Lagaccio
Lagaccio | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Città | ![]() |
Circoscrizione | Municipio I Centro Est |
Quartiere | Lagaccio |
Codice postale | 16134 |
Superficie | 0,89 km² |
Abitanti | 12 906 ab. |
Densità | 14 501,12 ab./km² |
![]() Mappa dei quartieri di Genova | |
Lagaccio (Lagasso in ligure) è un quartiere di Genova, compreso nel Municipio I Centro Est.
Descrizione del quartiere[modifica | modifica wikitesto]
Il quartiere è compreso tra quelli di San Teodoro ad ovest, Rivarolo[1] a nord-ovest, Oregina ad est e Prè a sud.
L'"unità urbanistica" del Lagaccio ha una popolazione di 12.906 abitanti (al 31 dicembre 2010).[2]
Toponimo[modifica | modifica wikitesto]
Il quartiere prende il nome dal bacino artificiale, popolarmente chiamato "il lagaccio", utilizzato fin dal XVII secolo dal governo della Repubblica di Genova per alimentare le fabbriche di polveri da sparo che erano state impiantate nella valle del rio S. Tomaso e interrato negli anni settanta del Novecento.
Territorio[modifica | modifica wikitesto]
Il "lagaccio" | ||
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Il piccolo lago artificiale che dà il nome al quartiere[3] fu realizzato nel XVI secolo sbarrando con una diga il corso del rio S. Tomaso. Secondo varie fonti[4][5][6] la diga sarebbe stata costruita per volere di Andrea Doria. All'epoca della costruzione della sontuosa villa che si trova nei pressi dello sbocco a mare del rivo, il "Principe" avrebbe ottenuto dal governo della Repubblica il diritto allo sfruttamento delle sorgenti della valle per irrigare i giardini e alimentare le fontane del parco e un lavatoio pubblico; intorno al 1539 sarebbe stato realizzato il bacino, collegato al parco della villa con un acquedotto in muratura. Circa un secolo più tardi, nel 1652, quando nella valle fu installata una fabbrica di polveri da sparo il bacino fu utilizzato per rifornire d'acqua e azionare i macchinari della stessa. Secondo alcune fonti, come il sopra citato testo di Federico Alizeri e altri[7][8], il bacino sarebbe stato realizzato proprio in questa circostanza. L'invaso, che si estendeva per circa 500 m di lunghezza e 100 di larghezza nel punto più ampio, era in origine molto profondo ma per il progressivo e secolare accumulo di detriti, nel corso del Novecento le sue acque divennero torbide e limacciose e la profondità si ridusse notevolmente. Il fondale divenne limaccioso rendendo impossibile ripescare ciò che cadeva nel lago. Per queste ragioni e in particolare durante la seconda guerra mondiale, il bacino assunse un'aura sinistra (che ne causò il nome) e nacquero racconti, al limite di leggende metropolitane, di persone scomparse nel suo fondale.[6] Tra gli anni sessanta e settanta del Novecento, venute meno le motivazioni per il suo utilizzo, per la pericolosità delle acque e l'impossibilità di dragarne il fondale, dopo l'ultima tragedia (l'annegamento di un ragazzo di 12 anni, Felice Ceravolo, alla cui memoria sarebbe stato poi dedicato il campo sportivo costruito sull'area del lago) il Lagaccio venne prosciugato e interrato, dopo aver canalizzato il rivo omonimo e il suo affluente, il rio Banchette. L'opera di riempimento a monte, continuata per circa 10-15 metri più in alto dell'originario livello del lago, ha permesso la costruzione di un impianto sportivo comprendente un campo da calcio, circondato da una pista di atletica, e uno per l'hockey su prato.[6] |
L'"unità urbanistica" del Lagaccio, la più occidentale tra quelle del Municipio I Centro Est, si estende nella stretta valle dell'omonimo rivo, compresa fra i colli di Oregina e Granarolo, che ha alla sua sommità il forte Sperone.
La valle è molto stretta, con versanti scoscesi; il torrente, oggi canalizzato sotto le strade del quartiere, andava a sboccare al centro dell'insenatura del porto vecchio di Genova, nei pressi dell'attuale Stazione Marittima di Ponte dei Mille.
