Ludovico il Moro nella cultura di massa

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Voce principale: Ludovico il Moro.

Personaggio di primo piano nel panorama politico italiano del XV secolo, Ludovico il Moro ebbe una vasta influenza nella produzione letteraria e artistica, del suo tempo e dei secoli successivi, e in quella cinematografica; divenne personaggio letterario mentre era ancora in vita e stimolò la fantasia popolare.

Ritratto di Ludovico, 1600 - 1699 ca.

Il profondo dolore per la morte della moglie Beatrice d'Este, il presunto avvelenamento del duca Gian Galeazzo, la chiamata dei francesi in Italia e l'usurpazione del ducato di Milano, la presenza di artisti del calibro Leonardo da Vinci furono fonte d'ispirazione per artisti e letterati, specialmente nel XIX secolo, nel contesto della corrente romantica.[1]

Poesia[modifica | modifica wikitesto]

Molte poesie furono scritte tra il 1497 e il 1500 nel tentativo di consolare il Moro dal profondissimo dolore per la morte della moglie. Fra questi Antonio Cammelli, detto il Pistoia, gli inviò ventisei sonetti e una lunga composizione in terza rima, conosciuta come "La Disperata", per consolarlo della morte "di quella tua sì chiara, anci chiarissima coniunta da te amata in terra, Beatrice, ora nel cielo tra le caste martire locata". Nella Disperata, il poeta presta voce allo stesso Ludovico nell'esprimere il suo lamento:[2]

«La nuda terra s'ha già messo il manto, | tenero e verde, et ogni cor s'alegra, | et io pur hor do principio al mio pianto. | Gli arbori piglian fronde, io veste negra. | [...] Il mondo è in pace, io sol rimango in guerra, | il sol più luce, e più rende splendore, | a me par notte, et esser giù sotterra. [...] Gli altri scaldansi al sole, io ardo al foco, | gli altri braman vivendo esser felici, | ad ogni passo io più la morte invoco | [...]. Qual animal si posa per le grotte, | qual sotto frasca, quale in ramo o stecco, | io piango mie speranze al tutto rotte, | ciascuna piaggia è verde, e io son secco. | [...] O mondo falso, o mondo cieco e vario! | Amor senza speranza, amor fallace, | a me sì aspro, a me tanto contrario! | Or ch'io sperava haver con teco pace, | privo m'hai d'ogni ben, d'ogni diletto! | e grido e piango, e tutto 'l mondo tace. | Qual ingiuria magior, o qual dispetto, | far mi potevi? Tolta m'hai colei, | che insino al ciel levava il mio intelletto! | [...] Perché non ho di Dedalo le piume? | Che mai non fu sì presto uccel volante, | com'io sarei in seguir mio perso lume. | [...] Questa è colei che 'l cor m'arde et impiaga, | altro Apollo, Esculapio, altro Avicenna, | non mi potria sanar la mortal piaga. | Lei fu principio a sì dolente pena, | e lei esser può fine, e sol remedio | al crudel colpo, che a morir mi mena. | [...] Odi anima gentil, che mi tormenta, | odi il mio pianto, odi dolore amaro, | odi un, che per tua causa si lamenta. | Odi colui che non vede il Sol chiaro, | odi colui che la vita rifiuta, | odi colui a cui morir è charo. | Tu mi se' fatta cieca, sorda e muta, | io parlo al vento, agli usci, alle finestre, | ciascuno di me si ride e non m'aiuta. [...]»

Al tempo della sua fuga da Milano, un suo "fidele cangilero" gli prestò voce in un lunghissimo Lamento, forma poetica molto in voga all'epoca:[4]

«Son quel duca de Milano
che con pianto sto in dolore,
son sugiato, che era signore
hora son fato alemano.
Io dicevo che un sol Dio
era in ciel e un Moro in terra,
e sicondo il mio disio
io facevo e pace e guerra;
in Italia me par che erra
el mio dir, ch'io son scaciato,
da ciascuno abandonato;
il pensier è gito invano.
Son quel duca de Milano...

