Luigi Antonio di Borbone-Francia: differenze tra le versioni

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Luigi XIX di Borbone
Luigi Antonio di Borbone ritratto da sir Thomas Lawrence nel 1825. Oggi questo dipinto è conservato nel Castello di Windsor
Re di Francia e Navarra
Stemma
Stemma
In carica20 minuti il 2 agosto 1830, per i realisti fino alla morte il 3 giugno 1844
PredecessoreCarlo X
SuccessoreEnrico V
Duca d'Angoulême
In carica6 agosto 1775 -
2 agosto 1830
PredecessoreLuigi Emanuele di Valois-Angoulême
SuccessoreEudes d'Orléans
Nome completoLuigi Antonio di Borbone
Altri titoliConte di Marnes
Fils de France
Petit-fils de France
NascitaReggia di Versailles, Versailles, Francia, 6 agosto 1775
MorteGorizia, Italia, 3 giugno 1844
Luogo di sepolturaMonastero di Castagnevizza, Nova Gorica
Casa realeBorbone di Francia
DinastiaCapetingi
PadreCarlo X di Francia
MadreMaria Teresa di Savoia
ConsorteMaria Teresa Carlotta di Francia
Firma

Luigi Antonio di Borbone, duca d'Angoulême (Versailles, 6 agosto 1775Gorizia, 3 giugno 1844), era il maggiore dei figli maschi di Carlo X di Francia e fu l'ultimo delfino di Francia dal 1824 al 1830. Fu tecnicamente re di Francia e Navarra per meno di 20 minuti[1] prima della sua abdicazione, dovuta a quella di suo padre durante la rivoluzione di luglio nel 1830. Non ha mai regnato sul paese, ma dopo la morte del padre nel 1836, fu il pretendente legittimista con il nome di Luigi XIX.

Fu un petit-fils de France alla nascita, e fu inizialmente noto come Luigi Antonio d'Artois. Dopo l'ascesa al trono di suo padre, diventò fils de France, e il suo cognome cambiò in de France, seguendo l'abitudine reale per i principi con tale rango.[2]

Biografia

Infanzia

Il giovane duca con il fratello, la sorella e la madre, la contessa d'Artois, ritratti da Charles Le Clercq nel 1780-1782

Luigi Antonio nacque a Versailles, come il maggiore dei figli maschi di Carlo Filippo, conte d'Artois, il più giovane dei fratelli di Luigi XVI di Francia. La sua nascita avvenne un anno dopo la morte del suo bisnonno, Luigi XV di Francia. Sua madre era la principessa Maria Teresa di Savoia (nota come Marie Thérèse in Francia), figlia di Vittorio Amedeo III di Savoia e dell'infanta Maria Antonietta di Spagna.

Dal 1780 fino al 1789, Luigi Antonio e il fratello minore, Carlo Ferdinando, duca di Berry, furono educati dal marchese Armand-Louis de Sérent nel castello di Beauregard, a poche miglia da Versailles[3], e il loro vice-precettore fu l'abate Marie. Allo scoppio della rivoluzione francese nel 1789 i due principi seguirono il loro padre in esilio prima a Torino, poi in Germania e infine in Inghilterra.

Nel 1792, Luigi Antonio si unì all'esercito degli émigré di suo cugino, il principe di Condé.

Nel giugno 1795, suo zio, il comte de Provence si proclamò re con il nome Luigi XVIII di Francia. Nello stesso anno, il ventenne Luigi Antonio guidò una infruttuosa rivolta realista in Vandea. Al principio del 1797, raggiunse suo fratello e suo zio nel tedesco ducato di Brunswick, sperando di unirsi all'esercito austriaco. La sconfitta dell'Austria ad opera della Francia li obbligò a fuggire, rifuggiandosi a Mittau in Curlandia, sotto la protezione dello zar Paolo I di Russia.

Lì, il 10 giugno 1799, sposò la cugina, principessa Maria Teresa di Francia, l'unica dei figli sopravvissuta di Luigi XVI e Maria Antonietta, e l'unico membro dell'immediata famiglia reale a sopravvivere alla rivoluzione francese. Sin dal suo rilascio dalla prigione del Tempio nel 1795, era vissuta alla corte austriaca. Non ebbero figli.

Servizio militare

Nell'aprile 1800, Luigi Antonio assunse il comando di un reggimento di cavalleria nell'esercito bavarese e prese parte alla battaglia di Hohenlinden contro i francesi, mostrando alcune abilità.