L'abitato sorge nella zona più a valle, immediatamente a monte della stazione ferroviaria di Genova Principe e del Palazzo del Principe.[5] La parte più a monte dell'ex lago, dietro ai moderni impianti sportivi, rimane invece inabitata e verde, costellata da alcuni ruderi di vecchie polveriere, un tempo legate agli insediamenti militari della città. Quest'area, che culmina nel monte Peralto, è compresa nel "Parco urbano delle Mura", o "Parco del Peralto".
Storicamente la zona del Lagaccio faceva parte del sestiere di San Teodoro, uno dei sei in cui era suddivisa la città di Genova, e solo negli anni settanta del Novecento fu staccata andando a formare con il quartiere di Oregina la nuova circoscrizione "Oregina-Lagaccio", oggi compresa nel Municipio I Centro Est.
Demografia[modifica | modifica wikitesto]
L'antico sestiere di S. Teodoro era quello meno popolato dell'intera città, e in questo contesto la zona del Lagaccio risultava quasi del tutto verde e scarsamente urbanizzata fino alla metà dell'Ottocento. Al censimento del 1971 la popolazione della circoscrizione intera risultava di 36.728 abitanti: da allora si è registrata una costante diminuzione, percentualmente superiore a quella rilevata nel territorio comunale, che ha portato tra il 1981 e il 2001 la circoscrizione a perdere circa un quinto della popolazione. In particolare, nel solo quartiere del Lagaccio, il calo è stato del 13,5% nel periodo 1991-2001, con 12615 abitanti censiti nel 2001.[9] Al 31 dicembre 2010, la popolazione del quartiere (esclusa la zona di Oregina) risultava di 12906 abitanti, registrando così un lieve incremento in controtendenza al periodo precedente.[2]
I dati statistici evidenziano inoltre un'età media della popolazione (44,8 anni), inferiore alla media cittadina e una certa incidenza di immigrati dalle regioni del sud Italia (17,7%) e di stranieri (13,8%).[9]
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Origini[modifica | modifica wikitesto]
La zona dell'attuale quartiere del Lagaccio rimase fino al Seicento all'esterno delle mura cittadine di Genova, quando fu inglobata nella cerchia difensiva.
A seguito dell'edificazione, intorno al 1530, del Palazzo del Principe, prospiciente al mare, nel 1539 fu realizzata nella valle, per volere del principe Andrea Doria, una diga per creare un lago artificiale destinato ad irrigare i giardini ed alimentare le fontane della reggia. L'acquedotto fu terminato nel 1540 con un lavatoio pubblico.[6]
Lungo la valle del rivo detto di S. Tomaso, dal nome di un'antica chiesa demolita nel 1884 e poi ricostruita in Via Almeria nel 1929, nel XVI secolo fu realizzato il lago.[6] Tra il 1626 e il 1632, con la costruzione delle "Mura Nuove" lungo il crinale che divide l'area genovese dalla Val Polcevera, l'area del Lagaccio, insieme all'intero sestiere di S. Teodoro, fu inglobata all'interno della cinta difensiva, pur restando ancora prevalentemente verde.
Immediatamente a valle della diga del lago, nel 1652 fu costruita la fabbrica delle polveri da sparo, collegata a mare da una strada (l'attuale via del Lagaccio), che scendeva a lato del torrente. Il lago fu utilizzato per fornire d'acqua e forza motrice ai macchinari della fabbrica.[4][5] La polveriera, ampliata nel 1835, fu poi adibita a caserma militare nella struttura odierna di Via Lagaccio.[6]
Nella metà del XIX secolo il torrente fu incanalato e coperto per l'edificazione di nuovi edifici.[6] La presenza delle strutture militari, con la lunga cortina delle mura che si snodava lungo i crinali, la strada militare che vi conduceva (attuale via B. Bianco) e gli altri insediamenti militari, come la citata fabbrica delle polveri da sparo e varie polveriere lungo i versanti della valle, aveva militarizzato la zona, non permettendo per lungo tempo lo sviluppo di insediamenti residenziali.
