeb e Paola Zambon, Differences in the carcinogenic evaluation of glyphosate between the International Agency for Research on Cancer (IARC) and the European Food Safety Authority (EFSA), in J Epidemiol Community Health, vol. 70, n. 8, 1º agosto 2016, pp. 741–745, DOI:10.1136/jech-2015-207005. URL consultato il 19 dicembre 2018.
  41. ^ EFSA, La valutazione del rischio spiegata dall'EFSA: il glifosato (PDF), 2015.
  42. ^ Una dose acuta di riferimento (DAR) è il quantitativo stimato di una sostanza chimica in un alimento, espressa in rapporto al peso corporeo, che può essere ingerito nell’arco di un breve lasso di tempo, di solito un pasto o un giorno, senza comportare rischi per la salute.
  43. ^ Glyphosate not classified as a carcinogen by ECHA - All news - ECHA, su echa.europa.eu. URL consultato il 19 dicembre 2018.
  44. ^ www.trovanorme.salute.gov.it, http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2016&codLeg=55619&parte=1%20&serie=null. URL consultato il 19 dicembre 2018.
  45. ^ Report Che spiga!, su www.report.rai.it. URL consultato il 19 dicembre 2018.
  46. ^ Grano Aureo, su Voiello. URL consultato il 19 dicembre 2018.
  47. ^ Pasta: niente più glifosato nei prodotti Barilla, su giovanimpresa.coldiretti.it. URL consultato il 19 dicembre 2018.
  48. ^ Riccardo Bruno, Cinquemila cause sul glifosato. La carica contro la Monsanto dopo il processo perso con il giardiniere, su Corriere della Sera, 8 dicembre 2018. URL consultato il 19 dicembre 2018.

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