Wikipedia:Oracolo/Archivio/febbraio 2019

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febbraio 2018 febbraio 2020

Monarchia semi-costituzionale????

Mi hanno sempre insegnato che esistono sostanzialmente due modelli di monarchia: la monarchia assoluta e la monarchia costituzionale; quest'ultima può essere divisa in altri due modelli: la monarchia costituzionale col re che governa attivamente, e la monarchia parlamentare, dove il monarca è cerimoniale.

Sta mattina nella voce Monarchia, dentro la didascalia in alto alla pagina, scopro che Wikipedia ha inventato un nuovo modello di monarchia: la monarchia semi-costituzionale. Non riesco proprio a trovare referenze su questa monarchia semicostituzionale: qualcuno potrebbe spiegarmi che cosa intendete con monarchia semicostituzionale? grazie


--95.250.220.55 (msg) 08:44, 2 feb 2019 (CET)

I paesi con questa forma di governo nella cartina sono Thailandia, Liechtestein e Sahara occidentale: le prime due sono monarchie costituzionali, la terza è al 20% sotto il controllo di una repubblica semi-presidenziale, il resto controllato dal Marocco (monarchia costituzionale). Devo presumere quindi che la monarchia "semi-costituzionale" non esista se non in quell'immagine? Prova ad iniziare una discussione al Progetto:Geografia--Gybo 95 (msg) 11:02, 2 feb 2019 (CET)
In realtà i paesi indicati come monarchie semicostituzionali in quella mappa sono di più: c'è Thailandia, Liechtenstein e Sahara Occidentale, si, ma anche il Marocco stesso, il Baharein, il Kuwait, la Giordania e gli Emirati Arabi Uniti. Ok, è vero che attualmente la Thailandia è sotto un regime militare, è vero che gli Emirati Arabi Uniti altro non sono che una federazione di monarchie assolute. Ci stia anche dare un termine del genere al Sahara occidentale per la sua peculiare situazione, ma le altre... che cavolo significa monarchia semi-costituzionale?. Scrivo al progetto --95.250.220.55 (msg) 13:50, 2 feb 2019 (CET)
Leggendo la voce di en.wiki sotto alla tabella la distinzione ch efanno è che sono monarchie costituzionali in cui però il re mantiene comunque un potere sostanzialmente maggiore di quello delle controparti europee. Si potrebbe correggere in questo senso la didascalia invece di "monarchie semicostituzionali".--Moroboshi scrivimi 12:39, 4 feb 2019 (CET)

Un cercametalli campionato?

Nella canzone Me gustas tú, ad un certo punto, quasi alla fine della canzone, si sente un suono tipo una sirena oscillante, un glissando che oscilla di un'ottava, e avviene a 1:25 e a 3:19. Per molto tempo mi sono chiesto cosa fosse, finché, poco fa, guardando per sbaglio una puntata di I pionieri dell'oro su Dmax, dove due cercatori d'oro in Australia si fanno filmare mentre cercano pepite, essi usano un cercametalli che, quando rileva il metallo, emette un suono molto simile a quello presente nella canzone. Anche se oggi si sa per certo che è possibile campionare ogni suono esistente, vi sembra possibile che il produttore del brano abbia quindi usato proprio un cercametalli come sample?--Gybo 95 (msg) 20:47, 3 feb 2019 (CET)

Oh, mamma mia... se ho capito bene, la tua domanda sarebbe: "Oggi, sappiamo che è possibile campionare tutto, ma nel 2002, quando l'uomo era appena uscito dalle caverne, sarebbe stato possibile?" :-P Ok, guardati questo video del 1982, dove hanno campionato un cane e non era il primo tentativo del genere, nonostante avessimo appena sterminato i dinosauri :-PPPPP Ah, questi maledetti giovinastri.... :-) --L'Oracolo Anziano (msg) 21:35, 3 feb 2019 (CET)
premettendo che non sono un musicista, potrebbe essere semplicemente un flauto a coulisse, e in effetti in questo video, anche loro due hanno fatto con questo strumento. --L'oracolo un po' meno anziano 21:47, 3 feb 2019 (CET)
Il Mellotron è il primo esempio commerciale di campionatore, ma pure Edison tirava campioni sulla cera! Il cercametalli emette quel suono perché ha un buzzer (metterci qualcosa di più evoluto sarebbe uno spreco), ma nulla vieterebbe di dissaldare il cicalino e avere un fiammante metal detector che appena trovata una lattina abbiai. --Vito (msg) 22:40, 3 feb 2019 (CET)
Un tempo i cercametalli avevano qualcosa di ancor meno evoluto, ovvero un altoparlante che riproduceva il battimento tra l'oscillatore locale e quello collegato alle spire del sensore. --Captivo (msg) 15:41, 4 feb 2019 (CET)

Internet sulla stazione spaziale internazionale

So per certo che sulla stazione spaziale internazionale c'è internet perché la Cristoforetti ha già pubblicato roba su internet da lassù. Ho visto un sito di repubblica.it che diceva proprio che lassù c'è internet e diceva che funzionava con robe sul bitTorrent che non ci ho capito un tubo.

Come fa ad arrivare internet lassù? Ma soprattutto, che indirizzo IP c'è sulla stazione spaziale intl. ?Ha un range di indirizzi IP dedicati a lei, un po' come l'Antartide ha ad es 202.144.196.4 (se si, quali sono?), oppure è l'ip di un qualche fornitore terrestre (quale?). Le domande sono tante


--87.0.69.229 (msg) 13:01, 6 feb 2019 (CET)

Vedi Stazione Spaziale Internazionale, in particolare le sezioni Computer e Comunicazioni.
La ISS si connette a Internet per mezzo di un gateway a terra, per cui non ha un IP pubblico specifico. --Captivo (msg) 01:24, 7 feb 2019 (CET)

Spartiacque in inglese

In italiano, "spartiacque" è usato anche come senso figurato: es. quella vicenda ha rappresentato uno spartiacque tra gli eventi. In inglese, per esprimere lo stesso concetto, è corretto "sliding door" o vi sono altri termini (non il letterale "watershed" che - appunto - si riferisce allo spartiacque fisico).


--82.49.11.113 (msg) 12:50, 7 feb 2019 (CET)

Da en:wiktionary:watershed io vedo, in realtà, che anche l'inglese watershed può avere lo stesso significato; nella stessa pagina dà anche, come sinonimo, turning point. --Syrio posso aiutare? 12:53, 7 feb 2019 (CET)

Unità di misura dell'assorbanza

Sommo oracolo, a te mi appello per risolvere il mio dubbio.

Da quello che so, e che trovo su internet, l'assorbanza è adimensionale (qui giusto per citare una fonte); ma anche non stando a cercare un sito che lo dica in modo esplicito, se essa altro non è che il negativo del logaritmo decimale della trasmittanza (che a sua volta è adimensionale perché è il rapporto tra due valori di irradianza dove l'unità di misura si annulla) per forza di cose deve essere adimensionale, è logico.

Ma allora perché su un lavoro dei dottoroni, che sono sicuramente più afferrati di me in materia, mi hanno cazziato perché ho riportato le assorbanze senza unità di misura, visto che a quanto pare l'assorbanza si misurerebbe in u.a.? Cosa sono queste u.a.?

È un po' di tempo che mi arrovello, ma ovunque cerco su internet trovo che l'assorbanza è adimensionale.


--87.15.190.139 (msg) 17:39, 7 feb 2019 (CET)

