Arcidiocesi di Bourges

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Arcivescovo di Bourges)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Arcidiocesi di Bourges
Archidioecesis Bituricensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Tours
 
Stemma della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
 
ArcivescovoJérôme Daniel Beau
Arcivescovi emeritiHubert Marie Pierre Dominique Barbier,
Armand Maillard
Presbiteri85, di cui 66 secolari e 19 regolari
5.882 battezzati per presbitero
Religiosi49 uomini, 111 donne
Diaconi18 permanenti
 
Abitanti533.000
Battezzati500.000 (93,8% del totale)
StatoFrancia
Superficie14.020 km²
Parrocchie58 (12 vicariati)
 
ErezioneIII secolo
Ritoromano
CattedraleSanto Stefano
Indirizzo4 avenue du 95eme-de-Ligne, 18020 Bourges CEDEX, France
Sito webwww.diocese-bourges.org
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Francia
La chiesa di Sainte-Solange, meta di pellegrinaggio.
L'abbazia Notre-Dame di Fontgombault.
L'ex palazzo episcopale di Bourges.

L'arcidiocesi di Bourges (in latino: Archidioecesis Bituricensis) è una sede della Chiesa cattolica in Francia suffraganea dell'arcidiocesi di Tours. Nel 2022 contava 500.000 battezzati su 533.000 abitanti. È retta dall'arcivescovo Jérôme Daniel Beau.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi comprende i dipartimenti francesi dello Cher e dell'Indre.

Sede arcivescovile è la città di Bourges, dove si trova la cattedrale di Santo Stefano.

I principali luoghi di pellegrinaggio dell'arcidiocesi sono:

Il territorio si estende su 14.020 km² ed è suddiviso in 58 parrocchie raggruppate in 12 decanati.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi fu eretta nel III secolo. Secondo la tradizione, protovescovo sarebbe stato sant'Ursino, evangelizzatore della storica regione del Berry, menzionato in due occasioni nelle opere di Gregorio di Tours. I dittici dell'arcidiocesi menzionano dieci vescovi dopo sant'Ursino, che precedono il primo vescovo storicamente documentato di Bourges, Leone, che sottoscrisse il 4 ottobre 453 gli atti del concilio di Angers.

Biturigi era la capitale della provincia romana dell'Aquitania prima, come testimoniato dalla Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[2]. Con l'affermarsi dell'organizzazione ecclesiastica, Biturigi divenne, oltre che centro amministrativo della regione, sede metropolitana della provincia ecclesiastica, modellata su quella civile, che comprendeva le diocesi suffraganee di Clermont, Rodez, Albi, Cahors, Limoges, Mende e Le Puy.

Nel Medioevo sorse una disputa fra le sedi metropolitane di Bordeaux e di Bourges in merito alla pretesa di Bourges sulla primazia di Aquitania. La questione è stata acclarata da studiosi moderni, che hanno stabilito che la lettera di papa Niccolò I a Rodolfo (864), che data l'esistenza della primazia di Bourges al IX secolo e che qualifica l'arcivescovo con il titolo di patriarcha[3], non è autentica. Come capitale dell'Aquitania prima, Bourges anticamente aspirò alla preminenza sulle province di Aquitania seconda e Aquitania terza e quindi anche su Bordeaux. Verso il 1073 queste generiche aspirazioni presero forma di rivendicazioni; fra il 1112 e il 1126 il papato le riconobbe e nel 1146 papa Eugenio III conferì la primazia di Pierre de La Châtre, arcivescovo di Bourges, su Bordeaux.

Nel XII secolo due papi visitarono Bourges: papa Pasquale II nel 1107 e papa Alessandro III nel 1163. Nel secolo successivo si svolsero due fra i più importanti concili regionali di Bourges, quelli del 1225 e del 1226 che condannarono gli albigesi.

Nel 1195 fu iniziata la costruzione della cattedrale in stile gotico; venne consacrata dall'arcivescovo Guillaume de Brosse il 13 maggio 1324.

Nel 1225 si tenne a Bourges un importante concilio convocato dal cardinale Romano Bonaventura durante la crociata albigese per stabilire chi tra Raimondo VII di Tolosa e Amalrico VI di Montfort fosse il legittimo signore della Contea di Tolosa.