[...] Mi lamento di fortuna
che m'ha fatto abandonare
le mie terre ad una ad una,
senza sol un batagliare:
come questo Idio po' fare,
che un potente gran ducato
habi avuto scaco mato
senza sangue, sì tostano?
Son quel duca de Milano...

[...] Io non son più Lodovico,
Io non son più el Mor felice,
sono un povero mendico
che per piani e per pendice
son scacciato da infelice;
da che mi mostrava amore
poi m'a facto poco honore,
mai pegiore non fu Gano.
Son quel duca de Milano [...]»

Molte le composizioni poetiche scritte per raccontare le guerre in cui fu coinvolto e la sua caduta, quale La Istoria nova della rotta e presa del Moro e Ascanio e molti altri baroni.[5] Molte anche le invocazioni, gli incoraggiamenti e gli aspri biasimi. Così Antonio Cammelli nel 1500, che lo invitava al riscatto:[6]

«Ritorna, Ludovico, se tu puoi:
ciascun qua ti desia, ciascun ti chiama,
torna acquistar l'honore e la tua fama,
torna hor che ‘l vitio suol regnar nel roi.
Deh, torna a riveder li servi tuoi,
torna all'alma città che ti richiama,
torna alle Gratie a riveder la Dama,
e spera in lei, che in lei ben sperar puoi.»

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Ludovico è protagonista o coprotagonista di numerose opere letterarie:

Tragedie[modifica | modifica wikitesto]

Anno Titolo Autore Fatti salienti
1500 De rebus Italicis deque triumpho Ludovici XII regis Giovanni Armonio Marsio Celebra la sua sconfitta per opera di Luigi XII.[7]
1500 De captivitate Ludovici Sfortiae Fausto Andrelini Ut supra[8]
1791 La morte di Ludovico Sforza detto il Moro Pietro Ferrari Ludovico medita di uccidere la moglie per sposare la nipote Isabella, da lui insidiata. Sconfitto in duello da re Carlo VIII, ha salva la vita per intercessione di Beatrice ma, sdegnato dal tradimento della moglie, si suicida.[9]
1833 Lodovico Sforza detto il Moro Giovanni Battista Niccolini Incentrato sull'avvelenamento di Gian Galeazzo e sulla chiamata dei francesi in Italia.[10]
1834 Lodovico il Moro Giuseppe Campagna Ut supra
1835 Jean Galéas, Duc de Milan Arthur Fleury Ut supra[11]
1841 Lodovico il Moro Pietro Turati Innamorato della nipote Isabella e minacciato da Gian Galeazzo, Ludovico avvelena il nipote per mezzo dell'ignara moglie Beatrice, sostituendo il veleno a un filtro d'amore.[12]
1856 Gli Sforza Antonio Dall'Acqua Giusti Incitato dalla moglie Beatrice, prepara la guerra contro il regno di Napoli.[13]
1858 Cicco Simonetta: dramma, con prefazione storica Carlo Belgiojoso

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Anno Titolo Autore Fatti salienti
1837 Lodovico il Moro Giovanni Campiglio Narra la sua ascesa a duca di Milano, tra intrighi e macchinazioni.[14]
1838 Beatrice o La corte di Lodovico il Moro Ignazio Cantù Oltre all'ascesa, si concentra sulla tragica perdita della moglie Beatrice.[15]
1933 La città ardente Dino Bonardi Narra sue avventure in gran parte fantasiose, l'amore per Cecilia Gallerani e per Beatrice, nonché i lavori di Leonardo da Vinci.[16]
1967 Veleni, donne e intrighi alla corte di Ludovico il Moro Ezio Maria Seveso
1980 Ludovico il Moro, un gentiluomo in nero Mariana Frigeni Biografia romanzata.
2019 Il Moro - Gli Sforza nella Milano di Leonardo Carlo Maria Lomartire Biografia romanzata

Fumetti[modifica | modifica wikitesto]

  • Ludovico il Moro - Signore di Milano (2010).
Ritratto di Ludovico Maria Sforza, 1700 - 1749 ca.