Ottocento[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1835 il governo del Regno di Sardegna incaricò Agostino Chiodo, all'epoca direttore delle fortificazioni di Genova, di ingrandire la fabbrica delle polveri, creando una grande caserma nella quale si insediò il comando della direzione tecnica d'artiglieria.[4][5]
A quell'epoca nei pressi della fabbrica sorgeva, sin dal 1593, un forno che produceva delle fette biscottate dolci molto apprezzate, che in seguito, con il nome di biscotti del Lagaccio, sarebbero state prodotte da numerosi biscottifici di Genova e del Basso Piemonte.[4] La fabbrica si è successivamente spostata nel lato nord del monte Righi.
Intorno alla metà dell'Ottocento, in via del Lagaccio fu anche costruito un macello, attivo fino agli anni venti del Novecento. Sempre nello stesso periodo il torrente venne canalizzato e coperto e lungo la nuova via del Lagaccio, realizzata sulla copertura del torrente in uscita dal lago, furono costruiti i primi insediamenti abitativi di carattere popolare, come il caseggiato per sfrattati voluto dalla Duchessa di Galliera, composto da un doppio corpo edilizio con un cortile interno cinto da una robusta cancellata che veniva chiusa la notte.[6] Questi edifici hanno un fregio di archetti ciechi in stile neogotico che corre tutto attorno ai palazzoni ad alveare e un portale sempre neogotico ad arco a sesto acuto. Altri due edifici di questo tipo, perfettamente identici l'uno all'altro, si trovano uno in via della Fenice, nel quartiere di S. Fruttuoso, all'inizio della Val Bisagno, e l'altro in via Venezia nel quartiere di San Teodoro.
Novecento[modifica | modifica wikitesto]
Mentre andava ampliandosi il vicino quartiere di Oregina, l'urbanizzazione della parte bassa della valle del Lagaccio proseguì nei primi decenni del Novecento con tipologie abitative di tipo popolare. Per far fronte alla crescita della popolazione nel 1925 fu costruita la Chiesa di San Giuseppe.[6]
Durante la seconda guerra mondiale, nei giorni precedenti la liberazione di Genova, le alture del Lagaccio furono teatro di combattimenti tra formazioni partigiane e i soldati tedeschi asserragliati nella postazione d'artiglieria di Monte Moro. I partigiani ebbero la meglio, smantellando il pericoloso punto di fuoco che dominava la città.[6]
Urbanizzazione del secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Nel secondo dopoguerra, e in particolare negli anni sessanta, nei dintorni a monte della via del Lagaccio, fino ad allora non intaccati dall'edilizia residenziale, sorsero nuovi caseggiati ad alta densità abitativa lungo le strade che sarebbero poi divenute via Bari e la parte conclusiva di via Napoli, aperte all'inizio del secolo come prolungamento a ponente della "circonvallazione a monte".[6]
Le modalità di sviluppo urbanistico del quartiere, come in altre zone della città cresciute velocemente nello stesso periodo, hanno posto in secondo piano la creazione di spazi di aggregazione sociale e di un'ampia viabilità. Il primo aspetto è stato supplito successivamente con la nascita di attività di volontariato e di una rete di associazioni,[6] mentre urbanisticamente è stato progettato un piano di riqualificazione e ampliamento di Via Lagaccio, attuato negli anni 2000 nella parte a mare e in corso, al 2014, nel tratto a monte.[10][11][12]
Nella zona a monte del quartiere, nei pressi degli impianti sportivi costruiti sul sito del lago, interrato negli anni settanta, sorge il complesso degli edifici che ospitano la sede genovese di Telecom Italia. Questi edifici sono caratterizzati da pareti esterne inclinate di 30°, lungo le quali sono disposte le vie di corsa di ascensori e montacarichi.[13][14]
Il progetto della moschea[modifica | modifica wikitesto]
