Coxsackie B

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Coxsackievirus B
Coxsackie B4
Classificazione dei virus
Dominio Acytota
Gruppo Gruppo IV (Virus a ssRNA+)
Famiglia Picornaviridae
Genere Enterovirus
Specie Enterovirus umani B
Sottogruppo

Coxsackievirus B

Coxsackie B è un virus citolitico della specie degli Enterovirus umani B, del genere Enterovirus, della famiglia dei Picornaviridae. Ci sono attualmente 6 sierotipi nel sottogruppo B, numerati da B1 a B6. Causano varie patologie: da blande forme gastrointestinali a pericardite e miocardite.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Coxsackie virus.

I Coxsackievirus (scoperti nel 1948) furono divisi in due gruppi a seconda della malattia che producevano nei topolini neonati. Quelli denominati B causavano infezioni meno gravi rispetto agli A (che portavano alla morte per necrosi del muscolo scheletrico e successiva paralisi), ma un danno che toccava molti più organi, compresi cuore, pancreas, cervello, fegato e muscolo scheletrico.

Distribuzione geografica[modifica | modifica wikitesto]

I vari sierotipi di Coxsackie B sono stati scoperti quasi interamente negli Stati Uniti, tuttavia un sesto sierotipo è stato isolato nelle Filippine. Occorre comunque dire che tutti i sierotipi hanno una distribuzione globale e sono una causa relativamente comune di disturbi gastrointestinali.

Malattie[modifica | modifica wikitesto]

L'infezione da Coxsackievirus B può essere asintomatica come può presentare sintomi che includono febbre, mal di testa, mal di gola, disturbi gastrointestinali, così come dolori al petto e ai muscoli. Questa sintomatologia è conosciuta in molte zone come pleurodinia o Malattia di Bornholm. Il dolore al petto va subito riferito al medico, in alcuni casi, infatti alcuni sierotipi del virus possono progredire a miocardite e pericardite, con un conseguente danno permanente al cuore se non addirittura l'exitus. I Coxsackie B2 e B5 sono implicati sia nella Malattia mano-piede-bocca che in infezioni respiratorie. Il Coxsackie B può provocare anche meningite asettica (come, d'altra parte, il Coxsackievirus A). Come gruppo possono essere considerati la causa più comune di morte improvvisa, potendogli ricondurre più del 50% di questi casi.[2] Il periodo di incubazione del Coxsackievirus B è, come molti altri Enterovirus, altamente variabile, tra i 2 e i 35 giorni, e la malattia può durare più di due settimane, come risolversi in meno di due giorni.[1]

Diabete[modifica | modifica wikitesto]

È stato scoperto che il sierotipo Coxsackie B4 può essere causa del diabete mellito di tipo 1. Gli antigeni del virus, infatti, possono cross-reagire con antigeni simili presenti sulle cellule β delle isole pancreatiche inducendo verso di esse una risposta autoimmune, portandole così alla distruzione, con conseguente deficit di insulina.

Diagnosi[modifica | modifica wikitesto]

Le infezioni da enterovirus sono prevalentemente diagnosticate per mezzo di test sierologici come ELISA[3] oppure da culture in terreni cellulari.[1] Siccome lo stesso livello e tipo di cure vanno prescritte per le infezioni sostenute da tutti i sierotipi di Coxsackie B, non è necessario tipizzarli in un normale test diagnostico.

Struttura virale e meccanismo d'infezione[modifica | modifica wikitesto]

I Coxsackievirus B sono virus a RNA a singola catena positivo (+) e sono resistenti a numerosi trattamenti chimici. La particella virale è un icosaedro di circa 30nm.[4] Il virus è frequentemente sparso per la via orofecale, e l'infezione è il risultato dell'ingestione di cibi contaminati.[1]

Trattamento e prevenzione[modifica | modifica wikitesto]

Finora, non ci sono trattamenti eziologici per il gruppo de Coxsackievirus B.[1] Sono disponibili però cure sintomatiche. Le misure di prevenzione sono le normali norme sanitarie riguardo ai cibi e ai lavoratori che vi vengono a contatto, infatti il virus è altamente contagioso. Nel caso di miocarditi e pericarditi si somministrano antinfiammatori per ridurre il danno al muscolo cardiaco. Non è attualmente disponibile alcun vaccino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Bernard N. Fields, David M. Knipe, Robert M. Chanock, Joseph L. Melnick, Bernard Roizman, Robert E. Shope, Fields Virology, New York, Raven Press, 1985, pp. 739-794, ISBN 0-88167-026-X.
  2. ^ S. S. Maze, R. J. Adolph, Myocarditis: unresolved issues in diagnosis and treatment, in Clinical Cardiology, vol. 13, n. 2, 1990 Feb, pp. 69-79.
  3. ^ Eleanor J. Bell, R.A. McCartney, Diane Basquill, A.K.R. Chaudhuri, Mu-Antibody capture elisa for the rapid diagnosis of enterovirus infections in patients with aseptic meningitis, in Journal of Medical Virology, vol. 19, n. 3, 1986, pp. 213-217.
  4. ^ Karen Libby, Coxsackie B virus pathogen card, su stanford.edu, 2000. URL consultato il 2 settembre 2007.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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