A me viene in mente solo unità arbitrarie...--Albris (msg) 22:01, 7 feb 2019 (CET)
La bellezza delle grandezze adimensionali è che il loro valore è "universale", e verrà rilevato identico da chiunque una volta nota la definizione.
Se da un lato è vero che l'assorbanza deriva da un rapporto, ed è quindi un numero puro, è però altresì vero che il suo valore numerico non è "univoco", nel senso che la pura definizione della grandezza non mi garantisce che io e te, per la stessa sostanza e per la stessa lunghezza d'onda della luce, misureremo lo stesso valore di trasmittanza/assorbanza... perché banalmente nessuno ha specificato lo spessore del campione. Dato un grafico di assorbanza, quindi, con i valori numerici in ordinata mi ci posso pure pulire... il naso. :-P Quello che è interessante è la "sagoma", ovvero come si rapportano tra di loro valori "confrontabili", ottenuti per diverse lunghezze d'onda o per diversi campioni dal medesimo apparato sperimentale.
Quei valori quindi, indipendentemente dal fatto che tecnicamente siano "numeri puri", non esprimono una grandezza adimensionale, bensì una grandezza dipendente da scelte arbitrarie operate dal misuratore... ovvero una grandezza espressa in "unità arbitrarie" (u.a.). -- Rojelio (dimmi tutto) 22:07, 7 feb 2019 (CET)
Gentile Rojelio innanzitutto grazie per avermi risposto. Se ho capito bene, quindi, l'unità arbitraria è quella cosa che serve a "quantificare" una grandezza adimensionale, perché altrimenti sarebbe soggetta a troppe variabili e interpretazioni personali, giusto? In questo caso, un'"unità immaginaria" è qualcosa che può essere estesa a tutte le grandezze adimensionali (pH, frazione molare etc...), oppure ogni grandezza in teoria dovrebbe avere la propria e specifica "unità immaginaria" (anche se alla fine non avrebbe senso trovarla dato che nella pratica resterà pur sempre un valore privo di unità di misura)?--87.15.190.139 (msg) 22:50, 7 feb 2019 (CET)
Nope, desolato, ma non hai compreso una singola parola di quanto ho scritto.
Se preparo una soluzione omogenea, ne do un po' a due laboratori, e chiedo loro di misurarne la frazione molare, risponderanno (fatti salvi gli errori sperimentali, quella è un'altra faccenda) con lo stesso numero. Se usano recipienti di dimensione diversa, se uno misura le capacità in litri e l'altro in centimetri cubici, se uno effetta la misurazione usando due litri di campione e l'altro solo due gocce... fotte sega, il valore è lo stesso, perché la frazione molare è una vera grandezza adimensionale.
Se invece di quella soluzione chiedo lo spettro di assorbanza in funzione della lunghezza d'onda, mi daranno indietro due grafici diversi. Con la stessa sagoma, gli stessi picchi e le stesse valli in corrispondenza delle stesse frequenze, ma il valore dell'assorbanza non sarà lo stesso, perché la definizione operativa di assorbanza lascia margini di arbitrarietà a fronte dei quali non è possibile prevedere che numero verrà fuori. Quindi è una grandezza espressa in unità arbitraria. Non perché è una grandezza adimensionale; anzi, proprio perché non è una vera grandezza adimensionale: il fatto di essere ottenuta tramite rapporto di grandezze omogenee non è sufficiente. -- Rojelio (dimmi tutto) 23:37, 7 feb 2019 (CET)
Confesso che non mi è molto chiaro. Cioè, uso l'unità arbitraria con l'assorbanza perché è una grandezza che al contrario di altre adimensionali da' risultati imprevedibili: non vengo a capo di come ciò possa giustificare il fatto che dobbiamo fare una forzatura dicendo che l'assorbanza non sia una vera grandezza adimensionale. Credo che siano molti i campi in cui due laboratori diversi sullo stesso campione diano risultati diversi. Alla fine per misurare l'assorbanza infilo il mio campione in uno spettrofotometro che registra la trasmittanza e mi fornisce l'assorbanza. Anche due pH-metri diversi sullo stesso campione possono dare risultati diversi, dipende magari dalla taratura dello strumento o da errori sistematici, stessi fattori che si possono riportare a uno spettrofotometro.
Questo non riesco a capire, come mai una grandezza che si misura di fatto facendo il rapporto tra un'irradianza in entrata e una in uscita (che indipendentemente dal valore in entrata, il rapporto dovrebbe essere in teoria costante) viene definita come una grandezza che lascia margini di arbitrarietà a fronte dei quali non è possibile prevedere che numero verrà fuori. E soprattutto perché questa cosa dovrebbe imporre che una grandezza di fatto adimensionale non lo sia e quindi attribuirgli una grandezza che non significa nulla.
Chiedo scusa se non riesco a infilarmelo in testa, probabilmente non è un concetto così difficile e sono io che non ci capisco niente--95.249.255.133 (msg) (che ieri sera era 87.15.190.139) 08:46, 8 feb 2019 (CET)
Quale parte di «fatti salvi gli errori sperimentali, quella è un'altra faccenda» non era chiara?!? -- Rojelio (dimmi tutto) 14:37, 8 feb 2019 (CET)
Non hai capito. Io sto chiedendo, escludendo gli errori sperimentali, cos'ha l'assorbanza che altre grandezze adimensionali non hanno per dover arrivare a dire che non si può prevedere che numero mi salterà fuori, e quale ragionamento vorrebbe portarla a ritrovarsi un unità di misura arbitraria quando in realtà, matematica alla mano, non dovrebbe proprio averne. La frase degli errori sperimentali era più che chiara, è quello che porta una grandezza come l'assorbanza a differenziarsi in questo modo che è oscuro e irrazionale (tanto che qualsiasi sito con una certa affidabilità dice che l'assorbanza è adimensionale)--95.249.255.133 (msg) 15:13, 8 feb 2019 (CET)

Pedro vs. Amadeus

Mi è stato detto che le puntate de L'Eredità vengono registrate per poi essere tramesse, e pertanto non sono in diretta. Ma allora come è possibile che nel 2004 (o giù di lì) lo "scontro" tra Amadeus e Pedro Valti sia stato trasmesso ? Inoltre, volevo chiedere cosa accadde esattamente (i dettagli sono spariti da Wikipedia): Pedro rispose in maniera casuale, suscitando l'ilarità del pubblico, perché gli girava così in quel momento oppure era uno scherzo premeditato ?


--87.8.18.188 (msg) 13:32, 8 feb 2019 (CET)

domanda sulle valvole termoioniche quantistiche ad alta frequenza con elettrodi in oro zincato

esistono? Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 82.60.67.125 (discussioni · contributi) 09:44, 10 feb 2019‎ (CET).

Esistono valvole termoioniche *non* quantistiche? --Captivo (msg) 10:20, 11 feb 2019 (CET)
Le valvole termoioniche, ovviamente, esistono. Quelle "quantistiche ad alta frequenza con elettrodi di oro zincato", scritto così, ho la sensazione che le montino solo su questi apparecchi: specificamente, sul modello con lo scappellamento a destra, come fosse Antani. È solo una sensazione, eh... --130.192.193.197 (msg) 19:08, 11 feb 2019 (CET)
Le valvole termoioniche non solo esistono, ma sono "quantistiche" come ogni altro dispositivo elettronico.
Ho glissato sui dettagli poiché ritenevo di aver così già smontata in partenza la trollata. --Captivo (msg) 22:27, 11 feb 2019 (CET)

Riconteggio voti in Florida 2000

Buonasera, una domanda, se possibile. Il riconteggio interessava solo Gore e Bush, i candidati a presidente, ma rimettendo le schede nei computer, com'è possibile che i voti dei candidati a senatore e deputato siano rimasti invariati, vale a dire a quello dello spoglio notturno? Voi che ne pensate? Di nuovo.

--93.41.100.198 (msg) 22:34, 10 feb 2019 (CET)

Pur facendosi lo stesso giorno, le elezioni presidenziali, le elezioni per la camera dei rappresentati e le elezioni per il senato sono tre elezioni diverse e distinte, con tre schede diverse e distinte. Nel caso della Florida, furono ricontate solo le schede delle presidenziali. --Franz van Lanzee (msg) 23:37, 10 feb 2019 (CET)

Chi risponde alle domande all'Oracolo?

Chi risponde alle domande all'Oracolo? C'è una lista di utenti addetti alla rubrica?

--93.61.98.160 (msg) 06:50, 12 feb 2019 (CET)

Alle domande risponde l'Oracolo in persona, a meno che non sia troppo occupato a correggere gli errori di ortografia degli Utenti (diff102703585). In questo caso risponde chiunque abbia buona volontà e competenza.--Flazaza (msg) 08:14, 12 feb 2019 (CET)

Gerghi usati

Ciao a tutti sono le 01:42 e io ho questo pensiero in mente . Perché chiamiamo chicano/a le persone Sudamericane . Ho cercato su internet e ho trovato il significato storico della parola però ora mi viene il dubbio se sia veramente per quella ragione o per il semplice fatto che in spagnolo chica significa ragazza perciò è come se li chiamassi ragazzi 🤔🤔🤔🤔🤔 ( Scusate per il mio lessico non è uno dei migliori )

--79.45.122.152 (msg) 01:45, 18 feb 2019 (CET)

Chicanos non designa affatto i sudamericani: designa i Messicani immigrati negli USA. Sull’origine del nome ci sono ipotesi diverse, ma per lo piú si considera derivato da "Mexicanos". Se leggi il francese o l’inglese, trovi le ipotesi sull’etimo della parola qui o qui --93.36.167.230 (msg) 08:32, 18 feb 2019 (CET)

pittura dell'Espressionismo astratto

oh oracolo, ci sono altre tecniche nella pittura dell'Espressionismo astratto oltre a Action painting?


--87.27.156.88 (msg) 11:23, 19 feb 2019 (CET)

Domanda calcistica

Scusate mi era partito l'invio.