L'area verde a monte del quartiere, tra il campo da hockey e gli ex edifici Telecom, venne destinata nel 2009 dalla giunta comunale alla costruzione di una moschea per la comunità islamica cittadina. La decisione di ubicare lì il luogo di culto islamico provocò reazioni contrastanti, dall'aperto sostegno, portato avanti politicamente dal Partito Democratico e sostenuto da associazioni legate alla chiesa cattolica e al mondo del volontariato riunite sotto il nome collettivo di "Arcipelago Lagaccio"[15], a un netto rifiuto del progetto, sostenuto politicamente dalla Lega Nord e da una parte dell'allora Casa delle Libertà[16]. Il progetto è stato poi abbandonato in favore del quartiere di Cornigliano[17], ipotesi in seguito sfumata anch'essa.[18]
Le proposte per la riqualificazione del quartiere[modifica | modifica wikitesto]
I progetti di riqualificazione del quartiere ruotano intorno al recupero per usi sociali dell'area della ex caserma Gavoglio. Questo eterogeneo complesso di edifici, alcuni parzialmente utilizzati, la maggior parte inutilizzati o inagibili, è derivata dalla trasformazione dell'antica fabbrica della polveri. La caserma, dal dopoguerra intitolata alla memoria del sottotenente degli Alpini Carlo Gavoglio[19], è stata dismessa dall'esercito negli anni novanta.[20][21]
Posta al centro del quartiere, la struttura occupa complessivamente un'area di circa 75000 m², corrispondenti a circa un sesto dell'intera superficie urbanizzata del quartiere, ed è oggetto fin dai primi anni novanta di proposte e discussioni[6][22], ma non è in atto un progetto operativo di risistemazione, nonostante il piano urbanistico del comune abbia prefigurato il recupero di queste aree per la realizzazione di servizi e parcheggi e per il miglioramento della viabilità.
Un altro edificio di cui gran parte degli abitanti del quartiere auspicano la demolizione è il grande palazzo che ospita gli uffici delle ferrovie, comunemente chiamato "il palazzo rosso", visibile dalla stazione di Genova Principe, che chiude il quartiere a valle. Con la sua presenza, l'edificio contribuirebbe a isolare il quartiere dal resto della città.[23]
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa di San Giuseppe al Lagaccio[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa parrocchiale di San Giuseppe al Lagaccio fa parte del vicariato di S. Teodoro dell'arcidiocesi di Genova.

Promotore della costruzione di una nuova chiesa nel quartiere del Lagaccio fu l'arcivescovo Edoardo Pulciano all'inizio del Novecento. I lavori, su un terreno donato dalla marchesa Giulia Cattaneo Della Volta, iniziarono con la posa della prima pietra il 19 marzo 1913; una targa ricorda che il papa genovese Benedetto XV finanziò con 50.000 lire la costruzione della cripta.
Per l'aumento della popolazione, a costruzione già in corso, ne fu previsto l'ampliamento; più volte sospesi, i lavori furono completati solo nel 1925. In quello stesso anno divenne vicaria autonoma nell'ambito della parrocchia di S. Maria di Granarolo e il 12 gennaio 1926 fu eretta in parrocchia con decreto dell'arcivescovo Carlo Dalmazio Minoretti. Lo stesso arcivescovo consacrò solennemente la chiesa l'11 maggio 1935. Durante la seconda guerra mondiale fu gravemente danneggiata nel bombardamento dell'8 agosto 1943.[24][25]
Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]
Mura seicentesche[modifica | modifica wikitesto]

Oltre alla già menzionata fabbrica delle polveri, poi trasformata nella caserma Gavoglio (oggi sede del Centro di Mobilitazione Nord-Ovest del Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana), nel territorio del Lagaccio sono presenti altre strutture militari dismesse.
Un tratto delle seicentesche "Mura Nuove", e precisamente parte delle "Mura di Begato", che vanno dalla Porta di Granarolo fino al Forte Begato, delimita il quartiere verso la Val Polcevera[26], mentre lungo i versanti della valle del Lagaccio restano i ruderi di diverse polveriere ottocentesche, caratterizzate da una doppia muratura in pietra di grande spessore.