Nel 1232 papa Gregorio IX concesse all'arcivescovo di Bourges, come ad un patriarca, il diritto di visitare la provincia di Aquitania, impose all'arcivescovo di Bordeaux il dovere di assistere, almeno una volta, ai concili indetti dall'arcivescovo di Bourges e stabilì che i provvedimenti dell'arcivescovo di Bordeaux potevano essere appellati dinanzi all'arcivescovo di Bourges. Quando occasionalmente, nel 1240 e nel 1284, gli arcivescovi di Bourges si recarono a Bordeaux, trovarono le porte delle chiese chiuse e risposero con la scomunica alle proteste del clero di Bordeaux contro le loro visite.

Quando la Francia perse l'Aquitania per l'annullamento del matrimonio fra Luigi VII ed Eleonora di Aquitania che era stato celebrato nella cattedrale di Bordeaux nel 1137, Bordeaux divenne la capitale dei possedimenti inglesi in Aquitania. Allora la disputa fra le sedi metropolitane di Bordeaux e di Bourges assunse un carattere politico e il re di Francia iniziò a sostenere le rivendicazioni di Bourges.

Papa Clemente V (1305-14) fu contrario alle rivendicazioni di Bourges. Divenuto papa, a dispetto delle sue simpatie francesi, perseguì il disegno dell'emancipazione di Bordeaux da Bourges.

Nel 1327 l'arcidiocesi contava 733 parrocchie. Nel XIV secolo la provincia ecclesiastica si ingrandì con le nuove diocesi, istituite da papa Giovanni XXII, di Tulle, di Saint-Flour, di Vabres e di Castres

Nel 1438 si tenne a Bourges un altro importante concilio che, dopo l'approvazione della Prammatica Sanzione di re Carlo VII, tentò di istituire una Chiesa gallicana autonoma da Roma.

Durante l'episcopato di Jean Cœur, nella seconda metà del XV secolo, fu fondata l'università di Bourges.

Nel 1528 un concilio di Bourges condannò gli ugonotti, che erano favoriti sia dall'università in cui avevano studiato Calvino e Teodoro di Beza sia dalla corte di Margherita di Valois.

Nel 1603 l'arcidiocesi contava 772 parrocchie, che diventeranno 801 nel 1776 e 796 alla vigilia della Rivoluzione, quando erano raggruppate in 9 arcidiaconati e 20 arcipresbiterati.

Il 3 ottobre 1678, con l'erezione a sede metropolitana della diocesi di Albi, la provincia ecclesiastica di Bourges perse le diocesi suffraganee di Rodez, Castres, Vabres, Cahors e Mende.

In seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 l'arcidiocesi si ampliò, incorporando il territorio della diocesi di Nevers, che fu soppressa.

Il 6 ottobre 1822, in forza della bolla Paternae caritatis del medesimo papa Pio VII, la diocesi di Nevers fu ristabilita, ricavandone il territorio dall'arcidiocesi di Bourges. Contestualmente, la provincia ecclesiastica di Bourges venne ristrutturata, arrivando a comprendere le suffraganee di Clermont, Limoges, Le Puy, Tulle e Saint-Flour.

Facendo seguito al sinodo del 1990, nel 1994 il territorio dell'arcidiocesi subisce una sostanziale rivisitazione e il numero delle parrocchie è ridotto dalle oltre 500 alle attuali 64.

In seguito alla riorganizzazione delle circoscrizioni ecclesiastiche francesi, dall'8 dicembre 2002 Bourges non è più sede metropolitana, pur mantenendo la dignità arcivescovile, ed è entrata a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Tours.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Bourges è una delle poche sedi episcopali di Francia di cui si conservano i dittici originari in avorio. Al loro interno, nell'XI secolo, fu scritto con inchiostro il catalogo episcopale che, con le aggiunte successive, arriva fino a Simon de Beaulieu (1281-1294). Oggi praticamente i dittici risultano illeggibili, tuttavia sono giunte fino a noi diverse copie del catalogo.
La più antica è quella trascritta in un manoscritto della fine dell'XI secolo ed arriva fino al vescovo Audebert de Montmorillon († 1096).[4] Verso la metà del XIII secolo il canonico Etienne de Gallardon redasse un'altra copia, oggi conservata in un cartulario del capitolo.[5] All'epoca dell'arcivescovo Roger le Fort (metà del XIV secolo) fu redatta una copia ufficiale su pergamena, inserita all'interno dei dittici: questo esemplare del catalogo fu tenuto aggiornato fino alla fine del Settecento. Il catalogo episcopale riporta anche gli anni di pontificato per ciascun arcivescovo, ma le incongruenze e gli anacronismi sono tali[6] che, fino alla metà del IX secolo, risultano essere completamente inaffidabili.[7]