Domanda che sorge dopo la partita di serie C Cuneo-Pro Piacenza finita 20-0 anche se la giustizia sportiva ha poi decretato il 3-0 a tavolino per il Cuneo e l'esclusione del Pro quindi negli annari resterà un 3-0 a tavolino. Qual è stata la partita dei 4 campionati nazionali italiani di calcio, serie A, B, C, D con i vari nomi diversi e i vari spacchettamenti della serie C avvenuti nella storia, finita con il maggiore scarto di gol? --79.50.155.210 (msg) 11:51, 19 feb 2019 (CET)

Ciao, per quanto riguarda il calcio in generale sicuramente la partita da guinnes è AS Adema - SO de l'Emyrne 149-0, seguita credo da Australia-Samoa Americane 31-0. Nella pagina Statistiche_della_Serie_A ho trovato la frase "Il Torino è l'unica squadra, in tutti i campionati di Serie A a girone unico, ad essere riuscita a realizzare dieci gol in una partita. Il 2 maggio 1948 allo stadio Filadelfia sconfisse l'Alessandria con il punteggio di 10-0. Questa è quindi la vittoria con maggiore scarto nella storia della Serie A." Non so scendere in dettagli maggiori dato che non seguo assiduamente il calcio --Torque (scrivimi!) 12:51, 19 feb 2019 (CET)
Su Repubblica di ieri, di commeto alla partita del Pro Piacenza, si faceva riferimento oltre che a Torino - Alessandria 10-0 (maggior scarto in una partita di serie A) anche a un Brescia - Anconitana 12-0 (maggior scarto in una partita di serie B). --Franz van Lanzee (msg) 17:43, 19 feb 2019 (CET)

Senza calze d'inverno

Una domanda stupida, ma la faccio comunque. Quando vado in giro, specie a Roma, vedo un sacco di persone, specialmente giovani, che indossano scarpe chiuse senza calze. Anche d'inverno. È una semplice moda, trasandatezza o c'è qualcos'altro dietro?--Gybo 95 (msg) 16:53, 27 gen 2019 (CET)

oltre al masochismo dici?! --Wim b 03:05, 28 gen 2019 (CET)
Probabilmente questi passanti molto sospetti utilizzano le calze in modo non lecito, oppure (peggio ancora!) fanno uso di fantasmini. --Nungalpiriggal (msg) 15:24, 28 gen 2019 (CET)
L'onda lunga della moda 2017... sigh. qui, qui, qui, qui.--Flazaza (msg) 18:40, 28 gen 2019 (CET)
Di peggio ci sono solo i risvoltini.--Lucauniverso Prego? 18:53, 28 gen 2019 (CET)
Lucauniverso: pensare che quando facevo le elementari (e le medie) io se per caso andavi a giro con i risvoltini, ti prendevano in giro per tutto l'anno scolastico chiedendoti se ti si fosse allagata casa, ora invece compri i pantaloni già risvoltinati…--Wim b 00:33, 29 gen 2019 (CET)
[@ Wim b] ora invece sei figo se porti quegli obrobri.--Lucauniverso Prego? 09:59, 29 gen 2019 (CET)

[ Rientro] Ne parla pure il Post. --Nungalpiriggal (msg) 15:17, 20 feb 2019 (CET)

Coulomb e Ampere

Oracolo supremo

C'è una questione sulle unità di misura in oggetto che non riesco a capire e sto impazzendo. Il Coulomb indica la carica elettrica di un corpo cioè il numero di elettroni che un corpo ha in più o in meno, oppure il numero di elettroni che passa attraverso un conduttore, mentre l'Ampere è l'intesità, cioè i Coulomb che passano in un secondo attraverso un conduttore. Se l'Ampere è palesemente una grandezza che deriva dal Coulomb, tanto che coincide con il Coulomb al secondo, perchè viene annoverata nelle grandezze fisiche fondamentali, mentre il Coulom è tra le derivate?--79.17.146.193 (msg) 15:34, 20 feb 2019 (CET)

Oggi è il Coulomb a essere definito come "la quantità di carica trasportata in un secondo da una corrente di 1 ampere", il perché sia l'ampere la quantità fondamentale è dovuto al fatto che è l'ampere è più facile da definire operativamente, in termini di forze. --Vito (msg) 15:41, 20 feb 2019 (CET)
Cioé è solo una questione di comodità? Operativamente cosa cambia a misurare la quantità di elettroni che passa in assoluto o al secondo: per misurare l'Ampere non si deve per forza passare prima dal Coulomb?--79.17.146.193 (msg) 16:05, 20 feb 2019 (CET)
Più che comodità, è una questione di sistemi di misurazione. È facile costruire un sistema che misura la corrente elettrica (es. si prende una bobina messa in verticale, si mette un cilindro di materiale ferromagnetico in mezzo e tenuto in sospensione da una bilancia a molla, si applica una tensione elettrica nota ai suoi estremi e si va a vedere quanto è cambiata la misura della bilancia a molla). Viceversa, se per determinare la corrente elettrica dovessimo prima misurare le cariche, la cosa si fa molto più complicata. Non posso contare le cariche una ad una, al più posso misurare la variazione, ma la variazione nel tempo è appunto la definizione di corrente elettrica. .--Skyfall (msg) 16:39, 20 feb 2019 (CET)
Esattamente ciò che intendevo con comodità, la possibilità di ottenere un riferimento sperimentale quanto più preciso possibile. --Vito (msg) 17:11, 20 feb 2019 (CET)

Diritto d'autore inizio Novecento

Wikipedia è il posto migliore dove trovare qualcuno che lo sa: per quale assurdo motivo le riviste italiane pubblicate a inizio Novecento sono ancora non consultabili per intero su Google Books (esempio questa), mentre su altri siti sono disponibili (stessa pagina della stessa rivista)? Da quello che leggo qui, soltanto ciò che è stato scritto prima del 1879 diventa di dominio pubblico in tutto il mondo, ma se è così, perché si trovano moltissimi libri di inizio Novecento su archive.org e Google Books, e si possono pure mettere su Wikisource? --Lombres (msg) 21:55, 31 gen 2019 (CET)

In attesa che passi uno bravo, ti indico anche questa pagina, che spiega meglio la faccenda del 1879. Questa è una data prudenziale visto che le varie legislazioni degli Stati possono variare e su quel sito stimano che il 1879 sia una data "sicura" per affermare che ciò che è stato pubblicato prima sia PD a prescindere dalla Nazione. Ora, da dove venga questo anno non mi pare che sia spiegato, come non mi pare che sia spiegato se tale anno aumenti col passare degli anni o resti fermo al 1879. Io sapevo che valevano i 70 anni dalla data della morte dell'autore, ma come ho detto, aspettiamo uno bravo... --Lepido (msg) 23:18, 31 gen 2019 (CET)
en:Baker v. Selden--Pierpao.lo (listening) 11:23, 2 feb 2019 (CET)
Lombres--Pierpao.lo (listening) 20:18, 3 feb 2019 (CET)
l'avevo visto, ma non credo che spieghi del tutto questo caso delle riviste nel 1904. In quel caso si determinava soltanto la differenza tra il diritto d'autore sul libro e il brevetto su quanto descritto nel libro, c'entra poco con questo --Lombres (msg) 21:17, 3 feb 2019 (CET)
([@ Lombres])Bella domanda, ma le riviste sono complicate. Una volta ho sentito uno dire che bisognava aspettare che tutti gli autori degli articoli fossero morti da 70+1 per essere sicuri... Cmq non ti fidare mai di Google Books, nel senso che non è che pubblicano in fulltext roba appena è entrata in pubblico dominio. Archive e Wikisource ci stanno più attenti. Aubrey McFato 00:47, 21 feb 2019 (CET)

Circolazione auto

Salve. Vorrei capire la differenza fra la carta di circolazione e il certificato di proprietà (da non portare necessariamente dentro l'auto). In particolare, la prima è emessa dalla Motorizzazione (quindi Ministero dei Trasporti), la seconda dall'ACI (che ti registra presso il PRA - Pubblico Registro Automobilistico). Confermate? E' inoltre possibile svolgere le richieste online in autonomia, senza recarsi fisicamente presso gli uffici dislocati? Non ho trovato siti istituzionali in cui avanzare le richieste. Grazie mille. --5.171.122.205 (msg) 11:26, 14 feb 2019 (CET)

Io ho usato questo per un po' di pratiche: http://www.aci.it/i-servizi/guide-utili/guida-pratiche-auto/sportello-telematico-dellautomobilista-sta.html --Amarvudol (msg) 11:42, 14 feb 2019 (CET)
Un buon sito informativo è Il portale dell'automobilista. --Er Cicero 11:52, 14 feb 2019 (CET)
In poche parole: la carta di circolazione è un documento che autorizza il veicolo a circolare; il certificato di proprietà è un documento che certifica a chi è intestato il veicolo (per fare un paragone edilizio: la licenza a costruire un'abitazione /vs/ certificato della conservatoria notarile). Da un punto di vista pratico il CdP è sostanzialmente un doppione della CdC: per questo motivo hanno provato mille volte ad eliminarlo, ma senza successo. --Holapaco77 (msg) 20:30, 16 feb 2019 (CET)
Fosse solo quello, la verità e che per non fare fallire l'ACI abbiamo un doppio registro automobilistico uno duplicato dell'altro, le due carte servono esattamente a giustificare questa folle duplicità--Pierpao.lo (listening) 16:59, 21 feb 2019 (CET)

Reati compiuti all'estero

Buongiorno. Sono consapevole che la mia domanda potrebbe essere oggetto di fraintendimento. Non voglio assolutamente mancare di rispetto all'Italia e violare in alcun modo la legge, ed ho un profondo rispetto per il mio paese e per i suoi simboli patri. La mia è solo una domanda per curiosità riguardo a casi giuridici ambigui, che potrebbe essere applicata ad altri reati (uso il vilipendio alla bandiera poiché come gravità non è certamente paragonabile ad altri tipi di reati come l'omicidio etc.).