Al principio del 1801, lo zar Paolo fece pace con Bonaparte, e la corte francese fuggì in esilio a Varsavia, allora controllata dalla Prussia. Per i successivi dieci anni, Luigi Antonio accompagnò e consigliò suo zio, Luigi XVIII. Ritornarono in Russia quando Alessandro I diventò zar, ma a metà del 1807 il trattato tra Napoleone ed Alessandro lì obbligò a trovare rifugio in Inghilterra. Lì, ad Hartwell House nella contea del Buckinghamshire, re Luigi ricostituì la sua corte, e a Luigi Antonio fu concessa una indennità di 300 sterline al mese. Due volte (nel 1807 e nel 1813) tentò di tornare in Russia per aderire alla lotta contro Napoleone, ma gli fu negato il permesso dallo zar. Rimase in Inghilterra fino al 1814 quando salpò per Bordeaux, che aveva dichiarato per il re. Il suo ingresso nella città il 12 marzo 1814 fu considerato come il principio della restaurazione borbonica. Da lì, Luigi Antonio combatté al fianco del duca di Wellington per restaurare suo cugino Ferdinando VII sul trono di Spagna.

Fuga in Inghilterra e ritorno

Piatto di Faience che celebra il duca di Angoulême come ammiraglio di Francia. In mostra al Musée national de la Marine a Parigi.

Luigi Antonio fu incapace di impedire il ritorno di Napoleone a Parigi in qualità di capo dell'esercito realista nella valle sud del fiume Rodano, e fu nuovamente obbligato a fuggire in Inghilterra durante i "cento giorni". Servì fedelmente Luigi XVIII, dopo la definitiva sconfitta di Napoleone a Waterloo. Nel 1823, comandò un corpo francese in Spagna per ripristinare il potere assoluto del re, che si concluse con la battaglia del Trocadero. Per questo risultato, fu insignito del titolo di Principe di Trocadero.[senza fonte]

In seguito alla morte di suo zio nel 1824, suo padre diventò re Carlo X e Luigi Antonio diventò delfino, cioè erede al trono. Sostenne la politica reazionaria di suo padre per purificare la Francia del suo recente passato rivoluzionario e imperiale, espellendo ex ufficiali imperiali dell'esercito.[senza fonte]

Rivoluzione di luglio

Considerazioni

Il brevissimo lasso di tempo intercorso fra i due atti a favore di Enrico, appena venti minuti, impedì a Luigi Antonio di divenire re, ma alcuni sostennero che, nonostante ciò, in quei minuti Luigi Antonio avesse assunto la dignità regale come Luigi XIX, prima di cederla al nipote Enrico.

Tale teoria è tuttavia insostenibile sotto tutti i punti di vista:

  • da un punto di vista legittimista, infatti, bisogna osservare come la figura dell'abdicazione non fosse mai esistita in Francia in quanto negata dalle norme consuetudinarie del Regno. La Corona non era vista come una carica disponibile, ma come una grazia divina: il trono si considerava assegnato per volontà di Dio, la quale non poteva essere modificata neppure dal re stesso. Emblematico in tal senso fu l'annullamento del testamento di Carlo VI a favore di Enrico VI d'Inghilterra: più che con la follia del sovrano, il mancato riconoscimento dell'atto e la conseguente incoronazione di Carlo VII furono giustificate proprio con l'impossibilità anche per il re di modificare la linea di successione al trono stabilita dalla Volontà celeste per il tramite della primogenitura. Per i legittimisti la Corona per nove secoli da Ugo Capeto a Carlo X non era passata dal sovrano al suo naturale erede al trono se non in forza della morte del re, e ciò senza eccezione alcuna. Quindi, Luigi Antonio sarebbe divenuto Luigi XIX solo nel 1836, alla morte del padre, e fino al proprio decesso, nel 1844: solo da questa data in poi Enrico sarebbe stato re, fino al 1883.
  • da un punto di vista legalista la questione è ancora più semplice. L'abdicazione di Carlo X avvenne infatti a favore di Enrico, e non di Luigi Antonio, che quindi fu escluso anche se si volesse parificare il trono a una proprietà privata disponibile.

