Prima Repubblica (Brasile)

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Prima Repubblica
Motto: (BR) Ordem e Progresso
(Ordine e Progresso)
Prima Repubblica - Localizzazione
Prima Repubblica - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica degli Stati Uniti del Brasile
Nome ufficialeRepública dos Estados Unidos do Brasil
Lingue ufficialiPortoghese e lingue regionali
Lingue parlatePortoghese
InnoHino nacional brasileiro
CapitaleRio de Janeiro
Politica
Forma di StatoStato federale
Forma di governoDittatura militare autoritaria (1889-1894)
Repubblica presidenziale federale oligarchica (1894-1930)
Capo di GovernoPresidenti del Brasile
Organi deliberativiCongresso Nazionale
Nascita15 novembre 1889 con Manuel Deodoro da Fonseca
CausaCaduta dell'Impero del Brasile con la deposizione di Pietro II e proclamazione della repubblica
Fine3 novembre 1930 con Washington Luís Pereira de Sousa
CausaRivoluzione del 1930
Territorio e popolazione
Bacino geograficoAmerica del Sud
Territorio originaleBrasile
Massima estensione8.515.767 km² nel 1903
Popolazione30.635.605 nel 1920
Economia
ValutaReal brasiliano
Religione e società
Religioni preminentiCattolicesimo
Evoluzione storica
Preceduto da Impero del Brasile
Succeduto daBandiera del Brasile Seconda Repubblica brasiliana
Ora parte diBandiera del Brasile Brasile
Bandiera provvisoria utilizzata dal 15 al 19 novembre 1889.

La Prima Repubblica o República Velha (letteralmente "Vecchia Repubblica" in portoghese) è il periodo della storia brasiliana che va dal 1889 al 1930. La Republica Velha terminò il 3 novembre 1930 con la rivoluzione militare del 1930 che insediò Getúlio Vargas come nuovo presidente, dopo aver deposto l'ultimo presidente effettivo, Washington Luis. In tale periodo il Brasile prese la denominazione di Stati Uniti del Brasile, in conformità alla Costituzione del 1891.[1]

Gli storici dividono la Prima repubblica brasiliana in due periodi.

  • La "República da Espada" (1889-1894)[2] fu dominata da settori mobilizzati dell'esercito appoggiati dai repubblicani, e va dalla proclamazione della repubblica all'insediamento del primo presidente civile, Prudente de Morais. Fu caratterizzata dalla centralizzazione del potere, sia per timore di un ritorno della monarchia, sia per evitare una possibile divisione del Brasile.
  • La "República Oligárquica" (1894-1930)[3] andò fino alla Rivoluzione del 1930. Si caratterizzò per l'attribuzione di maggior potere alle élite regionali, specie al sudest del Paese. Le oligarchie dominanti erano le forze politiche repubblicane di San Paolo e Minas Gerais, che si alternavano alla presidenza. Questa egemonia viene chiamata politica del caffellatte, a causa dell'influenza del settore agrario paulista — con grande produzione di caffè — e del settore agricolo mineiro — produttore di latte —, che impedivano l'occupazione della principale carica del Potere Esecutivo da parte di rappresentanti di altri Stati economicamente importanti all'epoca, come Rio Grande do Sul e Pernambuco.

Il primo partito repubblicano del Brasile fu il Partido Republicano Paulista (PRP), creato dalla Convenzione di Itu, nel 1873. Il PRP era un partito legalizzato, benché il Brasile del tempo fosse una monarchia. Il PRP riuscì a far eleggere solo tre deputati nell'Assemblea Generale dei Deputati, durante l'Impero del Brasile (1822-1889), tuttavia riuscì ad infiltrarsi nell'ambiente militare, il che fu decisivo per la caduta della monarchia costituzionale brasiliana, e pertanto dell'imperatore Pietro II. Assieme allo sviluppo economico del Secondo Impero; gli scontri con la Chiesa; i conflitti con l'esercito; il movimento repubblicano;[4] e la fine della schiavitù, nel caso di quest'ultima, gli agrari, dapprima fedeli a Pietro II, si ribellarono alla monarchia e tradirono il sistema in vigore, diventando repubblicani poiché l’Impero non aveva previsto un congruo indennizzo (agli ex proprietari) per l'emancipazione degli schiavi.[5]

Proclamazione

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Il colpo di Stato militare del 15 novembre 1889 ebbe successo, e detronizzò l'imperatore Pietro II. Comportamenti simili, in caso di "fiasco", avrebbero esposto a sanzioni per grave crimine, giusta il Codice penale del 1830:

"'Art. 87. Tentativo per posta, e con atti, di detronizzare l'Imperatore; di privarlo in tutto o in parte della sua autorità costituzionale; o di alterare il legittimo ordine di successione. Pena la reclusione con lavori forzati da cinque a quindici anni. Se il crimine è consumato: pene di ergastolo con lavori forzati nel massimo grado; pene di reclusione con lavori forzati per vent'anni nel medio grado; e per dieci anni nel minimo grado”.

I repubblicani di allora, come quelli che avevano fondato il Partito Repubblicano Carioca,[6] furono chiamati, a partire dal 15 novembre, "repubblicani storici". I politici che aderirono alla repubblica solo dopo la sua proclamazione vennero chiamati "repubblicani del 16 novembre", il più noto dei quali era Ruy Barbosa.

Il 18 novembre, il Diário Popular di San Paolo pubblicò un articolo del giornalista Aristides Lobo, che era stato nominato Ministro degli Interni nel Governo Provvisorio ed era stato testimone oculare della proclamazione della Repubblica. In questo articolo di grande impatto, si dimostra che il movimento era essenzialmente militare, senza alcuna partecipazione popolare alla proclamazione della repubblica:

«Per il momento il colore del governo è puramente militare e tale deve rimanere. Il fatto era loro, solo loro, perché la collaborazione dell'elemento civile era quasi nulla. Il popolo piangeva per l'intera faccenda con stupore, meraviglia, sorpresa, senza sapere cosa significasse. Molti credevano seriamente di assistere a una parata"!»