Se un cittadino italiano commette un reato per la legge italiana in suolo straniero, ma in modo da essere ben visibile/udibile dal suolo italiano, per la legge italiana sarebbe perseguibile? Per esempio se a Chiesanuova o a Nova Gorica, proprio vicino al confine, un italiano bruciasse intenzionalmente il nostro tricolore in modo tale che il gesto sia perfettamente visibile dall'Italia, commettendo su suolo straniero il reato di vilipendio alla bandiera (per l'articolo 292 del codice penale Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la reclusione fino a due anni.) potrebbe essere perseguito dalle autorità italiane, e quindi multato/incarcerato qualora facesse ritorno nel nostro paese?

Grazie e buona giornata

--Callahan234 (msg) 13:34, 16 feb 2019 (CET)

La legge penale italiana si applica a tutti i cittadini italiani, anche se il luogo dove il reato è commesso si trova all'estero: il bruciatore di bandiere può indifferentemente trovarsi a Nova Gorica, a Tokyo, a Buenos Aires o a Poggibonsi quando commette il suo reato, sarà sempre ugualmente perseguibile dai tribunali italiani secondo la legge italiana (ovviamente, se non rientra in Italia di suo si dovrà passare per una procedura di estradizione). Vedi gli articoli 7 (in cui ricade il caso del bruciatore di bandiera), 8 e 9 del codice penale. --Franz van Lanzee (msg) 17:21, 16 feb 2019 (CET)
Sei sicuro di questo? Ogni individuo dovrebbe essere soggetto alla legge penale della giurisdizione in cui il reato viene commesso. Se mangio un cane in Cina posso essere processato in Italia al mio rientro? Inoltre il fatto che io debba sottostare ovunque mi trovi all legge Italiana soltanto perchè sono Italiano configura una condizione di discriminazione incompatibile con la costituzione. --StefBiondo 21:38, 16 feb 2019 (CET)
La formulazione degli articoli del codice penale non lascia spazio a dubbi: il cittadino italiano è soggetto alla legge penale italiana sempre, a prescindere da dove si trovi. Non ho capito dove sarebbe la discriminazione costituzionale: la Costituzione stessa, all'art. 54, statuisce chiaramente che "tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi". Uscendo dall'Italia continuo comunque a essere un cittadino italiano, e quindi permane in capo a me il dovere di osservare le leggi della Repubblica.
È certamente vero che "Ogni individuo dovrebbe essere soggetto alla legge penale della giurisdizione in cui il reato viene commesso", e infatti il codice non vieta che il cittadino sia processato all'estero da un tribunale estero; è tuttavia previsto che il cittadino sia processato anche dal tribunale italiano, previa specifica richiesta del ministro della giustizia italiano (articolo 11, comma 2, codice penale: "nei casi indicati dagli articoli 7, 8 9 e 10, il cittadino o lo straniero, che sia stato giudicato all'estero, è giudicato nuovamente nello Stato [italiano] qualora il Ministro della giustizia ne faccia richiesta").
Circa il mangiare carne di cane in Cina, la questione è più discutibile: non esiste in Italia una legge che vieti esplicitamente il consumo di carne di cane, anche se si può dire che dal combinato di varie norme sia vietato il vendere la carne di cane (vedi). Ipotizzando che sia reato mangiare carne di cane in Cina, siamo nel caso dell'art. 9 codice penale ("delitto comune del cittadino all'estero") e bisogna vedere se la pena è superiore o inferiore a tre anni di reclusione: se superiore la punibilità da parte del tribunale italiano è sempre possibile, se inferiore è possibile solo previa richiesta del ministro della giustizia. --Franz van Lanzee (msg) 23:51, 16 feb 2019 (CET)
Senza invocare la costituzione anche se le considerazioni predette sono corrette e fondamentali, è anche una questione pratica, per esempio i mafiosi porterebbero le loro vittime all'estero per ucciderle o non si potrebbe perseguire gli evasori fiscali o chi esporta illegalmente valuta portandodola all'estero fisicamente. è un principio internazionale che tutti i cittadii siano comunque sottoposti sempre alla propria legislazione sia a tutela degli interessi della società sia i loro per questo poi si fanno i trattati per evitare il conflitto di competenze--Pierpao.lo (listening) 16:53, 21 feb 2019 (CET)
[@ Callahan234, Stefanobiondo]--Pierpao.lo (listening) 16:55, 21 feb 2019 (CET)

Curioso comportamento dell'acqua che ghiaccia

Ciao Oracolo, scusa ma ti pongo una domanda su una cosa che non ho capito.

L'acqua sotto pressione può restare liquida anche sopra i 100°C, infatti in molte autoclavi arriva ad evaporare a 121°C, perché la pressione è come se tenesse più strette le molecole tra di loro (almeno così mi hanno detto alle superiori).

Invece, leggendo la voce di Wikipedia "Ghiaccio", nella sezione "Solidificazione", c'è scritto che l'acqua posta sotto pressione abbassa il suo punto di fusione fino a -30°C, ma senza spiegarne il motivo (nel resto della voce poi si parla che il ghiaccio è meno denso e galleggia, perché il ghiaccio è scivoloso, i diversi tipi di ghiaccio etc.), e non riesco a capire il perché, dal momento che per via dello stesso principio che ha portato l'acqua a evaporare a temperature più alte, la pressione dovrebbe tenere le molecole di acqua più ferme e compatte tra loro, facendole congelare prima, e quindi il punto di fusione in teoria dovrebbe essere sopra i 0°C. Come si spiega il fenomeno?

--87.9.23.43 (msg) 09:51, 18 feb 2019 (CET)

Se conosci l'inglese qui vengono spiegate tante anomalie dell'acqua [1]--Pierpao.lo (listening) 16:34, 21 feb 2019 (CET)

Castello francese

Ciao a tutti! Stavo cercando di identificare un po' meglio le località citate nella voce Pietro Pascal e Catalano Fabri; il "castello di Cabiola" a cui si fa riferimento, stando a questo libro, l'ho identificato con Chabeuil; "Monfil" o "Montfil", però, non riesco proprio a inquadrarlo. Qualcuno sa darmi una mano? --Syrio posso aiutare? 21:29, 18 feb 2019 (CET)

Non ho capito che intendi per inquadrarlo. A quanto leggo su FR Wikivoyage Chabeuil era una citta fortificata e quindi forse conteneva solo un piccolo castello di cui puoi vedere i resti qua Utente:Syrio--Pierpao.lo (listening) 16:46, 21 feb 2019 (CET)
Scusa, forse ho spiegato male. La voce cita due castelli, quello di Cabiola e quello di Monfil. Il primo stava a Chabeuil (come hai detto anche tu), quello che volevo sapere è dove stava il secondo. --Syrio posso aiutare? 19:43, 21 feb 2019 (CET)

Limite complesso

Spero, caro oracolo, saprai aiutarmi su un dubbio che mi attanaglia riguardo due tipologie di limiti complessi:

Sul primo ho seguito alcuni consigli su scrivere il complesso in forma esponenziale e ottenere: ma anche così ho problemi a portarlo a compimento poiché (uso la notazione trigonometrica dei complessi) avrei per z->inf. e questa divisione come caspita si fa?