Pellicole e serie televisive[modifica | modifica wikitesto]

Ludovico compare come personaggio anche all'interno di numerose pellicole cinematografiche e serie televisive:

Anno Titolo Attore Genere
1964 Bayard Georges Aminel mini-serie francese, nono episodio "Ludovic le More"
1971 La vita di Leonardo da Vinci Giampiero Albertini mini-serie RAI
1974 Lucrezia giovane Piero Lulli pellicola
1981 I Borgia Robert Ashby serie
2004 Le grandi dame di casa d'Este Paolo Catani pellicola documentaria
2011-2014 I Borgia Florian Fitz (cameo) serie
2011-2013 I Borgia Ivan Kaye serie
2016 Leonardo da Vinci - Il genio a Milano Vincenzo Amato pellicola documentaria
2016-2019 I Medici Daniele Pecci serie
2019 Io, Leonardo, Massimo de Lorenzo pellicola documentaria
2021 Leonardo James D'Arcy serie

Culinaria[modifica | modifica wikitesto]

A Ludovico è dedicato il Dolceriso del Moro, dolce tipico di Vigevano, che la stessa duchessa Beatrice d'Este avrebbe ideato nel 1491 per compiacere l'illustre consorte.[17]

Dolceriso del Moro decorato con l'impresa sforzesca dello scovino.

Leggende[modifica | modifica wikitesto]

  • Si tramanda che Ludovico avesse fatto costruire un passaggio segreto sotterraneo che, dal castello, conduceva direttamente a Santa Maria delle Grazie, così da potersi recare a visitare la moglie in tranquillità.[18]
  • A Ludovico è legata una delle leggende sorte intorno all'invenzione del Panettone, che sarebbe stato sfornato per la prima volta nelle sue cucine.
    Ritratto di Ludovico il Moro, 1850 - 1899.
  • Intorno all'origine del soprannome Moro esiste un'antica leggenda popolare secondo cui Ludovico era da bambino inizialmente chiamato "il Toro" per via della sua forza e irruenza, mentre "il Moro" era l'appellativo di un suo compagno di giochi plebeo, Cesarino della Griona, che gli era incredibilmente somigliante se non per il fatto di essere sempre sporco. Un giorno, che era il Natale del 1462, i due decisero per scherzo di scambiarsi i ruoli: mentre Cesarino, lavato e ben vestito, si fingeva Ludovico nel salone della corte, il vero Ludovico scese giù per la cappa del camino legato ad una corda, ma rimase incastrato. Alle grida d'aiuto dell'amico accorse lo stesso Cesarino, che lo liberò strattonandolo per i piedi. A quel punto il duca Francesco Sforza, vedendo il figlio tutto nero per la fuliggine, giudicò doveroso scambiare i soprannomi dei due bambini, e fu così che Ludovico divenne "il Moro", e Cesarino, per la forza dimostrata, "il Toro". Si dice anche che questa leggenda sia alla base del famoso racconto Il principe e il povero di Mark Twain.[19][20]
  • Fra i vari fantasmi che abiterebbero il castello di Vigevano, compreso quello della moglie Beatrice, si narra pure di un cavallo bianco che fu visto scendere di corsa la scalinata che conduce alla Piazza Ducale e qui percorrere tre giri di essa prima di sparire.[21] Il cavallo sarebbe stato il preferito di Ludovico, il quale avrebbe voluto evitargli i pericoli della guerra durante la fatidica disfatta di Novara del 1500. Alla ricerca del proprio padrone e trovando sbarrate le porte della fortezza, l'animale avrebbe battuto gli zoccoli sul selciato della piazza con tale violenza da aprire una voragine nella quale sarebbe infine precipitato.[22]

Raffigurazioni nell'arte[modifica | modifica wikitesto]

