Merenptah

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Merenptah, Merneptah
Statua di Merenptah nei giardini del Museo di Luxor
Signore dell'Alto e del Basso Egitto
Stemma
Stemma
In caricafine luglio/inizio agosto 1213 a.C.[1] –
2 maggio 1203 a.C.[2]
PredecessoreRamesse II
SuccessoreSeti II / Amenmesse
Morte2 maggio 1203 a.C.[2]
Luogo di sepolturaTomba KV8 nella Valle dei Re
DinastiaXIX dinastia
PadreRamesse II
MadreIsinofret
ConiugiIsinofret II
Takhat?
FigliSeti II, Khaemwaset, Merenptah, Isinofret

Merenptah o Merneptah (... – 2 maggio 1203 a.C.[2]) è stato un sovrano egizio della XIX dinastia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sarcofago di Merenptah. Valle dei Re, KV8

Tredicesimo figlio di Ramesse II e della grande sposa reale Isinofret, salì al trono già anziano dopo aver ricoperto numerosi incarichi nell'esercito e nel cerimoniale. È possibile che sia stato per un certo periodo, secondo alcuni storici della durata di 12 anni, coreggente insieme al padre.

Dovrebbe aver regnato 9 anni, sposò Isinofret, omonima della madre, da cui ebbe Seti Merenptah.

Politica estera[modifica | modifica wikitesto]

In politica estera Merenptah perseverò nello stesso errore commesso dal padre, Ramesse II, negli ultimi anni di regno, ossia continuò a sottovalutare la pressione assira nei confronti del regno di Hatti.

Ramesse, in violazione al trattato firmato in precedenza, non intervenne militarmente quando l'esercito assiro di Tukulti-Ninurta I sbaragliò quello hittita. Questa circostanza aumentò l'instabilità dell'area medio-orientale mettendo in discussione l'influenza egizia.

Durante il regno di Merenptah è documentata, scarsamente, una sola spedizione militare in quest'area, spedizione volta a riportare sotto controllo alcuni signori locali che si erano ribellati all'influenza egizia. In relazione a questa spedizione, è interessante il primo riferimento, di fonte egizia, a Israele; infatti nella Stele d'Israele è scritto: «… Israele è desolata e non ha più seme (non possiede più discendenza ndr)…».

L'evento militare di maggior importanza del regno di Merenptah fu certamente la difesa del Basso Egitto nei confronti di una forte coalizione tra genti libiche e stirpi appartenenti ai Popoli del Mare. La coalizione era composta da tre tribù libiche, Libu, Kehek, Mashuash, e da cinque stirpi appartenenti ai Popoli del mare: Akawasha (Achei), Lukka (Lici), Tursha (forse Tirreni), Sheklesh (forse i Siculi) e Danuna (forse i Danai omerici). È possibile che anche gli Shardana o Sherden ne facessero parte. Almeno da parte delle tribù libiche non si trattò di una semplice incursione ma di vero e proprio tentativo di conquista. Le fonti riferiscono come al seguito dei soldati vi fossero, trasportate su carri, le loro famiglie.

Gli invasori superarono la linea difensiva di Ramesse II, conquistarono le piccole oasi occidentali, penetrarono nella regione del Fayum e giunsero a porre sotto assedio la stessa Menfi.
La battaglia decisiva, che vide la vittoria dell'esercito egizio, fu combattuta nella località, non ancora identificata, di Pi-yer. È probabile che Merenptah, a causa dell'età già avanzata, non abbia partecipato direttamente alla battaglia.

Politica interna[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto immaginario di Merenptah in un'incisione ottocentesca

Oltre che per una certa attività edilizia, comprendente anche l'usurpazione di edifici e monumenti eretti dai predecessori, la decisione più rilevante di Merenptah fu quella di restituire, dopo più di un secolo, al primo profeta di Amon, appartenente al clero tebano, il titolo di "capo dei profeti di tutti gli dei dell'Alto e Basso Egitto", ripristinando una situazione che aveva portato alla crisi legata al nome di Akhenaton e che porterà infine allo smembramento dello stato unitario al termine del Nuovo Regno.