Ho pensato a un altro metodo (per entrambi) ma per spiegarlo userò questa volta il secondo esempio:

In realtà riflettendoci direi che limite a infinito vuol dire che: "se il modulo di z tende a infinito la funzione , cioè in modulo, ergo

PS: scusate non sono pratico con le formule su wiki, ci ho messo 3 ore per questo scempio :'D. Spero possiate aiutarmi --37.162.89.10 (msg) 23:11, 20 feb 2019 (CET)

Ho dato una veloce rassettata alle formule per più facile leggibilità. -- Rojelio (dimmi tutto) 00:37, 21 feb 2019 (CET)
Sei sulla buona strada. In modo del tutto analogo alla definizione usata per i limiti di funzione reale a variabile reale, anche qui il valore di dimostra sulla base di una "sfida":
  • Se affermi che il limite (per modulo della variabile verso infinito) è finito ed è un certo valore "l", devi dimostrare che la tua funzione si avvicina "sempre di più" a quel valore, ovvero che se io impongo una qualsiasi massima distanza , piccola a mio piacimento, tu sei sempre in grado di trovare un modulo di z tale per cui da lì in avanti la funzione è sempre più vicina a l del mio vincolo. In formula (e usando i quantificatori "per ogni" e "esiste"):
"Per ogni sfida epsilon (positiva), esiste sempre una soglia delta (anch'essa positiva) tale per cui quando il modulo di z supera la soglia delta, la distanza (modulo) tra f(z) e il limite l è più piccola della sfida."
Il tuo primo limite ricade in questa categoria. Scrivere z in forma polare (esponenziale) non è in realtà fondamentale per la soluzione; serve prevalentemente a convincersi (se non lo si fosse mai osservato prima) che anche nei complessi vale che il modulo di una potenza è pari alla potenza del modulo originale:
e che più in generale il modulo di un prodotto/quoziente di complessi è pari al prodotto/quoziente dei moduli dei singoli fattori.
Osservo che il modulo della funzione è:
che ovviamente tende a zero per |z| che tende a infinito. Ma il modulo del valore della funzione non è altro che la sua distanza dall'origine, dallo zero:
Abbiamo quindi dimostrato che quel limite è 0: io ti impongo la sfida (distanza dal limite) con epsilon scelto da me arbitrariamente piccolo, e tu rispondi con:
ovvero con una soglia del modulo di z pari a 1/epsilon, oltrepassata la quale la funzione è sempre più vicina di epsilon al limite 0.
  • Sul secondo ci hai preso in pieno: è sempre questione di "sfida", solo che questa volta anziché sfidare la funzione ad avvicinarsi sempre di più a un limite finito, si sfida la funzione ad allontanarsi sempre di più dall'origine. E cos'è la distanza di f(z) dall'origine? Come prima: il suo modulo.
A quel punto il ragionamento è esattamente il tuo: osservo che , e quindi ogni volta che ti sfido a rimanere a una distanza dall'origine con epsilon scelto da me grande a piacere, tu sei sempre in grado di individuare una soglia delta per il modulo di z oltrepassata la quale la mia sfida è sempre soddisfatta... e il limite è quindi dimostrato tendere all'infinito.
L'unico punto cui è necessario prestare un po' di attenzione perché ci si rischia di confondere è che mentre nel secondo caso il modulo della funzione (che cresce arbitrariamente) è proprio quello che si deve considerare per definizione, nel primo si è trattato di una coincidenza, dovuta al fatto che il limite a cui la funzione tendeva era proprio zero e quindi "distanza dal limite" (che è la vera quantità da ridurre a piacimento) e modulo della funzione fatalità coincidevano: in generale non è detto che sia così. -- Rojelio (dimmi tutto) 01:29, 21 feb 2019 (CET)
Grazie, innanzitutto,per la pazienza di aver riordinato le mie formule, ho capito cosa sbagliavo nel "codice" :).
Detto questo vorrei riordinare un attimo le idee, ho capito la tua dettagliata e chiarissima spiegazone, il mio dubbio ora è solo questo: parliamo sempre di usare la definizione di distanza di "f(x)" da un certo valore "l" (il tutto in modulo), il problema è che nella verifica dei limiti devo già conoscere "l", nel caso reale quando non si conosce a priori "l" e non si ha la più pallida idea di quanto possa valere, esistono l'algebra estesa dei limiti e vari calcoli che ci aiutano a portare a compimento il limite (i famosi ragionamenti finito/infinto=0 ecc).
Il mio dubbio, nel caso complesso, è che non riesco a capire se si può usare qualcosa si simile, perché se ad esempio avessi (riprendiamo il 1 limite dato) e ipotizziamo non sappia essere 0, io ho un modulo di z che tende a infinito, se "sostituissi" (metto tra virgolette per far capire che si tratta della tecnica algebra estesa) infinito nel modulo a numeratore sono a cavallo, ma a denominatore sono fregato, perché avrò appunto un esponenziale con dipendenza dal theta di Argand-Gauss (intendendola in forma polare).
mentre nei limiti reali avrei un x/x² semplifico e ottengo 1/x, e "sostituendo" 1/∞ che per la tecnica dell'"algebra estesa" mi da proprio zero. Però non lo sapevo a priori, me lo sono ricavato tale valore!
Ma per il caso complesso? Come faccio? dovrei comunque mettere tutto sotto modulo e scrivere 1/|z| con |z|->∞ e ottenere 0? --37.162.3.108 (msg) 08:57, 21 feb 2019 (CET)
Sì beh, funziona grosso modo come con i limiti reali, anche se è sensibilmente più facile fregarsi a causa della maggiore libertà che il piano complesso offre: una variabile reale può "andare all'infinito" o "accostarsi a un certo valore" in un solo modo ("lungo l'asse") e 2 possibili direzioni (più/meno infinito, o da destra/da sinistra). Nel piano complesso z può andare all'infinito o convergere verso un punto in una qualsiasi direzione, e il limite esiste ed è valido solo se il valore trovato funziona per tutte le direzioni.
Non ho tantissima pratica personale, ma il trucco più comune è esprimere z (per i limiti con z che tende a infinito) oppure z-z0 (per i limiti con z che tende a z0) in coordinate polari, di modo che sia più semplice ragionare in termini di distanza r (che tende a infinito o a zero) e valore limite della funzione che non deve dipendere dall'angolo theta (direzione di allontanamento verso l'infinito o di avvicinamento verso z0 di z).
Nel tuo primo limite si parte esattamente come stavi facendo: esprimo z come (r = |z|), trasformando il limite nell'equivalente:
Sono gli stessi passaggi che hai già fatto tu, solo che non serve "scomporre" ulteriormente in seni e coseni e fare altri calcoli: con la pratica, ci si accorge di aver finito qui.
L'ultimo termine è un numero complesso di modulo 1/r e "un qualche angolo" funzione dell'angolo theta originale della variabile z. Non serve nient'altro: all'aumentare di r, questo valore tende a zero; l'angolo theta determina "da che direzione" la funzione converge verso zero, ma sempre verso zero converge. La funzione converge a un valore che è funzione di r e non dipende da theta: abbiamo un vincitore, il limite è 0.
In modo del tutto analogo, il secondo limite si riscrive come:
e di nuovo mi posso fermare qui. Il valore della funzione tende a un numero complesso il cui modulo tende all'infinito all'aumentare di r e theta è irrilevante, decide solo "in che direzione" il valore della funzione corre verso l'infinito: se z va all'infinito con una traiettoria di angolo theta, la funzione va all'infinito lungo una traiettoria di angolo triplo... ma quel che conta è che all'infinito ci va sempre, per ogni theta. Quindi, di nuovo, abbiamo un vincitore: il limite tende a infinito.
Un veloce esempio di limite che dà problemi e che dimostriamo non esistere:
dove con z* ho indicato il complesso coniugato di z (parte immaginaria invertita di segno, che in coordinate polari significa angolo invertito di segno). Portando in polari:
Il valore della funzione al limite è un numero complesso che ha:
  • modulo pari a 1, indipendentemente dall'aumentare di r: il limite non va all'infinito.
  • angolo che dipende da theta: il limite non converge neppure a un valore finito, perché il suo valore cambia a seconda di "in che direzione" z sta andando all'infinito.
Quindi deduciamo che il limite non esiste: può assumere qualsiasi valore sul cerchio di raggio unitario, in funzione di theta. Giusto per prendere alcuni valori come esempio:
  • Se z va all'infinito "orizzontalmente", lungo l'asse reale, sia verso destra (theta=0) che verso sinistra (theta=pi), il limite vale 1 ().
  • Se z va all'infinito "verticalmente", lungo l'asse immaginario, sia verso l'alto (theta=pi/2) che verso il basso (theta=3pi/2), il limite vale -1 (). -- Rojelio (dimmi tutto) 13:32, 21 feb 2019 (CET)
Grazie per esserti preso cura di rispondermi in maniera così approfondita e chiara. Finalmente ho capito il discorso era daun po'che ci ragionavo! Tra le altre cose mi accorgo che mi bloccavo poiché pensavo allo zero complesso come qualcosa tipo: (essendo i complessi ), quindi cercavo di riportarmi nel primo esercizio a qualcosa del genere, per questo parlavo di riportarlo in forma seno e coseno e fare 1/(cos,sin). Invece da quanto ho capito lo zero complesso da considerare è 0 (non quello che ho scritto), dunque poiché 1/r=1/∞ (nel segno di limite) avrei che è proprio zero. (A parole,in pratica non vado a interpretare la parte esponenziale come quella parte che mi determina ma lo tratto come vero e proprio esponenziale/numero, cioè: 0*numero=0),credo l'errore maggiore interpretativoe di calcolo soggiacesse qui).
Se fosse giusto quanto dico, vorrei provare a fare e in questo caso non esiste proprio perché dipende dall'angolo, come si vederebbe anche riportandoci alla forma trigonometrica: questo passaggio l'ho svolto solo perché vedo ancor meglio che avrei infiniti complessi sul raggio dato dal modulo. Insomma l'erore era considerare (0+i0) il che mi portava fuori strada, invece è un po' come per i limiti in due variabili reali.
Per la questione infinito ho meno dubbi, anzi nessuno, poiché mi è molto chiaro che si dice "a infinito" se sono in quaalunque direzione.
Prometto che è l'ultima replica :P (spero sia in effetti ora giusto), so che wikipedia non è un tutor, e anzi te ne sono davvero gratissimo per questa discussione, è stata la svolta al mio studio e non me la sarei immaginata :) --37.162.3.108 (msg) 14:54, 21 feb 2019 (CET)
Occhio: lo zero complesso è 0+i0. Uhm... il problema è che lo zero complesso e lo zero reale sono due cose diverse, ma si comportano in modo talmente identico che a tutti i fini pratici poi finisce che ci si dimentica della differenza e si usa lo stesso identico simbolo 0. Per evitare ambiguità, fammi usare 0R per indicare lo zero reale, e 0C lo zero complesso. Lo zero complesso può essere espresso indifferentemente come:
  • Cartesiano: (parte reale e parte immaginaria sono coefficienti reali)
  • Polare: (modulo e angolo sono coefficienti reali; in particolare il modulo è anche non-negativo e l'angolo è periodico ogni 2pi e può quindi essere "normalizzato" imponendo che sia compreso nel "primo giro", con valori tra 0 e 2pi; in coordinate polari lo zero complesso ha una peculiarità tutta sua, che lo distingue da tutti gli altri numeri complessi: non ha una rappresentazione univoca, l'angolo è indeterminato e può essere letteralmente qualsiasi)
Quale rappresentazione usi è una questione di comodità, non è che una sia sbagliata e l'altra giusta. La formula che avevi scritto con seni e coseni era correttissima... solo che era un po' un casino dimostrare quanto valesse; se ci fossimo messi d'impegno avremmo scoperto che tendeva a... 0R+i0R, ovvero 0C. XD
Con l'altro metodo, invece, in coordinate polari, quando arrivi a , "r" è un numero reale (un modulo) che tende all'infinito positivo reale, e il suo inverso tende quindi allo zero reale (da destra, a voler essere pignoli):
Anche in questo secondo caso il risultato non è "proprio zero" (nel senso del classico e familiare 0R reale), bensì sempre lo zero complesso 0C. D'altra parte la funzione è a valori complessi, quindi non deve stupire che anche il suo valore limite sia un numero complesso.
Come dicevo, al lato pratico puoi vivere felice senza soffermarti sulla differenza tra 0R e 0C, ma se ci pensi e vuoi fare le cose per bene e distinguerli diventa fondamentale che tu non commetta l'errore di pensare che il risultato del limite fosse lo zero reale (è quello complesso), e peggio che peggio che 0+i0 fosse un modo sbagliato di esprimere lo zero complesso (magari poco utile in quel momento, ma di per sé correttissimo). -- Rojelio (dimmi tutto) 18:04, 21 feb 2019 (CET)