Ludovico e la sua corte di artisti sono soggetti frequenti nell'arte del XIX secolo, sull'onda del romanticismo; Gli eventi legati alla sua vita hanno ispirato pittori come Giambattista Gigola (1816-1820),[1] Giuseppe Diotti (1823),[23] Francesco Gonin (1845), Francesco Podesti (1846),[1] Cherubino Cornienti (1840 e 1858),[1] Eleanor Fortescue-Brickdale (1920).[24]

Dipinti[modifica | modifica wikitesto]

Sculture, affreschi e altro[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Giordano, pp. 195-202.
  2. ^ The Disperata, from Medieval Italy to Renaissance France, di Gabriella Scarlatta, 2017, pp. XI-XII e 87-93.
  3. ^ Di Seraphino Aquilano poeta ... Opere, nuouamente ricorrette,&con diligentia impresse, etc. di Serafino de' CIMINELLI (Aquilano.), Bernardo di GIUNTA, 1548.
  4. ^ Lamenti de' secoli XIV e XV, conte Antonio Medin, 1883, pp. 71-81.
  5. ^ La poesia popolare italiana, Studj di Alessandro d'Ancona, Alessandro D'Ancona, 1878, p. 72.
  6. ^ I sonetti faceti di Antonio Cammelli secondo l'autografo ambrosiano, Antonio Cammelli, 1908, p. 563.
  7. ^ Gilbert Tournoy, De rebus Italicis deque triumpho Ludovici XII regis Francorum tragoedia, 1978, p. 6.
  8. ^ De Captivitate Ludovici Sfortiae, Publio Fausto Andrelini, 1500.
  9. ^ Pietro Ferrari, La morte di Ludovico Sforza detto il moro, società tipografica, 1791, p. 6, ISBN non esistente.
  10. ^ Giovanni Battista Niccolini, Lodovico Sforza detto il Moro, Tipografia e Libreria elvetica, 1833, p. 7, ISBN non esistente.
  11. ^ Arthur FLEURY, Jean Galéas, Duc de Milan; drame poétique, 1835, p. 13.
  12. ^ Pietro Turati, Lodovico il Moro, P. M. Visaj, 1841, p. 14.
  13. ^ Alcuni scritti letterari e storici di A. Dall'Acqua Giusti, p. 235.
  14. ^ Giovanni Campiglio, Lodovico il Moro, Truffi, 1837, p. 81, ISBN non esistente.
  15. ^ Glissons n'appuyons pas. Giornale critico-letterario, d'Arti, Teatri e Varieta, vol. 5, Pirotta, 1838, p. 253, ISBN non esistente.
  16. ^ Dino Bonardi, La città ardente, collana Romanzi storici italiani, Ravagnati, 1933, p. 166, ISBN non esistente.
  17. ^ Dolceriso: la torta di Beatrice d'Este e Ludovico il Moro, su certosatourism.it.
  18. ^ Il leggendario TUNNEL SEGRETO dal Castello a Santa Maria delle Grazie: ESISTE DAVVERO?, su milanocittastato.it.
  19. ^ Il Natale in cui Ludovico diventò Il Moro, su laprovinciapavese.gelocal.it.
  20. ^ Di Alessandro Moriccioni, Le grandi dinastie che hanno cambiato l'Italia, Newton Compton Editori, 2018.
  21. ^ VIGEVANO: I FANTASMI, su vivivigevano.com.
  22. ^ Le curiose leggende di Vigevano, su lascimmiaviaggiatrice.it.
  23. ^ "La corte di Ludovico il Moro" di Giuseppe Diotti (1823): i personaggi raffigurati, su leonardoediotti.it. URL consultato il 10 settembre 2021 (archiviato il 10 settembre 2021).
  24. ^ Eleanor Fortescue-Brickdale: Il precursore, su eclecticlight.co.
  25. ^ LA CORTE DI LUDOVICO IL MORO di Giuseppe Diotti (1823) - I personaggi raffigurati, su leonardoediotti.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]