Lisbon Story

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Lisbon Story
Rüdiger Vogler in una scena del film
Titolo originaleLisbon Story
Paese di produzioneGermania, Portogallo
Anno1994
Durata105 min
Rapporto1,66:1
Generedrammatico
RegiaWim Wenders
SoggettoWim Wenders
SceneggiaturaWim Wenders
Distribuzione in italianoMikado Film
FotografiaLisa Rinzler
MontaggioPeter Przygodda, Anne Schnee
Effetti specialiJaime Brito
MusicheMadredeus
ScenografiaZé Branco
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Lisbon Story è un film del 1994 diretto da Wim Wenders.

Commissionato dalla città come un semplice documentario su Lisbona, il regista durante le riprese decide di trasformarlo in un film.

È stato presentato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 1995.[1]

Lisbon Story è stato dedicato a Federico Fellini,[2] scomparso l'anno precedente l'uscita nelle sale.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Un tecnico del suono tedesco, Philip Winter, si reca a Lisbona per registrare l'audio di un film che sta girando un suo amico regista, Friedrich Munro (personaggio che compare già nel precedente film di Wenders "Lo stato delle cose" del 1982). Munro utilizza una vetusta cinepresa a manovella con pellicola in bianco e nero, come ai tempi del cinema muto. Arrivato nella capitale portoghese, dopo una serie di rotture dell'automobile e con un piede ingessato, Phillip trova la casa del regista vuota con le pellicole e ad attenderlo solo alcuni ragazzini patiti di videocamera. Tra i suoni di Lisbona, il gioco con i ragazzini e l'innamoramento con la cantante dei Madredeus, Philip si mette a creare i suoni per il film, nell'attesa di avere notizie di Friedrich. Soltanto gli indizi lasciati da Ricardo, un giovane amico del regista, porteranno il tecnico all'incontro con il suo amico che incredibilmente gli domanda il motivo della sua trasferta portoghese. Munro gli spiega di aver abbandonato da tempo il progetto poiché non crede più al valore del cinema e non pensa che si possa fare più niente di buono, preferisce vivere come un vagabondo filmando immagini da una telecamera appesa dietro la spalla, lasciando solo alla realtà e ai futuri spettatori il compito di interpretare la "vita" vista dall'apparecchio. Tuttavia, Philip, grazie a un messaggio lasciato proprio in una delle telecamere di Friedrich, lo convincerà a ricominciare le riprese del film che aveva interrotto, facendogli capire che le immagini possono ancora avere un valore.

La poesia di Pessoa[modifica | modifica wikitesto]

Il protagonista Philip Winter legge di tanto in tanto Poesie Esoteriche del poeta portoghese Fernando Pessoa.

Wenders sul film[modifica | modifica wikitesto]

«Il titolo è chiaro: il film è la scoperta della città, in questo caso non dell’immagine della città ma dei suoi suoni. Poche città hanno un paesaggio sonoro articolato come Lisbona: lo sferragliare dei vecchi tram, i rumori del porto, il ronzio delle auto sul ponte che attraversa il Tago, gli innumerevoli colombi e sì, i curiosi suoni della lingua portoghese stessa che sembra mangiarsi tutte le vocali. Oltre a questo Lisbona ha la propria musica, come L'Avana ha il "sound", il delta del Mississippi il "blues", Lisbona ha il "fado", una musica estremamente nostalgica lenta piena di malinconia che risuona solo lì dove sulle carte c'è la punta del naso dell'Europa, il suo lembo più occidentale. I Madredeus (il nome è quello di un quartiere popolare) mi hanno fornito la colonna sonora del film: dodici canzoni ricevute da loro in regalo. La mia sceneggiatura: ancora una volta era la città a fornirmi tutto ciò di cui avevo bisogno per fare un film.»

Omaggi cinematografici[modifica | modifica wikitesto]

Wenders onora il vecchio maestro del cinema d'autore europeo, Manoel de Oliveira, con un cameo; al termine della sequenza Oliveira si allontana scherzosamente imitando la buffa camminata di Chaplin. Ai cineoperatori delle origini del cinema (un omaggio all'anniversario dei cent'anni) alludono le pellicole mute, di un bianco e nero che vira sul color seppia, girate con passo diverso da Friedrich con la sua vecchia cinepresa. A Federico Fellini sono dedicate l'inquadratura iniziale, e quella finale; e “Federico” è il nome del protagonista del film, un protagonista misterioso che vedremo solo alla fine. Un sottile richiamo è evidente anche ai propri film definiti "Trilogia della strada": l'ingegnere del suono in Lisbon Story, Philip Winter, ha lo stesso nome ed è interpretato dallo stesso attore (Rüdiger Vogler) del protagonista di Alice nelle città (1974), sebbene il personaggio Phil Winter fosse uno scrittore nel primo film. Il nome Winter è ripetuto in Nel corso del tempo (1976), interpretato anch'esso da Vogler, anche se là il suo nome completo è Bruno Winter ed è un meccanico di apparecchiature di proiezione. Anche Lo stato delle cose fu girato a Lisbona nel 1981. Patrick Bauchau interpreta di nuovo il regista, e il suo nome ("Monroe") allude a quello di "Munro".

La musica[modifica | modifica wikitesto]

La musica ha un ruolo di protagonista e il film è fortemente segnato dall'incontro fra il regista e il gruppo musicale Madredeus (anche se non è l'unica presenza musicale in quanto Jürgen Kniepe, già collaboratore del regista nei precedenti lavori, è autore del tema dell'arrivo di Winter a Lisbona e del commento musicale alla scena dell'incontro con Friedrich). Racconta Wenders: "...La città di certo aveva ispirato il gruppo e la loro musica, ora la loro musica ci aiutava ad entrare nella città e a trovare la nostra strada all'interno della storia. Non ho mai fatto un film prima di questo che fosse così tanto ispirato dalla musica sin dall'inizio."[3] Le canzoni dell'album Ainda che si ascoltano nel film:

  • Guitarra
  • Ainda
  • O Tejo
  • Alfama
  • A Cidade e os campos
  • Milagre

Le macchine del cinema[modifica | modifica wikitesto]

Il protagonista Philip Winter alla moviola Prevost in una scena del film

La moviola su cui lavora il protagonista Phillip Winter è una Prevost 35mm a due piatti presumibilmente degli anni '50 prodotta dalle Officine Prevost Milano. Si tratta di un modello di moviola orizzontale realizzata per la prima volta alla fine degli anni '20 dall'Ing. Attilio Prevost (1890-1954).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Official Selection 1995, su festival-cannes.fr. URL consultato il 30 gennaio 2012.
  2. ^ Come anche appare nella scena iniziale del film.
  3. ^ Giuseppe Gariazzo, Roberto Lasagna e Saverio Zumbo, Wenders story. Il cinema, il mito, pp. 118-130

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Filippo D'Angelo, Wim Wenders, Roma, Il Castoro, 1995.
  • Marcelino Santos, "The Image of the City - Wim Wenders' Lisbon Story", City + Cinema: Essays on the Specificity of Location in Film, Datutop 29, 2007.
  • Giuseppe Gariazzo, Roberto Lasagna e Saverio Zumbo, Wenders story. Il cinema, il mito, Alessandria, Falsopiano, 1997.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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