Come hai ben capito tutti i problemi mi nascevano proprio per non rendermi conto di essere già di fronte alla soluzione per il fatto che non sapevo ben maneggiare quello zero complesso - a margine, con l'esponenziale come consigli viene più immediato vederlo :D -.
Mi pare però ora di esserci, il punto è che non riuscivo a capire come districarmi nell'operazione quando in realtà ero già di fronte allo zero complesso.
D'altra parte volendo essere pedanti ed espliciti avrei potuto anche scrivere ("razionalizzando" la parte complessa):
e moltiplicando per 0 (ora posso farlo con le regole che conosco al contrario di prima) trovo proprio (0+i0).
So che mi prenderai per stupido per tutti questi passaggi inutili, però in realtà li ho esplicitati questa volta e mai più, una volta capiti e appurato di non aver detto cavolate da cima a fondo, faccio il passaggio immediato che mi hai insegnato.
Ho scritto solo per pignoleria, ma mi sembra tutto chiaro ora, ti ringrazio enormemente mi hai aiutato tantissimo!
Se ho detto cavolate ancora, a sto punto bastonami lol. --37.162.3.108 (msg) 18:59, 21 feb 2019 (CET)
PS: grazie anche per il meta-insegnamento di LaTeX!

Scusate se mi intrometto ma devo dire che è stata utile anche a me, davvero bella discussione. Volevo unirmi al ringraziamento per Rojelio. Inoltre, per quel che conta il mio contributo, l'ultimo messaggio mi sembra corretto; vediamo se Rojelio conferma. --2001:B07:644C:E124:554C:7FE:34CA:6514 (msg) 19:13, 21 feb 2019 (CET)
(Occhio che ti ho corretto un segno nella prima frazione) Non c'è nulla di stupido in quei passaggi: quella simil-razionalizzazione per portare l'unità immaginaria a numeratore era esattamente quello che intendevo per "se ci fossimo messi d'impegno". Tenendo conto delle simmetrie delle funzioni trigonometriche, il tuo risultato finale si più rigirare come un calzino e riportare daccapo in forma esponenziale:
dimostrando (se ancora ci fosse stato qualche dubbio) che è sempre e solo lo stesso calcolo (l'inverso di un complesso) svolto per due vie equivalenti. In forma cartesiana vengono banali le somme, in forma polare vengono banali le moltiplicazioni. -- Rojelio (dimmi tutto) 19:19, 21 feb 2019 (CET)
Sì, svista :). Chiarissimo su tutto, direi che ci sono completamente, grazie e buona serata. Lieto di aver posto una domanda utile ad altri.--37.162.120.3 (msg) 19:28, 21 feb 2019 (CET)
Che poi, pensandoci bene, uno potrebbe valutare anche il limite della funzione in modulo, e se il limite va a zero anche la funzione non in modulo va a zero. Quindi potresti ridurti a studiare solo il modulo in questo caso, fin dal principio io credo. Intendo dire: lim |z|->∞ |z|/z^2, studio lim |z|->∞ ||z|/z^2| e vedi essere zero usando le tecniche reali. Da cui anche il limite iniziale è zero. Mi si corregga se sbaglio. (Formalmente: lim |z|->∞ ||z|/z^2|=0 <=> lim |z|->∞ ||z|/z^2|=0. --2001:B07:644C:E124:381D:C192:AD09:104E (msg) 20:04, 21 feb 2019 (CET)
Nope, stai ribaltando la logica del problema: quello che descrivi non è il metodo per trovare il valore del limite, ma il metodo per confermare l'ipotesi che tale limite sia proprio 0. È lo stesso metodo con cui si conferma qualsiasi ipotesi di limite finito: deve tendere a zero la distanza della funzione da quel limite, ovvero il modulo della differenza . Il tuo è solo il caso particolare in cui vuoi dimostrare che l=0. Se ti dice culo, il metodo ti dà ragione e confermi che il limite cercato era proprio zero; ma in qualsiasi altro caso sei punto e da capo e hai solo sprecato il tuo tempo: sai solo che il limite non è zero, può essere un qualsiasi altro valore o proprio non esistere. Come metodo risolutivo da applicare "fin dal principio" alla garibaldina non ha alcun valore. ;-) -- Rojelio (dimmi tutto) 20:44, 21 feb 2019 (CET)

No, certo, non volevo proporlo come strategia totale; intendevo dire che se puzza di "zero" dall'inizio si può provare, usi solo l'algerba estesa nei reali (che è abbastanza rapida), come la chiama l'IP 37... e se ti viene zero sei a cavallo. Senza dover in realtà risolvere in favore di |z|. Però dall'altro canto vale solo lim |z|->∞ ||z|/z^2|=0 <=> lim |z|->∞ ||z|/z^2|=0 cioè per zero. Se dall'algerba estesa dei limiti ti uscisse per il valore assoluto:lim |z|->∞ |f(z)|=l, con l diverso da zero, beh. Ciaone.Comunque dici che il più delle volte sia una cavolata e rischi di perder tempo? --2001:B07:644C:E124:381D:C192:AD09:104E (msg) 21:18, 21 feb 2019 (CET)

Uhm... in realtà sono stato eccessivamente negativo: inteso come "filtro iniziale" per decidere innanzi tutto se serva cimentarsi con conti più dettagliati ha perfettamente senso. Guardando quelle due funzioni la mia primissima reazione è stata "ok, il primo scende come 1/z a zero, il secondo va come z^2 all'infinito... adesso vediamo come dimostrarlo". A ben vedere, ho semplicemente ragionato sui puri moduli e constatato che bastavano; a vederlo scritto in formule per esteso sembra un metodo inutilmente macchinoso per un risultato neppure garantito, ma dimenticavo che con la pratica diventa (almeno nei casi più banalotti) veloce e semplice. Così veloce, infatti, che nemmeno lo riconoscevo più. XD -- Rojelio (dimmi tutto) 12:19, 22 feb 2019 (CET)
Esatto, ho esplicitato i conti, ma il mio era un "consiglio" su usarlo come "colpo d'occhio" poiché suffragato da quel se e solo se tra modulo e complesso. Hai centrato il punto! Ripeto: bella discussione, non ne leggevo da un po' :)--2001:B07:644C:E124:C9F1:BCBC:57E8:AD8 (msg) 16:49, 22 feb 2019 (CET)

Parentela salvemini

Gaetano Salvemini è parente di Michele Salvemini in arte Caparezza ?