Il tempo risolse le varie interpretazioni che dividevano il campo borbonico. Se la morte del padre Carlo X, avvenuta nel 1836, contribuì a incrementare i diversi punti di vista, coi legittimisti più intransigenti che vedevano in Luigi Antonio il nuovo sovrano col titolo di Luigi XIX, mentre quelli legalisti si richiamavano al testo abdicatario per riconoscere in Enrico il vero pretendente, la morte di Luigi Antonio in esilio nel 1844 senza eredi ricucì lo scisma, con Enrico a quel punto unico erede sotto tutti i punti di vista.

Luigi Antonio è sepolto in una tomba con la scritta "LUIGI XIX" nella cripta del Convento di Castagnavizza accanto alla moglie e al padre Carlo X, assieme a Enrico di Chambord (sulla cui tomba si legge la scritta: "ENRICO V"), alla moglie di quest'ultimo e a sua sorella, Luisa Maria, ultima duchessa regnante di Parma. Durante la prima guerra mondiale l'imperatrice d'Austria, Zita di Borbone-Parma, fece trasportare le salme a Vienna, ma una clausola del trattato di pace con l'Italia impose la restituzione delle stesse. Castagnavizza si trova infatti su una collina prospiciente Gorizia, collina che ricade ora in Slovenia a Nova Gorica, a pochi metri dal confine con l'Italia a seguito delle clausole del Trattato di pace del 1947. Gorizia fu infatti l'ultima residenza d'esilio di Carlo X e della sua famiglia.

Onorificenze

Onorificenze francesi

Cavaliere dell'Ordine dello Spirito Santo - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine di San Michele - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Luigi - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine del Giglio - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro (ramo spagnolo) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Insigne e Reale Ordine di San Gennaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di I Classe dell'Ordine Imperiale di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria

Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Luigi XV di Francia Luigi di Borbone-Francia  
 
Maria Adelaide di Savoia  
Luigi Ferdinando di Borbone-Francia  
Maria Leszczyńska Stanisalo I di Polonia  
 
Caterina Opalińska  
Carlo X di Francia  
Augusto III di Polonia Augusto II di Polonia  
 
Cristiana di Brandeburgo-Bayreuth  
Maria Giuseppina di Sassonia  
Maria Giuseppa d'Austria Giuseppe I d'Asburgo  
 
Guglielmina Amalia di Brunswick-Lüneburg  
Luigi XIX di Francia  
Carlo Emanuele III di Savoia Vittorio Amedeo II di Savoia  
 
Anna Maria d'Orléans  
Vittorio Amedeo III di Savoia  
Polissena Cristina d'Assia-Rotenburg Ernesto Leopoldo di Assia-Rotenburg  
 
Eleonora di Löwenstein-Wertheim-Rochefort  
Maria Teresa di Savoia  
Filippo V di Spagna Luigi, il Gran Delfino  
 
Maria Anna di Baviera  
Maria Antonietta di Borbone-Spagna  
Elisabetta Farnese Odoardo II Farnese  
 
Dorotea Sofia di Neuburg  
 

In fiction e film

Il neonato duca d'Angoulême è ritratto da un attore bambino non accreditato in una breve scena del film di Sofia Coppola Marie Antoinette. Questa scena contiene un grande errore in quanto nomina erroneamente i suoi genitori essere Luigi XVIII e Maria Giuseppina di Savoia, che non hanno avuto figli.

Titoli e trattamento

Note

  1. ^ Shortest reign of a monarch, su guinnessworldrecords.com. URL consultato il 12 aprile 2017.
  2. ^ http://www.heraldica.org/topics/france/frroyal.htm Family Names and Titles of Younger Sons
  3. ^ Eugène Guichen, Le Duc d'Angoulême (1775-1844), su archive.org, E. Paul, 1º gennaio 1909. URL consultato il 12 aprile 2017. Ospitato su Internet Archive.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Re di Francia Successore
Carlo X di Francia 2 agosto 1830 Enrico V
Predecessore Pretendente al trono di Francia
secondo la tesi legittimista intransigente
Successore
Carlo X di Francia 1836 - 1844 Enrico, conte di Chambord
Controllo di autoritàVIAF (EN89793225 · ISNI (EN0000 0001 2143 093X · SBN IEIV048329 · BAV 495/315809 · CERL cnp00559339 · Europeana agent/base/55254 · LCCN (ENno97004535 · GND (DE120010887 · BNE (ESXX5336598 (data) · BNF (FRcb12542166t (data)