Ferruccio Pizzigoni

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Ferruccio Pizzigoni

Ferruccio Pizzigoni (Milano, 7 maggio 1919Lero, 12 novembre 1943) è stato un militare italiano, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il padre Pericle Pizzigoni , ingegnere ed imprenditore, padre di cinque figli, colonnello d'artiglieria durante la prima guerra mondiale, era fratello della madre dei Fratelli Calvi.

Ferruccio, primogenito, iscritto alla facoltà d'ingegneria del Politecnico di Milano, nel 1939 frequenta il corso allievi a Brà e viene assegnato come sottotenente d'artiglieria , al 4º Reggimento Artiglieria Alpina della Divisione Cuneense.
Dopo l'8 settembre 1943 si trovava a Lero, in Grecia, come aggregato al comando della difesa marittima. Durante l'attacco delle forze tedesche difende eroicamente la sua batteria sino a quando, terminate le munizioni, viene fatto prigioniero e, denunciatosi quale ufficiale, cade martoriato dai nazisti a soli 24 anni.

Il fratello minore Bruno, partigiano a 18 anni, fu catturato dai tedeschi e deportato nel campo di concentramento di Mauthausen da dove uscì miracolosamente al termine della guerra, minato nel fisico e nello spirito. È stato il più giovane avvocato d'Italia, anche se non poté esercitare a lungo la professione.

Ferruccio Pizzigoni, figlio primogenito di Bruno, nato il 28.03.1959, svolge oggi l'attività di avvocato e detiene la medaglia d'oro al valor militare.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale in sottordine di batteria antinave in base insulare d’oltremare stretta d’assedio da preponderanti forze germaniche, piazzata una mitragliera sui resti di un cannone distrutto della batteria, effettuava personalmente efficacissimo fuoco contro aerei attaccanti in picchiata. Avvenuto lo sbarco nemico, incurante del fuoco dei mortai e dei persistenti attacchi aerei a volo radente ed in picchiata, iniziava e continuava il fuoco dei cannoni, riuscendo per due volte a colpire e costringere a riprendere il largo navi e mezzi nemici da sbarco. Rimasto ferito, con un solo marinaio superstite fra gli armamenti decimati, proseguiva il fuoco con due pezzi, caricando e puntando lui stesso un cannone fino al giungere dei rinforzi e prodigandosi oltre il limite della sua energia per soccorrere i feriti. Caduto esausto e rianimatosi dopo breve pausa, riprendeva con indomito ardore l’aspra lotta, finché, sopraffatto in lunghe ore di combattimento l’eroico presidio, faceva saltare i cannoni rimasti efficienti. Catturato dal nemico, ben consapevole delle feroci rappresaglie e pure avendo la possibilità di sfuggirle rimanendo nei ranghi dei semplici soldati, denunciava il suo stato di ufficiale, non esteriormente visibile, per seguire la sorte dei colleghi. Trucidato, cadeva confermando nell’estremo sacrificio mirabili virtù militari e sublime dedizione al dovere.[1]
— Lero (Egeo), 12 novembre 1943.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Politecnico di Milano gli ha conferito la laurea ad honorem.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Quirinale - Scheda - 24 dicembre 2008

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Anpi - biografia - visto 24 dicembre 2008
  • Marina militare - scheda - visto 24 dicembre 2008
  • Ana Bergamo - scheda[collegamento interrotto] - visto 24 dicembre 2008