--Yhato (msg) 10:30, 21 feb 2019 (CET)

Improbabile. Se lo è, lui non sembra saperlo... :) --Sesquipedale (non parlar male) 15:31, 21 feb 2019 (CET)

Parola esatta o errata?

In questo (https: // youtu. be/ oyAfafotBY8) video, al minuto 2.03, la sorvegliante dice “tranquilliamoci”. Ma non si dice tranquillizziamoci? Quale delle due è esatta? --151.49.92.191 (msg) 14:12, 21 feb 2019 (CET)

Tecnicamente esistono entrambe, ma "tranquillare/tranquillarsi" è nettamente meno usato (io stesso avrei spergiurato che non esiste affatto, se non avessi prima controllato per scrupolo e constatato che mi sbagliavo). -- Rojelio (dimmi tutto) 14:26, 21 feb 2019 (CET)
E comunque, se guardi il video linkato la sorvegliante dice chiaramente "tranquillizziamoci"; il tranquilliamoci lo hai sentito solo tu.--95.246.59.248 (msg) 15:02, 21 feb 2019 (CET)
Tranquillizziamoci, l'IP è solo Marcello in evasione.--Sakretsu (炸裂) 19:33, 21 feb 2019 (CET)

Domanda di biologia molecolare

Buonasera, ho un dubbio su un concetto che ci ha espresso la nostra prof. di biologia molecolare. L'argomento era l'amplificazione di plasmidi. Quello che ci ha detto è che, usando un primer che si lega ad una porzione del plasmide, otteniamo l'amplificazione di tutto il plasmide (bene). Se invece mettiamo due primer, uno forward e uno reverse, otteniamo l'amplificazione di una specifica regione (quella compresa tra i due primer). Non riesco a capire come questo sia possibile. C'è qualche aiuto (figura) o qualcuno riesce a speogarmelo? Grazie!


--2A02:C7F:A816:2D00:5C94:D399:A880:63CE (msg) 19:59, 21 feb 2019 (CET)

5 domande su copyright e Wikipedia

Non voglio alimentare dibattiti politici, e questa domanda non l'avrei mai nemmeno posta se Wikipedia non avesse assunto in modo ufficiale e plateale una posizione, oscurando le immagini per protesta contro la legge approvata dal parlamento europeo (quest'estate), riempiendo i nostri schermi con maschere sulla libertà di panorama (qualche anno fa) e con diverse strisce in basso a destra sul dire si al fair use (sulle pagine personali di molti utenti).

Rosso = no libertà di panorama; Verde = libertà di panorama.
Violazione delle leggi italiane sul copyright?

Avere un opinione è più che legittimo, e non critico la decisione di oscurare o altro, però siccome c'è un chiaro orientamento del progetto in materia, e anche io ho dovuto "subire" gli effetti del vostro gesto di protesta, chiedo cortesemente di avere una spiegazione anche sintetica (possibilmente senza linkarmi una kilometrica pagina del bar dove devo leggermi gli interventi di centinaia di persone per arrivare a una specie di conclusione) alle 5 domande che vi sto per porre:

  1. Premetto che su a cosa sia arrivato ad approvare il parlamento europeo non ci ho capito un tubo. Appunto alla fine che normativa è saltata fuori e perché Wikipedia è contraria?
  2. La libertà di panorama è una normativa che consente di scattare e riprodurre fotografie di edifici, opere e luoghi pubblici, senza infrangere il diritto d'autore di alcuno. In Italia non c'è la libertà di panorama (immagine a destra), quindi ogni volta che fotografo qualunque monumento o quadro al museo in paesi come Italia e Grecia io starei violando le leggi sul copyright e sarei multabile? Se non c'è la libertà di panorama, come mai su Wikipedia trovo la foto della camera dei deputati, che è un luogo pubblico?
  3. In Portogallo la libertà di panorama esiste: quindi un portoghese in teoria potrebbe fotografare un quadro o un monumento italiano e caricarlo su Wikipedia dal suo computer in Portogallo aggirando le limitazioni italiane?
  4. Perché siete favorevoli a deroghe al copyright come il fair use? Non pensate anche all'altra parte in causa, cioè che chi crea e ci mette impegno e risorse mentali per creare qualsiasi cosa abbia il diritto ad avere la sua creatura tutelata e anche il diritto di negare a Wikipedia di pubblicarla sulle sue pagine?
  5. Se i server di Wikipedia sono negli USA, tutti sti problemi in teoria non dovrebbero non esistere e quindi Wikipedia essere soggetta solo alle regole dello zio Sam?

Vi chiedo scusa per le troppe domande, ma è una materia che lascia parecchi in difficoltà a capire. Ribadisco comunque che se non ci fosse stata una posizione ufficiale di Wikipedia non avrei fatto così tante domande. Ringrazio anticipatamente chi mi risponderà

--79.20.253.110 (msg) 10:10, 22 feb 2019 (CET)

Ciao! Inizio a risponderti su due punti, quelli su cui sono più ferrata:
2) Nella maggior parte dei paesi, tra cui l'Italia, il copyright scade 70 anni dopo la morte dell'autore. Senza tirare in ballo Belle arti e simili, un palazzo, monumento, opera d'arte... il cui autore o progettista è morto da oltre 70 anni è liberamente fotografabile. Per questo motivo le foto di Palazzo Montecitorio non sono in violazione di copyright. Questo per quanto riguarda wikipedia. Se in Italia fotografi un monumento appena costruito (quindi protetto da copyright) e ti tieni la foto sul tuo computer senza pubblicarla da qualche parte non ci sono problemi.
4) La libertà di panorama è legata al paese dove si trova il soggetto della fotografia. Un italiano - come una persona di qualunque altra nazionalità - può fotografare un monumento recente portoghese e caricare la foto su wikipedia. Un portoghese non può fotografare un soggetto protetto da copyright che si trova in Italia e caricare la foto online. --Postcrosser (msg) 11:18, 22 feb 2019 (CET)

Il fatto che nessuno mi spieghi il perché Wikipedia ha assunto certe posizioni, mi fa pensare che gli utenti del progetto non sanno nemmeno loro perché hanno oscurato le immagini quest'estate o perché mettono fasce incitando a dire si al fair use. Protestate senza sapere per che cosa?--79.50.144.239 (msg) 13:40, 25 feb 2019 (CET)

Avrai certamente notato l'avviso che campeggia in testa a questa voce, dove è scritto che "Non c'è alcuna garanzia che le risposte che ti vengono fornite siano corrette, né che qualcuno ti risponda"; qui le risposte sono fornite da chi passa e ha voglia di darti una risposta, senza obbligo alcuno. Dipende anche se la tua domanda viene notata oppure no; a me ad esempio era sfuggita, altrimenti ti avrei risposto prima che:
  1. il regolamento è stato votato e approvato dal Parlamento europeo, anche se su un testo parzialmente modificato rispetto a quello inizialmente presentato. Sui problemi che la cosiddetta "link tax" e l'uploadfilter (che pur con modifiche sono rimasti) possono causare a Wikipedia abbiamo scritto parecchio nelle passate discussioni;
  2. ti ha risposto correttamente Postcrosser: teoricamente si, sei multabile, a meno che (detta brutalmente) il palazzo in questione sia libero da copyright;
  3. ovviamente no, o la tutela stessa del diritto d'autore sarebbe impossibile; esiste da tempo abbondante legislazione per la tutela internazionale del diritto d'autore (la Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche è del 1886). A un livello teorico, l'italiano detentore dei diritti sul palazzo potrebbe benissimo fare causa al portoghese che ha caricato la foto;
  4. Wikipedia è uno dei siti che più di tutti rispetta il diritto d'autore: le violazioni, una volta accertate, sono immediatamente rimosse senza possibilità di discussione alcuna, e l'attenzione alla legislazione nazionale e internazionale in materia di copyright è spasmodica (ricordo bene una discussione sulle norme sul diritto d'autore valenti nella Città del Vaticano...). Tuttavia, Wikipedia stessa si basa sul principio che la conoscenza in sé deve essere accessibile a tutti, con il minor numero di limitazioni possibili (a un livello teorico e ideale, nessuna): è la filosofia dell'Open source e del Contenuto aperto, che si possono ovviamente condividere o no. Il copyright è, oggettivamente, un ostacolo alla libera circolazione della conoscenza e delle idee: come tutti i monopoli indubbiamente ha in sé dei risvolti positivi, ma altrettanto indubbiamente ha dei risvolti negativi;
  5. la responsabilità penale è personale, è il singolo utente che risponde di quello che scrive su Wikipedia; vedi anche Wikipedia:Fare causa a Wikipedia. --Franz van Lanzee (msg) 18:21, 25 feb 2019 (CET)

Come si costruisce un ponte in un fiume/lago?

