Eolosicone

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Eolosicone
Commedia
La musa Talia con una maschera comica in mano
AutoreAristofane
Titolo originaleΑίολοσίκων
Lingua originaleGreco antico
GenereCommedia
AmbientazioneAtene, Grecia
Prima assoluta387 a.C.
Teatro di Dioniso, Atene
PremiVittoria alle Grandi Dionisie del 387 a.C.
Personaggi
 

Eolosicone è l'ultima commedia teatrale del comico greco Aristofane, con cui chiuse la carriera nel 387 a.C. e di cui restano solo 16 frammenti nell'edizione Kassel-Austin dei Poetae Comici Graeci.

Trama e datazione[modifica | modifica wikitesto]

Si presume probabilmente che il poeta facesse mettere in scena la commedia al figlio Ararote, come il Cocalo e che avesse vinto l'agone[1].

Il titolo è un composto tipicamente comico, volendo rappresentare Sicone che recitava la parte di Eolo[2]. La tragedia Eolo da cui si dice che il comico abbia preso spunto[3] era l'omonimo e celebre dramma euripideo, rappresentato prima delle Nuvole[4], che anche nella Pace[5], nelle Tesmoforiazuse[6], nelle Rane[7] forniva materiale per numerosi scherzi; tra l'altro, delle commedie intitolate Eolo sarebbero poi state scritte dai commediografi Antifane ed Erifo.

Sicone sarebbe, forse, il nome di un cuoco, tra gli inventori dell'arte culinaria, anche perché come tipico nome di cuoco viene utilizzato nel Dyskolos di Menandro. Della trama non si può dire nulla dai 16 frammenti rimasti; sembrerebbe, secondo le testimonianze antiche [8], che fosse priva di canti corali e anticipasse alcune soluzioni della Commedia di Mezzo. Tuttavia, poiché di cori restano evidenti citazioni[9], sembra che ci fossero canti e danze di due cori, uno di donne, l'altro di uomini.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ IG II 2, 2318, 196.
  2. ^ Si veda il simile composto Ήρακλειοξανθίας di Le rane, v. 499.
  3. ^ Test. V K.-A.
  4. ^ Scolio a Le nuvole, v. 1372.
  5. ^ Vv. 114 ss.
  6. ^ Vv. 177 ss.
  7. ^ Vv. 1474 ss.
  8. ^ Test. V, 6 K.-A.
  9. ^ Fr. 8 e 9 K.-A. e forse il fr. 10.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aristofane, Frammenti. Testo, traduzione e commento, a cura di M. Pellegrino, Lecce-Brescia, Pensa MultiMedia, 2015.
  • M. Pellegrino, Le commedie perdute di Aristofane, in "Studia Philologica Valentina", Vol. 18, n.s. 15 (2016), pp. 275-288.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN6138151353538152720002 · LCCN (ENno2017159791 · J9U (ENHE987012356641205171