Desiderato di Bourges

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San Desiderato

Vescovo di Bourges

 
Nascita?
MorteBourges, VI secolo
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazionepre canonizzazione
Ricorrenza8 maggio

Desiderato (... – Bourges, VI secolo) fu vescovo di Bourges a metà del VI secolo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Nei dittici dell'arcidiocesi di Bourges, san Desiderato appare al 23º posto,[1] tra i santi vescovi Arcadio, documentato per l'ultima volta nel 541, e Probiano, attestato storicamente per la prima volta ad agosto o settembre 552.[2]

I martirologi ricordano che, prima di diventare vescovo, Desiderato era guardasigilli dei re Clotario I e Childeberto I; e che durante il suo episcopato fece costruire la basilica di San Sinforiano, successivamente dedicata a Sant'Ursino, protovescovo di Bourges. Di san Desiderato esiste anche una Vita, che non ha alcun valore storico, poiché ricalca quella di sant'Audoeno di Rouen, eccetto i nomi propri.[3]

Storicamente, Desiderato è attestato al concilio di Orléans, celebrato il 28 ottobre 549, durante il quale, oltre ad alcune misure di carattere disciplinare, furono condannati gli errori teologici di Nestorio e Eutiche.[4] Desiderato sottoscrisse gli atti conciliari al 5º posto, tra Nicezio di Treviri e Aspasio di Eauze.[5]

Morì l'8 maggio, di un anno incerto fra il 550, il 551 e il 552.

Assente nel Martirologio Romano redatto dal Baronio, il suo nome è stato inserito nel nuovo Martirologio Romano, riformato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II, alla data dell'8 maggio, dove il santo è ricordato con queste parole:[6]

«A Bourges nella regione dell'Aquitania, in Francia, san Desiderato, vescovo, che fu dapprima guardasigilli del re e dotò questa Chiesa di reliquie dei martiri.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, vol. II, p. 22.
  2. ^ Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, vol. II, pp. 27-28.
  3. ^ Aubert, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XIV, col. 343.
  4. ^ Bataille, Bibliotheca Sanctorum, vol. IV, col. 578.
  5. ^ Monumenta Germaniae Historica, Concilia aevi Merovingici Archiviato il 15 luglio 2019 in Internet Archive., Legum, Sectio III, Concilia, Tomus I, Hannoverae 1893, p. 109, r. 7.
  6. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 385.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]