Non riesco a capire come si riesca a costruire un ponte i cui piloni poggiano direttamente sul fondo di un fiume o di un lago. Ad esempio il ponte dell'A13 sul fiume Po presenta almeno 4 piloni poggianti direttamente sull'alveo del fiume. La domanda è: come hanno fatto a gettare il calcestruzzo fin sull'alveo? Immagino che in qualche modo (come?) abbiano costruito per ogni pilone una camera a tenuta stagna e lì dentro vi abbiano versato il calcestruzzo, poiché non credo che abbiano deviato o prosciugato il fiume. Lo chiedo qui perché su Wikipedia non sono riuscito a trovare alcunché in merito.-Villasfracelly (msg) 15:54, 23 feb 2019 (CET)

Si, di solito viene creata una zona stagna (in genere tramite una struttura in acciaio) all'interno della quale non c'è l'acqua e si può gettare il calcestruzzo. Questo un esempio dei più semplici. --Postcrosser (msg) 16:22, 23 feb 2019 (CET)
Ovviamente poi i piloni non saranno solo appoggiati sull'alveo, ma avranno una fondazione che scende diversi metri al di sotto del livello dell'alveo. --Postcrosser (msg) 16:24, 23 feb 2019 (CET)
Ma come si procedeva in tempi antichi (ad es. per il ponte Vecchio a Firenze e il ponte Sisto a Roma), quando non era in uso l'acciaio ed era difficile realizzare grandi compartimenti stagni?--Villasfracelly (msg) 16:54, 23 feb 2019 (CET)
Con pali e travi di legno addossati uno all'altro. Qui puoi trovare alcune spiegazioni su come venivano costruiti i ponti dai romani (il sito è in inglese). In generale puoi trovare diverse foto di queste dighe stagne cercando su google "cofferdam" o "roman cofferdam" per esempi in legno --Postcrosser (msg) 18:16, 23 feb 2019 (CET)
Per i ponti antichi è interessante anche questo sito in italiano, ove sono spiegate le varie tecniche utilizzate dagli etruschi e soprattutto dai romani--Parma1983 18:20, 23 feb 2019 (CET)
Per la costruzione del Nuovo ponte ferroviario sul Po tra Ostiglia e Revere hanno prima costruito una penisola artificiale provvisoria (200 metri x 50 metri, 50 milioni di metri cubi di materiale) in mezzo al fiume, costruito i piloni, poi hanno rimosso la penisola. --Holapaco77 (msg) 00:08, 24 feb 2019 (CET)

Discorso di Scipione

Potente oracolo, vedendo il film Scipione detto anche l'Africano ad un certo punto Scipione dice (in romanesco) "ce stanno piu' ville de Scipione in Ispagna che cavalli a Colono" qua al minuto 1:16:15. Esisteva veramente una localita' chiamata Colono (?) famosa per i cavalli? --Hal8999 (msg) 03:54, 25 feb 2019 (CET)

Dovrebbe essere Colono (demo) detto anche Colono Ippio, nell'Antica Grecia, dove è ambientata la tragedia di Sofocle Edipo a Colono (nella voce si legge un commosso inno alle bellezze di Colono, alle sue piante, ai suoi cavalli e al mare). --Unam96 (msg) 10:30, 25 feb 2019 (CET)
grazie!--Hal8999 (msg)

What is the significate of rataplan

There is a parol used very very spess in risorgimental texts or songs. This parol is ratapaln. I dont't know what signific, and I don't trov anything on the internet. Can you traducing for me rataplan (or spieg to me what is the significate)? Thank you very much.--51.140.249.129 (msg) 14:49, 25 feb 2019 (CET)

Translate by Google (original): Onomatopoeic voice that imitates and indicates the sound produced by drums and tambourines. In particular, in the performance of orchestral music, and especially in operas (for example, in the 3rd act of Verdi's Forza del destino), a piece performed mainly by drums and other percussion instruments.—GJo ↜↝ Parlami 14:56, 25 feb 2019 (CET)
Nòio volevàm savuà... -- Rojelio (dimmi tutto) 18:51, 25 feb 2019 (CET)
Meibi du iu min de most stiupid dog of the uest? --79.20.124.207 (msg) 22:29, 25 feb 2019 (CET)

Classifica RS

Salve, la classifica non andrebbe rimossa anche da questa pagina, oppure non si può? Grazie. https://it.everybodywiki.com/Lista_dei_50_migliori_artisti_italiani_secondo_Rolling_Stone

--93.41.100.198 (msg) 13:50, 27 feb 2019 (CET)

everybodywiki non è wikipedia ma un sito indipendente, che copia pagine di wikipedia. Da qui penso che non si possa fare niente, per eliminare una pagina bisogna chiederlo direttamente a loro (e non ho idea di come funzioni) --Postcrosser (msg) 13:55, 27 feb 2019 (CET)

Pasta

In pasta c’è scritto: “L'acqua deve essere salata con circa 10 gr di sale da cucina per ogni litro, prevedendo almeno 1 litro di acqua per ogni 100 grammi di pasta”. Se io cambio le proporzioni, ad esempio invece di 10 gr di sale ne metto 7 gr, e invece di 1 litro ne verso 1 e mezzo, la pasta si cucina nello stesso modo? --151.49.64.189 (msg) 14:44, 27 feb 2019 (CET)

Mettendo meno sale e molta più acqua come nel tuo esempio la pasta cuocerà, ma risulterà scialba. ×°˜`°×ηαη¢у×°˜`°× 14:47, 27 feb 2019 (CET)
Lo avevo immaginato. E mettendo meno acqua e più sale risulterà più dura o più salata? --151.49.64.189 (msg) 14:50, 27 feb 2019 (CET)
La durezza non dipende dal sale ma da quanto la lasci cuocere. ×°˜`°×ηαη¢у×°˜`°× 14:51, 27 feb 2019 (CET)
Grazie! --151.49.64.189 (msg) 14:52, 27 feb 2019 (CET)
Esiste un effetto chimico fisico, l'effetto ebullioscopico, dove un aumento di concentrazione di soluto in un solvente ne aumenta il punto di ebollizione. In parole povere più l'acqua è salata, più alta è la temperatura a cui bolle. In realtà l'innalzamento della temperatura di ebollizione causato dalla quantità di sale che si usa di solito per cuocere la pasta è irrilevante, considera che sciogliendo 10 g di sale in 1 litro, la temperatura di ebollizione aumenta di solo 0,2 °C. Quindi in sostanza si, la pasta si cucina allo stesso modo.
Per completezza, in genere si dice che bisogna aggiungere 1 minuto di cottura per ogni 300 metri di altitudine sul livello del mare, dove l'acqua bolle a circa 98°C. Per ottenere una differenza di 2 gradi centigradi del punto di ebollizione, sufficiente ad avere una pasta "stracotta di 1 minuto" seguendo le indicazioni della scatola dovresti sciogliere in 1 litro di acqua 92,3 g di sale--93.36.59.172 (msg) 16:51, 27 feb 2019 (CET)
Per ulteriore completezza sorge spontaneo un dubbio: ma a livello del mare l'acqua non bolliva a 100°C ? --Gac 16:58, 27 feb 2019 (CET)
Certo. A 300 metri sul livello del mare invece a 98 °C circa. So per esperienza quasi quotidiana che dove lavoro io a Varese, circa 400-450 metri sul livello del mare, l'acqua deionizzata bolle a 97,5 °C (decimale in più, decimale in meno)--93.36.59.172 (msg) 17:01, 27 feb 2019 (CET)
In effetti quandi vado in montagna (1.200 m s.l.m.) la pasta viene decisamente peggio rispetto a quando sono a casa. Viceversa, mi chiedo, se cucinassi la pasta sulle rive del Mar Morto (-423 m), verrebbe cotta meglio? --Holapaco77 (msg) 21:00, 28 feb 2019 (CET)
Cotta meglio non so. Peró rispetto al livello del mare hai una colonna d'aria di 423 metri che aumenta la pressione, quindi la temperatura di ebollizione dell'acqua è superiore a 100 °C. La cuoci in minor tempo.--93.33.13.15 (msg) 22:52, 28 feb 2019 (CET)