Rivolta di Edemone
Rivolta di Edemone | |
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La frontiera africana; a sinistra si può notare la città di Tingis (attuale Tangeri), antica capitale del regno di Mauretania e uno dei luoghi dove avvenne lo scontro tra le due fazioni | |
Data | 40-44 |
Luogo | Mauretania Tingitana, fra cui Tingis, Tamuda e Lixus |
Causa | Morte di Tolomeo di Mauretania |
Esito | Vittoria romana e trasformazione della Mauretania Tingitana in provincia romana |
Schieramenti | |
Comandanti | |
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La rivolta di Edemone ebbe luogo nella Mauretania Tingitana (attuale Marocco), tra il 40 e il 44, e vide contrapporsi le tribù berbere dei Mauri, comandate dal condottiero e liberto del re Tolomeo di Mauretania, Edemone, e l'esercito romano, guidato dai consoli Gaio Svetonio Paolino e Gneo Osidio Geta, scoppiata in seguito all'assassinio di Tolomeo, per ordine del cugino Caligola, durante una visita a Roma[1].
Alla fine della rivolta la Mauretania Tingitana divenne definitivamente una provincia romana.[1]
Forze in campo
[modifica | modifica wikitesto]Berberi
[modifica | modifica wikitesto]Secondo D. Fishwick, durante il conflitto Edemone poté contare solo sulla parte dell'esercito di Tolomeo rimasto fedele e non sui sudditi del re, perché sarebbe stato impopolare.[2]
Romani
[modifica | modifica wikitesto]Le truppe romane impiegate nello scontro furono comandate da Gaio Svetonio Paolino e da Gneo Osidio Geta e questi ultimi poterono contare anche sull'aiuto del principe e fedele alleato di Roma, Lusio Quieto.[3]
La rivolta
[modifica | modifica wikitesto]La rivolta scoppiò nel 40, in seguito all'assassinio di Tolomeo di Mauretania, per ordine di Caligola, durante un soggiorno a Roma, e anche a causa del malcontento popolare delle tribù berbere nei confronti dei romani, insoddisfatti dell'interferenza aperta di Roma, che significava per loro la fine dell'indipendenza della Mauretania.[4]
Il fedele liberto di Tolomeo, Edemone, per vendicare il padrone e spinto dal malcontento generale del suo popolo, guidò personalmente la rivolta contro Roma e i popoli berberi da essa romanizzati, come, ad esempio, a Volubilis, dove si era stabilita anche un'auxilia, comandata da Marco Valerio Severo, oltre alle truppe alleate, comandate dal principe Lusio Quieto.[5]
Durante il conflitto perirono lo stesso Edemone, un gran numero di soldati romani e famiglie berbere romanizzate di Volubilis.[6]
La rivolta cessò nel 44, dopo una decisiva battaglia durante la quale i romani inflissero grandi perdite ai ribelli berberi, e, in seguito, offrirono a questi ultimi un trattato di pace.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Plinio, V, I, 11.
- ^ Fishwick, pp. 467-487.
- ^ Pietro Romanelli, Mauretania, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934. URL consultato il 13 marzo 2020.
- ^ Tarradell, pp. 337-344.
- ^ a b Pietro Romanelli, Volubilis, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1966. URL consultato il 13 marzo 2020.
- ^ Gascou, pp. 164-167.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Fonti antiche
[modifica | modifica wikitesto]- Plinio il Vecchio, Naturalis Historia V, I, 11.
Fonti moderne
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Jan Burian, Franz Altheim e Ruth Stiehl, Die einheimische Bevölkerung Nordafrikas von den punischen Kriegen bis zum Ausgang des Prinzipats, in Die Araber in der alten Welt, Berlino, 1964, p. 465-467.
- (FR) Maurice Euzennat, Le temple C de Volubilis et les origines de la cité, B.A.M., 1957, p. 41-64.
- (EN) Duncan Fishwick, The Annexation of Mauretania and The Revolt of Aedemon, in Historia, 1971.
- (FR) Jacques Gascou, M. Licinius Crassus Frugi, légat de Claude en Maurétanie, Roma, Collection de l’Ecole Française de Rome, 1974.
- (FR) Antiquités Africaines, 1978.
- (ES) Miquel Tarradell, Nuevos datos sobre la guerra de los Romanos contra Aedemon, Tétouan, Congreso Arqueológico del Marruecos Español, 1954.