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La polveriera vista da via B. Bianco
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Altre polveriere di minori dimensioni
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Società[modifica | modifica wikitesto]
Il centro polivalente[modifica | modifica wikitesto]
Il "Centro polivalente Lagaccio" è un luogo dedicato al quartiere che ospita numerose associazioni no-profit impegnate nel sociale, in attività culturali, ricreative, sportive e di formazione dei giovani e degli adulti.[27][28]
Sport[modifica | modifica wikitesto]
Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Sul terreno ricavato dal riempimento del lago è stato costruito un impianto sportivo comprendente il campo da calcio "Felice Ceravolo"[29], circondato da una pista per l'atletica, terreno di gioco della A.S.D. Superba Calcio (Amicizia Lagaccio + Granarolo), e un campo da hockey su prato, intitolato a Giorgio Arnaldi, storico commissario tecnico della nazionale italiana.[6] Su questo campo disputano i loro incontri le squadre di hockey su prato genovesi (CUS Genova Hockey, Genova Hockey 1980, Hockey Club Superba e Hockey Club Genova) ed anche, in attesa di poter disporre di un terreno di gioco nella propria città, il Savona Hockey Club.
Calcio[modifica | modifica wikitesto]
La squadra di calcio del quartiere è la A.S.D. Superba Calcio, creata dall'unione tra U.S.D. Lagaccio e A.S.D. Granarolo Calcio.
La prima, nata nel 1948 con il nome di "Associazione calcistica Superba", agli inizi degli anni settanta assunse la denominazione di "Unione Sportiva Lagaccio". La seconda fu fondata nel 1971. La squadra maschile milita attualmente (campionato 2014-2015) nella Promozione ligure, quella femminile nella Serie B.[30]
Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Strade[modifica | modifica wikitesto]

La via che attraversa il quartiere prende il nome di via del Lagaccio e collega la zona retrostante la stazione ferroviaria di Genova Principe e il Palazzo del Principe con la valletta dove un tempo era il lago. La strada, piuttosto stretta, superato lo slargo su cui si affacciano la chiesa di S. Giuseppe e l'ingresso della caserma Gavoglio, prosegue verso monte rasentando i muri perimetrali dell'ex insediamento militare e si collega con via Napoli e con via Bari nel punto dove un tempo sorgeva la diga del lago.
A mezza costa corrono via Napoli, e via Bari. Via Napoli, il cui asse delimita l'area del Lagaccio da quella di Oregina, costituisce un tratto del prolungamento verso ponente della "circonvallazione a monte". Questa strada, superato la valletta del Lagaccio attraverso il ponte intitolato a don Antonio Acciai (dal 1963 parroco della chiesa di N.S. della Provvidenza nel vicino quartiere di Oregina, morto tragicamente il 6 aprile 1974 nell'incendio della canonica della chiesa assieme alla madre e al curato), prosegue sul versante destro della valle con il nome di via Bari, sulla quale si affacciano numerosi edifici residenziali costruiti attorno agli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso. La via rappresenta un punto critico per la viabilità del quartiere in quanto, pur essendo di una discreta larghezza, a causa della mancanza di parcheggi pubblici alternativi è intasata dalle auto parcheggiate. Via Bartolomeo Bianco è invece l'antica strada militare che collegava il Lagaccio con Granarolo e le mura; partendo dal ponte don Acciai, costeggia gli impianti sportivi risalendo poi il versante destro della valle, in un ambiente quasi completamente privo di insediamenti, tranne qualche casa isolata e i ruderi delle polveriere.
Il 18 giugno 2020, il ponte don Antonio Acciai, chiuso dal 2018, per problemi di staticità, alla seconda pila, viene parzialmente abbattuto, conservando le due pile laterali, e hanno inizio i lavori per la costruzione di un nuovo impalcato in acciaio, appoggiato su un'unica pila, che ha sostituito le tre campate centrali.[31]
Autostrade[modifica | modifica wikitesto]
Il casello autostradale più vicino è quello di Genova-Ovest, nel quartiere di Sampierdarena, a 2,5 km dal centro del Lagaccio.
Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]
La stazione di Genova Principe, nel vicino quartiere di Prè, si trova a poche centinaia di metri dal centro del Lagaccio.
Trasporti urbani[modifica | modifica wikitesto]
- Metropolitana. Il quartiere è raggiungibile dalla stazione Principe della metropolitana di Genova, che si trova nella piazza omonima, anch'essa a poche centinaia di metri dal centro del Lagaccio.