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República da Espada

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Lo stesso argomento in dettaglio: República da Espada.

Con la vittoria del 15 novembre 1889 del movimento repubblicano capeggiato dagli ufficiali dell'esercito, fu stabilito un governo provvisorio, diretto dal maresciallo Deodoro da Fonseca, in cui tutti i membri dell'esecutivo insediati il 15 novembre erano massoni.[7]

Durante il governo provvisorio fu decretata la separazione tra Stato e Chiesa; fu concessa la cittadinanza a tutti gli immigrati residenti in Brasile; furono nominati governatori alle province che si trasformarono in Stati.

La famiglia imperiale brasiliana fu bandita dal territorio brasiliano, e poté rientrarvi solo dal 1920, poco prima della morte (1921) della Principessa Isabella, erede al trono, e poco prima del centenario dell'indipendenza del Brasile, festeggiato nel 1922.[8] Il decreto n. 120 del 3 settembre 1920 revocò il bando della famiglia imperiale.

Il "Governo provvisorio" terminò con la promulgazione della prima Costituzione repubblicana del Brasile, la Costituzione del 1891, il 24 febbraio 1891. Da quel giorno Deodoro divenne presidente costituzionale, eletto dal Congresso nazionale, e avrebbe governato fino al 15 novembre 1894. Deodoro, sostenuto dai militari, sconfisse il candidato civile Prudente de Morais.

Il 19 novembre fu creata una nuova bandiera nazionale, con il motto positivista "Ordine e Progresso", anche se l'intero motto dei positivisti era "Amore come principio, ordine come base e progresso come fine". Furono mantenuti i colori verde e giallo della bandiera imperiale, perché il decreto n. 4, che creò la bandiera repubblicana, nelle sue premesse afferma che: "i colori della nostra vecchia bandiera ricordano le lotte e le gloriose vittorie dell'esercito e della marina in difesa della patria, e che questi colori, indipendentemente dalla forma di governo, simboleggiano la perpetuità e l'integrità della patria tra le altre nazioni".

Il 23 dicembre 1889, il decreto 85A creò la prima legge repubblicana sulla stampa, in base alla quale una giunta militare poteva perseguire e giudicare sommariamente gli abusi dell'espressione del pensiero; questo decreto si guadagnò il soprannome di "decreto tappo" e fu rafforzato ed esteso dal decreto 295 del 29 marzo 1890. Era la prima volta che la stampa veniva censurata dal regno di Pedro I. Questi decreti che istituivano la censura sulla stampa furono revocati il 22 novembre 1890 con il decreto 1069.

Costituzione del 1891

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Lo stesso argomento in dettaglio: República_da_Espada § Governo_costituzionale_(1891).

Governo Deodoro da Fonseca

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Lo stesso argomento in dettaglio: Deodoro da Fonseca.

Il maresciallo Deodoro da Fonseca è stato il primo presidente del Brasile, governando per 1 anno e 3 mesi nel "Governo provvisorio" e per 9 mesi come presidente eletto dall'Assemblea nazionale costituente il 25 febbraio 1891, ancora nella cosiddetta "Repubblica della Spada". Il suo governo fu segnato da crisi economiche e movimenti contro il suo modo autoritario di governare.

Il presidente, cercando soluzioni ai problemi economici del Brasile e di industrializzare davvero il Paese, optò per la continuazione nel processo di liberalizzazione dell'economia, chiamato enchilamento, iniziato già durante la monarchia, sotto l'ultimo ministro delle finanze imperiale, il visconte di Ouro Preto, e continuato da Ruy Barbosa, che consisteva nel permettere il credito gratuito alle imprese che avessero desiderato insediarsi nel territorio nazionale.

  1. ^ CONSTITUIÇÃO DA REPÚBLICA DOS ESTADOS UNIDOS DO BRASIL, DE 1891, su pdba.georgetown.edu. URL consultato il 21 ottobre 2021.
  2. ^ FAUSTO, Boris, História do Brasil, EDUSP, 2012
  3. ^ LESSA, Renato. A Invenção Republicana, Topbooks, 1999
  4. ^ (PT) Como a monarquia deu lugar à república no Brasil?, su EBC, 17 ottobre 2014. URL consultato il 21 ottobre 2021.
  5. ^ (PT) Senado e Câmara aprovaram Lei Áurea em 5 dias — Senado Notícias, su Senado Federal. URL consultato il 21 ottobre 2021.
  6. ^ Nell'uso brasiliano, carioca è il demonimo riferito alla città di Rio de Janeiro. Quello per lo Stato omonimo è fluminense.
  7. ^ CASTELLANI, José, A Maçonaria na Década da Abolição e da República, Editora A Trolha, 2001.
  8. ^ Marly Silva da Motta, A nação faz 100 anos: a questão nacional no centenário da independência, 1992.
  • ALMEIDA FILHO, José Carlos de Araújo, O Ensino Jurídico, a Elite dos Bacharéis e a Maçonaria do Séc. XIX, Dissertação apresentada na pós-graduação stricto sensu, na área de concentração Direito, Estado e Cidadania, da Universidade Gama Filho, como requisito para obtenção do título de Mestre, Rio de Janeiro, 2005.
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  • CASTELLANI, José, A Maçonaria na Década da Abolição e da República, Editora A Trolha, 2001.
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  • DEBES, Célio, Júlio Prestes e a primeira República, São Paulo, Imprensa Oficial, 1983.
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