Morte e mummia[modifica | modifica wikitesto]

Merenptah, stando alla cronologia dell'egittologo tedesco Jürgen von Beckerath, morì nel 1203 a.C. (nel giorno corrispondente all'attuale 2 maggio)[3], e fu sepolto nella necropoli reale della Valle dei Re, nella tomba contrassegnata dalla sigla KV8. La sua mummia, esaminata dal dottor G. Elliott Smith il 7 luglio 1907, è quella di un uomo anziano, sulla settantina (età assai ragguardevole nell'antico Egitto), di 1 metro e 74 centimetri di statura, sofferente di artrite e aterosclerosi; inoltre mostra i segni di idrocele operato (la salma è mancante dei testicoli, e la cicatrice fu suturata con resina[4]). Le tracce di sale notate dai radiologi statunitensi sulla salma, nei primi anni del '900, portarono alcuni a credere che Merenptah fosse il faraone travolto dalle acque e annegato nel Mar Rosso mentre inseguiva Mosè e gli ebrei in fuga dall'Egitto[5], come vuole una tradizione nata dal Libro dell'Esodo; in realtà il suo non è il corpo di un uomo annegato, e il sale natron altro non era che l'elemento principale della mummificazione egizia, impiegato per disseccare i corpi.

Il 3 aprile 2021 la sua mummia è stata traslata con la Parata d'oro dei faraoni dal vecchio Museo Egizio al nuovo Museo nazionale della Civiltà egiziana[6].

Titolatura[modifica | modifica wikitesto]

Maggiormente che per altri sovrani della stessa dinastia, per cui il fenomeno è comunque presente, Merenptah presenta soprattutto nel nome Horo una grande varietà di forme, tutte inizianti nello stesso modo "Toro possente" (comune a moltissimi sovrani del Nuovo Regno) seguito da un grande varietà di epiteti che comprendono anche "figlio di Ra" e "figlio di Amon".

Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
E1
D40
A28Aa15
Aa11
tC10
k3 nḫt h՚j m m3՚t Toro possente, sotto cui la Maat è esaltata
G16
nbty (nebti) Le due Signore
D4G30Z3r
N17
Z1 N21
S3U33imV28G43T14A1 A1
N17
Z3
Jrj b3w r t3 n - thmw
G8
ḥr nbw Horo d'oro
nbG54O29
N37
I9F8
nb snd ՚3 sfjt
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
N5E11nC12mr
b3 n r՚ mri imn Baenra Meriamon Spirito di Ra amato da Amon
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
mr
n
p
t
V28R4
t p
D2
Z1
U4t
D36
H6
mri n pht htp hr m3՚t Merenptah Hotephermaat Amato da Ptah, la Maat gioisce
Nome Horo Giuseppe Flavio anni di regno Sesto Africano anni di regno Eusebio di Cesarea anni di regno Altri nomi
Kha nekhet Hajm-maat Amenophis 19 e 6 mesi Amenophat 19 Ammenophis 40

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Videogiochi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Faraone è presente col nome do Merneptah in Pharaoh, l'ultimo capitolo dei videogiochi Total War, uscito nell'ottobre 2023. Il gioco parte con lui come Faraone in carica e la sua morte darà inizio a crisi e guerre civili.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jürgen von Beckerath, Chronologie des Pharaonischen Ägypten, Mainz, 1997, p. 190.
  2. ^ a b c Jürgen von Beckerath, Chronologie des Pharaonischen Ägypten, Magonza, 1997, p. 190.
  3. ^ Jürgen von Beckerath, Chronologie des Pharaonischen Ägypten, Magonza, 1997, p. 190.
  4. ^ Philipp Vandenberg, Ramsete il Grande, Milano, SugarCo, 1992, p. 310, ISBN 88-7198-151-0.
  5. ^ Philipp Vandenberg, Ramsete il Grande, Milano, SugarCo, 1992, p. 305.
  6. ^ (EN) Egypt mummies pass through Cairo in ancient rulers' parade, in BBC News, 3 aprile 2021. URL consultato il 7 aprile 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Arborio Mella, L'Egitto dei faraoni, Milano, Mursia, 1976, ISBN 88-425-3328-9.
  • Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Bologna, Bompiani, 2003, ISBN 88-452-5531-X.
  • Alan Gardiner, La civiltà egizia, Torino, Einaudi, 1997, ISBN 88-06-13913-4.
  • Alfred Heuss et al., I Propilei. I, Verona, Mondadori, 1980.
  • Università di Cambridge, Storia Antica. II, 3. Il Medio Oriente e l'area Egea 1380-1000 a.C., Milano, Il Saggiatore, 1975.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Signore dell'Alto e del Basso Egitto Successore
Ramses II 1213 a.C.1203 a.C. Amenmesse
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