Acesulfame K

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Acesulfame K
Struttura dell'acesulfame K
Struttura dell'acesulfame K
Modello ad asta e sfera
Modello ad asta e sfera
Nome IUPAC
Sale di potassio di 6-metil-1,2,3-ossatiazina-4(3H)-one-2,2-diossido
Nomi alternativi
Acesulfame potassio/potassico
E950
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC4H4KNO4S
Massa molecolare (u)201,242
AspettoPolvere bianca cristallina
Numero CAS55589-62-3
Numero EINECS259-715-3
PubChem23683747
SMILES
CC1=CC(=NS(=O)(=O)O1)[O-].[K+]
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/l, in c.s.)1,81
Solubilità in acqua270 g/l a 20 °C
Temperatura di fusione498,15 (225 °C)
Indicazioni di sicurezza
Frasi H---
Consigli P---[1]

L'acesulfame K è un edulcorante artificiale, chiamato anche acesulfame potassico (K è il simbolo del potassio). È conosciuto anche come E950.

L'acesulfame K, un sale di potassio, è stato scoperto casualmente nel 1967 dal chimico tedesco Karl Clauss, della compagnia Hoechst AG (oggi Nutrinova).[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ha un potere dolcificante pari a 200 volte quello del saccarosio, uguale a quello dell'aspartame e pari a metà di quello della saccarina. Allo stesso modo della saccarina ha un retrogusto amaro.

Spesso l'acesulfame K è utilizzato insieme ad altri edulcoranti, solitamente il sucralosio e l'aspartame.

A differenza dell'aspartame, l'acesulfame potassico è resistente al calore, anche in ambienti moderatamente acidi o basici, il che lo rende particolarmente adatto per prodotti di pasticceria o a lunga conservazione, oltre che nelle bibite gassate.

Profilo di sicurezza[modifica | modifica wikitesto]

Come con altri dolcificanti artificiali, esiste una preoccupazione per la sicurezza dell'acesulfame di potassio. Tuttavia la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ne ha approvato l'uso generale. I critici affermano che l'acesulfame K non sia stato studiato adeguatamente e possa essere cancerogeno,[3] sebbene gli studi effettuati dimostrino il contrario e queste affermazioni siano state respinte dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare[4] e dalla FDA.[5]

Il Canada ha testato l'acqua del Grand River in 23 siti tra le sue sorgenti e dove sfocia nel lago Erie. Nei vari siti di test l'acesulfame K appare in concentrazioni molto più elevate rispetto alla saccarina o al sucralosio.[6] Questo probabilmente si verifica perché il composto non subisce alcuna modifica da parte dell'organismo e viene espulso tramite le urine nella sua forma originale, dopo essere stato assunto attraverso bibite o cibi dolcificati; per questa sua proprietà viene anche utilizzato come indicatore della presenza di urina nelle acque delle piscine[7].

Efficacia nella riduzione di peso[modifica | modifica wikitesto]

L'acesulfame K fornisce un sapore dolce senza influenzare le risposte glicemiche e senza l'alto apporto calorico degli zuccheri.[8]

Una revisione sistematica degli studi pubblicati sugli effetti delle bevande zuccherate artificialmente sul peso, effettuata nel 2016, ha rilevato che gli studi sponsorizzati dall'industria dei dolcificanti artificiali avevano molto più probabilità di avere risultati favorevoli rispetto agli studi sponsorizzati dall'industria e che tutti gli studi pubblicati finanziati dalle industrie concorrenti avevano riportato conclusioni sfavorevoli a questo dolcificante.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sigma Aldrich; rev. dell'11.05.2012.
  2. ^ (EN) Clauß K., Jensen H., Oxathiazinone Dioxides - A New Group of Sweetening Agents, in Angewandte Chemie International Edition, vol. 12, n. 11, 1973, pp. 869-876, DOI:10.1002/anie.197308691.
  3. ^ Karstadt, M. L. (2006). "Testing Needed for Acesulfame Potassium, an Artificial Sweetener" (PDF). Environmental Health Perspectives. 114 (9): (PDF).
  4. ^ Scientific Committee on Food (2000). "Opinion - Re-evaluation of acesulfame K with reference to the previous SCF opinion of 1991" (PDF). SCF/CS/ADD/EDUL/194 final. EU Commission. (PDF). URL consultato il 7 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2008).
  5. ^ (EN) Rapporto della Scientific Committee on Food (PDF), su ec.europa.eu. URL consultato il 9 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2008).
  6. ^ Major Canadian river contains artificial sweeteners.
  7. ^ Laura Cuppini, Chi fa pipì nell’acqua della piscina? La risposta da uno studio canadese, in Corriere della Sera. URL consultato il 16 settembre 2017.
  8. ^ Dewinter, Louise; Casteels, Kristina; Corthouts, Karen; Van de Kerckhove, Kristel; Van der Vaerent, Katrien; Vanmeerbeeck, Kelly; Matthys, Christophe. Dietary intake of non-nutritive sweeteners in type 1 diabetes mellitus children Food additives contaminants. Part A.Chemistry, analysis, control, exposure risk assessment, 2015, 33, 1, 1-8, Taylor Francis, ENGLAND.
  9. ^ Mandrioli, Daniele; Kearns, Cristin E.; Bero, Lisa A. (2016-09-08). "Relationship between Research Outcomes and Risk of Bias, Study Sponsorship, and Author Financial Conflicts of Interest in Reviews of the Effects of Artificially Sweetened Beverages on Weight Outcomes: A Systematic Review of Reviews". PLOS ONE. 11 (9): e0162198..

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