Burn (album Deep Purple)

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Burn
album in studio
ArtistaDeep Purple
Pubblicazione15 febbraio 1974
Durata41:37
Dischi1
Tracce8
GenereHard rock[1]
Blues rock[1]
Heavy metal
EtichettaPurple Records/EMI
ProduttoreDeep Purple
Registrazionenovembre 1973 - Rolling Stones Mobile Unit, Montreux
FormatiCD, LP, MC
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera dell'Argentina Argentina[2]
(vendite: 30 000+)
Bandiera della Francia Francia[3]
(vendite: 100 000+)
Bandiera della Lettonia Lettonia[4]
(vendite: 5 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito[5]
(vendite: 100 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[6]
(vendite: 500 000+)
Deep Purple - cronologia
Album precedente
(1973)
Album successivo
(1974)

Burn è l'ottavo album in studio del gruppo musicale britannico Deep Purple, pubblicato dalla Purple Records nel 1974.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

È il primo album in cui compaiono il nuovo cantante David Coverdale e il nuovo bassista/cantante Glenn Hughes. Si tratta dunque del primo realizzato dalla formazione Mark III. Con l'inserimento di Coverdale ed Hughes, il sound hard rock dei Deep Purple diviene più orientato al boogie, incorporando elementi di soul e funk che sarebbero diventati ancora più marcati nell'album successivo, Stormbringer.

Hughes partecipò alla composizione delle canzoni, ma per obblighi contrattuali il suo nome non comparve fra gli autori dei brani. Nella riedizione speciale per il 25º anniversario dell'album, comunque, il suo nome riappare fra gli autori, eccetto per i brani Sail Away e Mistreated. La bonus track Coronarias Redig era originariamente il lato B del singolo Might Just Take Your Life. Peraltro, la versione di Might Just Take Your Life è più breve di quella contenuta nel LP, per rientrare nei limiti di un disco a 45 giri, è priva dell'assolo di organo finale e corrisponde a quella riportata nel video ufficiale.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

L'album raggiunse la prima posizione in Germania, Austria per tre settimane e Norvegia per cinque settimane, la terza in Italia e nella Official Albums Chart, la quarta in Francia, la quinta in Finlandia e la settima in Australia, Canada e Paesi Bassi e la nona nella Billboard 200 vincendo il disco d'oro oltre che negli Stati Uniti anche in Argentina, Francia e Regno Unito.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Lato A[modifica | modifica wikitesto]

Testi e musiche di Ritchie Blackmore, David Coverdale, Glenn Hughes, Jon Lord, Ian Paice, tranne dove indicato.

  1. Burn – 6:00
  2. Might Just Take Your Life – 4:36
  3. Lay Down, Stay Down – 4:15
  4. Sail Away – 5:48 (Ritchie Blackmore, David Coverdale)

Lato B[modifica | modifica wikitesto]

Testi e musiche di Ritchie Blackmore, David Coverdale, Glenn Hughes, Jon Lord, Ian Paice, tranne dove indicato.

  1. You Fool No One – 4:47
  2. What's Goin' on Here – 4:55
  3. Mistreated – 7:25 (Ritchie Blackmore, David Coverdale)
  4. A 200 – 3:51 (Ritchie Blackmore, Jon Lord, Ian Paice)

Tracce bonus dell'edizione del 30º anniversario[modifica | modifica wikitesto]

Testi e musiche di Ritchie Blackmore, David Coverdale, Glenn Hughes, Jon Lord, Ian Paice, tranne dove indicato.

  1. Coronarias Redig (remix 2004) – 5:30 (Ritchie Blackmore, Jon Lord, Ian Paice)
  2. Burn (remix 2004) – 6:00
  3. Mistreated (remix 2004) – 7:28 (Ritchie Blackmore, David Coverdale)
  4. You Fool No One (remix 2004) – 4:57
  5. Sail Away (remix 2004) – 5:37 (Ritchie Blackmore, David Coverdale)

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche di fine anno[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (1974) Posizione
Australia[7] 23
Austria[15] 2
Germania[16] 5
Italia[12] 4
Stati Uniti[17] 71

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Eduardo Rivadavia, Burn, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 17 giugno 2013.
  2. ^ (ES) Discos de Oro y Platino, su capif.org.ar, Cámara Argentina de Productores de Fonogramas y Videogramas. URL consultato il 10 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
  3. ^ (FR) Les Certifications, su infodisc.fr. URL consultato il 10 dicembre 2015. Selezionare "DEEP PURPLE" e premere "OK".
  4. ^ (LV) International Latvian Certification Awards from 1998 to 2001, su directupload.net, Latvijas Izpildītāju un producentu apvienība. URL consultato il 7 aprile 2020.
  5. ^ (EN) BRIT Certified, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato il 10 dicembre 2015. Digitare "Deep Purple" in "Keywords", dunque premere "Search".
  6. ^ (EN) Burn – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  7. ^ a b (EN) David Kent, Australian Chart Book 1970–1992, St Ives, N.S.W., Australian Chart Book, 1993, ISBN 0-646-11917-6.
  8. ^ a b c d (NL) Deep Purple - Burn, su Ultratop. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  9. ^ (EN) Top Albums - April 27, 1974, su Library and Archives Canada. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  10. ^ (FI) Timo Pennanen, Sisältää hitin - levyt ja esittäjät Suomen musiikkilistoilla vuodesta 1972, 1ª ed., Helsinki, Kustannusosakeyhtiö Otava, 2006, ISBN 978-951-1-21053-5.
  11. ^ (FR) Le Détail des Albums de chaque Artiste, su InfoDisc. URL consultato il 25 ottobre 2017. Selezionare "DEEP PURPLE" e premere "OK".
  12. ^ a b Gli album più venduti del 1974, su Hit Parade Italia. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  13. ^ (EN) Official Albums Chart: 3 March 1974 - 9 March 1974, su Official Charts Company. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  14. ^ (EN) Deep Purple – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 25 ottobre 2017. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  15. ^ (DE) Jahreshitparade 1974, su austriancharts.at. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  16. ^ (DE) Album – Jahrescharts 1974, su Offizielle Deutsche Charts. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  17. ^ (EN) Top Pop Albums of 1974, su billboard.biz. URL consultato il 25 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2012).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]