Nella seguente cronotassi si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 533.000 persone contava 500.000 battezzati, corrispondenti al 93,8% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 505.000 538.000 93,9 476 441 35 1.060 70 560 506
1959 500.000 531.812 94,0 417 370 47 1.199 112 550 505
1969 532.000 551.430 96,5 410 351 59 1.297 59 478 164 (?)
1980 520.000 585.000 88,9 331 230 101 1.570 1 167 550 507
1990 520.000 588.000 88,4 261 175 86 1.992 4 153 466 507
1999 508.000 576.000 88,2 223 148 75 2.278 11 125 384 67
2000 511.000 579.000 88,3 208 139 69 2.456 13 117 380 67
2001 500.000 545.567 91,6 199 132 67 2.512 15 113 375 67
2002 500.000 545.667 91,6 201 135 66 2.487 16 119 328 64
2003 500.000 545.567 91,6 159 119 40 3.144 17 89 348 64
2004 500.000 545.567 91,6 143 120 23 3.496 15 70 340 64
2006 501.000 546.715 91,6 139 106 33 3.604 17 74 325 64
2012 502.700 549.900 91,4 127 100 27 3.958 18 109 232 64
2015 502.400 541.869 92,7 98 74 24 5.126 20 55 148 64
2018 508.400 541.660 93,9 97 68 29 5.241 19 64 134 58
2020 499.660 532.250 93,9 91 67 24 5.490 20 58 131 58
2022 500.000 533.000 93,8 85 66 19 5.882 18 49 111 58

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pelerinagesdefrance.fr Pèlerinage de Notre Dame des enfants
  2. ^ Monumenta Germaniae Historica, Chronica minora Archiviato il 7 gennaio 2014 in Internet Archive., I, p. 558.
  3. ^ Péricard, pp. 323 e seguenti.
  4. ^ Su sessanta vescovi da Ursino a Audebert, ben quaranta sono noti anche da altre fonti, cosa che rende il catalogo più che attendibile.
  5. ^ Pubblicato da: Léopold Delisle, Etienne de Gallardon, clerc de la chancellerie de Philippe-Auguste, chanoine de Bourges, in Bibliothèque de l'école des chartes, tomo 60 (1899), pp. 42-44.
  6. ^ Duchesne, op. cit., pp. 24-25.
  7. ^ Il catalogo, nella copia di Gallardon, è riportato, oltre che dal già citato Delisle, anche da Duchesne, op. cit., pp. 22-23, il quale annota anche le varianti con le altre copie.
  8. ^ Eulogio e Palladio II, imparentati con Simplicio, sono menzionati nel discorso pronunciato da Sidonio Apollinare in occasione dell'ordinazione di Simplicio.
  9. ^ Nei dittici di Bourges sono menzionati, uno di seguito all'altro, due arcivescovi di nome Onorato; secondo Duchesne, non è chiaro a quale dei due sono da attribuire le due menzioni storiche del 533 e del 535. Gallia christiana riconosce un solo Onorato, come pure Gams.
  10. ^ Secondo la sua Vita, governò la Chiesa di Bourges per 12 anni e morì nel 624.
  11. ^ Alcune cronotassi tradizionali (cfr. Gams) distinguono due vescovi di nome Stefano, entrambi santi, vissuti all'incirca nella stessa epoca. I dittici di Bourges riportano un solo Stefano.
  12. ^ È certamente vescovo nel mese di gennaio 841.
  13. ^ a b c Creato cardinale
  14. ^ Nominato a Sens da re Enrico IV già nel 1594, confermato da papa Clemente VIII nel 1602.
  15. ^ Nominato arcivescovo di Tolosa il 15 settembre 1788.
  16. ^ Etienne de Paule de Fallot de Béaupré de Beaumont fu arcivescovo eletto.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN146163941 · LCCN (ENn88183063 · BNF (FRcb118737959 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-146163941
  Portale Diocesi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di diocesi