- Autobus. La linea di autobus urbani 54 dell'AMT collega il quartiere con la stazione Principe, la linea 35 percorre le strade di circonvallazione (via Bari e Via Napoli) collegando la zona a monte del quartiere con il centro cittadino. Le principali linee dirette verso San Teodoro e Granarolo (rispettivamente linee 32 e 38), Sampierdarena (linea 18 e la linea filoviaria 20), il ponente (linee 1 e 3) e la Val Polcevera (linee 7 e 9) transitano in piazza Principe, nei pressi della stazione della metropolitana, raggiungibile in pochi minuti dal centro del quartiere.
- Ferrovia a cremagliera Principe-Granarolo. Il tracciato della ferrovia a cremagliera di Granarolo divide il quartiere del Lagaccio da quello di San Teodoro. La stazione a valle si trova accanto all'ex Hotel Miramare, al limite tra i quartieri di Prè, San Teodoro e Lagaccio. Il quartiere è servito dalle stazioni intermedie di via Centurione e via Bari. La ferrovia, costruita nel 1901 ed oggi integrata nel sistema di trasporti urbani dell'AMT, ha complessivamente sei fermate e si sviluppa per 1130 m con un dislivello di 194 m.[32]
- Ascensori pubblici. L'ascensore di via Bari, entrato in servizio il 29 dicembre 2010, è l'ultimo in ordine di tempo fra gli ascensori pubblici cittadini; collega via Adamo Centurione a via Bari.
Aeroporti[modifica | modifica wikitesto]
Ospedali[modifica | modifica wikitesto]
Ospedale Villa Scassi di Sampierdarena - 3,5 km.
Ospedale Galliera - 4 km.
Ospedale San Martino - 6 km.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Il confine con Rivarolo è costituito da un tratto delle antiche mura cittadine, non esistono vie di collegamento dirette tra il Lagaccio e la Val Polcevera.
- ^ a b Notiziario statistico della città di Genova 1/2011, su www2.comune.genova.it. URL consultato il 10 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
- ^ Fotografia del lago prima del suo interramento.
- ^ a b c d Scheda 9 Archiviato l'8 marzo 2014 in Internet Archive. Scheda sul quartiere del Lagaccio sul sito del Dipartimento di Fisica dell'Università di Genova.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n "Quartieri senza muri", documento sui quartieri di Lagaccio, Oregina e S. Teodoro sul sito http://www.lacasadiarturo.it.
- ^ L. Pareto, su "Descrizione di Genova e del Genovesato", Genova, 1846.
- ^ G.B. Canobbio, "Topografia fisica della città e dei contorni di Genova", Genova, 1840.
- ^ a b Comune di Genova - Ufficio Statistica, Atlante demografico della città, luglio 2008.
- ^ Copia archiviata, su municipio9levante.comune.genova.it. URL consultato l'8 marzo 2014 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2014).
- ^ http://puc.comune.genova.it/PUC/01_Volumi/01_Descrizione%20Fondativa/15_Stato%20di%20attuazione%20del%20PUC%20vigente.pdf
- ^ Gavoglio Lagaccio: il progetto di riqualificazione per l'ex caserma
- ^ Il complesso Telecom del Lagaccio.[collegamento interrotto]
- ^ Altre immagini del complesso Telecom.[collegamento interrotto]
- ^ Tali associazioni hanno pubblicato in proprio uno studio titolato "Quartieri senza muri" [1] in cui si propongono miglioramenti urbanistici e culturali nel quartiere, ritenuti compatibili con la presenza di una moschea.
- ^ Motivato col timore che potesse essere compromesso l'ampliamento degli impianti sportivi, dal possibile deprezzamento delle abitazioni del quartiere e da considerazioni sulle difficoltà di accesso viario al luogo; l'Associazione Cittadini Centro Est si era anche fatta promotrice di una proposta alternativa di recupero dell'area, tramite la realizzazione di un centro polivalente per sanità e servizi agli anziani.
- ^ Moschea a Cornigliano, cambia il progetto, su ilsecoloxix.it, 8 dicembre 2013.
