Günther Korten

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Günther Korten
Günther Korten nel 1939
NascitaColonia, 26 luglio 1898
MorteRastenburg, 22 luglio 1944
Cause della morteferite dopo l'esplosione nell'attentato a Hitler del 20 luglio 1944
Luogo di sepolturaMonaco di Baviera
Dati militari
Paese servitoBandiera della Germania Impero Tedesco
Bandiera della Germania Repubblica di Weimar
Bandiera della Germania Germania nazista
Forza armata Königlich-Preußische Armee
Reichswehr
Wehrmacht
ArmaLuftwaffe
Anni di servizio1914-1944
GradoGeneraloberst
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Francia
Battaglia d'Inghilterra
Campagna dei Balcani
Operazione Barbarossa
BattaglieBattaglia di Stalingrado
Comandante diCapo dello stato maggiore generale della Luftwaffe
Luftflotte 1
Luftwaffenkommando Don
DecorazioniCroce di Cavaliere della Croce di Ferro
"fonti nel corpo del testo"
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Günther Korten (Colonia, 26 luglio 1898Rastenburg, 22 luglio 1944) è stato un colonnello generale tedesco, capo di stato maggiore dell'Oberkommando der Luftwaffe durante la seconda guerra mondiale. Morì all'ospedale di Rastenburg, in seguito alle ferite riportate dopo il fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Günther Korten nacque in Colonia il 26 luglio 1898, dall'architetto Hugo Korten (1855-1931) e da Marie Korten (1866-1942). All'inizio della prima guerra mondiale, fu allievo ufficiale dell'esercito prussiano, all'interno del battaglione ingegneri. Successivamente, divenne comandante di plotone e, il 16 ottobre 1915, fu promosso tenente.

1921-1934[modifica | modifica wikitesto]

Tra l'ottobre 1921 e l'agosto 1922, frequentò la scuola di fanteria a Monaco di Baviera. Il 1º aprile 1925, fu promosso tenente di fanteria. L'anno successivo, acquisì la patente di guida, dopo avere acquistato un velivolo da guerra, e lavorò per la formazione segreta dell'esercito presso il centro aviazione di Lipeck. Ritornato in Germania, si unì alla Repubblica di Weimar. Nel 1934, con l'imminente inizio del Terzo Reich, fu promosso come capitano della Luftwaffe e, durante questo periodo, lavorò per diversi anni al Reichsluftfahrtministerium.

Seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1939, allo scoppio del seconda guerra mondiale, fu colonnello e capo di stato maggiore in Austria. A partire dal 1940, prese parte alla Campagna di Francia e alla Battaglia d'Inghilterra. Il 19 luglio di quell'anno, fu promosso a maggiore generale. Nel gennaio 1941, partecipò alla Campagna dei Balcani e all'Operazione Barbarossa. Nell'agosto dell'anno successivo divenne luogotenente generale, assumendo il comando della parte meridionale del fronte orientale, durante la Battaglia di Stalingrado.

Il 25 agosto 1943, venne promosso a capo dell'Oberkommando der Luftwaffe, dopo il suicidio del predecessore Hans Jeschonnek. Precedentemente, era stato anche leader della Nationalsozialistisches Fliegerkorps, senza successo.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Attentato a Hitler del 20 luglio 1944.

Morì all'ospedale di Rastenburg all'età di 46 anni, dopo un intervento di chirurgia, a causa delle gravi ferite riportate, dopo due giorni dall'esplosione della bomba, in quello che fu l'ultimo attentato che avrebbe dovuto uccidere Adolf Hitler, ad opera del colonnello Claus Schenk von Stauffenberg. Si trovava appena dietro al maggiore Heinz Brandt, colui che spostò la valigetta contenente l'esplosivo, salvando la vita del Führer, e morì poco dopo, trafitto all'addome da una grossa scheggia di legno del tavolo. Il 3 agosto 1944, venne celebrato il funerale di stato. Il 2 settembre 1944, Hitler lo decorò postumo con il Distintivo per feriti del 20 luglio 1944 e lo elevò al grado di generale. Dapprima, venne sepolto nel Memoriale di Tannenberg, dove vi era anche il grande generale del primo conflitto mondiale, Paul von Hindenburg. Successivamente, nel gennaio del 1945, per evitare che l'Armata Rossa profanasse il cimitero, Hitler decise di distruggerlo. All'arrivo dei russi, la sua salma e quella della moglie Maria furono traslate al cimitero di Steglitz, a Berlino.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Die Wehrmachtberichte 1939-1945 Band 2, 1. Januar 1942 bis 31. Dezember 1943, Deutscher Taschenbuch Verlag GmbH & Co. KG, München, 1985, ISBN 3-423-05944-3.
  • Klaus D. Patzwall, Veit Scherzer, Das Deutsche Kreuz 1941-1945 Geschichte und Inhaber Band II, Verlag Klaus D. Patzwall, Norderstedt, 2001, ISBN 3-931533-45-X.
  • Veit Scherzer, Die Ritterkreuzträger 1939-1945 Die Inhaber des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939 von Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine, Waffen-SS, Volkssturm sowie mit Deutschland verbündeter Streitkräfte nach den Unterlagen des Bundesarchives, Scherzers Militaer-Verlag, Jena, 2007, ISBN 978-3-938845-17-2.
  • Werner Landhoff, Die Opfer des 20. Juli 1944: Kollateralschaden einer höheren Moral?, Arndt, 2008.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su italiasociale.net. URL consultato il 5 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2020).
Predecessore Capo di stato maggiore della Luftwaffe Successore
Hans Jeschonnek 4 settembre 1943 - 22 luglio 1944 Werner Kreipe
Predecessore Comandante della Luftflotte 1 Successore
Alfred Keller 12 giugno 1943 - 23 agosto 1943 Kurt Pflugbeil
Predecessore Comandante dello Luftwaffenkommando Don Successore
nessuno 26 agosto 1942 - 17 febbraio 1943 nessuno
Controllo di autoritàVIAF (EN316737790 · ISNI (EN0000 0004 5098 0473 · GND (DE1266046984 · BNF (FRcb16599251b (data) · WorldCat Identities (ENviaf-316737790