Orchidea nera (film 1958)

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«Le persone per vivere fanno tutto ciò che Dio, anche con tutta la fede del mondo, non potrà mai dare.»

Orchidea nera
Gli amanti Anthony Quinn e Sophia Loren in una scena del film
Titolo originaleThe Black Orchid
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1958
Durata96 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico
RegiaMartin Ritt
SceneggiaturaJoseph Stefano
ProduttoreCarlo Ponti
Casa di produzioneParamount Pictures
Distribuzione in italianoParamount
FotografiaRobert Burks
MontaggioHoward A. Smith
MusicheAlessandro Cicognini
ScenografiaRoland Anderson, Hal Pereira, Robert R. Benton e Sam Comer
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Orchidea nera (The Black Orchid) è un film statunitense del 1958 diretto da Martin Ritt.

In esso Sophia Loren interpreta il ruolo dell'affascinante Rose, un’operaia che lavora in un laboratorio di fiori finti e per sopravvivere dopo la morte del marito cerca di guadagnare qualcosa in più portandosi il lavoro anche la sera a casa; la donna è vedova di un gangster e ha un figlio problematico che è stato messo in una fattoria correzionale per ragazzi disagiati.

Con questo film la Loren otterrà già un discreto successo in America e in Italia, vincendo la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Rose Bianco è un’operaia italoamericana che lavora a cottimo per produrre fiori finti, nonché vedova (tra l'altro di un famoso gangster italoamericano), che cerca di ritrovare la felicità accanto al vedovo Frank Valente.

Rose ha problemi con suo figlio Ralph, che si trova in una fattoria correzionale a causa dei piccoli furti che lo hanno messo nei guai con la legge, mentre, per Frank, il problema è sua figlia Mary, che si prende cura di lui e della casa da anni e che, orfana della madre da molto tempo, è molto gelosa e possessiva nei confronti del padre.

Mary è fidanzata con Noble ma, quando si rende conto che il padre sta frequentando Rose e intende sposarla, dice al fidanzato che accetterebbe di sposarlo solo se andassero ad abitare con Frank, in modo da continuare a prendersi cura del padre, timorosa che una sconosciuta, per di più vedova di un uomo di malaffare, le tolga per sempre l’affetto del padre. Infatti Mary, venuta a conoscenza della relazione di suo padre con Rose, si rifiuta di accettarla e di permettere a Rose di entrare a far parte della famiglia.

Rose e Frank cercano di resistere e affrontare insieme le difficoltà familiari, ma l’ostinata Mary, per costringere il padre a rinunciare alla donna che ama, si chiude in camera sua, rifiutandosi di uscirne, proprio come faceva sua madre quando ella era piccola: questo infatti conduce presto Frank e Rose alla sofferta decisione di rinunciare al loro matrimonio. Invece il figlio di Rose, quando scopre che ella non intende più sposare Frank, fugge senza permesso dalla fattoria, inducendo la polizia a cercarlo a casa e rischiando di finire in un vero penitenziario.

Il giorno dopo Noble va a casa di Frank e lo trova che dorme sulla sedia mentre Mary è ancora chiusa in camera sua; Noble va a bussare alla porta di Mary e le chiede ripetutamente di uscire, ma lei non risponde. Allora Noble decide di portare Frank a casa di Rose dove Frank scopre che Rose, preoccupata per la fuga del figlio e di non avere sue notizie, è ormai decisa a rinunciare a lui per il suo stesso bene e si rifiuta di andare in chiesa a pregare con Frank per un miracolo che faccia rinsavire Mary e indurla ad accettare il matrimonio del padre.

Frank raggiunge Noble in chiesa, mentre Rose si dirige a casa di Frank per cercare un confronto con Mary. Il figlio di Rose arriva in chiesa, sperando di riuscire a vedere la madre un'ultima volta, prima di finire in riformatorio a causa della sua fuga dalla fattoria. Frank e Noble lo riportano alla fattoria, trovando un accordo con Mr. Harmon, il direttore della struttura, affinché il ragazzo non venga trasferito in un carcere minorile.

Intanto Mary, credendosi sola in casa, esce dalla sua stanza, ma trova Rose, giunta nel frattempo per cercare di aiutare Frank a trovare la sua felicità, anche se non con lei. Rose sostiene le sue ragioni con Mary, facendole capire l'amore che prova per il padre di lei, e finalmente Mary l'accetta, chiedendole di rimanere per un caffè. Frank e Noble tornano portando buone notizie del figlio di Rose e tutti e quattro, riappacificati, fanno colazione insieme.

Nel finale Rose e Frank fanno uscire Ralph dalla fattoria e i tre camminano felici verso l'orizzonte.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il titolo iniziale di The Black Orchid ("Orchidea nera" in italiano) era The Flower Maker (ossia "La fiorista").[1][2]

In origine la sceneggiatura di Joseph Stefano (prima esperienza in assoluto per lo sceneggiatore) era stata pensata per una telenovela piuttosto scadente, per poi arrivare addirittura a diventare un film di Hollywood.