- ^ A Cornigliano, nel sito indicato per la moschea è invece sorto un centro culturale islamico ( A Cornigliano dopo 16 anni il centro islamico e la Lega dice sì, su genova.repubblica.it, 3 marzo 2018.)
- ^ Carlo Gavoglio, medaglia d'oro al V.M., era un sottotenente di complemento nel Battaglione Cividale dell'8º Reggimento Alpini della Divisione "Cuneense", nato a Genova il 15 agosto 1916 e caduto il 5 gennaio 1943 nei pressi di Nowo Kalitwa, nella Russia meridionale (Fonte: www.alpinigenova.org. Archiviato il 22 luglio 2006 in Internet Archive.)
- ^ L'azione in cui perse la vita il sottotenente Gavoglio Archiviato l'8 marzo 2014 in Internet Archive., sul sito dell'Associazione Nazionale Alpini, sezione di Cividale del Friuli.
- ^ C. Gavoglio sul sito della 115ª Compagnia Mortai del Battaglione Cividale
- ^ INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4.06906 presentata da FORLEO FRANCESCO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 10.29.1992 / Atti di indirizzo e controllo / Documenti / Camera dei deputati - Portale storico Interrogazione parlamentare del deputato Francesco Forleo del 29 ottobre 1992.
- ^ Articolo del "Giornale" sul "palazzo rosso" delle ferrovie.
- ^ La chiesa di S. Giuseppe al Lagaccio sul sito dell'arcidiocesi di Genova. Archiviato il 7 novembre 2011 in Internet Archive.
- ^ Sito della parrocchia di S. Giuseppe al Lagaccio.
- ^ Stefano Finauri, Forti di Genova.
- ^ Centro Polivalente Lagaccio "Giovanni Scrivani", su top10posti.it.
- ^ Centro Polivalente "Giovanni Scrivani", su vincenzopalomba.wordpress.com.
- ^ Il campo da calcio porta il nome del ragazzo annegato nel lago prima del suo interramento (http://www.reggiocalabrianotizie.it/targa-ricordo-per-cittadino-deceduto-a-genova.html[collegamento interrotto]).
- ^ Sito dell'U.S.D. Amicizia Lagaccio, su amicizialagaccio.com. URL consultato il 12 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2019).
- ^ Giù i primi pezzi del vecchio ponte del Lagaccio: il Don Acciai cambia pelle
- ^ La ferrovia di Granarolo sul sito dell'AMT
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Guida d’Italia - Liguria, Milano, TCI, 2009.
- Stefano Finauri, Forti di Genova: storia, tecnica e architettura dei fortini difensivi, Genova, Edizioni Servizi Editoriali, 2007, ISBN 978-88-89384-27-5.
- Goffredo Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, vol. VII, 1841.
- Federico Alizeri, Guida artistica per la città di Genova, vol. II, Genova, Gio. Grondona Q. Giuseppe, 1847.
- Lorenzo Pareto, Descrizione di Genova e del Genovesato, vol. III, Genova, Tipografia Ferrando, 1846.
- Giambattista Canobbio, Topografia fisica della città e dei contorni di Genova, Genova, Ponthenier e F., 1841.
- G.B. Banchero, Genova e le due riviere, Genova, Luigi Pellas, 1846.
- Valter C. Adami, Dal Lagaccio alla Luna, Genova, SAGEP, 2012.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lagaccio
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Dati statistici del Comune sui Municipi e le ex-Circoscrizioni, su comune.genova.it (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2012).
- "Quartieri senza muri", documento sui quartieri di Lagaccio, Oregina e S. Teodoro pubblicato dalle associazioni di volontariato riunite sotto la sigla "Arcipelago Lagaccio" (PDF), su lacasadiarturo.it.
- Scheda della chiesa di S. Giuseppe al Lagaccio sul sito Parrocchiemap, su parrocchiemap.it.
- Sito della parrocchia di San Giuseppe al Lagaccio, su parrocchialagaccio.it.
- Sito dell'associazione culturale linguistica Lingua Madre, su linguamadre.it.
- Sito della U.S.D. Amicizia Lagaccio, su amicizialagaccio.it. URL consultato il 18 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2008).
- La ferrovia a cremagliera di Granarolo sul sito dell'AMT, su amt.genova.it.