Romanzo[modifica | modifica wikitesto]

Una versione della sceneggiatura, sotto forma di romanzo, uscì, tra l'altro esattamente un anno prima dell'uscita del film nei cinema, come opera dello scrittore Edward S. Aarons, con lo pseudonimo di "Edward S. Ronns".[3][4]

Cast[modifica | modifica wikitesto]

I diritti cinematografici del film erano stati all'inizio acquistati dalla Paramount Pictures, che aveva proposto come attrice principale Anna Magnani: tuttavia, dopo il rifiuto di quest'ultima (che in quel periodo era già impegnata con le riprese di Selvaggio è il vento) e l'aggiunta di Carlo Ponti come produttore, come "Rose Bianco" venne alla fine scelta Sophia Loren.[5]

Nel periodo delle riprese, la Loren aveva 23 anni, soltanto 9 in più rispetto a Jimmy Baird, attore che nel film interpreta suo figlio, Ralph Bianco.[6]

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

Le riprese del film, iniziate il 3 febbraio e terminate alla fine di marzo del 1958,[7] furono girate totalmente ad Hollywood, tra Venice Beach e nei Paramount Studios.[8]

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

Orchidea nera fu il primo film hollywoodiano dalla colonna sonora realizzata dal grande compositore Alessandro Cicognini.[9][10]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film uscì nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 12 febbraio 1959, mentre in Italia dal 19 febbraio seguente.[11]

Home video[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato distribuito per la prima volta in DVD il 31 agosto 2004, dalla Paramount Home Entertainment.[12]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Sophia Loren, come raffigurato nella foto, per la sua grande interpretazione si aggiudicò la Coppa Volpi al Festival di Venezia del 1958

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Il film in tutto il mondo incassò complessivamente un totale di 1 milione di dollari netti.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Sul sito web Rotten Tomatoes, molti decenni più tardi, il film riceve il 17% delle recensioni professionali positive, con un voto medio di 5/10, basato su 6 recensioni.[13]

All'epoca su Variety il film ricevette la seguente recensione: "Orchidea nera ha un tocco di Selvaggio è il vento. Il filo della storia e le emozioni volubili sono saldamente rispettati dalla grande regia di Martin Ritt. Senza troppi sforzi, Ritt racconta una storia intrigante, con occhio sensibile e autorevole».[14]

Per il New York Times, il critico cinematografico Bosley Crowther ha in parte criticato e in parte elogiato il film: "Quando un attore dal suo regista ciò che il signor Anthony Quinn offre a Martin Ritt, è davvero un peccato che il regista non abbia qualcosa di altrettanto buono da restituirgli. Ma non significa che sia colpa sua, poiché, sfortunatamente, è stato Joseph Stefano, autore della sceneggiatura originale, a non aver scritto per il film una storia degna della bravura di Quinn".[5][15]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Eila Mell, Casting Might-Have-Beens: A Film by Film Directory of Actors Considered for Roles Given to Others, McFarland, 6 gennaio 2005, ISBN 978-0-7864-2017-9. URL consultato il 2 novembre 2022.
  2. ^ (EN) Gabriel Miller, The Films of Martin Ritt: Fanfare for the Common Man, Univ. Press of Mississippi, 2000, ISBN 978-1-61703-496-1. URL consultato il 2 novembre 2022.
  3. ^ Edward S. Ronns, The Black Orchid. URL consultato il 2 novembre 2022.
  4. ^ (IT) Edward s aarons, su Etsy. URL consultato il 2 novembre 2022.
  5. ^ a b (EN) Bosley Crowther, Screen: 'Black Orchid'; Quinn Is Starred in New Film at Plaza, in The New York Times, 13 febbraio 1959. URL consultato il 2 novembre 2022.
  6. ^ The Black Orchid (1958) - IMDb. URL consultato il 2 novembre 2022.
  7. ^ (EN) The Black Orchid, su www.tcm.com. URL consultato il 2 novembre 2022.
  8. ^ Martin Ritt, The Black Orchid, Paramount Pictures, 19 febbraio 1959. URL consultato il 2 novembre 2022.
  9. ^ Alessandro Cicognini, The Black Orchid. URL consultato il 2 novembre 2022.
  10. ^ Orchidea nera. URL consultato il 2 novembre 2022.
  11. ^ The Black Orchid (1958) - IMDb. URL consultato il 2 novembre 2022.
  12. ^ The Black Orchid DVD. URL consultato il 2 novembre 2022.
  13. ^ (EN) The Black Orchid. URL consultato il 2 novembre 2022.
  14. ^ (EN) Variety Staff, Variety Staff, The Black Orchid, su Variety, 1º gennaio 1959. URL consultato il 2 novembre 2022.
  15. ^ academic.oup.com, https://academic.oup.com/illinois-scholarship-online/book/17307/chapter-abstract/174742660?redirectedFrom=fulltext. URL consultato il 2 novembre 2022.
  16. ^ (EN) Sophia Loren holds the Volpi Cup for best female performance received at the 19th International Film Festival, Venice Film Festival in 1958, for the film “The Black Orchid", su www.bridgemanimages.com. URL consultato il 2 novembre 2022.
  17. ^ The Black Orchid - IMDb. URL consultato il 2 novembre 2022.
  18. ^ Mo-Net s r l Milano-Firenze, Orchidea nera (1958), su mymovies.it. URL consultato il 2 novembre 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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